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domenica 15 febbraio 2009

Animali strani: il Cane Mucca

3 commenti:

Ecco il primo post dalla remota Romania. Siamo giunti a Iasi (ridente città rumena a due passi dalla R.Moldova) giovedì e fino a domenica abbiamo fatto un pò i turisti. Gia lunedì cominceremo le visite ai vari centri che lavorano nel sociale che ci sono stati consigliati e quindi la pacchia sarà finita!

Durante un giro nel centro di Iasi ci siamo imbattuti in questa strana creatura che abbiamo battezzato "CANE MUCCA" per via della sua somiglianza ai bovini (come forma fisica) ma avendo un muso da cane!

martedì 10 febbraio 2009

Melodia africana..

2 commenti:
E' da un po' che non scrivo sul blog..sono state settimane e giorni intensi..dentro e fuori dal carcere (per lavoro, non preoccupatevi!), le attività in comunità, un po' di giorni da sano turista mzungu..

Settimana scorsa siamo rimasti a dormire in comunità: si sa che la notte fa tanto nelle relazioni, nelle amicizie..iniziano i discorsi da massimi sistemi del mondo, sotto un cielo stellato incredibilmente ricco di stelle..da qualche parte lassù si vede anche la Croce del Sud, anche se non l'abbiamo ancora individuata bene! Però la cosa mi affascina..

andiamo a letto..irene dorme in un'altra stanza da sola..io dormo con i ragazzi..e partono anche qui i discorsi da “camerata”...ad un certo punto Jackson, il romantico del gruppo, mi dice: “Francis!” (è il mio nome inglesizzato, come mi chiamano qui in comunità); io rispondo “Sema!” (“dimmi” in kiswahili)...e mi chiede...”what is love?”....domanda tipica da adolescente, che mette in crisi qualsiasi persona, uomo, donna, giovane, adulto, anziano..infatti lì per lì mi sono impanicato..poi a rispondere mezzo inglese e mezzo kiswahili...ma alla fine la risposta sembra soddisfarlo..cosa ho risposto è segreto professionale!

Il bello è che tutta la chiacchierata è avvenuta con un sottofondo di pianoforte..Ludovico Einaudi ci aiutava ad addormentarci con le sue melodie, tra queste, senza neanche farlo apposta, Melodia africana...


Melodia africana..parte 2


questo week-end sono stato a fare un safari (=viaggio in kiswahili), nel parco dell'Amboseli, al confine con la Tanzania, quello “alle falde del Kilimanjaro!”, per intenderci..per arrivarci abbiamo attraversato chilometri e chilometri di deserto, di nulla, di sabbia, di pietre.

Qua e là qualche villaggio masai, circondati dai caratteristici recinti di rami secchi di acacia. Donne e bambini con taniche di acqua..come dice Kapuscinsky per molte popolazioni l'avvento della plastica è stato rivoluzionario! Non più pesanti contenitori di terracotta, ma leggere e maneggevoli taniche di plastica!

Per tutto il giorno vediamo elefanti, zebre, antilopi, ippopotami, giraffe, gnu, bufali, iene e leoni, e i mitici facoceri, dispersi nell'immensità della savana keniana, all'ombra della mitica cima innevata del Kilimanjaro..

vorrei spendere due parole sui facoceri: questi animali sono chiamati pumbaa, che letteralmente vuol dire “essere stupido”, poiché sono ritenuti gli animali più stupidi della savana, hanno la memoria cortissima..se sono inseguiti da un leone, dopo un po' smettono di correre perché non si ricordano più il motivo per il quale correvano e riprendono bellamente a mangiare..per questo ai bambini si dice: “non fare il pumbaa!”

alla sera ci addormentiamo nella guest house all'interno del parco, affascinante pensare che là fuori ci sono tutti gli animali della savana..a pochi chilometri da noi..ma questa volta la “melodia africana” non è la tastiera di un pianoforte, ma i grugniti dei facoceri, dei pumbaa!!

domenica 25 gennaio 2009

Lo stupore di fronte ad...... un fiore!!!

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E' solo un fiore, che sta nascendo su un albero che non mi apparteiene, che non ho comprato, un albero, potrei dire, anonimo!
Eppure quel semplice fiore che ogni giorno svela un petalo nuovo, suscita in me una grande emozione: come se vedessi rinascere la vita, come se vedessi un'oasi nel deserto.


