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giovedì 7 marzo 2013

Qui Maurizio, a voi Milano (Radio mushauri 2)

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[09:00]

cari colleghi,

oggi è quasi come essere in ufficio. sarò tutto il giorno (o quasi) davanti al pc a scivere la relazione. se avete bisogno parlate e/o scrivete. oggi, qui a Goma, sembra che tutto funzioni un po' meglio...anche la posta.

[...]

allego per sergio il testo della trasmissione di radio vaticana in cui si comunica dell'apertura di Radio Mushauri e si parla anche di Caritas Ambrosiana!...se può servire...visto che è in francese.


salutoni...e...

se mi giro a destra vedo il lago.





 

 
 
 
[09:34]

non riuscivo ad allegare, te l'ho copiato nel messaggio:




Province du Maniema:
Une radio dont le matériel est financé par la Caritas Ambrosiana et appartenant au diocèse de Kindu inaugure ses émissions.



Vendredi, 01 Mars 2013 08:52
 
Radio Vatican News Letter annonce la naissance de la Radio catholique Mushauri au diocèse de Kindu, dans la province du Maniema, dans le centre de la République Démocratique du Congo. En langue swahili parlé dans ce diocèse « mushauri » veut dire : « le conseiller ».
 
==Click here to read the English Version==
 
Mgr NGUMBI du diocèse de Kindu, initiateur de la nouvelle radio diocesaineLa Radio catholique Mushauri est la plus puissante de la province du Maniema. Le matériel de cette nouvelle radio a été acquis grâce au financement de la Caritas Abrosiana d’Italie. La communauté à la base a contribué à l’installation de ce matériel. L’initiateur de ce média est l’Evêque de Kindu, Mgr Willy NGUMBI, rapporte caritasdev.cd

L’émetteur de la Radio catholique Mushauri est de 1.000 watts, avec un pilonne de 40 mètres doté de 8 dipôles. Cette station aura ainsi le statut d’une radio communautaire, émettant sur 99.2 en Modulation de Fréquence. Elle porte sur un rayon de 250 km, suivant les premiers rapports d’écoute dressés par son directeur, monsieur l’Abbé Jules LUKUSUMBE.
 
La Radio Mushauri, la trente-troisième radio catholique dans le pays
La nouvelle station, la trente-troisième radio catholique dans le pays, couvrira donc les trois quarts de la superficie du diocèse de Kindu. Dans la ville de Kindu, chef-lieu de la province du Maniema où émet ladite radio fonctionnent aussi une radio musulmane, deux radios des Eglises dites de réveil, trois radios privées appartenant à des partis politiques et la station provinciale de la Radio-Télévision Nationale Congolaise.
 
Pour l’évangélisation et le développement du diocèse de Kindu
La Radio catholique Mushauri a commencé ses émissions le mercredi 16 janvier 2013 dans la matinée (11 h 00’), a précisé Radio Vatican News Letter dans son édition du 27 février 2013 parvenue à caritasdev.cd Les auditeurs de la nouvelle station vont assurer dans l’avenir l’achat du carburant pour le fonctionnement de son générateur d’énergie et pour la paie du personnel de cette radio voulue par Mgr Willy NGUMBI comme étant un média pour l’évangélisation et le développement du diocèse de Kindu.

[JOSEPH KIALA]

 
[11:03]

ciao sergio. ho parlato troppo presto. sta tornando tutto molto lento. non ho link. ti ho incollato l'inizio del file che mi hanno dato, magari tu riesci a cavarci qualcosa che ti faccia risalire al link.

non ho provato ad aprire il blog per i tempi proibitivi....

 

[11:08] SMS

 

Ciao. Abbandono per 1 ora (sperando che riprenda vita la connessione).

 
 
[...........................]
 
 
Ciao Maurizio, buon rientro a casa!
[Sergio]


domenica 3 marzo 2013

Radio mushauri (Radio Kindu)

2 commenti:

 
 
 

Eh sì, è proprio vero!

 


Queste immagini lo testimoniano: RADIO MUSHAURI trasmette dalle 11:18 del 16 gennaio 2013, come dice orgogliosamente il suo direttore Abbé Jules Lukusumbe.
 
  

 
E’ stato sinceramente emozionante entrare negli studi della neonata emittente e respirare la genuina soddisfazione per questo sogno cullato per anni e finalmente realizzato.
 
 
 
 

Per ora trasmette 10 ore al giorno in tutta l’estesissima diocesi di Kindu e oltre.
 

Ma si intuisce già la grande voglia di farla crescere; ne parla l’Abbé Jules, i giornalisti, i tecnici ma soprattutto ne parla la gente che l’ascolta…ovunque…e che telefona per dimostrare il suo apprezzamento e per dare i propri consigli.
 
 
 
Il vescovo Mons.Willy Ngumbi l’ha definita “le fleur” della nostra collaborazione pluriennale ed effettivamente è facile essere d’accordo dicendo che potrebbe lasciare un segno importante nella vita della gente del territorio diocesano.
 

I cattolici, anche nei luoghi più isolati, potranno ascoltare catechesi, la Messa e sentirsi uniti nella preghiera a tutti gli altri fedeli distribuiti sul territorio …e quando si parla di luoghi isolati a Kindu…non è un modo di dire.
Per tutti gli ascoltatori ci sarà la possibilità, inoltre, di usufruire di corsi radiofonici su tematiche legate allo sviluppo, alla salute, all’economia domestica e…a quanto si riterrà utile nel tempo per la popolazione locale.
Mi sono assoggettato  pure all’intervista…e chi mi conosce lo sa che anche questo è un piccolo miracolo ma l’occasione lo richiedeva.
 
(in queste ore in missione a Kindu)
 

venerdì 3 ottobre 2008

L'Africa e Tu

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Intanto una puntamento. Caritas (Maffy) e il CDM, con un mukkio d controparti e sponsorscips, ha organizzato il consesso "L'Africa e Noi", sottotitolo "Economia Giustizia Solidarietà".

sabato 11 ottobre, alle 9 alle 17 nel salone Pio XII in Via S. Antonio 5, nel centro d Milano (vicino a caritas, a via larga, alla statale d festa del perdono).

In mattinata le relazioni, in pomeriggiata i laboratori tematici (trai coordinatori dei laboratori Giovanni Sartor, Massimo Pallottino, Simona Beretta e Fabrizio Floris).

Tò, se vuoi visualizzare il documento finale -->

per le info kiama il Centro Documentazione Mondialità allo 02-58391.395/393
[Via S. Antonio, 5 Milano convegnoafrica@chiesadimilano.it]

saluz

giovedì 11 settembre 2008

so ke non le piace ke si scriva d lei, ma

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È l’ultima sera etiope di Stefania. Quindi l’ultima nostra sera etiope. È pure l’ultima sera del 2000 etiope, il millantato (…) anno del millennio. Il Top View passa musica italiana. Datata. Per Stefania.

