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martedì 2 novembre 2010

Bonus track #1

Nessun commento:
jacuzzi, di Maddalena Villa (Thailandia)



Jordan flag, di Anna Ogliari (Giordania)



Sono italiani e si devono far riconoscere, di Andrea Buonopane (Bulgaria)

venerdì 15 ottobre 2010

I Fantastici 4 ed il mio amico Alfred JT II

1 commento:
Liberamente tratto dai ricordi dell’unico neurone dei cantieristi georgiani


Avvertenze:
1. non proseguire oltre se si hanno problemi non guaribili con 2 semplici compresse di Imodium
2. non proseguire oltre se si hanno altri problemi di sorta, vari ed eventuali o presunti tali

Starring
Beppe “La cosa” Beretta
Laura “La donna invisibile” Broggini
Fabio “Elastic man” Giudici
Lorenzo “La torcia umana” Raineri

Special guest
Alfred John Timmy II

Supervisors
1. Elisa Magnifico
2. Irene Baldissarri

Numbers
4 protagonisti
3 uomini
1 donna
3 co-protagonisti
3 a 1 le elezioni
3 uomini e 1 neurone (depositato presso terzi)
3 a 1 la vittoria totale

Incipit
”Oh! Oh! Svegliati, devi andare in Georgia! E’ ora! E smettila di parlare nel sonno di terre lontane al di là dei due mari, di terre ai piedi delle montagne, di terre dove splende il sole ma anche no, di terre dove la temperatura è alta ed il cibo è squisito, che spaventi il nonno! Guardalo: è già 2 mattine che quando entro in camera vostra lo trovo arrampicato sull’armadio che ti guarda con gli occhi sbarrati mentre trangugia grappa!”

“Trangugia grappa!?? Nonno! Ridammi subito la mia fiaschetta che devo partire, e vieni giù dall’armadio!”

“Wei, sbarbatello, ho fatto la campagna di Russia io, sempre in canotta, e nessuno mi ha mai chiesto indietro una fiaschetta di grappa. Tira su i quattro tuoi stracci e muoviti che l’aereo mica t’aspetta!”

Questo è l’inizio un po’ sgangherato di un’avventura altrettanto sgangherata ricca di colpi di scena e gesti di straordinaria eroicità ed altruismo. Vabbè, se leggete solo fino a “sgangherata” avete il quadro giusto.

Interno mattina…molto…molto mattina (il check-in è alle 2.45) – Aeroporto – Malpensa – Italia
“Elastic man”: “Oh guardate! Da qui si vede il Resegone…scusi, scusi, lei dell’aeroporto, mi sa dire se quello è il Resegone?”

“Quale? Quello sul poster invisibile? Guarda che è prestissimo: è buio pesto e non si vede niente!”

“Vabbè, allora riprovo: il sole da dove sorge? Da lì o da là?”

“Non lo so.”

Bene, bell’inizio

Interno sera – alloggio Caritas – Tbilisi – Georgia
Conclusi gli incontri di presentazione dei cantieri, terminati i colloqui di orientamento, archiviata la prima giornata di formazione, vissuta la 2 giorni di Castellanza, lette tutte le e-mail di coordinamento delle Supervisors, inviate le risposte ai messaggi, messo alle spalle il primo pomeriggio di cantiere ed a serata ormai inoltrata… “La torcia umana” al Supervisor n° 2: “Come ti chiami?”

No comment


Interno sera – alloggio di padre Misha – Arali – Georgia
Il clima è teso...d’altronde si sa, come dicevano alla formazione…ogni esperienza ha il suo momento difficile. La tensione comunque è davvero tangibile tant’è che cantieristi a disposizione e Supervisors sono tutti riuniti in salotto. Il clima è di attesa spasmodica; la serata è strana rispetto alle precedenti: un preoccupante gelo è sceso sui presenti e scuote gli animi. Il dubbio si dipinge sui volti di chi si sta ponendo un’evidente ma tacita domanda dettata dalla contingenza della situazione: “La torcia umana” sta facendo la doccia ed è un problema, perchè per fare la doccia s’è allontanato parecchio dalla tazza di ceramica su cui abitualmente siede negli ultimi 2 giorni.

Ma eccola che finalmente compare e si riunisce ai compagni ricomponendo il quartetto
apparentemente incolume: come sarà andata realmente? Tutti sono in attesa delle sue parole quand’eccole arrivare: “Oh ragazzi…qualcuno mi lava le mutande?”

Se non fossimo stati tutti lì a sentirlo non ci avremmo creduto

Interno pomeriggio - Arali - Georgia
“La torcia umana” fissa “Elastic man” dritto negli occhi, poi si volta verso “La cosa” ed esclama: “la distanza tra il campo da gioco e casa è di un vitello dai piedi di balsa”.

Elio il contapassi

Interno sera – alloggio di padre Misha – Arali – Georgia
Siamo vicini al “giro di boa” del cantiere ed il Supervisor n° 1 ci saluterà a breve per tornare in Italia.

Si vocifera di elezioni a suffragio universale tra i 4 cantieristi per l’elezione del nuovo Supervisors n° 1.

Nel mezzo della campagna elettorale, durante un’impegnata ed intensa discussione, “La cosa” interviene con parole di autostima: “Ma io cosa parlo a fare che dall’Italia non ho portato nemmeno i capelli?”

Realtà

Interno sera – alloggio di padre Misha – Arali – Georgia
Le elezioni a suffragio universale affidano con larga maggioranza alla “Donna invisibile” il posto di Supervisor n° 1 nonché di vero capo del cantiere e di persona depositaria dell’unico neurone comune.

Un referendum pilotato la proclama anche capo-Supervisor destituendo di fatto dalla carica il Supervisor n° 2… il cantiere è in mano ai cantieristi.

Vittoria!

Interno sera – alloggio di padre Misha – Arali – Georgia
Unilateralmente annullate dal Supervisor n° 2 le per noi regolarissime elezioni a causa di presunti ma mai dimostrati brogli, l’oligarchia del cantiere si trasforma in monarchia assoluta ereditaria.

Sconfortati e demoralizzati da un inaspettato ed inaspettabile epilogo, i cantieristi tentano di volgere a loro favore la situazione cambiando l’ordinamento politico di riferimento e giocando così la carta della dittatura patriarcale…”La torcia umana” indicando “La cosa” dice al Supervisor n° 2: “Non capisco perché se lui è più vecchio il capo lo devi fare tu!”

