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giovedì 1 settembre 2016

Bolivia: è giunta l'ora di (ri)partire!

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Partire è anzitutto uscire da sé.
Rompere quella crosta di egoismo che tenta di imprigionarci nel nostro “io”.
Partire è smetterla di girare in tondo intorno a noi, come se fossimo al centro del mondo e della vita.
Partire è non lasciarsi chiudere negli angusti problemi del piccolo mondo cui apparteniamo: qualunque sia l’importanza di questo nostro mondo l’umanità è più grande ed è essa che dobbiamo servire.
Partire non è divorare chilometri, attraversare i mari, volare a velocità supersoniche.
Partire è anzitutto aprirci agli altri, scoprirli, farci loro incontro.
Aprirci alle idee, comprese quelle contrarie alle nostre, significa avere il fiato di un buon camminatore.
E’ possibile viaggiare da soli. 
Ma un buon camminatore sa che il grande viaggio è quello della vita ed esso esige dei compagni.
Beato chi si sente eternamente in viaggio e in ogni prossimo vede un compagno desiderato.
Un buon camminatore si preoccupa dei compagni scoraggiati e stanchi.
Intuisce il momento in cui cominciano a disperare. Li prende dove li trova. Li ascolta, con intelligenza e delicatezza, soprattutto con amore, ridà coraggio e gusto per il cammino.
Camminare è andare verso qualche cosa; è prevedere l’arrivo, lo sbarco.
Ma c’è cammino e cammino: partire è mettesi in marcia e aiutare gli altri a cominciare la stessa marcia per costruire un mondo più giusto ed umano”.
Helder Camara

Sono pronta a partire
e questa partenza, oggi, si chiama "ritorno".

Consapevole che il mio stare in Bolivia avrebbe avuto un inizio e una fine - temporalmente parlando -
sono però certa che ciò che mi resta di quello che ho vissuto non potrà starsene ben riposto in confini di spazio e di tempo,
e che crescerà insieme a me, man mano che io cresco, perchè ora sì: fa parte di me.

Gratitudine,
entusiasmo,
responsabilità:
tre ingredienti che mi porto nello zaino, insieme a dei colori fantastici con cui non vedo l'ora di poter iniziare a dipingere il mio futuro prossimo! 

Hasta pronto,
LuCi

lunedì 29 agosto 2016

Bolivia: quando un Hogar è una Famiglia!

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Ormai mancano pochissimi giorni alla partenza 
(o al ritorno, in base a come lo si voglia vedere!)
Ecco come abbiamo passato la giornata di ieri, fra giochi, risate, saluti e quel pizzico di commozione che rende tutto agrodolce...
L'hogar dove vivono queste bambine è gestito dalle suore della Virgen del Rosario ed è davvero una Famiglia: per quei pochi giorni che lo abbiamo vissuto, ci siamo sentite anche noi parte di ciò.
 
Ed ora non resta che riporre in una tasca del mio cuore tutto quello che questa bellissima giornata mi ha donato...
...aspettando di trovare le parole per scrivere il mio ultimo post!

P.S.: le bambine sono le autrici della maggior parte delle riprese del video, anche se erano convinte di star scattando foto: non si erano rese conto che la macchina fotografica era in modalità "video"...!
Solo una volta a casa io e Francesca ci siamo rese conto di ciò...! Ed è stato simpaticissimo! 

Hasta luego,
Luci

mercoledì 6 luglio 2016

Aiutare gli altri (in ogni circostanza?)

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Voglio condividere con voi un episodio avvenuto oggi che mi ha dato modo di riflettere molto.

Premetto che essere a Cochabamba come serviziocivilista nella commissione  mi sta permettendo di conoscere e vivere molte situazioni e dinamiche tipiche della realtà boliviana, dove il mio "esserci" è davvero a 360 gradi senza essere incasellato sempre e per forza in un ruolo e un posto (e, per quanto all'inizio mi sembrasse un po' disorientante, adesso ci ho preso gusto e c'è sempre molto da imparare).




Situazione:
il comitato/gruppo Caritas della parrocchia "x" oggi aveva la sua riunione settimanale di coordinamento e io e una mia collega siamo andate a fare "seguimiento", ovvero una visita in cui ascoltiamo e vediamo un po' l'andamento del gruppo, i punti di forza, le difficoltà, il calendario delle attività.

