Un bel documentario che racconta i progetti di Diaconia ad Orhei in Moldova. Niente da aggiungere, se non buona visione!
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lunedì 26 novembre 2012
domenica 28 ottobre 2012
Trei gusti is megl che one
Una produzione M&M&M.
Intervista-documentario sull'eterogeneità degli esemplari di servizio civilisti in Moldova.
I riferimenti a fatti e persone non sono puramente casuali.
Dubbi e perplessità sono più che leciti e siamo disponibili a chiarirli.
Buona visione!
alle
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domenica 14 ottobre 2012
In ospetie a Tiraspol
Che se diciamo ad Ana Maria che andiamo a Tiraspol, poi ci andiamo davvero! (cit. Alè)
Il microbus per Tiraspol è scritto in cirillico e il film che danno sullo schermo è in russo. Alla frontiera c’è coda, ma bastano 5 lei nel passaporto per fare in fretta. Il passaporto perché ufficialmente Tiraspol è in Moldova, ma di fatto c’è una dogana e bisogna compilare un modulo: abbiamo a disposizione 24 ore per ritornare. Al di là della frontiera le strade mi sembrano migliori, ma in generale tutto è molto curato, ordinato e bello. Compaiono le utilitarie pressochè assenti in Moldova, già in Moldova, perché qui non mi sembra Moldova: se parliamo rumeno sembriamo stranieri, c’è un’altra moneta e i soldi che arrivano dalla Russia si vedono.
Alla fermata del microbus ci aspetta Ana Maria in tacchi e vestito elegante perché qui si distinguono i giorni normali da quelli speciali e oggi è speciale: arrivano gli “italieni”. D’ora in poi noi siamo in ospetie, siamo ospiti e perciò: a tavola! Sono le 5 e andiamo a mangiare: piatto di stagione, peperoni ripieni. È lo stesso ripieno del cibo tipico delle feste, le sarmale. Il bicchiere di vino è piccolino, ma sempre pieno.
Nistru, fiume che divide la Moldova, da cui Trans-nistria |
Facciamo un salto a vedere Tiraspol by night: ponte illuminato e barche con musica. Facciamo un trenut in onore dei Cantieri passati insieme. Tornati a casa si mangia – e si beve - ancora un po’ e dopo Tom e Jerry in russo: spaconi noci, buona notte!
Il 9 settembre è la giornata dei tankisti: nella piazza principale, sotto un carro armato, ci saranno una settantina di persone, noi comprese, tra cui un anziano con più medaglie che anni. Durante l’arringa di un soldato, i veterani ridono, è una bella giornata, tutto mi appare normale e bello, come i fiori freschi sulle tombe degli eroi: “i vostri nomi potranno essere sconosciuti, ma le vostre gesta sono immortali”. Penso che si ricorda una guerra europea combattuta quando io ero nata. Avevo 6 anni e tutti i giorni passavano alla tele notizie sulla Bosnia: non capivo molto, ma mi ricordo bene. Della guerra in Transnistria, invece, non ricordo nulla, non si sa nulla.
Davanti al parlamento sta Lenin di guardia. Dopo tre anni i genitori di Ana hanno la cittadinanza transnistriana e possono votare; Ana invece aspetta per il suo primo voto le prossime elezioni in Moldova, cioè nella Moldova al di là del Nistru, quella dove la falce e il martello dal primo ottobre sono illegali, non quella con l’unica bandiera al mondo che ancora mantiene i simboli comunisti.
Proseguiamo la visita della capitale di questo stato-fantasma non riconosciuto da nessuno. L’eroe nazionale, come l’eroe moldavo Stefan cel mare, ha combattuto contro i Turchi. La storia racconta che erano pochi contro molti, ma l’astuzia li fece sembrare molti, così i Turchi se ne andarono senza combattere e la Transnistria fu salva. A scuola qui si impara la storia universale sempre in parallelo con quanto è accaduto in questo piccolo fazzoletto di terra di 3500 metri quadrati, ma il libro è scritto da un professore molto parziale, così ci spiega Ana Maria che studia all’unico liceo rumeno della Transnistria.