Nessun effetto

Interno mattina – alloggio di padre Misha - Arali - Georgia
“La torcia umana”: “Cosa, alzati che son le otto”.

“La cosa”: “Non è vero”.

Ipse dixit

Interno mattina – alloggio di padre Misha – Arali – Georgia
Vista la situazione di stallo, “La torcia umana” commenta: “Va bene, mi siedo, fisso un punto sul muro ed aspetto che i fatti si volgano in mio favore”. Colti dalla certezza che egli è depositario del neurone comune (probabilmente rubato alla “Donna Invisibile” in un momento di distrazione) anche “La cosa” ed “Elastic man” si siedono e fissano il vuoto sapendo che è la cosa corretta da fare. Pochi secondi dopo compare Padre Misha che porta la colazione.

Proverbiale

Interno giorno - Pulmino - tragitto Arali-Khizabavra - Georgia
Sebbene la rivoluzione patriarcale non abbia sortito effetti, pur di non rimanere sotto la dittatura del Supervisor n° 2, i 4 cantieristi giocano la carta jolly: indicono una crisi di governo e propongono nuovamente elezioni immediate da tenersi per alzata di mano, per evitare brogli, seduta stante. “La cosa”, “Elastic man” e “La torcia umana” propongono nuovamente “La donna invisibile” quale unica depositaria del potere. Come previsto dai taciti accordi carbonari pre-elettorali tra i cantieristi, “La donna invisibile” continua a proporre il Supervisor n° 2 al ruolo di ras del cantiere...tanto per darle un contentino...o meglio, per darle l’illusione di essere ancora lei il boss. Le elezioni si concludono con il trionfo della “Donna invisibile”, già depositaria dell’unico neurone in comune (nel frattempo recuperato dalla “Torcia umana”), che ora possiede anche il “potere di controllo” del cantiere.

Un grugnito soddisfatto di Joska (il fratello grosso della “Cosa”) conferma il risultato.

Per festeggiare: risate suine ed ignoranti

Interno sera – alloggio di padre Paata – Khizabavra – Georgia
Comparendo dal nulla con il portatile in mano padre Paata riunisce il gruppo per una comunicazione di vitale importanza: “Oh, guardate questo Power Point degli italiani che parcheggiano” (un famoso video di Bruno Bozzetto sugli italiani).

Disarmante

Interno mattina – alloggio Caritas – Tbilisi – Georgia

Supervisor n° 2: “Va bene, ma voi 5 cosa dite?”

...Silenzio...

Supervisor n° 2: “Scusate, volevo dire voi 4”

...Silenzio...

...i 4 cantieristi si guardano...


“La torcia umana” (accarezzando l’aria con le mani come per scompigliare i capelli di un bambino seduto di fianco a lui): “Ma come? Ti sei dimenticata del piccolo Alfred?”

Sì, Alfred… l’amico invisibile di tutti i cantieristi georgiani…una domanda comunque serpeggia per il gruppo e voci di corridoio ne rendono l’eco sempre più evidente nelle menti vuote di “Elastic man”, “La cosa” e “La torcia umana”…

Alfred…è il figlio segreto della “Donna invisibile”?

Interno pomeriggio – Aeroporto – Malpensa – Italia
I Fantastici 4 compiono la loro missione più grande e difficile. In attesa dei bagagli davanti al nastro trasportatore si accorgono di una situazione pericolosissima. Dal bagno delle donne esce una fila di giapponesi in coda ed in attesa. Senza indugi ma ponendosi una sola domanda… ”Ma cosa facciamo? Interveniamo?” …i nostri eroi, coadiuvati dal Supervisor n° 2, risolvono la situazione avvicinandosi alle signore con l’indice puntato in una precisa direzione e dicendo: “There’s another toilet there!”

Impareggiabili!

Interno pomeriggio – Aeroporto – Malpensa – Italia
Dopo un’attesa spasmodica dei bagagli ormai protrattasi oltre i 2 minuti, “La cosa”, “Elastic man” e “La torcia umana” cercano (con fatica e senza risultati immediati) il banco dei reclami per segnalare la situazione. Al banco un uomo di capelli non munito e visibilmente alterato dice allo sventurato impiegato: “E’ quaranta minuti (falsità) che aspettiamo i bagagli, sono arrivati quelli dell’altro volo ed hanno interrotto la consegna dei nostri! Gli altri sono arrivati dopo ed hanno già tutte le loro cose!”.

Da dietro l’uomo notevolmente irrequieto, guardando l’impiegato dell’aeroporto, “La cosa” con impareggiabile coraggio incalza: “Sì, volevo dire anch’io la stessa cosa”.

Opportunisti

Fine

Come avrete notato, questa storia, in alcuni punti davvero liberamente ripresa, è fatta di soli “interni”; non ci sono azioni, parole, ricordi o pensieri che si riferiscano all’esterno. Questo non perché l’intero cantiere si sia svolto al chiuso, non sarebbe ovviamente possibile. Non perché noi avessimo una particolare predilezione per gli ambienti interni, non sarebbe vero. In questa storia non ci sono esterni perché fuori ci sono i giochi dei bambini, le risate dei ragazzi e le urla di vittoria, c’è il pianto dei più piccoli che sono caduti correndo, ci sono i canti ed i cerchi “tutti in piedi” per fare i bans, c’è la benda di “mosca cieca” ed i campi di gioco, ci sono 2 capitani che scelgono tra i loro amici i compagni di squadra, c’è una schiacciata con il pallone da pallavolo ed i bambini che il giorno dopo ritornano per giocare… Fuori c’è padre Paata che impiega 1 ora e mezza di fuoristrada tra una parrocchia e l’altra, c’è Simon che gioca con un bastoncino ed una lattina, che si arrampica sul carretto sporco e che ride guardando nella macchina fotografica. Fuori ci sono anche gli amici che lo prendono in giro e lui che ride per un palloncino con disegnata sopra una faccia (il bambino più felice del mondo?). Fuori c’è Simon che quella lattina cerca solo di romperla con il bastoncino… è il gioco più bello della Terra? Fuori… c’è il cantiere.