Alcune indicazioni geografiche:
Nicaragua, Ciudad Sandino, barrio Nueva Vida

domenica 28 settembre 2008

Kenya wetu

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Sono in Italia e vedo lo stesso cielo grigio e triste (come un piccione morto) che vedevo a 9 ore di volo da qui…

Decido di scriverne.. per ricordare anche in futuro i colori, i profumi, meglio.. gli odori…

Incredibile come siano passate in fretta 3 settimane. Prima di partire sembrava un’infinità di tempo. Il pomeriggio della domenica che sono arrivata mi veniva da dire “l’altro giorno” per riferire il non arrivo dei bagagli della mattina stessa. Erano passate solo poche ore, ma tutto era nuovo. Quello che sentivo, quello che vedevo, tante novità come se passassero giorni. E ora invece sembra sia ieri quando quel fiume di 700 bambini ha invaso la mia vista, ha riempito di bordeaux il paesaggio verde e rosso chiaro.

Ripercorro le giornate… cerco di riviverle ora qui nella mia mente, mentre il pullman che non dà emozioni da matatu e guida dalla parte giusta della strada, prende le rotonde a destra e mi riporta a casa. I bagagli non arrivano, un piatto enorme mezzo bianco e mezzo verde che non finisce mai, non finisce mai, mai mai… sola con una bandiera e 90 bambini che ridono, ma non sola sola, ci sono altri 583 bimbi che ridono, 8 amici e Luca. Ragazzi in divisa blu con un pallone da pallavolo annoiato che si sfoga fino a bucarsi, no quello costa troppo: è solo colla. Lacrime davanti a un mitra carico, paura, ma lì, nessuno ci fa caso. L’incontro con i giovani kamitiani che diventa qualcosa di più concreto a un matrimonio sconosciuto con un succo di mango arancione. Finisce la prima settimana. Sono felice.



2 giorni in campeggio, in una tenda multicolore che esprime le mie sensazioni tutte diverse, tante nella stessa vacanza. Zebre, giraffe, antilopi, gazzelle, pumba, senza pericolo. Ci si cala in un letto circondato da rocce muschiose con acqua calda, senza paura. Fuori e dentro dalla sabbia in bici immersi in un paesaggio da film, no anzi, da favola…

Inizia Korogocho, un’immagine di Dio nuova, mi piace, Dio come mamma, che abbraccia i suoi figli e soffre con loro. Ci si deve riflettere. Ma nella prima fase, quella dell’innamoramento non vedi i difetti, quelli escono solo col passare del tempo e allora si capisce che è solo un’idea che magari non è perfetta, però ora è davvero una bella immagine. Che sofferenza, un’altissima montagna, non verde, grigia, con persone piegate. Che brutta immagine, eppure mi dico è vera, ma non credibile e i bimbi ridono, non può essere. Li sta davvero abbracciando?! E poi si presenta Rose, che accoglie nella sua casa 16 persone sconosciute offrendo da bere e trasformando 10mq in una reggia di benvenuto. Il Dio mamma che va a cercare gli street-children per portarli a scuola, che offre un’opportunità, con quello sguardo dolce, in quelle strade che di dolce non sanno proprio.


L’ultima settimana. Si cercava di non pensarci, ma discorsi sull’aereo sono nell’aria. Ci si attacca ancora di più alle persone. 10 amici uniti da lunghe e profonde condivisioni, preghiere. Si salutano i bimbi increduli che ridono, e ora piangono anche. Hakuna matata.. no tanti pensieri…

Vivrà nel cuore.

Barby

mercoledì 27 agosto 2008

27agosto2008

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Cavoli, già il 27 agosto

Cavoli, già le 13ed59

Trapoco è Italia

Trapokissimo è Sara ke mi passa a prendere

Devo scrivere in fretta

Stamattina seconda giornata del 1° meeting cattolico nazionale degli amministratori delle prigioni

Lo ha organizzato AbbaGirma

Ke giustamente ne è molto fiero

Altrettanto giustamente è tutto in amarico

Ma la mia presenza è rikiesta

Pranzo anke con loro

La mia conversazione in amarico è: “Come stai? Io sto bene. Oggi c’è il sole. Buon appetito. Non mangio solo questo. Faccio tanti giri a prendere minestra e pesce”

Poi mi alzo. So che il mio amarico non mi consente tanto, né in virtuosismi né in ironia

Cammino. Leggo qualche avviso di offerte di lavoro

C’è anche quello che abbiamo scritto noi. Per l’ufficio del cappellano. Mi kiedo se il nostro candidato abbia mandato il curriculum vitae. Forse andrebbe sollecitato. Ne parlerò con Abba.

