Visualizzazione post con etichetta Chiara D'Alonzo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Chiara D'Alonzo. Mostra tutti i post

martedì 20 luglio 2010

Un nuovo inizio

Nessun commento:

Dopo un mese di pausa e riparazioni, lunedì 12 luglio l’appartamento sociale di Orhei ha riaperto le porte ad un altro gruppo di ragazze. Ana, Victoria, Olga, Nadejda, Ana, Cristina e Corina hanno appena iniziato il percorso di 11 mesi che le accompagnerà verso l’indipendenza.


E proprio per visualizzare meglio questo “passaggio” da dove sono ora a cosa le aspetta, nella nostra prima attività all’appartamento abbiamo costruito insieme un ponte che ricordi quali passi sono necessari. Servirà alle ragazze, ma servirà anche a noi e a tutti quelli che sono e saranno coinvolti in questo accompagnamento per non dimenticarci dove stiamo andando.


Non è proprio simmetrico, ma nessuno vuole essere troppo perfetto, nemmeno il nostro ponte!

lunedì 12 luglio 2010

il sabato del villaggio...nell'atelier moldavo

3 commenti:


Modello: la donzelletta che vien dalla campagna...moldava

Collezione: Primavera-Estate-Autunno...ovviamente, rigorosamente moldavi

Composto da: ie (= camiciola) in puro lino con preziosi ricami colorati (verde, nero e rosso, tipici moldavi) e manichette arricchite da orli all'uncinetto, catrinţă (= gonna da legare in vita) in lana grezza multicolore, brîu (= cintura senza fibia da legare) con motivi geometrici

Style & Design: signora Ecaterina

Testimonial: me



Scherzi a parte, quest'abito tradizionale è stato confezionato a mano da alcune donne che lavorano per un'associazione che promuove il recupero e la conservazione dei tradizionali metodi moldavi di tessitura e ricamo con fibre naturali (metodi che oggigiorno in Moldova sono quasi del tutto andati perduti, perchè poco remunerativi, faticosi e soppiantati dal mercato di manufatti molto più economici - e scadenti - che arrivano dall'estero, tipo Cina) creata dalla signora Ecaterina Popescu, gentilissima e pimpante insegnante sulla cinquantina, nella sua scuola di Clişova Noua, un villaggio a circa 70 km da Chisinau. Qui si fanno praticamente solo su ordinazione tappetti di lana multicolore con motivi tradizionali, costumi tipici per gli ensamble di musica folclorica moldava, carinissime borse e portamonete in lana grezza, speciali "asciugamani" in cotone e stole ornamentali che si usano per avvolgere le icone dei santi e per celebrare i matrimoni, altre stoffe ricamate e oggetti per decorare gli ambienti della casa...

La signora Ecaterina e un mega telaio del laboratorio

Quello che più colpisce quando si visita la sede dell'associazione (ricavata all'interno dei locali ormai sfitti di una grande scuola-asilo "sovietica" frequentata oggi da soli 60-70 bimbi provenienti dai 3 villaggi vicini, che in totale mettono insieme circa 2000 anime) è la voglia di raccontare della signora Ecaterina, che ci tiene molto a spiegare il suo grande desiderio: quello di mantenere vivi i metodi tradizionali di produzione al telaio (quelli di legno, che a guardarli ti sembrano un po' rudimentali ma che funzionano alla grande) convertendoli in laboratorio pratico-culturale per bambini e lavoro remunerato per le donne-mamme-casalinghe della sua comunità. Per combattere la perdita delle tradizioni più tipiche e, una volta, diffuse, della sue terra, impregnate da una fortissima identità rurale, questo le sembra un buon modo per mantenere e tramandare le usanze che caratterizzano la sua cultura. Non so da quanti anni mandi avanti questo progetto, divenuto nel corso del tempo una vera e propria impresa, che mostra con orgoglio a tutti i suoi visitatori (guidandoli anche nella breve visita a due grandi stanzoni-museo con vecchi strumenti per la filatura e strani cimeli della zona).