Giuseppe Beretta, Laura Broggini, Fabio Giudici e Lorenzo Raineri

Questa "storia" è la vincitrice (ex aequo) del concorso "Che storia!" indetto dal Settore Internazionale di Caritas Ambrosiana tra i partecipanti all'edizione 2010 dei Cantieri della Solidarietà.

martedì 12 ottobre 2010

Scatta il cantiere, categoria Act

2 commenti:
La categoria "Act" era stata descritta come "le attività del Cantiere, cantieristi in azione, un momento del loro servizio".

Prima classificata


Pirati spensierati, di Francesca De Francesco (Moldova)

Seconda classificata


Impossible is nothing, di Francesco Minoia (Giordania)

Terza classificata


Birra e salsicce, di Giuditta Personeni (Palermo)

lunedì 11 ottobre 2010

Scatta il cantiere, categoria Zero Poverty

Nessun commento:
Postiamo le foto (in versione ridotta) vincitrici della quarta edizione del concorso fotografico aperto ai partecipanti dell'edizione 2010 dei Cantieri della Solidarietà.

Questo il podio della categoria "Zero Poverty" (foto che ben rappresentano il contesto in cui i cantieristi si sono trovati).

Prima classificata


Tetti, di Matilde Saletta (Perù)

Seconda classificata


Balconi, di Giuditta Personeni (Palermo)

Terza classificata


kids in black, di Anna Perego (Thailandia)

venerdì 8 ottobre 2010

Laura è tornata dal cantiere georgiano

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Anche quest’anno ho deciso di dedicare le mie ferie estive al volontariato prendendo parte ai “Cantieri della Solidarietà” organizzati da Caritas Ambrosiana, destinazione: Georgia, un piccolo Paese nel Caucaso, ricchissimo di tesori artistici, tradizioni antiche e paesaggi splendidi.

La Georgia sta cercando di superare le difficoltà sorte dopo il crollo dell’Unione Sovietica e causate dalle guerre avvenute tra il 1991 e il 2008 con le regioni separatiste.


Io e gli altri quattro volontari abbiamo svolto attività di animazione per i bambini in due villaggi del sud del Paese dove vivono due comunità cattoliche (i cattolici in Georgia sono lo 0,8 % della popolazione, cioè meno di 40.000, mentre la maggioranza è ortodossa).

Nel primo villaggio abbiamo trovato una serie di attività già avviate e ben organizzate da Padre Misha, un giovane sacerdote con tanta voglia di fare. Con l’aiuto degli animatori locali non è stato difficile coinvolgere una cinquantina di bambini in giochi, balli e canti.

Nel secondo villaggio, invece, abbiamo incontrato una comunità un po’ “spenta” dove purtroppo il prete è presente solo il fine settimana e quindi lui stesso ha delle difficoltà ad organizzare qualsiasi attività. Dopo lo sconforto del primo giorno in cui i bambini presenti erano solo 8, quanta soddisfazione nel vedere che ogni giorno aumentavano arrivando fino a una trentina!


Dopo queste due settimane così ricche di emozioni, ripenso volentieri alla calorosa accoglienza che ci è stata riservata, ai bambini che giocavano senza mai stancarsi sotto il sole caldissimo e che l’ultimo giorno hanno chiesto i nostri autografi sulle braccia, ai giovani che guardavano incuriositi i giochi e le nostre scenette per i più piccoli e aspettavano la sera per sfidarci a pallavolo. Bello anche ripensare ai tanti momenti di divertimento e di risate tra noi volontari, al sentirsi parte di una comunità grande come il mondo durante la Messa domenicale, alla semplicità di una mano tesa verso chi era abituato ad essere escluso dai giochi perché considerato “diverso” e il valore dell’immenso sorriso con cui si veniva ripagati.

Però l’episodio che porterò sempre nel cuore riguarda Simoni, un bimbo di 7 anni che stava sempre in disparte ed era spesso preso in giro dai suoi coetanei. Una sera lo abbiamo visto giocare con una lattina e un bastoncino di legno, così abbiamo pensato di regalargli un palloncino con occhi, naso e bocca disegnati con lo scotch di carta. Simoni sembrava il bambino più felice del mondo e per la prima volta lo abbiamo visto ridere e chiacchierare con il suo nuovo compagno di giochi. In quel momento mi sono ricordata quanto siano importanti i gesti semplici per fare felici gli altri.


Laura Broggini

L'articolo postato è stato originariamente scritto da Laura per il giornalino della Parrocchia S. Alessandro Cascinetta di Gallarate.

Dall'alto: Ritorno a casa di Laura Broggini, non ci sono diversi e la gioia del dono di Elisa Magnifico

mercoledì 6 ottobre 2010

Ferragosto + 48

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uscendo dall'aula ci siamo accorti che, come al solito, eravamo senza coordinatore.
e come sempre: no coordinatore...no party.

all'ora ricordando le amene usanze georgiane abbiamo risolto l'empasse fermandoci e fissando un punto a caso sul muro e aspettando che la situazione volgesse a nostro favore: ed infatti dopo 10 (dieci/00) minuti ecco comparire elisa accompagnata da un volto a noi noto ma di cui non ci ricordiamo il nome.

salita la scala santa che ci porta al terzo piano, inizia la verifica...senza giuseppe impegnato a chiacchierare amabilmente con il gruppo "moldova1" che saluta dicendo "il momento è acrobatico...{silenzio d'incomprensione}...cioè...faccio un salto e vado fuori da cabbasisi"

ah, lo scherzo al cartellone del l'iban0 l'abbiamo fatto noi.

volevamo scrivere un post del blog, ma Dato che lorenzo se n'è anDato per correre a cambiare il disco orario, non possiamo scrivere niente, essì che...

lunedì 4 ottobre 2010

Lettera a un amico

1 commento:

Caro Amico,

ti scrivo perchè sono tornata. Il mio mese in Perù è terminato e io, beh, io mi sento svuotata e ricolma al tempo stesso. È già passato qualche giorno dal mio rientro a casa e ora posso scriverti. Posso scriverti del piccolo Sharon, o della dolce Jeimy. Posso scriverti del giovane Ricardo e di Giovanni e Chiara. Posso parlarti a lungo di luoghi, volti, emozioni, paure, sorrisi e pianti. Posso descriverti la fatica di quei momenti e la gioia dopo una lunga giornata corsa da un posto all'altro, con pochi momenti di pausa... posso, potrei.... ma non voglio. Oggi in questa lettera voglio parlarti di un'Amica speciale, che incontrai per la prima volta domenica 8 agosto quando io e le mie compagne cantieriste mettemmo piede sul suolo di Agua Dulce, dove da qualche tempo sono iniziate le invasioni, ossia stanziamenti e assembramenti umani. Le persone ad Agua Dulce vivono in casa di estera o di adobe, patendo la calura estiva e soffrendo il gelido vento umido che soffia dall'oceano nei mesi invernali. Qui La vidi la prima volta. Era fuori e bussava incessantemente a tutte le porte, la gente non voleva che entrasse a sporcare una casa nata già polverosa e misera. Tutti la rifiutavano, ma Lei imperterrita tornava giorno dopo giorno, istante dopo istante e bussare a tutte le porte fisiche e mentali che ogni persona erige a protezioni dei propri possedimenti. Essa vide che La stavo scrutando e scaltra e maligna si avvicinò a me. Io non La riconobbi per quella che era subito alla prima occhiata. Allora Lei, indignata, soffiò contro di me e io finalmente La percepii..... sentii la Povertà come mai prima di allora. Sentii il suo odore portato dal vento fino alle mie narici. Il suo odore forte e acre misto alla polvere, sua eterna compagna. Polvere e Povertà due parole simili che da quel giorno la mia mente ha reso inscindibili. Insomma, caro amico, la Povertà mi scorse e corse ad abbracciarmi. Io mi pietrificai, cercai di scacciarLa di allontanarLa da me, ne ebbi paura e cercai di costringere i miei occhi verso il cielo. Non volevo vederLa, toccarLa o sentirLa in alcun modo. Poi ad un certo punto, non so come, non so perchè, mi accorsi che ero io ad abbracciare la Povertà, a volerLa vicina al mio cuore, iniziai ad amarLa e a comprenderLa. E in quell'istante i miei occhi videro attraverso di Essa, e videro la vita, la realtà e la ricchezza. Fu come indossare gli occhiali per la prima volta e notare la moltitudine di foglie che popolano i rami degli alberi, distinguendole una dall'altra. E vedendo Essa ed attraverso Essa vidi volti, sguardi, mani, carezze, abbracci, amore, curiosità, amicizia e tanta ricchezza. Quelle misere baracche per un istante mi parvero regge splendenti e la polvere si tramutò in una soffice erba smeraldina.


Scoprii la ricchezza dove inizialmente vidi la povertà e scoprii povertà dentro di me, i falsi miti di una vita, le fatue ambizioni di gloria e riscatto sociale... oh che orizzonti mi sono sempre prefissa? Cosa ho inseguito? Cosa sto inseguendo? Chi sono stata? Chi sono e sarò? Caro Amico, tu non hai visto e per questo forse ti sembro strana, ti sembro diversa. Non hai avuto l'immensa fortuna di abbracciare piccoli bambini con occhi da adulto, non sai come ci si sente dopo una giornata passata a cercare di donare qualcosa di te agli altri e non sai quanto invece di dare ho ricevuto. Per questo i miei nuovi orizzonti ti sembrano vane utopie. Mai io ho visto, ho respirato Polvere, mi sono vestita, anche se solo per un breve momento, di Povertà; io non posso continuare a chiudere gli occhi ora che per la prima volta ho potuto vedere oltre i confini del mio essere finito. Ho incontrato il Mondo Altro e scoperto un'Amica inaspettata. Per questo ti scrivo per l'ultima volta e per l'ultima volta ti chiamo Amico perchè è tempo di camminare verso un'altra direzione, magari non sarà quella giusta, ma io la percorrerò lo stesso e so che devo abbandonarti, devo cambiare e tu per una questione di estrema logica non puoi venire con me, non capiresti. Per questo di saluto. Addio vecchio Amico, addio a te che sei stato il compagno di questi anni, addio mio vecchio IO.

Letizia Rivolta, Elisa Gritti e Irene Raso


Questa "storia" è la vincitrice (ex aequo) del concorso "Che storia!" indetto dal Settore Internazionale di Caritas Ambrosiana tra i partecipanti all'edizione 2010 dei Cantieri della Solidarietà.

mercoledì 8 settembre 2010

Ferragosto + 13

2 commenti:
post zero assoluto.

ciao

Nessun georgiano è stato (troppo) maltrattato per la scrittura di questi post.

e meno male che il nostro campo era l'unico completamente gratuito.

martedì 7 settembre 2010

Ferragosto + 12

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oggi in giro per tbilisi abbiamo incontrato giovanni rana che studiava i kinkali mentre umberto eco gli raccontava "il nome della rosa" a memoria.

dietro di loro cristiano malgioglio suonava il piffero per creare atmosfera.

dalle cucine di mc donald's il piccolo alfred guardava la scena estasiato, bevendo un the in attesa del suo turno.


NdC' (Nota d Caritas): nell'intanto il cantiere georgiano vince una pagina (con tanto d galleria fotografica annessa) sul sito (in italiano!) di Caritas Georgia

NdC'': e anche l'ambasciata d'Italia a Tbilisi ci dedica un'elegante pagina

lunedì 6 settembre 2010

Tracce d CdS

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Ora: se qualcuno dei silenziosi lettori credesse che i Cantieri della Solidarietà non esistono e non fosse persuaso dai post dei volontari ritenendoli un esercizio di scrittura dell'area comunicazione di Caritas Ambrosiana, postiamo per lui (e per lui solo) due prove.

Ricordate (e come dimenticarlo?) il muro della povertà bulgaro eretto a Malchika dai cantieristi e dai volontari della parrocchia di Sant'Anna?

Ecco qua come Caritas Europa racconta di quell'Evento pro "Zero Poverty".


E questa invece è Radio Vaticana che dà voce al CdS bulgaro, per orecchi da intenditori.

Scritto questo, linkati quelli, crediamo di avere maggiormente provato l'esistenza quantomeno del cantiere bulgaro. Se la blogosfera traccerà altre prove di ciò che è successo nei CdS, ci affretteremo a darne notizia: purtroppo l'intervento di una cantierista thai a Radio DJ non è reperibile sui sito della famosa radio privata, ma magari qualcuno d voi l'ha intercettato on air..