Le foto ke si staccano da intorno lo spekkio cadono a terra. Oggi ho tirato su quella di Rita e Irene, l’ho infilata nell’album. Non le riattacco + al muro, da qualke giorno ho interrotto il piccolo rito caparbio ke m’ha fatto compagnia per un anno. Come Stefania.

Inizio a tornare.

Un anno fa, piazza cimitero monumentale, una BC e una makkina.

Sei pronto?

Boh.


Niente d originale, e nulla d diverso anke nella risposta ke mi son dato oggi, sul tetto del 10° piano d un palazzo, la milk house. Nessuna ringhiera x la gioia incosciente del bambino ke mi vive dentro e mi frega il cibo, consentendomi d abbuffarmi e non ingrassare.

Ero lì stasera, supereroe guasto, pronto a vedere i fuoki d’artificio ke in molti m’avevan anticipato.

Mezzanotte. Ma il cielo rimane blu scuro, impassibile, skiarito da una luna baldanzosa, nessun altro colore. La domanda ke viene da porsi è “Ma non è oggi Capodanno?”. Certo ke no e certo ke sì. Nessun orgasmo d puntini colorati lì in alto. Forse per rispetto ai musulmani (è ramadan), forse per rispetto ai morti di fame (è emergenza umanitaria). Per tristezza ke Stefania parte (è emergenza umana per Paolo). + facilmente x’ non si hanno soldi e basta.

Fa freddo, da bravi supereroi prendiamo l’ascensore e rincasiamo. Io Zed Stefania.

In makkina non parlo tanto. Quasi 3 settimane fa sono atterrato ad Addis per la sesta volta in questo 2000, l’ultima. Ed ora si torna.

Stefania è a letto, s’è addormentata dopo un bel po’: la musica làffuori proseguirà per tutta la notte, ossessiva e etiope. Abbacinante come non ne venga fuori una nazione d serial killer. So ke lei era sveglia perché i nostri letti scrikkiolano e ci tradiscono. Tra le altre cose fatico parekkio a bleffare con lei. E ci vestiamo puntualmente cogli stessi colori. Stamattina azzurro e viola, stasera blu e rosso. La convivenza combina Ste cose. Capita ke le donne conviventi abbiano le mestruazioni gli stessi giorni.

Maurizio M’affi è un terrorista emotivo, Sara C’arcatella il suo generale. Non esiste ke mandano via 2 ke non c’entrano niente, Milano Roma, uomo donna, e poi finisce ke questi a vivere insieme s’affezionano, e poi permettono a una dei 2 d lasciare il Paese una settimana prima. Non esistono ferie legittime ke adesso mi tocca una settimana di lutto, d casa vuota, d pranzi a formaggini, e serate a parlare con un peluche col cappello che Stefania lascia qua.

Dovrei avere finito di spostare trai pc le reciproke foto, sono le 3e46 del 1° giorno del 2001. Ho un dejavu. Ma niente bocciodromi valdostani ad Addis per l’ultimo del 2000.

Per un anno ke finisce, un altro sta finendo. Buon 2001 a voi, buon tutto a Stefania.


martedì 6 maggio 2008

Roby e Alberto in Etiopia

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accidentali coincidenze tra nomi&volti d qsta fantastica storia ("fantastica" intesa come genere, non come livello di qualità) potrebbero essere casuali.

e potrebbero essere causali d una brusca interruzione etiope d qsto blog.

Domenica 27 aprile

Don Roberto sull’aereo partente da NaiRoby kiede in un diligente inglese scolastico alla hostess qto c voglia x arrivare in Eritrea. Maurizio, da dietro, fa l’occhiolino alla hostess per invitarla a transigere sulla sbadataggine del suo capo. Gliene fa un altro visto che si tratta d una bella hostess. Rimane così ad occhi chiusi e si addormenta.

le nos3 vacanze
Lunedì 28 aprile

Don Roberto, berretto verde e borsone viola, entra nella hall dell’aeroporto d Addis felice, diritto, gira il collo a cercarci e a passo sbrigato ci punta, i piedi un po’ a papera; non molto a papera, solo un po’, da direttore. È sorridente: dalle ferie in Kenya (su cui ha già scritto 3 articoli) diretto nelle vacanze in Etiopia. Maurizio arranca dietro, meno contento: nell’uscita lavorativa del sabato, a Mombasa, è rimasto infortunato sul field: “Un proiettile vagante?”. No, era in acqua quando.. “Una traversata di un fiume in cui han perso il controllo della jeep sgarruppata?”. No, no, era a piedi nudi e.. “Bagagli sulla testa guada una rapida per raggiungere un campo profughi su un isolotto?”. No, allora, fammi finire. Stava facendo il bagnetto nell’oceano solo ke nell’avanzata ha pestato un riccio d mare. In compenso entrambi sono scottati. Se glielo kiedete accuseranno il sole della baraccopoli d Korogocho, se non glielo kiedete potrete credere ke l’impegnativa missione a Mombasa li abbia voluti lungamente distesi sulla sabbia impegnati in attività d project planning.. Appena arrivati i 2 vengono dotati da Sara del piano settimanale: il Direttore lo legge preoccupato, ma la sua fronte si spiana: un’analisi accurata promuove la disposizione e la scelta degli appuntamenti. La testa dell’operatrice rimarrà al suo posto. “Brava Sara, vedo ke hai messo la pennica quasi tutti i giorni”.

Martedì 29 aprile

Roby durante la cena condivide con noi la scena madre di tutti i film, quei fotogrammi per cui, da allora, ha meno senso guardare pellicole. Dal basso della mia posizione gerarkica attendo, il respiro tenuto. Pasolini, Lynch, Fellini, Kubrick? Cosa avrà capito il Direttore d Caritas Anbrosiana dopo anni&anni d cineforum sociali, d confronti scout sui messaggi dei film? La risposta è sbaragliante: il meglio della storia cinematografica internazionale vede protagonista Arnold Swarchznegger (come *** si scrive?): qdo un cammello gli sputa, qsto reagisce educandolo con un pugno sul cranio. Fine. Certo, letta qua, rende miliardi d volte meno ke raccontata da lui, ma allora ho reputato interessante indagare i gusti cinematografici del Nostro. Il quale mi ha bollato Rambo come “troppo impegnato, c’è la questione Vietnam ke appesantisce una trama piacevole”. Ma s’illumina su Chuck Norris: quando monta i lanciarazzi sulla bici (e qua Roby si alza in piedi) e rattatatatà colpisce al volo bersagli a km d distanza. Dalla bicicletta. Io e Maurizio andiamo a letto col sorriso sulla bocca, non era un sorriso d sberleffo, ma d contentezza. Se lo conoscete fatevi raccontare d qste scene: il cinema diventa lui, a quel punto. E un’altra cosa oltre al Suffragio lo accomuna a Skiavo..