Cammino verso la Chiesa. Sarebbe la mia parrokkia, ma solitamente vado a San Salvatore. Messa in italiano.

Non riesco a parlare a Dio in inglese, figurati in amarico. Non sono così semplice.

Talvolta passo di qua a pregare. Certe volte sono + ispirato, altre volte giusto un saluto. Per non perdere l’abitudine. Poi c’era stata la Pasqua

Inizio a pensare ke alcuni luoghi potrebbe essere l’ultima volta ke. Kissenefrega, allontano il pensiero, e cerco cogli okki Sami

Prima era qua ad incidere un cd cogli amici. È l’una, ora saranno a mangiare a casa

Incrocio uno zebegna, uno dei 4 guardiani; non l’avevo ancora incontrato da quando son tornato dal Kenya. Mi saluta, come stai, come sto. Indica in alto. Whoa. Acqua. Pioverà

Non è una previsione azzardatissima, piove tutti i giorni

Mi siedo di fronte alla Chiesa. Appoggio la skiena ad un vaso di fiori lillà

Guardo il cielo, sembra quasi africano. Penso

Dalla chiesa escono uno, due, tre bimbi. Devo avere ancora addosso l’odore di bambini e giochi e balli. 700 bambini non vengono via facilmente, e questi 3 se ne sono accorti, perché mi siedono intorno

Una bimba + grandicella, e 2 più piccoli. Discreti

Chiedo i nomi, mi kiedono il mio. Si kiama come mio fratello. Mi kiamo come il loro nonno. Mi kiedono come si kiama mio nonno e se i miei genitori sono cattolici

E quanti fratelli avete? Siamo solo noi 3, ma lei è sorella, non fratello

Già

Tu?

Una conversazione facile, si esaurisce brevemente

Pazientano, in silenzio. Al mio fianco. Aspettano ke faccia sparire 1 fazzoletto?

Mi kiedono cosa faccia qua. Ho appena mangiato, lavoro qua

Noi non abbiamo mangiato, che casa nostra è lontana

Ah

Tu vivi qua? In Bole? Pensano subito alla ricca via

No, nella via somala, qui vicino

Ma lontano dall’Italia, osserva la quindicenne

Sì, lontano

Pioviggina

Il + piccolo ha la faccia simpaticissima. Vuole sapere Italia dove

Milan

Ahh, Milano, corregge lui. Sorrido

Questa è la vostra parrocchia? La chiesa è di tutti, mi risponde gentile la sorella maggiore

Il 2°, timido, mi indica un animale fare capolino dal cespuglio

un po' alla Paolo Sormani
Il Maestro Tartaruga! La mia sesta volta ke lo vedo. Non si faceva vivo dal 23 giugno

Oggi si lancia nello scendere una 3 gradini di pietra! Grande Maestro, tifo per te, ma da lontano, ke sei ultrariservato

Io so ke è un anzianissimo prete italiofono, ke ogni tanto si trasforma, non so come ne perché

Zampa dopo zampa trasporta la sua corazza giù. Slitta un po’ sull’ultimo gradino, ma l’impresa è da annoverare tra gli eventi etiopi del millennio

I bambini lo guardano con me, m’invitano a toccarlo

No, non lo faccio: non gli piace. La mia non è attenzione per l’animale, ma per il mutaforme sacerdote

Quando succede l’imprevedibile. Il vetusto sacerdote confuta la mia teoria comparendo. Il mio sguardo può ora abbracciare l’animale e l’uomo. Improbabile pensare ke siano gemelli

Forse quale magia a me sconosciuta. Incredibile, però adesso devo andare a parlare con Abba

I tempi del booklet, i finanziamenti della scuola, la applicancy d Shaleka

Saluto i bambini, gli dico ke lavoro qua, magari ci rivediamo

La maggiore mi dice ke ha fame

Grazie a Dio la realtà fa capolino nella finzione mentale più spesso della tartaruga