Per pranzo pesce in salamoia e melanzane ripiene di aglio (spicchi interi grattugiati da me medesima come si grattuggia il formaggio), si beve vino. Si guardano video, si leggono articoli e ci si prepara: alle 5 dobbiamo essere alla frontiera. Non possiamo andarcene senza portare con noi un barattolone di verdure in salamoia e una bottiglia di vino fatto a casa: siamo in ospetie.
Ps Concluse le valutazioni cantieristiche siamo proiettati ai CdS 2013: lo studio di fattibilità assicura che se sai come si traduce “Copii facem cercul, bambini facciamo un cerchio”, tutto filerà liscio: per il prossimo cantiere basta sapere “dijei cruc” e poi tutti a Tiraspol, da Ana Maria!
lunedì 24 settembre 2012
Radio Kindu - Hit parade SCE - Moldova
Dopo Congo, Bolivia, Giordania come è ovvio è il turno dell'amatissima Moldova. In ogni microbuz, taxi, radio, tabara de vara, discoteca improvvisata questa hit non poteva mancare e, da buon tormentone, dopo aver fatto il suo dovere è diventato insopportabile.
Poteva Radio Kindu fare a meno della hit dell'estate 2012 di questo splendido e sconosciuto paese? Beh, secondo noi no...vediamo che ne pensate voi!
Marco, Mariaclaudia, Mariarosa
P.S. "Vara nu dorm" significa "L'estate non dormo" e infatti adesso è uscita la parodia "Toamna ma culc" ossia "In autunno vado a dormire".
martedì 18 settembre 2012
Eu vara nu dorm!
...è passato ormai più di un mese dal Cantiere della Solidarietà a Manta e Răzălăi, ma nonostante ciò continuamo a sentire l'eco di quest'esperienza rivivendola in tanti racconti condivisi qui sul blog.
Qualche giorno fa abbiamo rivisto i volontari moldavi che hanno partecipato alla tabara de vara e abbiamo voluto fare loro questo regalo per "riassumere in cinque minuti due settimane di tabara" (cit. Ana Maria).
Adesso lo lasciamo qui per voi, in particolare per Alessandra, Angela, Erica, Francesca, Ileana, Marilisa, Silvia, Simone, Stefania e tutti coloro che hanno collaborato per rendere questa esperienza così speciale.
Grazie a tutti dal trio M&M&M
Eu vara nu dorm! (Io d'estate non dormo)
lunedì 3 settembre 2012
Un salto in Romania
Cosa ci fanno una "fata" del Maramures, una patita del popolare e un autista che vuol diventare uomo in Romania? Beh, molto semplice, saltano con tutti quelli che incontrano in ogni luogo che visitano!
Questo è il risultato:
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giovedì 23 agosto 2012
Copt si mancat - Episodio 1
Dichiariamo ufficialmente aperto il concorso "Cotto e Mangiato nel Mondo" (CMM).
La Moldova inizia subito forte con le rinomate "placinte".
Adesso a voi la palla SCE!!
Continuate a seguirci per le prossime videoricette!
alle
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sabato 21 luglio 2012
Drum bun, buon viaggio!
Glod, fango, è la prima parola che mi hanno insegnato le ragazze. È una parola molto utile in Moldova dove, se appena pioviggina, le strade (strade non sempre asfaltate, ma sempre piene di buche) si trasformano in costellazioni di pozzanghere fangose.
Non l’ho ancora imparata e infatti ci finisco dentro, nonostante mi avvertano. Troppo buio ad Orhei la notte: neanche un lampione e questa sera neanche tantissime stelle. Quello che vedo è una stanza piena di tappeti sul pavimento e sulle pareti. Servono a riscaldare i gelidi inverni (si arriva anche a meno venti gradi): non c’è il calorifero, solo un camino e dei materassi elettrici. È la nuova stanza di Anusca e di Anea.
Sono molto emozionata: ho visto Anusca prepararsi per il suo primo giorno di lavoro. Ha 15 anni e ha studiato cucina. È andata via alle cinque del pomeriggio raggiante in volto ed è tornata la mattina alle 7 stravolta. Ora ha trovato, insieme ad Anea, la sua prima casa indipendente. È solo una stanzetta minuscola e tutta piena di cianfrusaglie non loro. Ad Anea non piace: non ha tutti i torti. Anusca responsabilmente confida nel fatto che, abituate già all’appartamento, faranno pulizia e sistemeranno la stanzetta rendendola più loro. È contenta che ci siano delle piantine alla finestra di cui prendersi cura. Chiede di vedere il bagno e la cucina, se ci sono stoviglie per loro che non hanno niente. Tutti i loro averi li abbiamo appena portati qui in qualche sacchetto della spesa.
