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lunedì 26 agosto 2019

Serbia. Frammenti di vita

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"Ciao sono A. ho 4 anni e vengo dall'Iran. Sono venuta qui con il mio papà, la mamma non c'è.
Io e il mio papà stiamo molto bene insieme, lui si prende cura di me e mi fa i codini ogni mattina.
Insieme a lui stiamo cercando di trovare una nuova casa.
Non è facile, ci abbiamo già provato più volte, ma sembra sempre così lontana.
L'ultima volta che ci abbiamo provato, tu eri appena arrivata al campo, ed è per questo che il primo giorno non mi hai visto in mezzo a tutti quei bambini.
Mi piace molto giocare, colorare, mettere la musica e ballare. Non parlo molto, sono molto tranquilla e affettuosa".

Lei è A., una bambina di soli 4 anni che ho incontrato nel campo di Bogovadja, non so bene la sua storia, non so perché la mamma non sia con lei, non so se abbia paura o sia fiduciosa. Non so se capisca cosa stia vivendo e cosa sia il game.
So solo una cosa, che è una bambina, dolce, solare, che parla con gli occhi, il cui padre vuole portarla verso un futuro migliore.


"Ciao sono F. vengo dalla regione del Kashmir in Pakistan. Ho 32 anni e cerco un posto migliore dove poter lavorare e ricostruirmi una vita. Parlo molte lingue, più di 6. Al mio paese facevo lo speaker radiofonico. È così che ho imparato tante lingue. 
Mi piace giocare a pallavolo, stare in mezzo ai giovani, mi piace parlare e fare qualche partita a Jenga.
Ho fatto un viaggio molto lungo e ora sono fermo qui, in Serbia. Voglio cercare di arrivare in Bosnia, sai... lì ho un amico, per poi venire in Italia.
Sono già partito tante volte per il game, l'ultima volta mi hai visto andar via, per poi vedermi ritornare. Ho passato la notte nel bosco, senza bere né mangiare. Senza mangiare ancora ancora, ma senza bere... È dura sai! Quando ero lì solo pensavo a voi ragazzi, siete voi che mi avete dato la forza.
Ce l'avevo quasi fatta ma mi hanno preso e rispedito qui. Appena tornato ero molto stanco, ci sono voluti un po' di giorni prima che mi riprendessi.
Sono contento di essere in questo campo perché ci siete voi, voi siete miei amici e lavorate molto, con i bambini e con le donne, ma anche con noi, per rendere le cose meno brutte, Grazie.
Ah dimenticavo, ieri ti ho chiesto "what is home? Ci ho pensato: "Home is a Dream".
Lui è F. un single man (è così che si dice) ancora giovane, con la voglia di andare, non arrendersi e provarci fino alla fine. Un uomo coraggioso, che ha sfidato il game da solo. Un uomo segnato dalla vita ma che ancora la Vita la ama.

"Ciao sono S. Ho 29 anni e vengo dall'Iran. Sono qui da sola, o meglio con la mia bambina a 4 zampe. Mi piacciono molto gli animali, in Iran ho anche un gattino; mi manca molto. Mi piacciono gli animali perché sono migliori degli uomini. Loro se ti amano, ti amano e basta, senza riserva.
Condivido la mia stanza con ragazze Somale, con loro mi trovo bene, sono diventate mie amiche.
Le giornate qui sono molto noiose, sempre uguali. Non c'è mai niente da fare.
Posso portare queste cose in camera? Così finisco il lavoretto e non mi annoio."
Lei è S. una ragazza Iraniana molto bella, sempre in giro con il suo cagnolino. Parla inglese abbastanza bene. Il suo sguardo spesso sembra assente, sconnesso dal mondo, vuoto. Chissà cosa pensa, chissà cos'ha vissuto, chissà cos'ha visto.


Queste sono solo pezzi di storia di vita di alcune delle persone che ho incontrato nel campo. Ce ne sono a migliaia, a Bogovadja in Serbia, in Bosnia, in Grecia, in Italia, in giro per il mondo.
Sono tutte persone accomunate dalla volontà e dal diritto di desiderare per loro e per i loro figli una vita e un futuro migliore.
Noi abbiamo la possibilità e la libertà di andare in Inghilterra o in Germania per cercare un lavoro più gratificante, perché loro no?!

Federica

domenica 19 giugno 2016

Benvenuti sulla nostra Barca, destinazione Nicaragua!