paul

mercoledì 27 febbraio 2008

bella Bunno

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Bunno strigliato
È morto il mio 1° cane. Io non ho mai avuto animali; figurat, faccio fatica a tenermi strette le biciclette. Una volta la Manu m’aveva regalato un cactus, ma è morto dopo 8 giorni, l’avevo lasciato sotto la lampadina della scrivania. Diciamo che con la roba vivente ho qke difficoltà. Sono stato con lui 11 giorni. 11 giorni in cui entrambi siamo stati malati. Si potrebbe scrivere ke non ci siamo mai conosciuti da sani. Non è diventato tanto grande ke non riuscissi a tenerlo comodamente nella mia mano. Ci ho giocato, l’ho preso in giro, melo sono tenuto in camera. Gli altri si lavavano le mani sempre quando lo toccavano, io non sempre. Non perché gli volessi + bene, e forse x’ sono una testa d *****, ma in realtà non mi piaceva l’idea d dovere correre a lavarmi le mani ogni volta dopo ke l’avevo toccato, cioè se qualcuno lo facesse con me c rimarrei male, insomma. Ci sono stato bene insieme, non so se anke lui, considerato ke ora lui è morto e io no. Non so cosa sarebbe diventato da grande. Magari un dalmata. I primi giorni era veramente supertenero. Trotterellava dietro le persone ovunque andassero. Non potevi uscire ke lui riusciva a seguirti e allora dovevi tornare indietro. Mi sarebbe piaciuto vederlo crescere, jocarc a palla, correrci, già ci vedevo, l’uomo bianco e il micro cane e la gente ke c’indicava. Che già lo fa, oggi da lontano 2 ragazze m’han avvistato e si sono vistosamente sistemate il reggiseno. Poi al cinema ho visto io sono leggenda, uno dei poki film kel mio inglese possa permettersi e -********** va via la luce. Ki ssenefrega, tiro avanti a batteria- fatto sta ke Bunno avrebbe potuto venir su ascoltando bob marley e magari mi dava una zampa cogli zombi, come nel citato film; un paio d alitate delle sue e li faceva tornare nel loro mondo. X + della metà della sua vita con noi (beh, mi sa ke noi lo abbiamo trovato ke avrà avuto 6 giorni. Ke poi è lui ke cià trovato) non siamo riusciti a concordare su un nome, Stefania voleva kiamarlo Buti, ma io non riuscivo a non associare il nome al tizio ke avevamo in classe al liceo, quello coi capelli lisci lunghi, che saliva la pertica ad una velocità animalesca e aveva i biglietti tarokki x lo stadio. Che un giorno poi lò incontrato, sarò stato al 1° anno d università, forse l’ultimo di liceo; davanti alla Sormani. Odio qdo non mi vengono i nomi delle persone e successe; lui il mio se lo ricordava. Parevamo anke contenti d vederci, ma non avevamo un grankè da dirci, succede anke qsto. Fattostà ke non mi sarebbe piaciuto kiamare il mio 1° cane Buti, ke significa stivale in amarico, ed è anke simpatica come cosa, considerato che lui cercava sempre delle scarpe tra cui stare. La questione è ke non credo dovrò rincontrarlo + avanti, xò se accadesse saprei cosa dirgli, insomma. E così, l’altroieri ho optato per “bunno”, che significa un po’ caffè in amarico (bunna), però né è il maskile, un augurio d diventare frizzante, e poi ha un ke d coniglioso e il suono mi piace. Non credo lui abbia fatto in tempo a riconoscersi in quel suono. Non ha fatto in tempo a fare molto, a dire il vero. Una volta sé arrampicato lungo la mia gamba arrivando al ginocchio, ma dall’interno del jeans. Io ero seduto a parlare con Sara e lui tru tru tru tru, unghiette nella calza e oplà. Le gambe dietro non gli funzionavano tanto, ma quelle davanti bastavano. Questa è un po’ la sua impresa. In effetti un po’ da Butti, forse + da Schiavolin; Butti era un professionista, Andrea ce l’aveva spontaneo. Bunno era in età da mamma e quindi continuava a cercarci e voleva starc vicino. Porca miseria, il problema è che è sempre stato piccolo e un po’ malato, quindi c rimarrà così in testa, completamente indifeso e tenerissimo. Dovevi vedere le facce dei gatti ke io non filo mai qdo davamo il latte a Bunno. Si sono presi un onesto numero d calci, lo graffiavano e gli rubavano il cibo e io li prendevo a calci; ke soffiargli non serviva +, il pallone neanke e a me degli animali non è ke. Oh, pausa, kiariamoci, ci sono quelli che c nascono colla prospettiva, cel’hanno attaccata alle kiappe e fanno anke innervosire, talvolta, verrebbe da dirgli “Sì, va bene, così è giusto. Ma tu dove *** 6?”. E c’è ki invece non riesce a raggiungerla in tutta la vita. Io ciò bisogno d un po’ d tempo, qsta è una sorta d elogio funebre x un cane, niente d ke, non sono liciacolò e qdo kiuderò qsto documento starò melio. avevo voglia d scriverlo, insomma glielo dovevo, + facilmente melo devo. Che ******* voldire ke sono in Africa e mi metto ad accudire animali? No, è capitato e certo, qdo c’erano i bambini ke sbirciavano dalla porta x vedere ke lo lavavamo e jocavo con lui, era strano porcaeva. È una bestia e non ho intenzione, almeno consciamente, di umanizzarlo. Quando stava male d solito si buttava in un angolo del giardino da solo, fino a qdo non stava meglio, ke allora tornava. Oggi è entrato in casa ed è arrivato ai miei piedi. Sé fermato lì, io poi mi sono dovuto muovere x sparekkiare e lui ha messo il muso nella ciabatta e forse è stato quello, direbbe nk. Fattostà ke poi la sera dovevamo uscire e lui non aveva ancora mangiato e non riuscivo a svegliarlo e un po’ avevo capito. Senza essere un veterinario ke quello ke è venuto a visitarlo probabile ke l’abbia avvelenato contribuendo alla sua morte con un antivermi ke lui era troppo giovane x prendere; “tra qualke mese diventerà proprio un bell’animale” la sua profezia. ke poi, non sono neanke un igienista, ma la sua è una delle professioni meno indicate x smangiukkiarsi le unghie come Elijah Wood. Però se sta bene, lui. Non sapremo mai ke cos’aveva quel cane; o ke cosa non aveva. Perché stasera Bunno non rispondeva, quindi l’ho cercato d stuzzicare, lui non reagiva, e allora l’ho un po’ tenuto lì e gli ho iniettato in bocca del latte, ma lui annaspava respirando dalla bocca e non si svegliava e poi vabbeh, ha fatto qualke verso, tipo spasmi e. era già freddino insomma. Abbiamo scavato una buca nel giardino, sulla dx, colle mani, con un bastone, avevamo la pila ke m’ha regalato il frà, l’abbiam messo lì. Ke la terra ti sia lieve, piccolo.