Il giorno dopo c’è il momento conclusivo dell’appartamento sociale: ora inizia per tutte loro la vita fuori, sono ormai indipendenti. Anche Iulia, la più dura e sicura di sé, non riesce a finire le frasi per la commozione. Quali sono i momenti più belli di quest’anno? Tanti, troppi, non riesce ad elencarli tutti, piange. Nonostante i problemi di questa generazione, forse più difficile di altre, le ragazze hanno capito di essere volute bene, di avere avuto un’occasione preziosa, di avere imparato tanto. C’è qualcuno su cui poter contare; adesso, però, tocca a loro muovere i primi passi.
Le strade moldave sono molto diverse da quelle a cui sono abituata, piene di fango e di buche; forse è per questo che si augura di frequente (mi sembra più che in Italia) di fare un “buon viaggio”, “drum bun”: è un’espressione che mi piace molto, sia per l’assonanza che per il significato. Drum bun; brum, brum; boom! Sembra un gioco di parole, ma può voler dire tanto: la vita è un cammino con alcune tappe significative; l’anno all’appartamento è sicuramente una di queste che segna una svolta per le ragazze che vengono ospitate, come pure per chi come me ha la fortuna di lavorarci per un anno.
Il 9 luglio è iniziata la sesta generazione: drum bun, fetele! Buon viaggio, ragazze!
lunedì 16 luglio 2012
Hot hit summer 2012
se prima eravamo in 2 a ballare l''Hully Gully....
Oggi Mariarosa è arrivata a Chisinau!
Cari lettori del blog, in anteprima mondiale vi presentiamo il nuovo trio italo-moldavo: siamo in attesa di conoscere il nome del neonato gruppo che nei prossimi mesi non mancherà di regalarci bei momenti..si accettano suggerimenti!
Oggi Mariarosa è arrivata a Chisinau!
Cari lettori del blog, in anteprima mondiale vi presentiamo il nuovo trio italo-moldavo: siamo in attesa di conoscere il nome del neonato gruppo che nei prossimi mesi non mancherà di regalarci bei momenti..si accettano suggerimenti!
giovedì 17 maggio 2012
Cos'è il Centro Maternale "In braccio alla mamma"?
Avere le mani in pasta
Sporcarsi le mani
..e i piedi(ni)
Affiancare con discrezione
misurando ogni passo in avanti
e lasciando anche spiccare il volo!
Condividere la gioia delle feste
e la cura dei piccoli
ma soprattutto è: tanti bambini!
venerdì 4 maggio 2012
PACE MUNCA MAI PACE LAVORO MAGGIO
“Un lavoro decente per una vita decente”: questo è il titolo della giornata internazionale di solidarietà dei lavoratori. Il primo maggio in Moldova non si lavora, così posso partecipare alla manifestazione organizzata nella Piazza delle Grandi Adunate Nazionali. La festa è percepita da molti – ne parliamo oggi con la prof di lingua rumena – come una festa comunista, anche se di fatto il lavoro riguarda tutti. La manifestazione incomincia con alcuni cantanti, continua con alcune dichiarazioni ufficiali, ha il suo culmine nei balli tradizionali e quando ormai sta per volgere al termine è disturbata da alcuni isolati comunisti che fischiano (con cartelloni in russo che non posso capire, tranne uno in rumeno che dice: “il potere ai milioni (di persone), non ai milionari”) zittiti dagli altri: un doi, comuniştii la gunoi (uno, due, comunisti alla spazzatura).