Nel salone-museo

Oggi, il problema a cui deve far fronte la mini-impresa della signora Ecaterina è la mancanza di sbocchi di vendita diversi dai canali battuti fino ad oggi dall'associazione (esposizioni dedicate all'artigianato, eventi dedicati al folclore locale...). La signora Ecaterina racconta che le donne che ricamano e tessono per lei le chiedono sempre di lavorare, ma lei non ha poi di come pagarle: le vendite vanno a rilento, e per di più i suoi clienti sono solo persone che capiscono il vero valore dei manufatti, quindi pochi e con un certo status (presumo, quindi, molti stranieri come me e moldavi nostalgici).

p.s. Confesso che mi fa un po' strano auto-postarmi la foto in abiti tradizionali...però parlare della signora Ecaterina e la passione che ci mette per mandare avanti la sua associazione e il suo benefico ritorno sulla comunità meritava un posticino nel blog, no?

giovedì 1 luglio 2010

Sottosopra, ovvero 10 giorni da far girare la testa

2 commenti:
Da poco rientrata nella nostra amata Chisinau, non posso fare a meno di pensare che lo slogan proposto quest’anno dalla FOM (Fondazione Oratori Milanesi) “Sottosopra, come in cielo così in terra”, che ha accompagnato l’avventura di tutti gli oratori feriali della diocesi di Milano e anche quella dei 10 giovani moldavi che abbiamo avuto con noi, fosse il più azzeccato possibile per quanto abbiamo vissuto.

Con i ragazzi moldavi nei giorni della formazione di Gallarate per i Cantieri della Solidarietà abbiamo cercato di mettere “sottosopra” i volontari italiani; non volevamo solo sconvolgerli con il racconto della realtà moldava, ma aiutarli a guardare le cose da un’altra prospettiva.

E poi sono stati i nostri ragazzi moldavi a trovarsi sottosopra negli oratori di Lissone che ci hanno accolto, prima completamente sommersi da una fiumana di animatori, poi rovesciati da una marea di ragazzini molto urlanti, costantemente invitati da tutti noi a riflettere, valutarsi, interrogarsi, e soprattutto osservare e imparare. Davanti a loro tutto un mondo con un’angolazione molto diversa da quella usuale!

E anche per me 10 giorni “rovescianti”. La stanchezza che temi ti abbatta, le traduzioni continue, gli errori, le gioie inaspettate, gli incontri che ti aprono il cuore, le relazioni che diventano più profonde, i limiti propri e altrui, le domande che nascono dentro, tutti questi e molti di più sono stati i passi di un cammino decisamente faticoso ma entusiasmante.

E per finire anche Avvenire, domenica 27 giugno, ha raccontato qualcosa di noi, tramite il mitico Malacrida! (Sergio perdonami, ma mi fa così ridere che ti abbia nominato un sacco di volte solo col cognome...)

sabato 12 giugno 2010

Anche la tv parla di Diaconia!

Nessun commento:
Anche se di sicuro non è il servizio più completo e preciso che poteva esser fatto, in ogni caso l’incontro a Chisinau dei volontari dei vari centri di Diaconia è arrivato addirittura agli onori della cronaca!

A conclusione del trimestre che ha avuto come tema “Il gioco e le attività manuali”, all’interno del progetto Young Diaconia finanziato da Caritas Vienna, Nadea, formatrice e responsabile dei volontari, ha organizzato una giornata nel meraviglioso parco Dendrarium per questi giovani così in gamba (hanno solo tra gli undici e i diciannove anni, ma dedicano praticamente tutti i pomeriggi agli altri).

Qui potete vedere il servizio e notare il figurone delle magliette inviate da Caritas Ambrosiana!
Eccovi una traduzione dell’articolo a commento:

“Intrattengono i bambini e aiutano gli anziani nei lavori domestici. Parliamo di numerosi gruppi di volontari di Missione Sociale “Diaconia”. Arrivati da molti villaggi e città della Repubblica Moldova, i giovani hanno esposto lavori di artigianato e hanno svolto dei giochi insieme. I volontari più attivi sono stati premiati.

