Giorgia, la mia compagna di viaggio ed io ci siamo ritrovate dal freddo pungente di Milano al caldo africano, con una media di 33/35 gradi al giorno. Un vero trauma!!!
Inoltre, siamo state accolte dalla cucina kenyana che sta quasi diventando una droga: samoza, riso al cocco, chapati, pilau...una vera bontà!
E mi sono anche detta che nulla accade per caso, un motivo per cui io sia riuscita a tornare in questa città a distanza di pochi mesi ci sarà e non vedo l'ora di scoprirlo, di vivere a pieno l'anno che mi aspetta qui.
Ma come è questa Mombasa?
Mombasa è la seconda città più grande del Kenya e già in un mese ho notato le mille sfaccettature con cui si presenta. Si passa da quartieri ricchi con ville e strade pulite a baraccopoli e discarica aperta all'angolo della strada. E' una città caotica, sembra non si fermi, nemmeno durante la notte: la musica, insieme ai clacson, è uno dei sottofondi principali.
L'intreccio e la convivenza di tantissime religioni nello stesso posto mi ha un po' stupita: musulmani, cattolici, buddisti, indù convivono a Mombasa.
Lungo la strada le persone lavorano vendendo frutta, verdura, cassava fritta, cibo di ogni genere, vestiti, poltrone,
divani, bare, letti e tanto altro.
I conductor dei matatu (pullmino-taxi con 14 posti) urlano dal finestrino per cercare passeggeri da trasportare, con un costo molto basso. I driver dei tuk tuk (una specie di Apecar-taxi con 3 posti) girovagano per la città alla ricerca di passeggeri più benestanti.
Quelli meno fortunati trainano pesantissimi carretti di legno sotto al sole, a piedi nudi, sull'asfalto cuocente; altri conducono una bicicletta carica di sacchi e cassette contenenti cipolle, banane o verze. Quelli meno fortunati ancora un lavoro non ce l'hanno.
Durante questo mese di osservazione della città, delle persone che la vivono e del modo in cui la vivono mi sono dovuta mordere la lingua già un'infinità di volte, ho dovuto trattenere le lacrime e le parole contando fino a 10. Di certo il contesto non è semplice, ma è comunque una gioia vedere nelle persone e nei bambini quel sorriso smagliante e dico "Wow".
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