(Questo si fa perchè la commissione Caritas Parroquiales (formata in questi mesi anche da me e Francesca) a livello centrale coordina, forma e segue i vari comitati Caritas che si formano in ogni parrocchia.
Negli anni sono nati parecchi gruppi parrocchiali di Caritas, ognuno con il proprio referente, la suddivisione degli incarichi, ognuno con la sua storia e le sue caratteristiche, legate tanto alle persone che ne fanno parte, ma anche alla zona della città in cui è sorto.)

Questo comitato parrocchiale di Caritas il martedì si occupa, oltre alla riunione, di distribuire una borsa di viveri alle persone più bisognose della zona (individuate negli anni grazie a visite domiciliari).

Oggi, lista alla mano, una signora del gruppo accoglieva gli utenti, controllava il nominativo, lo spuntava dall'elenco e consegnava la borsa.
Nel mentre, abbiamo iniziato la riunione con gli integranti del gruppo e tutto filava liscio con i vari punti dell'ordine del giorno, fino a quando...
...è entrata una signora, dall'aria spaesata.
Visibilmente "borracha" (ovvero ubriaca).

Incontrare persone ubriache durante il giorno è una cosa a cui ormai mi sono (quasi) abituata qui a Cochabamba, ma quando sono donne mi fa sempre un po' strano, per di più in questo caso era anche anziana.

Il nominativo della signora era nella lista, quindi teoricamente avrebbe avuto diritto alla sua borsa di viveri, ma la sua condizione "alterata" ha fatto sì che il gruppo le abbia detto di ripassare la settimana successiva, destando una reazione di rabbia da parte della signora.
Ha iniziato ad accusare il gruppo di non fare il proprio dovere, ha detto piangendo che non avrebbe saputo cosa mangiare se non avesse ricevuto questa borsa di viveri (e il gruppo ha replicato che se lei ha trovato i soldi per comprare da bere, di sicuro troverà i soldi per procurarsi del cibo), ha poi ricordato che erano mesi che non veniva a ritirare la sua borsa e che quindi ne aveva diritto a tutti i costi. Ha minacciato di non andare via dalla stanza.
Insomma, a metà ha anche ammesso di aver bevuto (dopo averlo negato per un bel po' di tempo). 
 
Io in tutto ciò vedevo:
  • da una parte un gruppo che aveva preso una posizione, ovvero il fatto di aiutare sì, ma a certe condizioni;
  • dall'altra parte un'anziana fuori di sè, ma che reclamava per un suo diritto, in quanto facente parte di una lista.
La situazione stava degenerando, fino a quando è arrivato un prete che l'ha saputa gestire:
ha preso in disparte la signora, le ha parlato con molta cura, l'ha convinta ad andare fuori a parlare con lui.
Poi è tornato, ha detto al gruppo di darle comunque una borsa di viveri in quanto sarebbe stato l'unico modo per far sì che la situazione non peggiorasse. 
La signora, dopo aver ricevuto la borsa di viveri dal prete, è poi rientrata nella stanza, si è scusata per aver alzato la voce, ha ringraziato e se ne è andata.

Il prete ha spiegato al gruppo che in queste situazioni non bisogna mai porsi "contro", ma assecondare, evitando lo scontro, per poi affrontare il discorso con la persona interessata in un momento in cui lei è lucida.

Il focus della riunione è quindi diventato:
Fino a quando un aiuto è dovuto? 
 Ci sono dei limiti nell'aiutare?
 E ancora: 
aiutare sempre e in modo indiscriminato è assistenzialismo o è giustizia?

Il prete ha affrontato questa riflessione portandoci la sua testimonianza di vita, 
dicendoci poi che è nostro compito aiutare, e che il modo in cui vengono usati gli aiuti che si danno dipende da chi li riceve, noi non abbiamo molto potere su questo e non sta a noi giudicare.