I volontari sono venuti da diverse località moldave per fare una valutazione delle attività svolte, durante l’anno, nell’ambito di un progetto. I giovani hanno svolto varie attività di volontariato nelle comunità da cui provengono: hanno aiutato gli anziani soli e i bambini con esigenze speciali, hanno organizzato serate a tema per gli adolescenti. I volontari dicono che, anche se è piuttosto difficile lavorare con queste categorie di persone, è comunque interessante.

I volontari hanno anche esposto lavori di artigianato e hanno svolto attività in gruppo. Dopo hanno condiviso le loro esperienze. Il lavoro dei ragazzi è stato valutato da una giuria, inoltre cinque tra i volontari più dotati faranno uno scambio di esperienza in Italia, in un centro per bambini. I finanziatori del progetto dicono che hanno deciso di aiutare gli anziani e bambini in quanto queste categorie sono le più vulnerabili, specialmente in questo periodo di transizione.

Sono venuti a condividere la loro esperienza anche i volontari dell’Associazione “Prietenii Copiilor”. Nemmeno in vacanza i giovani volontari di “Diaconia” staranno senza lavoro. Continueranno l’attività di volontariato perché, affermano, così si sentono più utili.”

mercoledì 9 giugno 2010

Latte fresco tutte le mattine!

Nessun commento:

Mi piace sempre un sacco soffermarmi un attimo a vedere cosa vende questa vecchietta, che si apposta tutte le mattine ad un angolo della fermata del filobus che prendo ogni giorno per andare in ufficio. Stamattina, insieme alle sue bottiglie (rigorosamente riciclate) da un litro e mezzo di latte fresco della sua mucca, aveva un bel secchio di ciliegie, quelle autentiche biologiche, che noi ci sogniamo.

Ci sono tante signore che, come lei, arrivano dalla campagna in città ogni giorno per vendere quello che raccolgono dalla terra...verdure, semi di girasole, fiori recisi, latte (che ti fanno assaggiare dal tappino della bottiglia), brânza = formaggio fresco, e ora, con i primi caldi, anche fragole, ciliegie e prossimamente anche le amarene, che non ho mai assaggiato in vita mia se non sciroppate...non vedo l'ora :) slurp!

venerdì 28 maggio 2010

L'ultimo giorno insieme

Nessun commento:

26 maggio

Il reportone è bello inviato e decido che mi ci vuole un premio; anche se non abbiamo in programma nessuna attività ad Orhei, abbandono Mara alla stesura del progetto per l’ambasciata e vado all’appartamento sociale. Questa è l’ultima sera che passo con le ragazze, so che non ci sono tutte, Mariana (per noi è sempre stata Mihaela) lavora a Chisinau e verrà solo domani, Maria (Maricica per tutti) finisce tardi e chissà se viene a casa a dormire o resta là, ma ho voglia di esserci.

Fa caldissimo, sulla rutiera sento che sto diventando un tutt’uno col sedile.

Mentre percorro la strada dalla stazione all’appartamento ripenso a quante volte l’ho fatta a piedi quest’anno, in quanti modi e con chi. La prima volta con Elisa, poi con Stela (terrorizzata che ci perdessimo) la prima sera all’appartamento, tante volte con tutte le ragazze, nel buio della notte moldava, guardando le stelle e spiegando loro che a Milano non le puoi vedere, cantando i canti di Natale, e ancora sulla neve e quando andava male sul ghiaccio, e ancora nel fango, oppure quasi di corsa perché tanto per cambiare eravamo in ritardo. Io e Mara.

Tante volte. Mai però con questo caldo e mai da sola.