Iniziano ad affluire foto e storie per i concorsi, non fate mancare le vostre opere!

Ferragosto + 11

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Come dicono tutti i georgiani quando si saluitano: ola!

Accade oggi in Georgia: informiamo, gridando a squarciagola dal campanile, che oggi è la G.G.D.S., la Giornata Georgiana Dello Spreco. Entriamo fin da subito nello spirito della giornata e i georgiani fetsanti ci seguono iniziamo sbarazzandoci dei nostri ormai inutili passaporti, seguiti a ruota da tutti i nostri vestiti (adesso lorenzo è in mutande...solo perché non ha voluto privarsi di questo capo d'abbigliamento che solo lui nel nostro gruppo ritiene importante) e dai pochi neuroni ancora sopravvissuti alle spezie che abbiamo incontrato sul nostro cammino. A causa dei neuroni perduti non si risponde degli eventuali errori grammaticali che seguiranno. Anzi ;

Il nostro autoelettosi capo ha appena buttato un pezzo di carta sul pc, segno evidente di un ormai incipiente problema di demenza senile.

Consapevoli dell'inutilità del denaro abbiamo bruciato 100 euro a testa incrociando successivamente le fiamme in segno di recirpoco rispetto.

A pranzo pensiamo di odinare 7 piatti di kachapuri a testa nonché 7 bottiglie di Fanta. Avremmo infatti voluto buttare per terra gli avanzi e giocare a chi svuota più velocemente la Fanta ma solo un omone che osservava Giuseppe da seduto con inesorabile costanza ci ha fatto desistere da ciò che sarebbe divenuto un incontrastato ed incontrastabile record. Tutto ciò è ovviamente avvenuto sotto le urla e gli occhi festanti di un'orda di georgiani in festa per noi e con noi.
In seguito all'enorme quantità di fanta (la natakthiri è più buona) ingerita da Giuseppe, ci vediamo costretti a rallentare la nostra corsa a 110 km/h in prima per consumare più carburante e sostare di fronte al monumento del truce dittatore Stalin dove Giuseppe può finalmente svuotare la vescica e infangare la memoria del grande comandante Stalin, suo omonimo, contemporameamente.

CCCP (col c***o che partiamo)

Breaking News: mentre il resto della georgia è in blackout a causa di una tempesta che ha abbattuto un palo dell'elettricità il gruppo dei cantieristi s'ammazza d'aria condizionata sfruttando il generatore Caritas indispensabile per il mantenimento del vicino ospedale.

PS: e ache in questo post le foto non ci sono

venerdì 3 settembre 2010

Ferragosto + 10

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scopriamo oggi che il vero, unico e supremo booss ci ha giocato un tiro mancino facendoci intendere che ogni giorno si debba scrivere un post.

d'apprima il gruppo decide di non postare più nulla.

dappoi il gruppo decide che l'impegno era comunque preso ed ogni giorno scriverà qualcosa ed indice per la giornata di domani (F+11) la giornata dello spreco georgiano.

Salutati i bambini con finti pianti e lacrime. Ci hanno creduto.

Loro salutato noi con sorrisi.

Noi controllato che bagaglio ancora intero e di avere testa ancora attaccato sul collo.

Dai vostri affezionatissimi è tutto, a domani in diretta dalla statua di Stalin.

PS le fabbriche hanno riaperto i battenti, 3 turni quotidiani sicuri. Alcune fonti vicine al reparto produzione parlano di quattro turni.

PPS le foto non le mettiamo, nulla vi impedisce di immaginarvele voi!

giovedì 2 settembre 2010

Ferragosto + 9

Nessun commento:
si era deciso di fare a +9 il post di +8 dunque ecco a voi il post di +8

a +8 abbiamo trovato un incremento dei bambini pari a +12: insomma la ∑ dei bambini è ± = a +30. Siamo perciò di fronte ad una progressione geometrica in grado di portare a +∞.

Comunque...l'aura di Laura ci accompagna: grazie.

Si potrebbero dire + e + cose ma - male che x scrivere si fa fatica; anche se ÷ su 48h quest'unico post ha comunque il suo perché intrinseco.

÷ il gruppo di bambini in 2 parti, cioè ½ + ½, abbiamo iniziato le attività per loro: il giorno è stato ÷ in altrettante 2 parti, cioè ancora ½ + ½ in cui alla parte pari ad ¼ dei bambini viene dato 89% delle risorse presenti sul terreno di gioco delle dimensioni di un campo composto da due quadrati di 7² per un totale di (7²)*2 mq.

le attività della mattina e quelle del "dopumesdì" ci hanno condotto amenamente sino a sera.

Abbiamo notato che circa all'ora di cena i volontari hanno fame. stiamo indagando su questi avvenimenti.

Ferragosto +9

l'indagine condotta internamente ha portato alla scoperta che l'energia consumata durante la giornata è superiore a quella incamerata con la colazione e il pranzo. pertanto si necessita di cena.

il tutto è stato controllato dal CICAP non riscontrando nessuna anomalia. pertanto non si è di fronte ad un evento paranormale.

da khizabavra è tutto, i vostri inviati.

FOTO: i pensieri nebulosi che agitano le menti dei volontari


evento completamente folle.

arrivo di un vip, avvistamento di un animale fantastico

mercoledì 1 settembre 2010

MALCHIKA 2010: << PERCHE' E' PIU' BELLO DARE CHE RICEVERE >>

1 commento:
Prima di iniziare a leggere vi prego di aprire la canzoni di Ludovico Einaudi – Nuvole.. questo artista da tutto un altro effetto alle mie foto e ai miei ricordi quando li faccio scorrere davanti ai miei occhi..



Malchika…





Come scordarsi di questa esperienza..Sebbene sia passato quasi un mese dal ritorno



Partenza 17 luglio.. un caldo pazzesco a Linate per non parlare quando siamo scesi a Roma…



Arrivo a Malchika se non ricordo male attorno alle 19.00 e qui l’incontro con padre Remo… che personaggio..



Il primo impatto con la Bulgaria è a dir poco disastroso.. non lontano dall’aeroporto di Sofia infatti si trova il quartiere zingaro.. sembrava tanto un quartiere delle Favelas..