bello sempre
Mercoledì 30 aprile

Iniziano oggi i campionati africani d atletica, e l’ufficio in cui abbiamo l’incontro con i peer coordinators del progetto d Sister Connie e Stefania giace adiacente (agiacente) allo stadio. Questo provoca un’incomprensione al mio direttore: il termine di un suo intervento coincide con l’arrivo della prima gara vinta da un’etiope, e Roby sorride compiaciuto all’udire addirittura grida e applausi provenire dalle finestre qdo finisce d parlare.. “Ma c seguono anke da fuori?”. Oggi no, ma settimana prossima mi sa ke verremo letti sul blog d caritas. Maurizio lo sa, e x una settimana misura scrupoloso il suo parlato. Roby lo scopre qdo gli faccio leggere il blog (e qsto è 1 evento storico) e la lettera al direttore, ke non gli strappa una smorfia. L’unico epigrafico commento: “La prossima volta ke mi scrivi qcsa mandamelo”. Temendo ke nel Caritas Box a fianco della sua moto nera ci sia la bici d Chuck Norris, obbedirò Capo!

roberto fa brutto alberto fa nanna
Giovedì 1° maggio

Durante meeting particolarmente lunghi il segreto del Don (non il fiume) consiste nell’ostentare grande interesse nei primi minuti, con qke puntuale rikiesta d traduzione d parole kiavi; intorno ai 5’ prende la parola per presentare sé e Alberto (conosciuto in qsto spazio come Maurizio…), salutare ossequiosamente l’interlocutore e spiegare brevemente come funziona Caritas Ambrosiana, la mission dell’Area Internazionale (letteralmente: “andare x il mondo a tirare su cessi”) e la sua scena preferita d Terminator. Verso i 15’ sfodera un blocchetto su cui prende a scrivere la predica della domenica, senza mai dimenticarsi d intervallarla con okki ke si alzano ed incoraggiano, appassionati, l’oratore, che ovviamente gli sta dettagliando un progetto. Alla mezz’ora arriva “La domanda d Roby”: ripercorrendo una serie d gaffe che il Direttore ha creato con quesiti legittimissimi ma ke scandagliavano aree sfortunatamente imbarazzanti x ki riceveva la domanda (tipo ha kiesto della mancata collaborazione d 2 uffici, qdo i responsabili d qsti mal si sopportano, o in prigione ha investigato su.. vabbeh qsta non si scrive), il Roberto viene eletto a maggioranza assoluta “l’uomo dalle domande scomode”: Maurizio suggerisce d mettergli in bocca interrogativi ke posti da ki conosce la situazione risulterebbero antipatici, ma portati da lui, ke è all’oscuro dei retroscena, suonerebbero candidi. Non è necessario: senza alcuna soffiata, Rob ha qsto potere maggico d beccare in ogni meeting l’ultima domanda ke il partner ke ha d fronte vorrebbe sentirsi fare..

Venerd 2 maggio

Dopo ke Er Dairector ha lasciato la terra etiope (non senza qke piccola apprensione per gli orari del suo aereo, mica rimanere bloccato qa in compagnia d qsti sfortunati SCE..) accade il mairacòl: probabilmente (in ritardo d 3 mesi sulla scadenza) si riapriranno i campi estivi etiopi. Nella giornata d oggi c’è stato un momento in 1 meeting in cui in 4 impassibili abbiam pensato contemporaneamente una volgarità. Ke scena, ragazzi. Se c fosse stato Roberto sarebbe scattata la foto col cellulare durante le parole d ****.

Sabato 3 maggio

Giornata gradevole d kiakkierate tra noi e Maurizio. Ha un ke d storico: con molte probabilità credo sarà l’ultimo giorno d Alberto Maurizio Baffi in Etiopia. Per sempre. Salàm..

saluti da Addis

domenica 27 aprile 2008

Serate Cinema

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In Etiopia si cena solitamente a casa, nonostante certe illazioni ke c vedrebbero spaendere intere notti nei night addisabebiani.. qsto accadrà solo sta settimana in occasione della visita pastorale del Roby, qdi diffidate anke della sua versione della vita etiope, appositamente edulcorata per andare incontro alla sua intrepida scelta di passare dall’Etiopia sulla via del ritorno dal Kenya. Ma mi accerterò ke si tratti effettivamente di una scelta effettuata in libero arbitrio e non un trukketto del Baffi, il quale potrebbe avere incoraggiato la sosta adducendo la motivazione della mancanza d coincidenze aeree, dello scalo lungo, dello scalone e del problema delle pensioni. Si sa, in cooperazione è tutta diplomazia e risparmio, e un passaggio nell’Etiopia ormai ampiamente marginalizzata (l'ho già scritto? e soprattutto: tutte le volte ke lo scrivo aggiungo poi "l'ho già scritto"?) dall’area internazionale di Caritas Ambrosiana sarebbe stato difficilmente giustificabile altrimenti.

Torniamo alle nos3 serate: dal 15 d ottobre Paolo&Stefania, dopo una sobria cena a minestrina e formaggino (talvolta ci dividiamo anke un panino, qdo è già trascorso qke giorno dall’ultima cassiata d ki a Milano tiene le cinghie del nostro borsello, ed è grasso ke cola. Uè ma cosa ciò stasera con Caritas Ambrosiana? Son nervoso ke stanno arrivando il Boss, l'amico del Boss e il Boss Finale? Forse un po' agiteto e conteto ma dove la porto qsta parentesi?), dividono le loro serate tra “Serata Cinema” e “Vario”. Il Vario prevede Internet e Sex and the City x la Ste e Internet, le Freccette (costantemente in decremento) e le GG x me.

Le Serate Cinema erano condivise soprattutto all’inizio, c’è da annotare. Poi improvvise impreviste imprescindibili tragedie presero ad interdire la partecipazione femminile, e ho iniziato a fruirmeli da solo. Oggi il crampo al femore, ieri una visione d Nigel Mansell ke suggeriva d tenersi a distanza dai film, e domani boh. Non escludo ke influenze negative milanesi ("Ti guardi i film di Paolo? E perchè?") abbiano fatto il loro joco, ma mi sorprenderebbe. E poi qcsa si guarda ancora insieme skiaffati sul divano sgranokkianti dolci salati popcorns.. l’ultimo dev’essere stato un ermetico Seta; ma qsto è già stato scritto.