Arrivo. Le ragazze sono via per commissioni, lavoro con Mariana, l’assistente sociale e le educatrici, Doamna Ecaterina e Cristina. Aurelia, la terza educatrice, è a casa che raduna foto. Iniziamo a radunare le attività fatte in un anno e realizzo piano piano che domani saluteremo queste ragazze sperando che ciò che abbiamo fatto per loro, ognuno nel suo piccolo, le aiuti a costruirsi un domani migliore.


Dopo cena i preparativi raggiungono il culmine. Ala sforna clatite a ciclo continuo, le altre ragazze, con Doamna Ecaterina, con movimenti sicuri chiudono quintali di sarmale e preparano tutto per il pranzo di domani, mentre insieme seguiamo l’episodio 78 di “Dragoste si Ciocolata” (Amore e Cioccolato, una soap terrificante sudamericana, in cui prima del doppiaggio in romeno senti lo spagnolo mentre leggi i sottotitoli in russo). Ormai so tutto di Rosita e Bruce.

Le 23, andiamo a prendere Maricica che ha finito di lavorare. Andiamo tutte, io, Marina, Ala, Mariana, Nina. Mezzora abbondante di camminata nella notte ad andare e altrettanto al ritorno. Adesso è fresco, meno male che ho portato la giacca nonostante il caldo della giornata. Peccato per le nuvole, con la luna piena che c’è sarebbe stato ancor più bello.

E ancora una volta questo tempo insieme è denso di racconti. Al ritorno, una volta recuperata Maricica, Marina, che da quando siamo uscite di casa si è attaccata al mio braccio, mi confida che quando cammina di notte fa sempre pensieri strani, ha paura.
Chiara: “Ma non devi avere paura, non sei da sola ora, se qualcuno si avvicina gli saltiamo addosso in 6 e vedi come scappa.”
Marina: “In 7. Siamo in 7.”
Chiara (mentre pensa a quanto è stato inutile il lavoro sulla matematica se ora Marina nemmeno sa contare in quanti siamo): “No, in 6, conta bene, siamo in 6: io, te, Maria, Mariana, Nina e Ala.”
Marina: (sottovoce) “E Dio, Lui c’è sempre.”

Per fortuna la notte ha nascosto il mio rossore. Proprio Marina, la più piccola del gruppo, la ragazza dalle domande impossibili per tutto l’anno (“Ma anche in Italia gli uomini muoiono?”), che ha sempre voluto essere al centro dell’attenzione, che una volta ha preso fuoco avvicinandosi troppo ai fornelli, che si dimentica di mettere il sale quando cucina, che è arrivata con tanto impegno solo fino alla tabellina del 5, proprio Marina mi ha ricordato una presenza che in tutta la mia precisione e turbinio di cose da fare rischiavo di dimenticare.

27 Maggio

Momento di saluto e festa dopo un anno insieme.


Ci siamo quasi tutti, manca Stela, è partita per l’Italia proprio stamattina. E chi non è qui fisicamente, è comunque con noi nel ricordo (o almeno campeggia sul cartellone che abbiamo preparato!).

Il momento è intenso, arricchito dalle novità dell’ultima settimana (la ricomparsa dopo anni della mamma di Ala e il lavoro ottenuto da Nina e Ala). Anche la commozione è tanta, soprattutto quando la psicologa Doamna Ludmila ci guida nel costruire una rete in cui ognuno esprima i sentimenti verso una persona del gruppo e i suoi auguri per tutti. Non mancano le lacrime.

E poi, prima della festa (con tutto il cibo e la torta), il momento della consegna della “dote”, poche cose (lenzuola, pentola, piatti, posate, asciugamani) per iniziare una vita da sole, verso un’indipendenza sempre più affermata.


lunedì 17 maggio 2010

Ma il Travisil avrà effetti collaterali?!?

2 commenti:
Dopo una settimana, ho recuperato le forze per postarvi qualche impressione e immagine della formazione che abbiamo svolto a Talmaza lo scorso weekend.