Già immaginavo che la nostra esperienza iniziasse da lì.. invece piano piano il paesaggio cambiò… sempre più verde.. sempre più campi di girasoli e granoturco.. distese e distese di prati.. e dopo ore e ore di viaggio.. immersi nell’atmosfera di tramonti mai visti così belli, arriviamo a Malchika.. una Malchika buia e silenziosa.. saranno state le 22.00 circa.. cena veloce.. doccia e nanna..



E così inizio il mio cambiamento:



strade sterrate che dopo un violento temporale diventano piscine.. carretti trainati da asini.. cavalli, pecore, tacchini e cani che girano per le campagne..



Anziani sull’uscio di casa con lo sguardo perso nel vuoto.. ma quando gli passi davanti ti salutano con un cenno di mano e sul loro viso si disegna un sorriso che ti fa tenerezza.. e ti fanno capire che ogni persona che incontri merita di essere salutata con un sorriso e che capirai l’importanza di un sorriso solo quando ti verrà negato





Ragazzini che sfrecciano in bicicletta avanti indietro per le strade del paesino.. sempre con quel succo/granita che a me sinceramente ha sempre dato disgusto..eheh





Quei visi.. così innocenti.. all’inizio così spaventati..





Poi piano piano si sono aperti… e da lì non riuscivano più a far a meno di te..



Ricordo tutti i momenti di gioco.. i balli.. gli scherzi.. le corse





Le prime volte tutti un po’ disuniti.. ma gli ultimi giorni sembravano tutti fratelli e sorelle.. sembravano una vera squadra.. tutti uniti, pronti a lottare per un semplice applauso.. una semplice stretta di mano.. un semplice regalo.. che si trattasse di una maglietta, di una merenda o semplicemente di una medaglia di cartone..per loro era una soddisfazione.. e ho pensato dentro di me che da bambino non si vede l’ora di diventare grandi.. ma quando si è grandi non lo si vorrebbe essere mai diventati..





Non so come ma i bambini.. hanno una memoria pazzesca.. è bastato un giorno per imparare nomi cognomi, soprannomi di noi italiani e io invece solo l’ultimo giorno sono riuscito a ricordarmeli tutti..



È bello comunicare con loro dicendo giusto quattro parole in croce in bulgaro.. e qualcosina in inglese se lo capivano.. infatti la vera comunicazione è fatta con i gesti.. con gli occhi.. con le mani.. e con il sorriso.. questo è il linguaggio universale.. e sono stati loro che me l’hanno fatto capire.. o meglio.. l’esperienza forse più significativa è stata con i ragazzi di Sgalevo.. una piccola cittadina.. che ospita un orfanotrofio.. dove troviamo ragazzini di tutte le età (in particolar modo minorenni) abbandonati dai genitori perché disabili dalla nascita o con problemi di handicap e mentali..



Sono loro che mi hanno fatto capire quanto è bello comunicare con i gesti.. semplicemente stringendo una mano e guardandosi negli occhi e sorridere.. ed essere felici.. perché la felicità è fatta di un niente che al momento in cui lo viviamo ci sembra tutto





Sono loro che mi han fatto capire che sono le cose semplici a far la differenza.. che è bello vivere di emozioni.. è bello vivere con i sorrisi altrui.. è bello vivere per qualcun altro.. è bello stringere la mano di qualcuno e sentire scorrere dentro di te le sue vibrazioni.. e tutto ciò ti fa sentire vivo..perchè come disse un grande del passato Essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare



È bello vivere la vita attimo per attimo come se fosse l’ultimo.. e io lì a Malchika l’ho fatto.. ho sentito che ho vissuto giorno per giorno.. senza buttar via tempo.. senza pensare solo a me stesso.. senza pensieri né turbamenti.. per la prima volta ho sentito cos’è VIVERE la vita giorno per giorno..perchè non è vero che abbiamo poco tempo… la verità è che ne perdiamo molto..





Sentirsi liberi.. come quella volta sdraiato su una strada o semplicemente correndo mezzi nudi sotto un temporale estivo e saltare da una pozzanghera all’altra al posto di evitarle.. o la volta in cui ho chiuso gli occhi davanti ad un tramonto spettacolare in piedi su un pulmino..zero pensieri..





Malchika mi ha fatto capire che ogni momento è buono per dimostrare a qualcuno quanto gli vogliamo bene.. basta non attendere troppo tempo o prima o poi arriverà il momento in cui non avremo più la possibilità di farlo



Mi ha fatto capire quanto noi italiani non siamo aperti alla gente.. zero ospitalità.. mentre a Malchika ti offrono tutto e di più.. ricordo ancora il pranzo a casa di una baba.. sembrava stessimo festeggiando il Natale.. o semplicemente una fetta di melone o qualche biscotto offerto mentre passi per le case ad offrire gli inviti per una giornata dedicata solo a loro.. gli anziani..





E poi gli stessi ragazzi bulgari… come dimenticarli.. così aperti.. così gentili.. sempre disponibili.. non pensavo si istaurasse un rapporto così profondo con alcuni di loro.. pensate che è nata pure una love story eheh (grande Ale)





Ale.. il mio fratellino in quella vacanza.. ad un primo impatto un ragazzo freddo.. ma si un pirlettino milanese come tt gli altri.. invece tutto l’opposto… bella Ale..



Malchika mi ha fatto capire quanto può essere squallida la vita che trascorriamo tutti i giorni noi di Milano.. tra moda, feste, aperitivi, macchinoni, vestiti firmati.. no no.. la vita non è quella.. la vera vita l’ho vissuta a Malchika..





È vero.. le feste e i divertimenti non sono mancati per noi.. anzi.. posso dire che si faceva festa tutte le sere con i ragazzi del posto.. molto spesso accompagnati dalla Rakia.. eheh



E poi quei tramonti.. mai visti così spettacolari.. così pieni di profumi.. che ti davano un senso di infinito.. un senso veramente di liberta.. zero foschia.. zero inquinamento… sentivi aria pura nei polmoni..





E guidare quel pulmino mezzo scassato con la porta che si apriva ogni minuto con il rischio che qualcuno partisse fuori… in mezzo a quelle strade semi deserte.. sempre dritte.. con mille buche.. tra campi di girasoli.. e sfrecci e sfrecci x quelle strade prive di clacson, traffico, tram, pulman..