Ok, ad oggi mi sono sciroppato:

300 4,5
Affari sporchi 4
African spelling book 7,5
Amanti perduti 6,5
Amore e rabbia 4
Baci e abbracci 7,5
Borat 5,5
Breaking news 6,5
Bubble 7
Charlie Wilson’s War 2
Chocolat 8
Comizi d'amore 8,5
Dead man 5,5
Elina 8
Exils 6,5
Ferie d'agosto 7,5
Folla 7,5
Follia 6,5
Frankenstein Junior 7
Human nature 6,5
I 100 passi 9
I am legend 7
Il ferroviere 8
Il mucchio selvaggio 7
Il padrino 8,5
Il vento che accarezza l'erba 9
Infernal affairs 6,5
Instinct - Istinto primordiale 8
Io e N 5
Kamikazen, l'ultima notte a Milano 5,5
La gang del bosco 6
La rabbia giovane 6
La sposa turca 7
La terra vista dalla Luna 6,5
Le 5 variazioni 9
Le follie dell'imperatore 9,5
Le vite degli altri 8
L'ombra del potere 6,5
L'ultimo re di Scozia 7
M il mostro di Dusslendorf 6,5
Manderlay 8,5
Marrakech Express 7
Me, you and everyone we know 8,5
Paranoid park 7
Qualcuno volò sul nido del cuculo 9
Rabbia e amore 4
Ratatouille 8
Ricomincio da tre 7,5
Scarface 6
Sicko 7,5
Stardust memories 7
Still life 6
Strade perdute 9
Sud 8
The Simpson - Il film 7
Toro scatenato 7
Waking life 6,5
Zabrinski point 4
Zaitochi 5

Ps.. qsto post è spudoratamente dedicato a Sergiovane.


s8 t spiego

La foto esige una spiegazio: in contemporanea c son stat 2 tagli della torta: uno in tv, dove stava andando il video etiopissimo delle nozze d Sara&Zed, l'altro dal vivo dove il padre d Zed ha tagliato il pane, comè tradizione, dopo una preghiera recitata col sottofondo musicale d Cannabis, degli Ska-P. So ke trai lettori c'è ki po3bbe apprezzare qsto qadretto.

martedì 1 aprile 2008

ET-saluti a tutti, concludeva qello

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È ricomparsa la tartaruga, per la terza volta. Un po’ in anticipo sulla mia partenza elettorale (il 31 marzo), mi dicevo. Forse preda degli effetti allucinogeni delle minestrine d Stefania, pensavo fosse venuta a salutare, come l’altra volta. Poi, ieri, ha piovuto.

Ha piovuto per la prima volta da qdo sono qua. Ha piovuto tutto il pomeriggio. Forse la tartaruga lo sapeva e voleva farsi un giro al sole, all’ultimo sole. Tanto lei cià l’ombrello di serie. Televisive. Non so qdo si farà rivedere, considerato ke l'altroieri un impiegato dell’ACS le saltava sul guscio, manco lavorasse x la Nintendo. Voleva ke tornasse indietro, forse temeva x i fiori. Non sapeva ke se li mangiava lui i fiori poi avrebbe sputato palline d fuoco. O forse sì, e non voleva. Io vorrei. Tu vorresti?

Comunque gli Etiopi dicono ke quella di ieri non era pioggia. Dicono anke ke il Manchester x una Roma senza Totti è come Mission Impossible senza Tom Cruise.


tribuna di un cattoconcerto per le prigioni

Mi mancano i sagaci commenti d MaurizioBaffi sul blog. IL sagace commento, non credo ne abbia fatti d +. Ogni tanto mandategli una mail kiedendoli per quanto tempo non sarà disponibile in ufficio, risponde al volo a tutte le mail. È un modo x fargli compagnia..

Mauriziooooo, torna ad essere quello ke eri.. Mauriziooo x’ mi rispondi sempre colla stessa, maledetta mail? Sono preoccupato, Maurizio, Milano è pericolosa e noi t abbiamo abbandonato lì. Siamo stati egoisti, è vero, soprattutto Teto. Ma cosa vuoi farci, +ke altro siamo un po’ SCEMi. E poi, come si dice negli ambienti riservati, tira + un **** moldavo ke 1 carro d buoi. Le stelline stanno x Teto.. Se scrivo le cosacce Maurizio, ritorni a censurarmi? Dààài.. LE COSACCE. Ke non sono le cosakke, sintende. Po3mmo scrivere anke d quelle? Marco conosce certe storielle..

Tutto qsto men3 il mio compiuter tenta affannoso d connettersi x mandare i fogli presenza, ma gli viene detto kè impussibile connettersi. Allora inganniamo il tempo. Ieri per la lezione d italiano mi sono avvalso del SuperTopo,  per la precisione la puntata “Il Mistero del Disco”. Esercizio d ascolto. Erano anke abbastanza divertiti, sebbene sia un umorismo un po’ ardito.. no, non è ardito la parola ke volevo. Come si dice di un monastero di un frate eremita.. come viene definito? Di confine, no.. Vabbeh, me lo tengo, un umorismo un po’ d confine. Vediamo dove vado, io seguo le parole. Tipo, la scena migliore dei 5’ ke abbiam visto era qdo RatMan provava a fare un castello d carte usando secchiello e paletta, difficilmente afferrabile dai ragazzi etiopi; o forse l'avevano capita ma non li faceva ridere. Ma tant’è, lo scopo era quello dell’orecchiare parole che jà conoscevano ed è andata bene. In + il Ratto versione cartoon è fallito in Italia e da qke parte deve entrare, non può stare fuori da tutto, da qke parte va ficcato.

In questi giorni sto scrivendo di giustizia, e ha ragione il professor Luciano Eusebi (Ordinario di Diritto penale nella Facoltà di Giurisprudenza di Piacenza): "Al mondo ogni giorno vengono commessi forse 400-450 omicidi volontari. Di essi il diritto penale si occupa, ma al mondo ogni giorno accadono quasi 150.000 morti evitabili, per ragioni d'ingiustizia, di guerra, di fame, di prevaricazione economica, di violazione pianificata di regole comportamentali finalizzate alla tutela della dignità umana". E allora dov’è la giustizia? Educarsi a leggere la storia come causa effetto, mettendo noi medesimi dentro la causa. Le cose sono dannatamente collegate, x qto qsto sia nascosto. Io sono colpevole. Non lo voglio dimenticare. La soluzione è individuale, ma va condivisa. Diventa più forte, aiuta qcn'altro. Una parte d noi stessi è anke assuefatta a qsto genere d messaggi, è vero; ed un’altra parte non si deve stancare di ripeterli, di cercare.