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Oggi vi presentiamo il nostro equipaggio:

Anna: con le sue spiccate competenze tecnologiche sarà l’addetta al diario di bordo  e alla segnalazione dell’avvistamento terraaaaa! 

Federica: la nostra piccola studentessa di medicina si occuperà delle scialuppe di salvataggio e del kit di sopravvivenza... se mai ci imbatteremo in un iceberg ;) 

Sara: ballerina provetta che non si stancherà di allietare la ciurma con balli latino americani (se riuscirà ad impararli per tempo)


Chiara: la fotografa ufficiale, ruberà scatti mozzafiato per ricordare ogni momento del viaggio (con mare calmo o in burrasca).

Non sappiamo se queste competenze saranno sufficienti per approdare in Nicaragua, ma sicuramente ce la metteremo tutta e scopriremo nuove parti di noi stesse che ci aiuteranno a continuare il viaggio una volta tornate.

Non dimentichiamoci delle nostre capitane: Arianna e Elisa, saranno le nostre bussole che ci guideranno nel nostro viaggio!

Avanti tutta!!! Siamo pronte a salpare!!!

venerdì 16 maggio 2014

Nicaragua: Non sarà sempre tutto rose e fiori però, per ora, che rose e che fiori ragazzi! :)

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Prima di salutare il Nicaragua per 3 settimane di pausa, formazione e servizio a Milano, mi sento di condividere con voi un pensiero che da ormai molto tempo svolazza nella mia testa. Ovvero, sono sempre più convinto che noi essere umani ci troviamo su questa Terra per la più semplice delle ragioni: vivere a pieno le relazioni che abbiamo la fortuna di incontrare sul nostro cammino.


La Treccani definisce il termine relazione come: "Connessione o corrispondenza che intercorre, in modo essenziale o accidentale, tra due o più enti (oggetti e fatti, situazioni e attività, persone e gruppi, istituzioni e categorie, fenomeni, grandezze, valori, ecc...)".
Quello che la Treccani però non definisce è la possibilità di poter scegliere l'intensità di questa connessione. E che dire... io questa possibilità, tra i miei alti e bassi, cerco sempre con voglia e determinazione di trasformarla in un'intensità di relazione altamente felice!


Quando decisi di fare domanda per questa esperienza, quando mi comunicarono di essere stato selezionato, quando condivisi i miei pensieri durante la formazione pre-partenza e persino quando mi ritrovai seduto sull'aereo che mi avrebbe portato qui in Nicaragua non avevo molte aspettative ma una sola certezza: "Sarà un anno particolare e complesso ma sicuramente stimolante, felice ed entusiasmante!". 

Dopo questi primi 3 mesi sono assolutamente in grado di affermare che avevo torto... E' stato molto ma molto più particolare, complesso, stimolante, felice ed entusiasmante di quanto avrei mai potuto immaginare! E tutto questo lo devo soprattutto alle relazioni che cerco di coltivare al meglio durante tutte le mie giornate.

Il fatto è che, come dice il carissimo Roberto Benigni in "La tigre e la neve", per godersi a pieno ogni attimo di vita ed ogni relazione bisogna innamorarsi... 

"Innamoratevi!
Se non vi innamorate è tutto morto.
Vi dovete innamorare e diventa tutto vivo, si muove tutto.
Dilapidate la gioia, sperperate l'allegria.
Siate tristi e taciturni con l'esuberanza.
Fate soffiare in faccia alla gente la felicità.
Per trasmettere la felicità bisogna essere felici e per trasmettere il dolore bisogna essere felici.
Siate felici!"

... ed io, qui in Nicaragua, mi sono innamorato e mi sento felice! 



Mi sono innamorato dei miei compagni di viaggio e dell'amicizia creatasi con tutte le stravaganze, le risate, le problematiche, gli innumerevoli pregi e i difetti personali. 
Mi sono innamorato di Managua, una città senza centro (ri)costruita senza un'apparente logica, dei cassoni dei pick up e della misa campesina.
Mi sono innamorato dei miei vicini di casa, della pulperia di Luis, del collegio di Las Brisas, della parada dell'autobus che mi accoglie ad ogni viaggio, dei tassisti più o meno normali che mi hanno scarrozzato in ogni dove, di Claudia e Cicly del Todo Asado, di Erick il vigilante e Josè il senzatetto che «sniffa» benzina tutto il giorno ma è sempre e pronto a scambiare due chiacchiere su qualsiasi argomento e senza chiederti nulla in cambio.