Mi stupisco dell’esiguità dei contro-manifestanti: dove sono finite le centinaia di persone che manifestavano tutti i sabato prima della elezione del nuovo Presidente? Ma eccoli arrivare: sono tantissimi e ripetono gli stessi slogans di qualche sabato fa: jos alianţa (abbasso l’Alleanza per l’Integrazione Europea, la coalizione al governo), dimissioni, mol-do-va; mol-do-va. La magia della festa (in cui comunque si parlava di un grande problema che malauguratamente ora coinvolge non più soltanto uno dei paesi più poveri d’Europa) è rovinata dalla consapevolezza di una drammatica spaccatura interna. La novità (mi sembra di ricordare) rispetto a qualche sabato fa è il proliferare di bandiere rosso-blu, appartenenti al principato di Moldova. Nemmeno la bandiera è uguale per tutti. Molti sfoggiano anche dei nastri giallo-nero, simbolo del Giorno della Vittoria, ma questa festa ve la racconto un’altra volta.
Mi stupisco dell’esiguità dei contro-manifestanti: dove sono finite le centinaia di persone che manifestavano tutti i sabato prima della elezione del nuovo Presidente? Ma eccoli arrivare: sono tantissimi e ripetono gli stessi slogans di qualche sabato fa: jos alianţa (abbasso l’Alleanza per l’Integrazione Europea, la coalizione al governo), dimissioni, mol-do-va; mol-do-va. La magia della festa (in cui comunque si parlava di un grande problema che malauguratamente ora coinvolge non più soltanto uno dei paesi più poveri d’Europa) è rovinata dalla consapevolezza di una drammatica spaccatura interna. La novità (mi sembra di ricordare) rispetto a qualche sabato fa è il proliferare di bandiere rosso-blu, appartenenti al principato di Moldova. Nemmeno la bandiera è uguale per tutti. Molti sfoggiano anche dei nastri giallo-nero, simbolo del Giorno della Vittoria, ma questa festa ve la racconto un’altra volta.
venerdì 27 aprile 2012
Un week-end da paura
Partenza col bus alle 10 di sera per passare la giornata a Odessa e ritorno alle 4 del mattino del giorno dopo e iniziare così la settimana di lavoro. Questi erano i programmi perché a quanto pare il primo aprile* a Odessa è un evento molto importante. Si chiama Umorina, assomiglia a un carnevale, ma per sapere di preciso cos’è bisognerebbe andarci. E alla fine era troppo stancante e non c’era nessuno che sarebbe venuto con noi.
Il nostro week-end da paura 20 ore di pullmann e 20 di carnevale si è così trasformato. Con questa domenica ho fatto l’en plein delle messe: dopo la messa in rumeno, in inglese, in tedesco tradotto istantaneamente in russo e quella in polacco, mi mancava la messa tutta in russo. La piccola comunità cattolica presente a Chişinău a quanto pare è di nazionalità molto variegata. Senza saperlo, era proprio la messa più solenne della giornata, la domenica delle palme, con tanto di vescovo e la chiesa piena di gente.
Tornando, si passa per il mercato, cioè per quella via con tutte le donne-gospodina col foulard in testa che vendono i loro prodotti per strada. Mi lascio tentare da un delizioso formaggio che mi offre una signora. Arrivata a casa scopro il forno nuovo, rosso fiammante, ma le sorprese che mi attendono sono anche di più: è ricomparsa la luce dell’ingresso e soprattutto l’interruttore del bagno! Non dovrò più ingaggiare lotte quotidiane per ottenere un po’ di luce quando mi lavo.
Focaccia al formaggio versione moldava |
Giusto il tempo per mangiare e si deve uscire perché siamo nel bel mezzo della campagna di pasqua. Si tratta di una raccolta alimentare per gli anziani.. “colectam produsie alimentari pentru batrani singuratici. Daca vreti, acolo este o box unde poteti pune acesti alimenti” ecco qua la prima poesia moldava che ho imparato a memoria, scherza Anna. La ripeto miliardi di volte a tutti i poveracci che mi capitano a tiro. È la prima volta in tutta la Moldova che si fa il banco alimentare. È un anno di prova, ma direi che sta andando bene.
Per la serata è previsto il festival di cinema italiano con film del calibro di “Notte prima degli esami oggi”. Ad alzare il livello culturale della serata ci pensa Simon: in Belgio oltre all’italiano ha studiato il babilonese e ci spiega che nel triangolo fonetico delle vocali l’impronunciabile suono â del moldavo sta proprio al centro: Moldova caput mundi. Tra una placinta e una compot la mia bocca si conforma ai suoni moldavi e chissà mai che un giorno riuscirò a parlare senza sputare l’anima ogni volta.
