lunedì 12 luglio 2010

il sabato del villaggio...nell'atelier moldavo



Modello: la donzelletta che vien dalla campagna...moldava

Collezione: Primavera-Estate-Autunno...ovviamente, rigorosamente moldavi

Composto da: ie (= camiciola) in puro lino con preziosi ricami colorati (verde, nero e rosso, tipici moldavi) e manichette arricchite da orli all'uncinetto, catrinţă (= gonna da legare in vita) in lana grezza multicolore, brîu (= cintura senza fibia da legare) con motivi geometrici

Style & Design: signora Ecaterina

Testimonial: me



Scherzi a parte, quest'abito tradizionale è stato confezionato a mano da alcune donne che lavorano per un'associazione che promuove il recupero e la conservazione dei tradizionali metodi moldavi di tessitura e ricamo con fibre naturali (metodi che oggigiorno in Moldova sono quasi del tutto andati perduti, perchè poco remunerativi, faticosi e soppiantati dal mercato di manufatti molto più economici - e scadenti - che arrivano dall'estero, tipo Cina) creata dalla signora Ecaterina Popescu, gentilissima e pimpante insegnante sulla cinquantina, nella sua scuola di Clişova Noua, un villaggio a circa 70 km da Chisinau. Qui si fanno praticamente solo su ordinazione tappetti di lana multicolore con motivi tradizionali, costumi tipici per gli ensamble di musica folclorica moldava, carinissime borse e portamonete in lana grezza, speciali "asciugamani" in cotone e stole ornamentali che si usano per avvolgere le icone dei santi e per celebrare i matrimoni, altre stoffe ricamate e oggetti per decorare gli ambienti della casa...

La signora Ecaterina e un mega telaio del laboratorio

Quello che più colpisce quando si visita la sede dell'associazione (ricavata all'interno dei locali ormai sfitti di una grande scuola-asilo "sovietica" frequentata oggi da soli 60-70 bimbi provenienti dai 3 villaggi vicini, che in totale mettono insieme circa 2000 anime) è la voglia di raccontare della signora Ecaterina, che ci tiene molto a spiegare il suo grande desiderio: quello di mantenere vivi i metodi tradizionali di produzione al telaio (quelli di legno, che a guardarli ti sembrano un po' rudimentali ma che funzionano alla grande) convertendoli in laboratorio pratico-culturale per bambini e lavoro remunerato per le donne-mamme-casalinghe della sua comunità. Per combattere la perdita delle tradizioni più tipiche e, una volta, diffuse, della sue terra, impregnate da una fortissima identità rurale, questo le sembra un buon modo per mantenere e tramandare le usanze che caratterizzano la sua cultura. Non so da quanti anni mandi avanti questo progetto, divenuto nel corso del tempo una vera e propria impresa, che mostra con orgoglio a tutti i suoi visitatori (guidandoli anche nella breve visita a due grandi stanzoni-museo con vecchi strumenti per la filatura e strani cimeli della zona).

Nel salone-museo

Oggi, il problema a cui deve far fronte la mini-impresa della signora Ecaterina è la mancanza di sbocchi di vendita diversi dai canali battuti fino ad oggi dall'associazione (esposizioni dedicate all'artigianato, eventi dedicati al folclore locale...). La signora Ecaterina racconta che le donne che ricamano e tessono per lei le chiedono sempre di lavorare, ma lei non ha poi di come pagarle: le vendite vanno a rilento, e per di più i suoi clienti sono solo persone che capiscono il vero valore dei manufatti, quindi pochi e con un certo status (presumo, quindi, molti stranieri come me e moldavi nostalgici).

p.s. Confesso che mi fa un po' strano auto-postarmi la foto in abiti tradizionali...però parlare della signora Ecaterina e la passione che ci mette per mandare avanti la sua associazione e il suo benefico ritorno sulla comunità meritava un posticino nel blog, no?

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