martedì 27 luglio 2010

Diario Boliviano2

Anche di Domenica il gruppo Bolivia non si ferma.
Per alcuni si apre la possibilità di partecipare con Alessandra alla messa interna al Carcere San Antonio, durante la quale verranno celebrati tre battesimi.
Arrivati davanti al San Antonio, già l’edificio parla da sé. Due detenuti buttano fuori la spazzatura e intorno a loro ben dieci agenti di polizia, con tanto di mazza e facce che la dicono lunga.
Si entra, perquisizione. Si oltrepassa il cancello che si chiude dietro di noi e si apre un mondo, quello dei carcerati. Caos, degrado, bambini che giocano a rincorrersi passando tra le nostre gambe, gente che, da quello che si può definire il piano superiore, scruta noi facce nuove con durezza.
Superata una scala dalla poca affidabilità, ci ritroviamo in questa stanzetta dal pavimento di legno scricchiolante che dà sui pochi metri di sole di cui i carcerati dispongono, dove un gruppo improvvisa una partita di calcio. Qualche panca, un tavolo adidibito ad altare e giusto l’essenziale per celebrare una funzione.
Padre Eugenio porta avanti con elegante delicatezza la messa battezzando due adulti ed un bambino. E l’atmosfera si fa surreale e commovente.
Prima di uscire, deviazione a portare un po’ di pane a chi a causa di una rissa notturna è finito nella cella di isolamento. Una vera e propria gabbia, dove la punizione può dilungarsi o meno a seconda di criteri inesistenti e dunque infondati. Un ragazzo spaventato e malconcio, piange attaccato alle sbarre e chiede a Padre Eugenio di chiamare la sua famiglia.
Ed è con questa ultima immagine che si esce, respirando l’aria e tirando un sospiro di sollievo, che va a celare una velata tristezza.
Le emozioni continuano, poi, su strade diverse alla “Ciudad de los Ninos”. Qui, l’affetto immediato e senza filtri dei bambini che ci accolgono al nostro arrivo, regala senza dubbio una gioia senza pari. Un pranzo condiviso, dei giochi improvvisati e con poco ci si diverte e si fa divertire.
Qualche ora e poi si saluta con un sorriso sincero.

E quale finale migliore per concludere una giornata come questa, se non partecipando alla fiesta dell’Amistad presso la Parrocchia di Condebamba... E già, tra karaoke e balli sfrenati, portiamo a casa un figurone con la nostra “Canzone del Sole” cantata a squarcia gola sulle note di sottofondo suonate da Matteo e la sua chitarra.
Cena e poi nanna per i cantieristi, pronti ad addentrarsi nel primo giorno di lavoro…

Claudia

3 commenti:

  1. Sempre per Olga: la prossima volta invece di Battisti io propongo una Lady Gaga versione "Emotional" con Olga alla chitarra senza manico.

    Io porto il tamburello del rebelot!

    muà

    sempre Wonder

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  3. @Anna: quel trenino è di una gioia senza pari!
    Poi ci racconterai tutto!

    Un abbraccio

    RispondiElimina