...e io come mi sarei comportata?
...e voi
  
A presto,
Lucia 

giovedì 16 giugno 2016

Bolivia: dalla parte dei discapacitados

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Negli ultimi tempi in Bolivia la situazione dei discapacitados si sta facendo complessa:
sono state organizzate manifestazioni e blocchi stradali (bloqueos), persone con discapacitad e le loro famiglie hanno marciato fino a La Paz, si sono calati dai ponti di Cochabamba con le carrozzine, si sono accampati per fare sentire la loro voce anche di notte...
Tutto ciò per richiamare l'attenzione del Governo e della popolazione sulla loro situazione attuale, sempre più difficile in quanto il costo della vita si è alzato di molto e il sussidio statale non è sufficiente a coprire le spese necessarie per vivere; il Presidente aveva assicurato un aumento dello stesso sussidio, ma non ha poi mantenuto la parola, preferendo impegnare il denaro in altre cose, negando continuamente il dialogo e il confronto su questa situazione che si sta facendo sempre più problematica.

Sono successi due fatti che hanno scosso particolarmente l'opinione pubblica:
il primo è stato la repressione violenta da parte delle forze dell'ordine nei confronti dei manifestanti che, a La Paz, chiedevano di aver accesso alla piazza per poter parlare col Governo e instaurare finalmente un dialogo, dopo giorni di marcia;

il secondo consiste in un incidente che ha causato la morte di due manifestanti la notte di mercoledì scorso, a causa dell'imprudenza di una ragazza che stava guidando in stato di ebbrezza e che ha travolto la zona della manifestazione notturna.
Martedì c'è stata una manifestazione organizzata dal Comitato Civico, dagli stessi discapacitados, da studenti e professori della facoltà di Scienze Sociali dell'Università pubblica, da cooperative e associazioni.
Io sono riuscita a fare un salto e ho raccolto immagini e testimonianze che ho messo insieme in questo video

Non riesco a rimanere in silenzio, non riesco ad essere indifferente di fronte a tutto ciò: 
un po' perchè parte del mio servizio qui a Cochabamba è con una Fondazione che si occupa di seguire i bambini con discapacitad e più volte mi sono sentita inerme di fronte a famiglie abbandonate a se stesse...
e in parte perchè sono convinta che se tutti ci mettessimo insieme per amplificare la voce di chi sta manifestando -e che non viene preso purtroppo sul serio- qualcosa davvero potrebbe migliorare.

Hasta pronto,
Luci

(...e un saluto anche da Diland -con cui oggi ho fatto l'ultimo incontro del percorso che avevamo iniziato a febbraio- e che, al momento della "despedida" mi ha regalato uno degli abbracci più belli che io abbia mai ricevuto qui a Cochabamba.)

domenica 14 febbraio 2016

Bolivia: quando le GENERAZIONI si iNtReCciaNo

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Questo venerdì è stato un giorno speciale: ho festeggiato Carnevale con il gruppo della terza età della parrocchia dove faccio servizio il venerdì!
Niente "chiacchiere e frittelle" quest'anno, ma tante risate e condivisione con delle persone 
che hanno molto da raccontare.
(...E succede che quando le generazioni si intrecciano
e le "differenze culturali" sono qualcosa che ti avvicina e non che ti allontana
torno a casa con una carica in più e tanta positività.)

E poi la domanda che fa sprigionare un sorriso sincero:
 "Nos vemos el proximo viernes, no ve?"
Ecco nel video un assaggio di quello che è stato:


p.s. il materiale con cui abbiamo costruito le collane è costituito da cereali supercolorati e super zuccherati (ovviamente durante la realizzazione delle collane le signore agivano più o meno così, in sequenza: 
"...beh, buoni questi cereali!"
un pezzo lo infilo,   uno lo mangio,    l'altro lo mangio -perchè quello di prima era buono,  però lo faccio senza farmi vedere!-    poi ne infilo un altro ecc ecc.. )    ;) 


Le ultime "ragazze" rimaste, tutte in posa per una foto-ricordo!
Vi saluto,
vi abbraccio,

Lucia

lunedì 23 novembre 2015

Bolivia: forse un po' stona.. ma qui l'Avvento inizia e sembra piena estate!

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Meno di dieci minuti che racchiudono una giornata di servizio:
eccoci coinvolte nella Campagna di Avvento, a farci portavoci per questa iniziativa, nelle varie parrocchie in giro per la provincia!



Ebbene sì, come si vedrà dal video
qui fa molto molto caldo,
quindi è un Avvento un po' diverso da quello che sono abituata a vivere: ma ha un suo perchè anche così!