Fletto i muscoli e sono in Etiopia


asilo d Mandura

pss Ah, sai cosa non ho scritto? Mi sono fatto il V-Day sabato. Non era qello d Joseph Cricket, qua se pensi "Piove, governo ladro" paghi una multa. Ma anke qsto aveva un intento sociale, promuovere i diritti delle donne. Da cui la V. Il corrispettivo etiope dei Monologhi della Vagina. Ma davvero. è un movimento globale partito dagli USA (strano, eh, kei movimenti globali preferiscano partire da lì..) x fermare la violenza contro le donne e le ragazze. E vabbeh. Interessante? Beh, noi non avevamo ben kiaro l'argomento e difetto un po' in lessico d settore. Qdi all'inizio fraintendevo V***** (+ volte lo scrivo + impazzerà lo spam? però anke i visitatori..) per China e un'altra parola per literature. Vabb', l'idea era molto buona, il mio inglese (già provato da un pomeriggio d cinema peace&justice promosso tra gli altri dalla Cineteca d Bologna. Elina, mezzo cuore mezzo attimo fuggente, e l'alfabeto dei bambini d strada d Nairobi, d AMREF) non mà fatto stare dietro tutta la serata, molto meno. Però piacevole. Un frammistone d spezzoni comici ed altri drammatici. Interessante come gli Etiopi si sbellicassero sui pezzi in amarico, d cui io avevo letto la traduzione e non avevo trovato divertenti.

Vabbeh, vado a fare un castello d carte..

domenica 17 febbraio 2008

NON GUARDARE LA CARTINA

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Smettiamola, perfavore. Piantiamola con questa pantomima. Non si può far finta di sapere le cose per sempre. È intellettualmente disonesto, disumano e ad un certo punto riski d fare delle gran figuracce.

(Cosa vuol dire pantomima?)

Ora, lettore d blog, ke t culli nella soffice sicurezza duna lettura anonimamente protetta, io t voglio sul seguente (e non sul precedente, brillante di un Sergio) interrogativo:

“Quali sono i 2 Stati confinanti via terra con il Nicaragua?”





Qsto è un quiz PER:

1. kiunque già NON conosca con certezza i 2 Paesi limitrofi al Nicaragua

Qsto è un quiz SOPRATTUTTO x:

1. gli scemi (nicaraguensi escluse) ke già non sappiano nominare con esattezza i 2 Stati vicini al Nicaragua

Questo è un quiz ASSOLUTAMENTE x:

1. i responsabili scemi (bignardi escluso) che non abbiano già un’idea corretta delle 2 nazioni confinanti con Nicaragua.

Qsto quiz è basato sulla fiducia che l’occhio dei rispondenti non corra ad una cartina.

Qsto quiz è basato sulla fiducia ke ki non sia in grado in base a sue precedenti cognizioni d indicare precisamente le 2 entità statali affiancate al Nicaragua non menta ("io lo so, quindi non rispondo", anke se non è vero) sottraendosi alla risposta.

Per non nascondere la mano (ke poi la perdo) è corretto scrivere che la mia risposta è stata “Guatemala, Honduras, Venezuela”. Ancora non avevo scoperto ke si trattava solo d 2.

La risposta al quiz sarà depositata in questo post tra un mese da oggi.


t aspetto al bancone
n.b. L’assolutamente si distingue dal soprattutto in quanto qualke scemo è a conoscenza di telefonate in Serbia, il cui contenuto svelato (magari a Donna Moderna) potrebbe essere deleterio per la reputazione di cooperante del telefonante. Inoltre, Caritas Internazionalis vi legge, e l’imbarazzo dell’errore nulla sarà rispetto alla codardia del silenzio.

Con affetto spietato, Mr.o Paolo

ps qc1 costringa Maurizio a leggere almeno qsto post

SPOILER D'Avanzo si prepari, kel prossimo verterà sui Paesi confinanti con l'Eritrea..


Risposta

mercoledì 21 novembre 2007

Calcial nome

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Con l’autorità conferitami dagli Altissimi Responsabili Caritas indico il concorso “Calcial nome” privo di qualsivoglia scopo lucrativo avente la finalità di reperire un titolo ad un progetto in corso di formulazione nell’Area 17 (grande 1\3 della + nota Area 51, ma in compenso sfortunatissima; soprattutto nel compenso).

i want u
Trattasi, per le poche informazioni che m’è concesso di rivelare, di un piano mirante a portare in terra etiope una società calcistica desiderosa di investire nel sociale di questo Paese mediante la pratica sportiva ma non solo.

Il nome cui aspiriamo (hhh) dovrà shakerare semioticamente la componente calcistica con quella sociale, nella peggiore tradizione della pubblicità progresso; potrà avvalersi dell’idioma italiano ed essere composto da un misurato numero di parole.

Giuria incontrovertibile del concorso sarà composta da Dell’Oca tra i pali (x evitare papere?), Maffi, Cardinale e, in attacco, Cascatella, ke un rigore lo rimedia sempre, anni&anni d’aerobica x imparare a cadere senza farsi male. In panchina Boh. L’appello è aperto a umani, animali, vegetali, pitali, esseri in attesa di indulto, di eutanasia, di essere, di comparire da Maria Costanzo.

Mi rivolgo in prima persona, io, ai membri della setta segreta degli ADF. Codesti membri vanterebbero nel loro DNA un certo esercizio con tutto ciò ke punta a frantumare il significato (e non solo quello) in una postmoderna entropia di sensi e a guardare alla stessa dal proprio punto di vista emettendo ammirati il belluino muggito “OOOOO”. Ke esaltino i loro piroettanti neuroni!

Meno fiduciosi in una risposta dal silenzioso lettorato del blog, invitiamo un po’ tutti ad aderire: diversi stili compiaceranno differenti elementi della giuria (anagraficamente e graficamente alquanto disomogenea). Per incoraggiare l’ingravidamento di un’idea, deposito qua a fianco alcune ipotesi ke stiamo vagliando: segna & sogna, tiracimporta, dài un calcio alla povertà, in porta il tiro importa la vita, fame di goal, fallo per noi (il mio beniamino, cambiabile in fallo per loro). Il calcio sociale offre molteplici appigli x joki d parole.

Pur passando dalle mie dita il tutto è assolutamente serio e pregno di fondamenta. Il compenso sarà sfortunatissimo, ma inseribile nei vostri tanto bistrattati Curricurriculi Vitae: la nostra stima espressa in un riconoscimento cartaceo prodotto in Etiopia riportante i nostri autografi. La rivoluzione d qsto post (il peggiore ke hai scritto finora! NdCardinale) consiste nel concedervi (noi generosi) di interferire concretamente colla nostra attività in loco. Ke ha un ke di strabiliante, a ben pensarci: in fondo stamattina tu andando in ufficio sei passato a fianco di una studentessa ke portava il suo cane a fare 4 passi mentre io andando in ufficio son passato a fianco di una carogna di cane in decomposizione da 4 giorni; la studentessa una trai 1200 morti di AIDS nel 2003. Il tuo capo legge il Financial Times, il mio legge la mano.

This is the globalization, my friends.