Il week-end prima c’è stato il festival di film francofoni: tutta la Moldova si è data appuntamento al cinema Gaudeamus, noi pure ci siamo dati appuntamento lì davanti coi volontari di Chişinău. Ci accomodiamo per terra e seguiamo il film in francese con tanto di Massimo Ranieri che canta Que reste-t-il? dando un occhio ai sottotitoli in rumeno: c’è la speranza che tutto ciò oltre ad aumentare la gran confusione linguistica che ho in testa, aiuti a migliorare la lingua: sperem! (milanese e rumeno sembrano coincidere a volte). I film sono carini, si decide di tornare.
La gente ride per battute che in realtà battute non sono e la cosa sorprendente è che non ridono semplicemente ma si sganasciano proprio dalle risate: non mi era mai capitato che un intero cinema strapieno di gente morisse dal ridere all’unisono, oltretutto magari in momenti tragici in cui però c’è una velatissima allusione sessuale: Vasile Ernu in Nato in URSS racconta un po’ della censura bigotta del tempo sovietico e della reazione che ne è venuta, però bisogna anche dire che non tutti i moldavi ridevano a crepapelle.
Il 24 marzo* è un mese esatto di Moldova. Si va a vedere il film Les hommes et les dieux; so di cosa parla e mi aspetto che mi aiuti finalmente a fare un po’ di ordine sul senso del mio essere qui. Racconta la storia vera di sette monaci francesi che hanno voluto vivere insieme al popolo algerino, vivendo come loro, con loro, leggendo i loro testi sacri e non abbandonandoli nel tempo della prova e della paura.
Restare, semplicemente “esserci” è la loro missione; in certi casi eccezionali il semplice rimanere implica il rischio di morire, ma l’abbé Christian lo ricorda a un altro monaco intimorito: “La tua vita è già donata”. E mi ricordo di un altro francese, Claudel, che nell’Annonce faite à Marie (il 25 marzo è il giorno in cui si festeggia il sì di Maria che ha aperto il mondo a Dio che si fa in tutto e per tutto come noi, condividendo la nostra vita) scrive: "A che vale la vita se non per essere donata?"
Mia mamma mi scrive per mail la risposta del filosofo Fernando Savater alla domanda: Come può un individuo fare qualcosa di rilevante per gli altri? Savater risponde: Il modo migliore è fare qualcosa "insieme" agli altri, perchè è così che si può cambiare davvero.
* sì lo so che è successo un mese fa, ma non c’è mai tempo per scrivere quindi sono sempre in ritardo nel “diario di bordo”
giovedì 5 aprile 2012
KACCA
Nel mio lessico familiare la parola “cacca” ha un grosso peso: avendo in casa una nonna-bambina (che ha compiuto da poco novant’anni e a cui dedico questo post :) ci si chiede spesso: l’ha fatta? Non l’ha fatta? Sì l’ha fatta, yeah!
Una delle prime cose che mi ha colpito qui a Chişinău è stata la grande diffusione dell’alfabeto cirillico.
![]() |
La C si legge S |
Dal 1924 fino al 31 agosto 1989 (data importante dedicata alla lingua) in Moldova l’URSS aveva imposto l’uso del cirillico anche per scrivere in rumeno (il cosidetto “moldavo” che in realtà non si discostava dal rumeno ma voleva giustificare la divisione tra Moldova e Romania), oltre a un processo di russificazione simile per certi versi al processo di italianizzazione forzata da parte di Mussolini dell’Alto Adige- o meglio Südtirol (l’ho detto che questo post è in omaggio alla mia nonna che è un’autentica tirolese nata nella “mia bella Innsbruck”, quindi mi si perdoni la faziosità).
