12.01.10.16.53.7.50.220000.300000.1000000.8000000000.
questi
sono numeri.
ora
mettiamoli in ordine con una logica.
12.01.10,
è una data, quella del terremoto in Haiti.
16.53, è l'ora esatta del sisma.
7,
i gradi della scala richter del sisma.
50,
i secondi che è durato il sisma.
220.000,
i morti ufficiali.
300.000,
i feriti ufficiali.
1.000.000,
gli sfollati ufficiali.
8.000.000.000,
i dollari di danni.
sono
già passati 4 anni da questa tragedia immane che ha colpito l'isola,
o meglio questa parte di isola, quella già più povera, più
violentata, più disboscata e più densa.
nei
giorni successivi al sisma, è arrivato il secondo terremoto, quello
che ha portato i miliardi di dollari degli aiuti umanitari, scene da
medioevo dell'assistenzialismo, dove elicotteri gettavano pacchi di
viveri dall'alto e la gente sottostante che si ammazzava per
recuperarli e prenderli per poter sfamarsi, o per poterli rivendere
al mercato.
dopo
4 anni i problemi dell'isola sono ancora enormi, i soldi che erano
arrivati per la famosa "ricostruzione" hanno fatto una fine
dubbia, tra "burocrazie" e lungaggini haitiane.
doveva
essere eretto un monumento ai caduti, laddove c'era l'ufficio
generale delle imposte, e ovviamente l'inaugurazione non c'è stata,
il monumento non è ancora pronto.
è
l'emblema di questa ricostruzione, che tarda ad arrivare, che non
arriverà, che chissàquandoarriverà, ma quello che è importante
ora in Haiti non è la "ricostruzione" fisica delle città
distrutte, ma è la ricostruzione della società, dei diritti umani,
dei diritti delle Donne e dei Bambini che vivono oggi il Paese e che
sembrano non avere futuro.
Storie di Donne e Bambini, di Uomini, ma per molti, solo Numeri.