Ato Dell’Oca


ash & sara in un momento qsiasi della loro sobria quotidianità

martedì 6 novembre 2007

Acque etiopi

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S.P.P.C. Office, 16e37
Ok, si é fatto tempo. Precipito la telecamera, il microfono. Ke poi è la tastiera. Tastiamone il sound subacqueo. Giovedì 18 ottobre.

Forse li cercavo. Non che lo sapessi, s’intende. Però mi sa che avevo bisogno duna partenza del genere.

Se non mi spingeva in piscina io non ci sarei mai entrato. Camminavo intorno, cauto e piantato sulle mattonelle bourdeaux, guardando curioso gli altri bambini; al massimo mi sedevo e, dondolando un piede nell’acqua clorata, provavo ad immaginare come sarebbe stata quella freddezza moltiplicata per tutto il corpo; guarda: avrei potuto anke abbassare un pokino la gamba, in questo modo, x avere un’idea un attimo più… splash, ALLARME: un corpo estraneo sulla mia skiena, mano umana, mano d’istruttrice di nuoto, ha premuto improvvisamente, come si è permessa, mi ha ucciso, ora muoio, forse no. La pagano per farlo? Bel lavoro di (se qualcuno sa giocare a taboo le parole proibite sono: gabinetto inter cioccolata letame pampers) si è scelta. Che io non ci volevo venire, ma poi dopo la mamma mi compra le patatine fritte e allora.
Sono qua da 2 giorni. Il 1° ho dormito. O meglio, avrei potuto dormire, ma ero un po’ emozionato, così con Stefania abbiamo fatto un joco ke consisteva nel versare semi di legno in una piccola piattaforma bucherellata. In senso orario. In Costa d’Avorio lo chiamano “Auallà”, all’Italia basti sapere che non si tratta proprio di un impiego da ninja, è una sorta di “Non t’arrabbiare” africano. Take it easy. Ti ricordi ch’ero sfinito e non vedevo l’ora d arrivare x dormire? Appunto. Comunque il 1° è andato + o meno così.

Poi c’erano Maurizio Il Capo e i Due Kegnani ke han perso il volo… e anke qui, non è che l’abbiano proprio perso. Non è tecnicamente corretto scrivere così. Il volo è partito in anticipo d’un paio d’ore senza dir gnente, capita. A te è mai capitato? A me no. Ai kegnani una volta. A Maurizio due. Forse allora è uno dei 4 ke? Non sta  a me. Fattostà ke mentre il loro aereo decollava erano a ridere con me d Stefagna: men3 le controllavano il passaporto 1 virus paralizzò il computer del suo funzionario aeroportuale. Avrei riso meno qdo lo stesso virus avrebbe bloccato il mio intestino, ma in qel momento ero ancora Qello Ke Non Si Ammala Mai.


A dirla popo tutta non è neanke esattissimo sostenere ke i compari kenioti (c’è la regola: se ci fanno una bella figura si scrive “kegnani”, altrimenti “kenioti”) sian completamente esenti da.. (inferno innocente Alfredo tribunale confessione): lo stewart ha provato a spiegargli ke dovevano imbarcarsi, imaerearsi. Ma Emanuele, the best anglophone among us (e da qua si capisce comè ke Sara m’ha omaggiato di un tipico prodotto di artigianato locale: una collana Etiope, composta da piccole punte cui è attaccato un medaglione metallico, molto tradizionale, con incisi in ordine: il mio nome, il mio indirizzo qua ad Addis, il suo numero di telefono e la scritta in amarico “TI SUPPLICO RIPORTAMI A CASA”. Così se lo dovessi perdere melo riportano o kiamano lei ke sa la lingua. Basta parentesi, interrompono il discorso), ma Emanuele, scrivevo, non ha voluto sentir ragioni. Non era in effetti concepibile a 4 piccole, aguzze menti occidentali come le nostre, che un aereo partisse prima. A maggior ragione essendo le nostre menti cresciute a pizze ingollate durante italike interminabili attese in ogni luogo, specie dove c’è un mezzo d trasporto da prendere. Maurizio, sornione, probabilmente lo sapeva (l’alternativa sarebbe dare anke a lui della piccola mente, e la mia non mi pare gerarchicamente la posizione + confortevole x farlo, considerato che lui ha in mano il mio biglietto di ritorno. O dovevo averlo io? Stefààniaaaaa…) ma tuttosommato gli garbava una giornata ad Addis.

Bello, però, ke sia partito prima? Sì, bello ke abbiam passato una giornata d + insieme, ma bella intendo proprio l’idea del partire prima. Melo vedo il capitano ke butta un occhio dietro, ci sono già un po’ di viaggiatori e magari lui a Nairobi se arriva presto va a vedersi la partita di rugby subacqueo e allora toglie il freno a mano e fa un fiskio alle hostess ke vadano giù di mimo. Prima parti, prima arrivi, è scientifico.


Tergiverso? Tergicristallo? Sono qua da 2 giorni. Il 1° avrei dovuto dormire. Il secondo non avrei potuto farlo.

Il terzo sono andato a visitare il carcere di Sheno.

Forse li cercavo. Quando non sai cosa cerki fino a qdo non lo trovi (tipo volevo scrivere Oceanomare, non lo sapevo e  poi l’ho letto). C’inciampo contro in una camerata, durante il giro di visita alla prigione. La camerata. Una stanza un po’ grande per 2 persone, meno per 200. Lunga, con 2, 3 file parallele di giacigli ininterrotti. Come tripli letti a castello a venti piazze, e però ad ogni piano si dorme in 50. Beh, io son lì con 2 suorine in borghese d qelle ke prima d spedirle sulla Terra le han calate nell’acciaio fuso, la pubblicità della nike dovrebbero farla loro mica Cantona. Invece ke sollevarsi il colletto della maglietta, loro solleverebbero gli angoli della bocca. Beh, son lì con loro ke mica lo capisci ke son suore e con il vicedirettore ke mica lo capisci kè un vicedirettore. Io me  lo aspetterei quantomeno un po’ burbero un vicedirettore dun carcere etiope, molto burbero un direttore. Più burbero 6, + l’arrampicata sociale alla torretta del penitenziario è easy… Beh, lui non è berbero; e neanke burbero. O meglio, non mi sembra. In partenza devo stare attento alla parvenza.