Malchika mi ha fatto porre mille PERCHE’.. a cui non sono mai riuscito a dar risposta.. ma ora che ci penso ne ho trovata una che risponde a tutti.. <<Se tutti i perché avessero risposta sarebbe banale vivere>>





Malchika mi ha fatto aprire gli occhi su tante cose.. su quanto è bella veramente la vita.. e quanto basta poco per renderla felice e perfetta..



È proprio vero che la vita è come uno specchio.. ti sorride solo se la guardi sorridendo





Invito tutti i ragazzi a provare un’esperienza del genere… ma prima di affrontarla chiedetevi: <<Sono felice?>>.. e cesserete di esserlo..



Di ritorno da questa esperienza ponetevela di nuovo.. bè posso assicurarvi che la risposta sarà un'altra



Andrea Buonopane

Ferragosto + 8

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ma il post di oggi, forse, quasi quasi, anzi sicuramente lo facciamo domani.

Nunzio ci dà buca.

Mandato telegramma a suo superiore per chiarimenti su cotal mancanza di rispetto.

Attendiamo risposte.


buco da cui passa la corda della campana di Khizabavra o cannolo siciliano?

martedì 31 agosto 2010

Ferragosto + 7

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sugli occhi han le fette.

Essi hanno atteso dei bambini quasi invano, con la chitarra in mano e stravaccati sul divano, caso strano. all'arrivo dei bambini mano nella mano saliamo i quattro gradini per giungere al prato dove li delizieremo con i nostri giochini e rappresentazioni teatrali mimate con deliziosi vestitini.

oggi abbiamo avuto solo una decina di presenze, cosa che ha pregiudicato l'ottimo svolgimento delle nostre danze e l'accrescersi delle nostre panze (da birra) col decremento del lavoro e del nostro decoro.

il paesaggio qui è davvero maestoso, al pomeriggio è spesso ventoso (come in ogni ambiente montuoso) e cotal pace ci induce al riposo non è così per gli autoctoni, dato che il lavoro nei campi impone i suoi tempi ma alla sera prendono il volo e con ampi zompi per recarsi allo stadio ascoltando la radio.

giocando a pallavolo georgiani ginnici tirano missili supersonici in faccia a volontari italianici storditi e dalle pallonate feriti. giunte le sette, con le ginocchia distrutte e le anime sfatte rivogliamo lo strumento di gioco, fortuna che al nostro capo Laura (mica come quell'altra) basta poco e con voce di fuoco spezza le reni alla resistenza senza nemmeno l'impiego di una prova di potenza.

alla mattina dello stesso giorno ma un po' prima, non troppo presto ma nemmeno troppo tardi, fuori dal letto siam rotolati, vegliardi come dei bardi sardi punzecchiati dai cardi, dai sacchi a pelo ancora bendati e dall'alcool pesantemente sedati a messa del fronte di casa l'ormai stanca truppa si è recata e invitata da padre Pata (facente gli onori di casa in maniera delicata) in prima fila si è accomodata tra la folla incuriosita che guardava i cinque volontari dall'aria astuta.
durante la messa, la folla perplessa fissava con aria lessa il celebrante dall'aspetto attraente che con voce suadente [3] spiegava le arringhe di Cristo sofferente.

Ormai giunti alla serata i volontari si guardano con aria disperata. l'ultima birra se n'è andata e la dispensa è svaligiata.

da khizabavra è tutto, vi lasciamo alle estrazioni dell'ordine per l'utilizzo dei bagni.

[3] mandando un sms con scritto "kartuli arvitzi" al numero 9865552738 abbiamo scelto la modalità "lingua italiana" per il celebrante, con un sms con scritto "non parlo italiano" sarebbe stata possibile l'opzione in georgiano.

FOTO del campo di gioco la preparazione è sempre un'emozione. si spala via lo sterco in modo alterco

lunedì 30 agosto 2010

Ferragosto + 6

3 commenti:
Il primo giorno della nuova ditta-tura della ragazza senza nome si rivela una tirannia con poche vie d'uscita dalla stessa. Viola (nome con la "v", vedi post precedente, attribuito a tavolino al nuovo capo) pone alcune basilari terribili limitazioni alla nostra libertà di esistere e realizzarci in un mondo migliore libero dall'inquinamento, da degrado, dal cemento, da Lost e dal buco nell'ozono.


- il suo titolo è benevola protettrice dei lavoratori dei campi dei cantieri della solidarietà della caritas della diocesi della città di milano.

- rivolgersi ad essa con plurale che solo in un secondo momento è stato definito nella formula unica di "essi"(in precedenza chiunque avesse avuto necessità di rivolgerle parola non sapeva quale delle tre forme plurali usare e quindi brancolava nel buio piangendo)

- mai guardarla negli occhi

- inginocchiarsi e porgere la schiena nuda per alcune cinghiate ogniqualvolta la si incontra

- intingere la fibbia della cinghia nel veleno su richiesta del capo

- porgerle la cannuccia del bicchiere da cui sorseggia incessantemente un mojito fresco

In seguito le organizzazioni sindacali da noi stessi create hanno finalmente organizzato libere elezioni a suffragio universale ed a scrutinio segreto, che hanno portato all'elezione di Laura con maggioranza schiacciante.

ok, cambio delle regole della grammatica e della sintassi della lingua italiana (no punteggiatura, no articoli e verbi all'infinto). possibili future ed ulteriori modifiche all'idioma della terra dei cesari.

Giuseppe Oh vi spiacere se accendere pezzetto di luce

Luce non si accendere e tutti ridere

Cibo in frigo andare male

Adottare tattica attesa sperare che presto tornare corrente

Essere diciotto e venticinque di pomeriggio quindi scrìvere quello che succedere questa sera anche se non essere già accaduto

Questa sera quindi noi fare tutto ciò che essere possibile per farlo accadere davvero

ora essere ventidue e zero otto quindi ignorare tre righe sopra

rendere necessario cambiamento di programma per ultima parte del post

ora io sapere cosa succedere prima di scrivere quello

padre Pata essere cordiale persona e ospitale

Lorenzo appena vedere khizabavra chiedere a misha di potere tornare con lui ad Arali

nuovo cambio delle regole della grammatica e della sintassi (nomi tutti al plurale, no preposizioni, verbi al participio presente, no punteggiatura)

Vardzia

climax della giornata: arrivante Vardzia

parcheggiante comprante i biglietti salente le montagne visitante le case scavante ipogee scendente profondi tunnel bruchiformi uomini cadente buchi arrivante vicini uscite uscente

trascorrente piacevoli giorni.