30 volontari provenienti dai vari centri di Diaconia sul territorio (più 4 da Iasi, in Romania), insieme per prepararsi ai Cantieri del Solidarietà 2010. Fra questi abbiamo selezionato i 17 che, con i ragazzi italiani, affronteranno questa avventura estiva.
E poi noi "formatori", che nel gioco notturno abbiamo dato il meglio di noi (per terrorizzare i poveri fanciulli!) (da Sx Vulcano - Mara, Sceriffo - Ana, Fata dei boschi - Anna, la Strega - Vasile, lo scienziato straniero - la sottoscritta, il Maestro Nero - Nadia, ed Elisa al di là dell'obiettivo che se la spassava un mondo):
(la mia mamma si è offerta di pagarmi il parrucchiere dopo aver visto la foto... ma uno scienziato folle come deve essere?!?!)

E poi, così in ordine sparso,

-Alce Rossa nei boschi (e fra le ortiche!), ovviamente doveva iniziare a piovere

- Dima e Roma che ballano "La zia di Forlì" (ok, questa è colpa mia)

-i poetici WC (vi risparmio la foto, ma dopo essermici nascosta per un'ora durante il gioco sono diventati il mio luogo preferito, vero, sto impazzendo)
-"Sunt un cocoș și mă cheama Renda" versione tradotta e adattata di "Sono un pollo e mi chiamo Giovanni"
-il brutto risveglio di domenica mattina
-il lungo abbraccio di Roma quando ci siamo salutati, consapevole di aver partecipato ad una cavolata di gruppo
-la discoteca, mix tra tecno e musica tradizionale (ho anche ballato la hora!)
-la perdita del nostro apriscatole (è rimasto lì :-( )
-la pasta scotta
-la hrisca infinita
-il mistero del latte
-il gioco peggio spiegato del mondo (proposto da uno dei gruppi dei ragazzi) e le risate più grosse (ogni squadra, non avendo capito nulla, ha fatto quello che voleva, grande divertimento, soprattutto in chi ci guardava)
-il mal di pancia di Anatol
-la regola numero 5
-la corte spietata fatta ad Anna
-le medicine elargite (ma il Travisil avrà effetti collaterali?!?)
e me ne verrebbero in mente tante altre ma ora è tempo di Reportone (chissà, forse possiamo chiamare così il prossimo gioco di paura notturno...)

sabato 1 maggio 2010

un primo maggio...al lavoro!

Nessun commento:


Oggi pomeriggio siamo andate a trovare Mariana, una delle sei ragazze dell'Appartamento sociale di Orhei, che da un paio di settimane ha lasciato il progetto (*) per aver trovato lavoro e casa a Chisinau. Anche se si tratta di una sistemazione temporanea, ci è sembrata davvero contenta: serve da bere e rivende tabacchi in uno strano prefabbricato che abbiamo trovato davvero a fatica (chiaramente, l'insegna non c'è): entrando, nel primo stanzino i clienti attendono l'ordinazione che fanno bussando a una grossa porta (sembra l'entrata effettiva della casa) dietro la quale Mariana riempie bicchieri e vasetti "take away" di vin de casa (vino sfuso molto artigianale), di rachiu (grappa) e tuica (vodka artigianale) che mesce da grossi boccioni da 5 litri (in foto). La sua "principale", doamna Maria, ci raggiunge poco dopo e si ferma qualche minuto a chiacchierare con noi, tirando fuori qualche parola di italiano: ha vissuto per un periodo in Italia, girando per diverse città del Nord, e 5 anni fa è tornata in Moldova per problemi legati alla famiglia e ad una gamba. Entrambe ci spiegano che a breve Mariana inizierà a lavorare come cameriera (si è preparata a questa professione frequentando una scuola professionale di 5 mesi) nel bar di un parente. La visita, seppur breve, si rivela un'immersione totale in una realtà lontanissima dalla nostra quotidianità: uomini (solo ed esclusivamente), per lo più soli, e i loro cicchetti del sabato pomeriggio. Almeno, così, a colpo d'occhio, ci è sembrato.