Forse li cercavo. Ero lì da 2 giorni. Non sai ke li cerki fino a quando… trovati. Le esaurienti parole in amarico coinciso del vice direttore sono esaurite, alcuni secondi per roteare lo sguardo nella stanza. Poi roteo il collo, e c’è un inmate. Un carcerato, un prigioniero,un detenuto, un condannato. Ma uno, eh, non 4. Reo di qualcosa? No… cosa c’entra? Dipende, non necessariamente. Occhi negli occhi (..), duri come il diamante, ci posso fare la punta della matita. Comè possibile? Abba Girma nel suo briefing  sopravvivenza m’ha avvertito: “Non saprai mai cosa pensa di te la gente: non siamo europei, faccia e mente sono scollegati. E in + noi sappiamo cosa pensi tu, e ti sorridiamo se ci sorridi”. Orcaz, almeno i bosniaci erano ermetici ma portavano a spasso una maskera truce, ke t ricordava ke non erano x forza entusiasti d sentire cos avevi da dire.  Qua invece è + complesso perchè le persone si mostrano miti, anke nel carcere paion tranquille. Non credo qdi ke lui fosse stanco d esserlo, semmai era stanco d sembrarlo. Aveva rinunciato per qualche respiro a sfoggiare dei lineamenti innocui, per scandirli. E ki t’incontra mentre li scandisce? Paolino. Ancora + facile ke li scandisca dopo avermi visto. Non perché sono io, non credo. O forse sì ma.

Nei suoi occhi c’è scritta una cosa e la so senza leggerla, ma la sa lui e la sapete anke voi. E non ha senso parlare di politica internazionale, ma neanke in inglese, anzi, non ha senso parlare proprio. Specie il 3° giorno ke sono qua. Il senso qui è unico e va da lui a me. Non son concessi feedback.
Perché sei qua?

Melo kiedi tu ke forse non hai scelto di essere qua. E comunque non hai scelto di trovarti la mia bella faccia di fronte.

Già. Telo dico ke questavolta le patatine fritte non c’entrano?

Paolo

lunedì 5 novembre 2007

Da Addis a Milano passando da mosca

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Avrà 7 anni, ei nostri volti sono praticamente adesi, a 4 millimetri di vetro l’uno dall’altro (Roberto D’Avanzo suda). Una distanza inespugnabile. Una distanza culturale. Ci sono esseri volanti ke trascorrono ore ad andarci a sbattere contro, dicono: “Com’è possibile? Io sono una mosca, vedo di là ma non vado di là, non riesco, ke ccaspita succede?”. Il mistero della trasparenza: o qualcuno gli rimuove la lastra ostacolante o la mosca presto o tardi farà il giro da un’altra stanza. Mosca estrarrebbe il pendolino, Vespa cerkerebbe le porte in mezzo alle quali collocare un plastico per spiegare agli italiani la situazione. E io? Lo spacco quel vetro? Qualcuno melo apre? Devo passare per un’altra parte? Ke differenza c’è tra me ed una mosca? Se volassi cambierebbe qualcosa? E se volessi?

Lei è una talentuosa attrice. Io dico che diventerebbe anke una portentosa regista. Maurizio, in visita pastorale, è seduto davanti sul sedile del copilota e sparla senza filtro dell’Area Internazionale di Caritas; quando s’interrompe, e lo so. Il paradosso è difficile da sostenere a lungo: lei è lì fuori, appiccicata al finestrino all’interno del quale io appoggio la testa. È vicinissima, tenta di entrarmi nella coscienza passando dal canale uditivo. Pronuncia colla sua vocina un tedioso sortilegio amarico: le parole non le riconosco ma il messaggio credo sia: “Dammi un birr, perfavore, ricco uomo bianco. Ho fame”. Un birr ammonta ad 1\13 d euro, 7 centesimi e 69, in caduta libera. In precedenza sia io ke Maurizio avevam tentato di farla desistere, cosa c’è di poco chiaro nella parola “No”?

C’è che ci troviamo contro una verità, e quando joki contro la verità se 6 bravo puoi puntare al pareggio. O almeno, io non conosco nessuno ke abbia mai propriamente vinto contro la verità. La postulante sa benissimo ke a un certo momento corrisponderà un punto di rottura; ci saremo rotti a sufficienza e saremo disposti a pagare per liberarci, per scollarla dal vetro, per cacciarla nel cestino del desktop inconscio. E riavere la mia vita dove l’avevo lasciata: proseguire la conversazione comodo, dalla parte calda del finestrino. Agghiacciante. Dov’è la mia cerebralità a difendermi? No, il Vangelo non c’entra, tienilo fuori, non può essere semplificato così. Perché il Vangelo è complesso, giusto? È un messaggio articolato intendibile solo da colti studiosi. Ho colto giusto, nevvero? È cultura alta e va interpretato. O è cultura altra, ke è meglio interpretare, si sa mai ke dica qcsa d veramente scomodo?

Posso calarmi nei patetici panni della vittima: il vero povero sono io, piccola. Sono io che provengo dalla società del benavere, e tu ke conosci il benessere. Io dipendo dai miei consumi, dalle mie proprietà, dai miei sogni con logo; beata la tua libertà, e beata te ke sei capace d accogliere con gratuità. La mia lietezza ha la data di scadenza, dev’essere rimpinguata quotidianamente, un’idrovora. Tu sopravvivi nelle relazioni, conosci la vita. Ancora qualke riga e son capace d invidiarti.

leina

Uff, sbocco, mi districo da qsta dicotomia erroneamente impostata (iuuhhuu) e rifletto ke questioni irrisolte han preso il volo con me, clandestine trai 30 kg d valigie e ora sela sbrazzano x Addis Abeba come amici immaginari al mio seguito, con un particolare: sono grandi il doppio d come li avevo lasciati; ingigantiti da una certa discriminazione razziale maskerata. Pochi giorni dopo avrej portato l’immondizia di casa ai bidoni della pattumiera (un compito di grave responsabilità che Stefania mi ha affidato confidando nelle mie potenzialità); giacciono questi, romboidali come enormi caccia imperiali aperti, abbandonati ai lati della nostra somala via. Sono perennemente strapieni: una mattina son passato di lì, ho visto ke li avevano svuotati, son ripassato dopo un’ora ed erano di nuovo zeppi. Illusioni ottike. Beh, mi avvicino coni miei 3 sakketti d skifo, qdo un ragazzino salta giù dalla cima di uno dei cumuli odorosi e mi si porta discretamente incontro, un po’ a lato. Non serve un master in antropologia culturale per identificare la sua richiesta.

E io faccio finta di niente. Faccio brillantemente finta di niente. Non ci penso molto, viene così, istintivo.