Ora mi limito a pubblicare solo un pezzettino del servizio di queste ultime settimane, quello inerente alla Campagna di Avvento, appunto
tralasciando molte altre cose:
la manifestazione contro la violenza verso le donne,
tralasciando Melga, Tiraque, Punata, Quillacollo (in questi giorni abbiamo viaggiato molto: chilometri e chilometri per raggiungere località abbastanza lontane, per portare avanti o iniziare i percorsi di formazione dei gruppi di Caritas Parrocchiale..)
tralasciando gli "hogar" che abbiamo visitato e che mi hanno interrogata molto su molte cose.

Ci vuole del tempo per "lasciar decantare" tutto ciò che si vive e si vede, soprattutto quando ogni giorno è così denso e particolare come lo sono stati i giorni di queste ultime settimane.
Ci vuole tempo per comprendere, per non rischiare di cadere nella necessità di farsi SUBITO un'idea, una propria opinione, uno schema, una visione.

Sperando di riuscire a darmi tempo, e a ritagliarmene un po' in questa settimana
per integrare il racconto..

Ora vi saluto,
preparo lo zaino,
e si parte per andare a fare un taller di sensibilizzazione in un posticino a un'ora e mezza da qui!

A prestissimo!
Luci


sabato 17 ottobre 2015

Mission Impossible O.S.C.d.C.

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Consapevoli dello smarrimento iniziale che potreste avere nel vedere questo video
vi diciamo "state sereni, qui si fa così!"


Buona visione
buon divertimento
p.s. NON RIPETERE A CASA!














                                                             Luci e Fra

giovedì 15 ottobre 2015

Molle-Molle chiama....Luci e Fra rispondono!

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Videoracconto del fine-settimana dedicato alla Virgen del Rosario a Molle-Molle, Cochabamba!


riprese e foto di Fra e Luci
montaggio di Luci
comparse:
- Hermana Bruna, Silvia, Emiliana, Hermana Dunia, Hermana Sabina (suore del Rosario)
- pueblo di Molle-Molle
- noi i primi giorni in terra boliviana





A presto!
Luci e Fra

martedì 29 settembre 2015

Passo dopo passo, verso la Bolivia!

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Dice un proverbio:
 "Prima di giudicare qualcuno prova a camminare tre lune nelle sue scarpe"
..ed eccomi, fotocamera in mano, a filmare i miei passi, la mia quotidianità di queste mie ultime settimane in Italia:
i miei passi assonnati quando esco dal cancello di casa, 
la corsa in stazione per non perdere il treno,
i passi affrettati e confusi in metro..
e, alla fine della giornata, gli ultimi passi che mi conducono in casa, dopo aver sostato qualche istante sullo zerbino davanti alla porta.

L'idea mi è venuta quando la settimana scorsa, tornando a casa dopo una giornata passata a Milano a fare formazione, mi sono chiesta:
"Cambierà il mio modo di camminare in questo anno di Servizio Civile? 
Sarà un passo affrettato o al rallentatore? 
Sarà un camminare in punta di piedi, sarà una danza, una corsa? 
Saranno scarpe, scarponi o sandali? I miei passi lasceranno una traccia?" 

..ma soprattutto, riuscirò a comprendere, senza pregiudizi e preconcetti tutto ciò che sarà "Bolivia" camminando nelle sue scarpe per quella fetta di tempo che sarà il Servizio Civile?

Non sarò da sola, insieme a me a condividere il cammino del Servizio Civile in Bolivia ci sarà Francesca, che sto conoscendo in queste settimane di formazione a Milano.

Così, in questi ultimi giorni in Italia, fra la lista delle cose ancora da fare (riuscirò a far tutto?!)
le persone da salutare e le raccomandazioni, gli abbracci e i "mi mancherai" dei parenti e degli amici
sto dedicando del tempo a raccogliere una serie di filmati che rappresentino le mie routine e quotidianità pre-partenza (poi, magari, lontana da casa, mi verrà qualche idea su come metterli insieme e magari creare qualcosa di interessante..
Nel frattempo posto il video di questa mattina:



Mi piace la metafora del "cammino" per iniziare qualcosa di nuovo.
Camminare è incontro, è fatica, è bellezza.

Partiamo!

Lucia