Anche se teoricamente sarebbe stato un giorno di festa, vedere Mariana al lavoro ci ha riempite di gioia: questi non sono che i suoi primi passi verso l'indipendenza.

(*) "Verso l'indipendenza", gestito da Diaconia.

sabato 17 aprile 2010

Trova le differenze...

2 commenti:

24 ottobre 2 febbraio 17 aprile
Chisinau, dalla finestra della cucina
ovvero...il tempo passa!

Fra tre giorni saranno esattamente 6 mesi che siamo approdate in Moldova.
In noi e intorno a noi tante cose sono cambiate. Ma altre sono rimaste le stesse.
Come l'entusiasmo, nonostante le fatiche, per il nostro essere qui.
Certo, trovare tutte le differenze e le costanti è più difficile che per il paesaggio!

E voi altri SCE sparsi per il mondo?

PS La multi ani Desi!!!

lunedì 22 febbraio 2010

Olimpiadi invernali

Nessun commento:
Ispirate dalla neve che ci seppelliva, dai veri giochi olimpici alle porte, dalle figure che poco avevano da invidiare a quelle del pattinaggio artistico mentre volavamo sul ghiaccio, dal curling che abbiamo sfiorato tra la nostra e un’altra macchina, a gennaio abbiamo deciso di proporre alle ragazze di Orhei delle fantastiche “Olimpiadi Invernali dell’Appartamento Sociale”.


Adesso, che la neve si scioglie, c’è il sole (sabato addirittura +11°), Chişinău appare davvero bella, non temiamo più di perdere dita-naso-orecchie per il freddo ( -22° al sole, ok, lo so che mi ripeto), abbiamo il morale giusto per postare qualche immagine “sportiva” di quei giorni.


martedì 26 gennaio 2010

Chiara continua a rompere il ghiaccio...

3 commenti:

n.b. da tenere presente che quello in foto è solo un frammento dei lastroni di ghiaccio che ricoprono marciapiedi e strade moldave. Da notare lo spessore.

Vi risparmiamo i racconti degli scivoloni..."ahi ahi, che male"

Il paese che non c'è...o non si sa dov'è

Nessun commento:

In fondo, non è male l'idea di chiamare così un gioco da tavolo. L'interrogativo suscita una certa curiosità: sarà un gioco sulla geografia? Sarà come Risiko ma meno guerraiolo? Ma il punto è che oggigiorno la domanda non è così scontata: dov'è la Moldova?!?

Forse un italiano ne ha sentito parlare in qualche occasione, conoscendo una badante est-europea o vedendo l'ultimo film di Verdone (in cui uno dei personaggi è proprio una badante moldava).

Magari un inglese un po' meno: è la domanda che si sono posti i tifosi inglesi durante i campionati europei del 1996, in cui la nazionale ha avuto modo di giocare contro quella moldava. Tra l'altro, il campionato si disputava proprio in Inghilterra e tra i calciatori inglesi debuttava Beckham in nazionale, motivi che hanno dato parecchia visibilità all'evento, richiamando una certa attenzione da parte degli anglosassoni. Da lì, presto il quesito si fa passaparola fra gli inglesi, che si vedono sfidare da una nazionale con una provenienza non ben identificata.

Ecco spiegato il titolo di questo gioco in scatola inglese. A me ha fatto una certa impressione scoprire che era solo un gioco...


Ah, per la cronaca: il gioco è un misto tra Risiko, Monopoli e Trivial Pursuit...eccovi un assaggio.

Grazie a Fabio!!

martedì 12 gennaio 2010

Giusto per rompere il ghiaccio...

Nessun commento:
Anche in Italia finalmente qualcuno inizia a parlare di Moldova non solo quando qualche episodio di cronaca attrae l'attenzione... ok, magari lo fa in terza serata e tante cose si potrebbero migliorare, ma lo fa!
All'occhio attento di Mara non è sfuggito questo servizio e quindi se ve lo siete persi ve lo linkiamo noi!!!