Ritornando all’argomento principe del post, la KACCA, un’altra delle primissime cose che non può non colpire in una tipica casa moldava, qual è anche la nostra, è proprio il bagno. Il water è in uno stanzino minuscolo separato e senza finestre (per questo bene in vista c’è lo spray antiodore!). In alcune case l’onnipresente moquette ricopre persino il bagno ed è per questo motivo – oltre al fango che la fa da padrone in certe giornate – che in casa si sta solo con le calze, anche con gli ospiti più o meno importanti. E questo è l’ingressino di casa nostra, in condivisione con il vicino, dove si lasciano le scarpe. Vi lascio immaginare il buon “odore di casa” quando si entra!
venerdì 16 marzo 2012
917 giorni senza presidente
Papà ieri su skype mi ha detto di scrivere tanto sul blog, anche post veloci. La notizia in realtà richiederebbe un bell'approfondimento anche perchè della realtà politica moldava non si sa nulla. Si può intuirne la complessità se si pensa che erano 917 giorni che la Moldova non aveva un Presidente perchè l'Alleanza al governo non riusciva a mettersi d'accordo. I comunisti chiedevano da tempo, con molte manifestazioni qui nella capitale (in cui si sentiva cantare Bandiera rossa!), elezioni anticipate. Non sono più necessarie: è appena stato eletto Nicolae Timofti. "Giornata storica, sensazionale" sono i commenti dei giornali. Qui in ufficio sono tutti entusiasti. Anch'io mi sento un pochino partecipe.
mercoledì 14 marzo 2012
sono qui per loro
Per chat Mariana mi dice di domani: all’appartamento sociale si farà una şezătoare.
Anna mi aveva già spiegato il significato di questa parola, io subito mi ero appigliata al francese che non so perché mi viene sempre in mente anche se qui serve il rumeno, il russo (a saperlo!), l’inglese, al limite l’italiano.. ma il francese.. giusto per memorizzare la parola: da “chaise”, immagino, sedia, perché consiste nei lavori manuali che fanno le ragazze o donne tutte sedute insieme tipo la maglia o cose del genere. Ma forse non c’entra niente!
È da più di due settimana che fremo dalla voglia di conoscere le ragazze dell'appartamento, sostanzialmente sono qui per loro, ma abbiamo sempre rimandato tra una visita medica e l’altra per il permesso di soggiorno (su cui seguirà, se opportuno, un post specifico).
Ora si tratta di andare: sono tornata da poche ore da una vacanza stancantissima a Iaşi in Romania, ma sono contenta di rifare lo zaino. Vasile, l’autista di Diaconia, mi accompagna a prendere il bus (costa ben 18 lei, poco più di un euro, ma i bus urbani costano appena due lei, sono davvero economicissimi), Oleg mi ha dato un foglietto: Vasile Lupu, devo scendere proprio nel centro di Orhei.
Mi vengono a prendere due ragazze, Cristina e Carolina, e incominciano a spiegarmi come si dice fango in rumeno (per dirmi di stare attenta mentre rispondo a Mariana che chiede se sono arrivata sana e salva). Metto giù il telefono e confesso alle ragazze di non aver capito nulla: addirittura lei mi diceva Orhei e io capivo okay: questo non è un problema di lingua! Loro ridono.
All’appartamento mi introducono subito nel lavoro coi volontari locali che stanno giocando a “mafia”; io lo conoscevo con un altro nome, Lupi e contadini. La prima e ultima volta ci ho giocato a Bethlehem: bei ricordi, promette bene!
Poi facciamo la şezătoare. Sono tutte ragazze con dei grossissimi problemi in famiglia che ricadono poi su tutto il resto, ma le loro storie personali è bene che rimangano personali (leggerle dopo averle conosciute assicuro che non è facile), qui conta sapere che Anuşca mi ha sistemato il mărţişor chemi avevano regalato, Anea mi fa vedere come si fa il pane, con Anisoara (son tutti diminutivi dello stesso nome, Anna, a quanto pare molto diffuso) faccio dei dolcetti di Post, con Carolina la pizza di Post (con una maionese senza uova al posto del formaggio di origine animale), Julia fa vedere il libro di classe (altro che le misere foto che facciamo noi: qui si usa fare un vero e proprio libro di fotomontaggi con le foto dei ragazzi e dei professori su sfondi paesaggistici e abbaglianti) e che dire di Cristina? Mi sembra la più estroversa che si prende cura di me che “non capisco” (ogni riferimento a motti betlemmiti è puramente casuale).