Oplà, scaglio i miei rifiuti sopra la nave madre di una tribù d moske e inverto la rotta. Dopo una decina d metri mi giro, i sakketti stan venendo ravanati e non è un x-file pronosticare ke saranno anke trai + preziosi della giornata. Per fortuna non ho assistito ad una contesa tra + ragazzini per il diritto alla prima perquisa. E non sono ragazzini, amico, sono bambini. Ma io non ci riesco, i bambini jocano, tutt’al + sono anestetizzati dalla tele, ma non sguazzano nella monnezza. Vero? Torno a casa. Non vorrej lezzare oltre quella porzione di mondo colla mia hypocrisia. Tipo: fai quello ke vuoi colla mia immondizia, ma aspetta almeno ke io mi allontani. Mi sa ke a Milano io quei sakketti li avrej consegnati al piccolo rom.. Ma mi sa anke ke qa li consegnerò. Il tempo di trovare dei puntifissi.

scialuppa di salvataggio?
Se non mangiavo il prosciutto cotto nel piatto di plastica argentea, Suor Gianpaola mi invitava a pensare ai bambini africani ke morivano d fame. E qualcuno trai + audaci le poteva rispondere “E portaglielo, ai bambini africani”. La reazione era rivoluzionaria, ma non illogica: mica dovevamo diventare obesi come piccoli yankee x’ ci veniva detto ke da un’altra parte del pianeta qualcuno non sarebbe morto se avesse avuto quel piatto; quasi fosse colpa nostra. Senzi d colpa. Al fine d ponderare melio lo studio di fattibilità del pranzo successivo, sotto lo sguardo materno di Sister Gianpaola: “È fattibile ke io mangi ciò?”. Ora se volessi educarmi allo stesso modo (se fossi 1 bambino) potrej kiedermi qualcosa tipo “Mangia, dài, pensa ai tuoi vicini di casa”. Già, po3j uscire e dar via la mia terrificante carne in scatola avanzata.

Oh, ieri l’ho quasi fatto. Mi sono alzato da tavola, ho preso il piatto, Stefania (+ attenta all’igiene) m’ha invitato a mettere il cibo in un tovagliolo, e l’ho portato nel nostro cortile. Dopo alcune ora il gatto aveva quasi sciolto la carta a furia di leccare, niente avanzi degli avanzi per le moske.

Traetene ciò ke, allungo una battuta di Jack Folla in un dialogo (non c sono vetri ke tengano alla fine del mondo).

- Sta x venire l’Apocalisse e non ho niente da mettermi.
- Ah, e quando arriva?
- Boh..
- Oh, allora c’è tempo..
- Io vado a fare shopping


paolo

mercoledì 24 ottobre 2007

Ultima lettera al direttore

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Oct 24, 2007

17:21

Addis Abeba, base

Direttore Dottore Don D'avanzo, duongiorno.

Le digito questa missiva informatica al fine di aggiornarLa riguardo un misfatto; si tratta simultaneamente duna revisione finale della mia esperienza come Volontario in Servizio Civile Nazionale all’Estero, la cui durata era stata prevista d’un anno ma pare ridimensionata dall’impatto del mio organismo con la terra etiope; Le esplico in seguito.

Intanto Le rammento della bontà della nostra relazione: io e Lei mai 1 diverbio, mai una parola d troppo, mai neanche una parola. Bene, sulla scorta di questa cementata fiducia reciproca, procedo colla presentazione della situazione; mi ritrovo in Etiopia insieme alla collega Dott.ssa Cardinale, sotto una doppia responsabilità: siamo stati affidati in loco alla Dott.ssa Carcatella, mentre dalla sua sauna italica finge di seguire le nostre mosse il Dottor Maffi.

Porto alla Sua conoscenza lo schifoso malessere in cui è incorsa la mia persona nella giornata di oggi; senza entrare in dettagli gastrici, le descrivo la mia condizione: allo stremo delle energie, sguardo catalettico sul soffitto a tenere d’occhio i ragni più carismatici, che forse percepiscono la mia indegenza e son pronti a calarsi su me per finirmi o forse vogliono farsi vicini alla mia sofferenza. Probabilmente entrambe le versioni rispondono a verità. La Caritas profetizzò: “La vostra casa avrà dei bei bagni”, sbagliando una consonante.

Sono fortunato: il Dottor Maffi è passato da Addis domenica 21 e si è fermato un po’; una decina d giorni, una settimana? No. Pausa teatrale, respiri a fondo. 50 ore. Appena 50 ore. Il tempo d mangiare a sbafo al nostro desco, d farsi benedire e poi parte, tacendo che non si tratta d una sosta, ma d’un banale scalo al ritorno da Nairobi, il cui progetto è evidentemente + redditizio, e i cui volontari sono + quotati. Quindi Maffi è corso ora in Italia a preparare a noi (e agli amati kegnani) l’accoglienza per dicembre, e non mi sarà punto d’aiuto.


Sono fortunato: le Dott.sse Carcatella e Cardinale si prenderanno cura di me; d’altronde dottoresse sono e sapranno come restituirmi alla normalità. La Carcatella enuncia le lodi duna zigulì e mela fa ingollare. La Cardinale s’affretta ad appoggiarla, millantando come lei in passato sia guarita popo con quella caramella. E poi, sghignazzando, non indugiano oltre ed escono a divertirsi. Abbandonandomi.

Sono fortunato: mi sono fatto un amico, si chiama Secchio Blu, ed essendo un secchione potrebbe conoscere le ricette per la mia guarigione. Fino a quando son riuscito a strisciare me lo trascinavo ovunque, sapeva rendersi utile.. come dire? Accogliendo una parte d me. Ora abbiamo innegabili tratti in comune: zero mobilità e capacità nulla di verbalizzare il nostro pensiero (troppo affaticante), e so che lui, secchio secchio delle mie brame, rimarrà al mio fianco quando tirerò le cuoia; ai ragni in una disperata ultima difesa. E saprà accogliere le Sue lagrime quando il Suo elicottero privato Caritas La deporrà nel nostro giardinetto, Lei, mio ultimo Direttore, a piangere le mie spoglie. Leggerà allora queste mie righe, che non ho possibilità d farle giungere se non provando a scagliarle fortissimo verso il suo ufficio dal momento che qua, nonostante le numerose rassicurazioni ricevute prepartenza, Internet non c’è.



Tranquillizzo amici e parenti: Caritas Ambrosiana ha scelto al meglio l’assicurazione, la mia salma tornerà in Italia senza che voi spendiate un bir, per un massimale ammontante a 15.000,00 euro a carico di Unipol S.p.A., eventuale recupero della salma e cerimonia funebre escluse.

In un estremo accorato saluto, avanzo perplessità riguardo la condotta dello staff alle sue dipendenze nei confronti dei quali confido saprà prendere misure adeguate; a presto (…).

Suo Paolo


Ps. Per quanto è in suo potere le suggerisco di evitare che questa lettera trapeli in spazi informatici troppo pubblici, son consapevole non costituisca un’eccezionale propaganda per la Sua Associazione e non desidero provocarle ulteriori dispiaceri. Men che meno dare adito al pensiero che sia mossa da intenzioni, che so.. vendicative. Non sono – non erano - nel mio carattere e mi sorprenderebbe scoprirle in punto d morte.