Mi sono innamorato di Edu che vende «Agua y gas», dei venditori ambulanti che passano per las calles gridando ogni tipo di pietanza, bevanda e mestiere; delle cassiere dei supermercati, dei ragazzi della ferramenta, delle donne dei mercati che ti salutano con "Hola mi amor! Cosa estas buscando?", degli autobus molto più che sovraffollati, dei viaggi tanto scomodi quanto incredibilmente divertenti.
Mi sono innamorato nuovamente della mia famiglia, dei miei amici, di conoscenti, di sconosciuti e di tutte le persone che ho salutato prima di partire ma che sento sempre vicino durante le mie giornate.
Mi sono innamorato dei concerti musicali di ogni genere, del ballo e degli spettacoli teatrali.


Mi sono innamorato delle indicazioni stradali folli e affascinanti al posto delle vie, dei tantissimi murales in giro per le città, del grido «Agua agua agua" a Ciudad Sandino, del barrio Nueva Vida e di tutta la sua popolazione.
Mi sono innamorato del refresco flor de jamaica, del ron flor de cana, del gallo pinto e del queso frito.
Mi sono innamorato della comida di Silvya e Irma cucinata nel Ranchon, dei sorrisi bellissimi di Heysel e sua madre (ragazza madre), dei colleghi, dei lavoratori, di tutti i bambini, dei ragazzi del Grupo de Los Jovenes Promotores di Redes de Solidaridad, dei custodi, dei giardinieri, delle signore della limpieza, delle professoresse, dello staff ed i ragazzi di El Guis.



Mi sono innamorato delle serate con i numerosi amici e amiche nicaraguensi, guatemaltechi, statunitensi, australiani, italiani, ecc... dell'oceano, del surf, delle spiagge, dei tramonti, dei vulcani, delle lagune, di tutto l'ambiente naturale, delle città storiche, del passato e della cultura di questo continente.
Mi sono innamorato persino del caldissimo sole, dei manifesti di «Daniel», delle prime piogge e delle scosse di terremoto, della stanchezza di fine giornata, delle storie e gli attimi di vita che ti spaccano il cuore, dei miei dubbi, delle mie difficoltà, dei miei immensi attimi di gioia, delle mille domande che rimettono sempre e comunque in discussione la mia persona, il mio stile di vita, le mie sicurezze, le mie credenze, il mio passato, il mio presente e il mio futuro.



In tutto questo oceano di emozioni ho cercato di costruire e coltivare relazioni che mi hanno aiutato a vivere a pieno questi primi 3 mesi di esperienza.
Contando che me ne mancano altri 7... 
Che dire...

Questa esperienza non sarà sicuramente solo rose e fiori però, per ora, CHE ROSE E CHE FIORI RAGAZZI! :)



Un saluto e un abbraccio fortissimo a tutti voi,
con affetto


Teo! :)

mercoledì 19 settembre 2012

Radio Kindu: Hit parade SCE - Bolivia

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Un altro tormentone per Radio Kindu! Questa volta dagli inviati boliviani Davide e Federica.

I cantanti sono messicani, il primo video uscito era artigianale, fatto in casa, poi nuovo video e l'exploit: lo si sente ovunque: dagli uffici alle radio, nei cuori della gente. E' il tormentone romanticone boliviano. 
(Davide)

I viaggi di Fede da Cochabamba a Sacaba sono sempre allietati dal tormentone talmente mieloso che se dopo facesse un esame del sangue ne uscirebbero cristalli di zucchero. 
(Federica)


martedì 24 aprile 2012

martedì 27 marzo 2012

venerdì 10 febbraio 2012

Que nos vaya bien

1 commento:

Milano. 10 febbraio 2012. 
Eccoci quasi arrivati al traguardo…chi lo avrebbe mai detto?! 
La BOLIVIA così lontana, così vicina.
Un oceano di mezzo e una nuova storia da vivere e condividere.
Strano come a volte basti solo un po’ di coraggio per afferrare i propri sogni.
Sono Federica e andrò a Cochabamba per un anno di servizio civile all'estero con Caritas Ambrosiana. 
Tante idee, molto confuse.
In questo momento entusiasticamente felice e pronta a tutto.
Que nos vaya bien