La sera dormo a casa di Christina, la volontaria ortodossa americana, con la quale ho un ottimo scambio italo-inglese-americano (mi ostino sempre a sperare che se qualcuno mi dice “ciao” allora poi possa capire anche tutto il resto in italiano). Vive da mesi in una casa senza acqua corrente perché per i moldavi è una situazione abbastanza comune e lei si vuole integrare.
Il giorno dopo arriva Marco con Oleg e si fa la riunione in cui ovviamente non capisco niente perché parlano tutti veloci di problemi di cui non so nulla. Non importa, sono contenta, ho iniziato.
alle
00:30
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martedì 6 marzo 2012
Radio Noroc
Qui Radio Noroc. Ciao mondo, è Chişinău che vi parla. Eccovi le ultime notizie.
Marco Povéro e Mariaclaudia Brunello sono stati i primi due volontari ambrosiani (ma c’è un infiltrato recchelino che si crede chissà chi solo perché a Recco c’è la focaccia al formaggio) a partire per la loro destinazione: venerdì 24 febbraio (in Moldova si festeggia Dragobete, una sorta di san Valentino “che ama in rumeno") alle ore 10.25 da Malpensa è partito l’aereo che li ha portati a Chişinău. I due serviziocivilisti sono stati accompagnati dalle due ex SCE, Elisa&Anne, una ligure e una lombarda: la tradizione prosegue e speriamo tutti che porti loro tanta fortuna (noroc)!
Chi ben comincia è a metà dell'opera |
All’aeroporto moldavo i quattro sono stati accolti da Nadia. Chissà cosa frullava nella mente dei due nuovi arrivati? Bè, forse solo pensieri banali del tipo: non fa mica così freddo, chissà cosa me ne farò di tutti quei pile comprati? Ma non ci dovevano essere meno venti gradi? E poi: quanto fango! Impressionante vedere le strade e i marciapiedi e le macchine e le scarpe e insomma tutto infangato.
Nadia parla italiano: li aiuterà a capirsi all’inizio perché c’è chi è stato in Romania e già mastica un po’ di rumeno e chi invece si rende conto che lungo questo nuovo anno non imparerà solo il moldavo e il cirillico, ma anche tante parole genovesi che a quanto pare Anna ha già acquisito nel suo anno di permanenza a Chişinău con Elisa: e chi andava a pensare di dover venire in Moldova per capire finalmente Crêuza de mä!
Si entra subito nel vivo: Diaconia, l’associazione moldava partner di Caritas Ambrosiana. Sono tutti molto felici di rivedere A&E e di incontrare M&M. Il passaggio di testimone è veramente molto bello: ci si accorge che il benvenuto che riservano ai nuovi è dovuto in gran parte al buon segno che hanno lasciato i “vecchi”. Sembra di entrare in una grande famiglia: è un ufficio, sì, certo, ma se per esempio c’è un compleanno si blocca tutto e per due ore si fa festa. [per inciso è alla festa che si è sperimentata l’anguria in salamoia, ma c’era tanta altra roba: purè di patate, placinte di patate, patate colorate, il tutto innaffiato da del buon vino locale che Oleg provvedeva a versare non appena il bicchiere si svuotava: quando poi si sono messi a ridere e scherzare in moldavo la volontaria M1 ha patito un forte senso di abbiocco, ma si augura di riuscire presto a capire di più].
Di sera va in scena il gioco “acchiappa l’internazionale e non lasciartelo sfuggire”: al supermercato (finora non si sono avvistati negozi ma solo tantissimi centri commerciali più o meno grandi; anche il piccolo negozio di “alimentara” può offrire al volontario italiano alle prese con i corsi di rumeno dei graziosi quadernetti con Di Caprio e Johnny Depp piuttosto che marchingegni elettronici e di tutto un po’) scoviamo degli americani e fingendo noncuranza li pediniamo riuscendo a intavolare un discorso e scambiarci i contatti. Al supermercato succedono tante altre cose: si comprende come il cirillico sia indispensabile per capire cosa mangi, che non bisogna confondersi tra latte e chefir nonostante la confezione sia uguale, che esistono dolci e cioccolati di Post (la quaresima ortodossa durante la quale si diventa tutti vegani e non si mangiano cibi di derivazione animale).