Khizabavra paesaggio spettacolo.

Ferragosto + 5

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Con-testo

Colazione da Micha. Discussione sul nuoto. Lorenzo: "io sono bravissimo a cocker, è uno stile dignitosissimo perchè quando nuoti tieni sempre la testa bella alta, non come tutti gli altri ignorantoni e zoticoni che continuano a fare su e giù con la testa per respirare."

Passaggio di potere

La dipartita del capo ha lasciato un vuoto...incolmabile? Per parecchie ore abbiamo vagato senza meta per le strade del paese in cerca di un nuovo leader fino a quando non è apparsa una donna scaltra, voluttuosa, volubile (Lorenzo: "Oh, mettici un po' di aggettivi con la v"), vispa, veloce, violenta, verace, vendicativa, Vardzia (una breve spiegazione: Vardzia è il paesino che visiteremo a F +6), vintage, vegetariana, vegana e vanitosa che non ha nemmeno portato un nome con sé in Georgia, a ricordarci che il boss ora è lei...un po' però come ci era già stato detto ieri in riunione quando Lorenzo, avendo saputo che il capo sarebbe diventata la ragazza senza nome (e forse senza cognome), commentava: "Io non capisco perché il capo lo devi fare tu se lui (indicando Giuseppe) è più vecchio."

Linea di funzionamento del gruppo

In caso di problemi falsi e tendenziosi, abbiamo deciso di stare fermi aspettando che le cose volgano a nostro favore. Perché fare ciò? Non lo so, però c'ho ragione e i fatti mi cosano. Insomma, in sostanza, cioè...ci sono 2 possibilità di funzionamento: la pietà e l'indifferenza. Con la prima spingi l'altro ad aiutarti...o meglio...a fare ciò che dovresti fare tu al tuo posto. Con l'indifferenza (al problema), tu aspetti e speri che un altro venga afflitto dal tuo stesso problema e lo risolva anche per te.

Con-testo

Cena e discussione su "varie ed eventuali". Giuseppe: "Io comprerei un marsupio per metterci dentro le chiavi".

Cose vere di oggi

- gita da Stalin


- bambini impanati


- cena di brindisi (in Georgia, non in Puglia)


- discussione sull'amore e l'egoismo (terminata alle ore 1.30 del giorno F + 6)

- scoperta che la distanza tra il campo base e il centro nevralgico delle operazioni è di un vitello dai piedi di balsa.


Cose finte di oggi

- fiume di lacrime all'addio (è l'ultimo nostro giorno ad Arali)

Frase conclusiva

ciao

Ferragosto + 4

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Georgia

Sembra passata un'eternità...quindi vi proponiamo un questionario sui post fin qui scritti e dal vostro punto di vista letti.


1. Preferiresti morire vergine o martire?

2. Nella scala dei valori a "stare sopra" potrebbe portare dei vantaggi? se si, quali? se no, perchè? motivare in maniera esauriente.

3. Qual è il post preferito da Lorenzo?

4. Voi sapete se Pata è il parroco di Kisabavra?

5. Sapete se il parroco di Kisabavra starà con noi per tutto il campo o solo per un po'?

6. Sapete quanto è questo po'?

7. Avete individuato il sistema di riferimento per il conteggio dei giorni di calendario del campo? Sapreste spiegarlo ad un'altra persona? Sapreste spiegarlo anche a noi?

8. Alla domanda 2 del post "Ferragosto +5", cos'hai risposto?

10. chi è Dato?

11. come mai manca la domanda nove?


se hai risposto A ad almeno tre domande vuol dire che siamo una personalità compatta, un punto di riferimento per gli amici e, talvolta, anche per i nemici che, in fondo in fondo, ci stimano.

se hai risposto B ad almeno tre domande vuol dire che le tue personalità sono spesso in conflitto tra di loro. cerca almeno di evitare di prenderti a pugni quando sei in coda alle poste.

se hai risposto C ad almeno tre domande vuol dire che l'erba del vicino è sempre la più verde nonostante ciò non te ne fai un cruccio dato che di notte ti rotoli a sua insaputa sulla sua erbetta.

se hai risposto D ad almeno tre domande vuol dire che hai risposto ad un altro questionario. fai il nostro e ne riparliamo.

bho...vorremmo dire qualcosa della scena di oggi, sui draghi cinesi che parlano dialetto o sulle infermiere georgiane che ciulano le mappe agli elfi. ma anche no.


si sta come in agosto

sui campi

i cardi

ps: un pensiero all'amico giuseppe che giace in coma etilico grazie alla generosa ospitalità georgiana.


BREAKING NEWS : Giuseppe è in doccia da 25 minuti, vivo?

mercoledì 25 agosto 2010

post Thai

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dopo 53 ore di viaggio e due notti in albergo a spese della turkish eccoci a casa..

sarà per il fuso o chissà cos'altro ma non riesco a dormire..

le tre settimane di cantiere sono un po' un mondo a parte..ti immergi in una realtà che non ti appartiene con gente inizialmente sconosciuta..pian piano inizi a cercare di capire quella cultura cosi strana e inizi a conoscere le persone che x caso stanno vivendo e condividendo questa esperienza con te..fino a che arrivi a sentirti a casa e a considerare i tuoi compagni amici a cui confidi le tue paure, le tue gioie e dei segreti che magari non hai mai confidato a nessun'altro..tanto che adesso mi sembra cosi strano svegliarmi e non essere nella mia camera di Takuapa con le mie compagne di stanza..

il difficile adesso è raccontare qui nella vita di tutti i giorni cosa ho vissuto in una terra a 5 ore di fuso orario..quei profumi, quei sorrisi, quegli sguardi..ma per fortuna il cantiere non è proprio cosi un mondo a parte..il frammento piccolissimo di Thai che ho scoperto ha lasciato un'impronta indelebile e non sono sola a raccontarla..di sicuro l'amicizia con gli altri cantieristi non si dissolve nel giro di 24 ore..o almeno spero :)

Deda