Per il resto noi stiamo bene, siamo arrivate sane e salve (ok, lo ammetto, non è che fosse chissà che viaggio lungo, almeno non dal punto di vista dei chilometri...) e piano piano stiamo riprendendo le nostre attività.

A breve cercherò di mettere anche le slideshow con le foto dei nostri magnifici paesi!

giovedì 10 dicembre 2009

Permesso di soggiorno: ultimo episodio!

Nessun commento:
Dopo mille peripezie (vi risparmiamo tutti i passaggi intermedi perché vi vogliamo bene), allo scadere del nostro primo periodo qui (mancavano giusto giusto 48 ore), ce l’abbiamo fatta!!! Staremo sul suolo moldavo con tutte le carte in regola, abbiamo finalmente il permesso di soggiorno!!
La foto illustra la nostra felicità ieri sera…

martedì 1 dicembre 2009

venerdì 27 novembre 2009

Foto di gruppo con Metropolita

1 commento:
Ecco la delegazione ambrosiana accolta dal Sua Santità Petru, Metropolita di Bessarabia.
(da sin: Elisa, Chiara, Lorenzo, Sua Santità Petru, Sergio, parinte Vasile, Mara)


giovedì 12 novembre 2009

Indovinello

5 commenti:
Oggi prima attività tutta nostra all’appartamento sociale!
Dovevate vederci “parlare” in rumeno. Ma i gesti possono più di mille parole e quindi…
Non vi sveliamo nulla, indovinate dalle foto.
PS Se Marta capisce non vale perché parte avvantaggiata!





giovedì 29 ottobre 2009

Permesso di soggiorno: episodio 1

1 commento:
Non so come si stiano ritrovando gli altri SCE con la burocrazia dei Paesi in cui sono ospiti, ma noi ci siamo già entrate in pieno: viste le esperienze piene di problemi dei volontari che ci hanno preceduto, abbiamo deciso di intraprendere subito il nostro lungo cammino insidioso alla conquista del permesso di soggiorno (tanto da rinunciare oggi alla nostra prima visita all’Appartamento sociale di Orhei, fulcro del nostro lavoro di volontarie presso il partner locale Diaconia).

Per ogni straniero intenzionato a soggiornare nel paese per più di 90 giorni, una volta superato il controllo in aeroporto e ottenuto il timbro del visto sul passaporto, ha inizio un conto alla rovescia: si hanno 60 giorni di tempo per preparare una lista chilometrica (vi risparmio l’elenco…) di documenti di varia natura. Si potrebbe pensare: bè, ma ti danno due mesi di tempo per prepararli! E invece, è proprio lì che sta il tranello: illudersi che di tempo ce n’è a sufficienza e che i funzionari siano lì pronti ad aspettare te per agevolarti nella trafila.
Difatti, abbiamo trascorso le tre ultime giornate di servizio in ospedale, a confonderci tra lunghi corridoi, piani, scale, e fare visita (più che farci visitare) da fisiatri, radiologi, psicologi, ginecologi, neurologi, dermatologi, infettivologi, per giungere alla fine al “grande capo” che fuma in ospedale e ha un arredamento completo (inclusa tv, divano, tappeto e arazzo sul muro) nel suo studio. In fin dei conti, possiamo dire di aver fatto un check up completo e una bella immersione nella sanità “made in Moldova”!

Scopriamo così che in Moldova sono dei grandi appassionati di timbri, di passaggi di soldi “sottobanco”, di allegri scavallamenti di code, della varietà più disparata di analisi cliniche (qui devi farla a comando!), di ogni genere di incartamenti svolazzanti tenuti insieme con la colla stick, di pezzettini microscopici di cotone idrofilo che dovrebbero bastare a tamponare bucherellamenti vari e di pulizie a ripetizione effettuate con tanto di slalom dello straccio malconcio. Ma scopriamo anche quanto tutti siano desiderosi di sapere cosa ci facciamo qui, di mostrare la loro conoscenza dell’Italia e dell’italiano, mentre noi italiani nemmeno sappiamo dove sia la Moldova.