Prima notte: nel buio si alza un’ombra per andare a sistemare lo sciacquone, torna a letto, dopo un po’ un’altra ombra tenta l’impresa ma si ritira sconfitta, subentra una terza ombra ma anch’essa deve cedere davanti all’onnipotenza del wc.. non è la sola cosa fuori posto in casa, sono tante piccole sciocchezze che Jacob, l’amministratore, prontamente sistemerà. Memorabile la scena di noi che lottiamo contro l’interruttore trovando meccanismi sempre più raffinati per accenderlo (calci e pugni) e Jacob con un solo gesto del dito: fiat lux! Veramente degne di menzione speciale sono poi le lenzuola bucoliche leopardate, in tipico stile moldavo.
pubblicata col consenso dell'interessato onde evitare querele |
Per sabato Nadia ha organizzato un barbecue a casa sua per farci conoscere i volontari moldavi. Si cucinano i mic (in moldavo vuol dire “piccolo”, sono simili a salamelle) con patate ripiene di lardo speziato (altra specialità). Mentre Marco virilmente si procaccia del fuoco all’esterno, Mariaclaudia resta in casa a preparare imparando un sacco di parole tra il russo e il rumeno (qui si parlano ambedue le lingue, mescolando anche un po’). Prima full immersion nello spirito moldavo di accoglienza dell’ospite. Domenica sarà una non-stop di incontri: si esce di casa presto per andare ad Orhei la cittadina con l’appartamento sociale. Le ragazze ospiti hanno preparato il pane da cui si deve prendere un boccone e intingerlo nel sale, dopo di che c’è una scenetta umoristica “Moldova’s got talent” in cui anche chi non capisce la lingua comprende il senso e si diverte a vedere i balli, i canti e i travestimenti. Pranzo luculliano, poi in aeroporto per salutare Anne che ci lascia per tornare dai suoi ragazzi di Seregno. Noi proseguiamo gli incontri mangiando a ogni ora del giorno e della notte in ogni casa in cui entriamo: peperoni ripieni, clatite (crêpes), tartine, placinte (simili a fette di torta salata), sarmale (involtini di verza molto gustosi) e altro ancora
Scrivere sul foglio presenze “riposo” è stato davvero difficile: non vedevamo l’ora di iniziare il lavoro per riposarci davvero! Effettivamente lunedì è stata una giornata rilassante in cui Elisa ci ha un po’ introdotti nelle dinamiche dell’ufficio, dopo averci spianato la strada anche a livello di contatti esterni al lavoro (sabato sera grande festa internazionale a casa nostra durante la quale – ahimè - sono stata ribattezzata Mary Christmas). Se ne parte anche Elisa: il servizio civile comincia davvero. Alla prossima puntata gli sviluppi della storia.
Good night and good luck! Noapte buna şi noroc!!
Ps mulţumesc a Elisa&Anna!!
alle
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venerdì 10 febbraio 2012
Primo post
Il blog serve per voi, per gli altri, per il paese, c’è tanta gente che lo legge, SCEgliete un titolo, bene, e ora avete 40 minuti per scrivere il vostro primo post!
Me lo dovevo aSCEpettare, se la prima cosa chiesta al colloquio di gruppo per la SCElezione è stata: preSCEntatevi in modo sorprendente. Presentarmi in modo sorprendente davanti a 13 ragazzi sconosciuti? Niente di più difficile per me; se poi si tiene conto che in quei due giorni ero pure SCEnza voce.. Fra chi improvvisava SCEnette familiari divertenti, chi parlava in rima baSCiata e chi invertiva l’ordine delle parole SCEmbravamo proprio SCEmi: meno male che SCErgio era inflessibile: non più di due minuti per ognuno!
E così per ciaSCuna prova: sotto gli occhi vigili e attenti dei nostri SCrutatori avevamo un tempo definito per i nostri vari compiti: ballare a ritmo di musica (il primo simpatico buongiorno), rispondere alle domande più improbabili al primo malcapitato che ti trovavi davanti, raccontare storie, esperienze mutisensoriali e chi più ne ha più ne metta.
Alla fine i due giorni son finiti e si aSCpetta la chiamata: ti abbiamo SCElta per la Moldavia.
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