in qsta foto c conosciamo da poki minuti, io e Bunno, animali marsupiali

lunedì 18 febbraio 2008

da Awasa

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Beh, appto, poi siamo arrivati ad Awasa. Ki una doccia, ki 2 salti colla corda, dopo d ke (dopo di ki) ci siam recati vacanzieri & cosmopoliti al lago d Awasa, al quale abbiamo in breve rubato il palcoscenico di attrazione del pomeriggio. Coppie che interrompono strofinamenti di lingua per occhieggiarci, noi colle nostre macchine fotografiche e le teste girevoli. Il lungolago ospita numerose scene curiose. C’è un uccellino che a 6, 7 m d’altezza sventola le ali come un pazzo ma rimane immobile in un punto su un punto, fino a lasciarsi cadere a sasso in verticale, sul pesce a lui ortogonale; come i cartoni animati dove i personaggi mulinano in aria i piedi per poi schizzare via velocissimi. Ma lui non schizzava, come la migliore Cagn8. Come quei disegnatori acerbi che disegnano subito in bella. O forse i loro sono solo schizzi, troppo giovani per credere di realizzare già disegni compiuti e poco confidenti nella propria mano per insistere collo stesso soggetto. Così qualcuno scambia i loro lavori per opere concluse; ma dove sono finito? Torno al lago, dove il sabato pomeriggio ci si va per divertirsi, magari facendo il bucato in compagnia, oppure per lavarsi. Uomini&animali, c’è acqua x tutti.

bagni d tramonto

Qualche ragazzo guarda ridendo Masaya dandogli del Ciainìs; poche etichette gli sono meno gradite: il nostro amico sostiene fieramente di non conoscere molto dei cinesi e quello che conosce non gli piace. Gli autoctoni più benestanti  vengono qua per trascorrere il weekend in macchina, parcheggiati a qke m dalle rive lacustri, a masticare ciàt (lo scrivo come lo dico), foglie con effetti affini a quelli dell’hashish (in Etiopia, a differenza del fumo, il ciat è legale e consistente merce d’esportazione); scrivo per sentito dire, se qc1 ha mai provato qsto ciat contribuisca a renderne noti i poteri; Maurizio sa che io non ne sto usando. Nonnònnòno. E qste mail come si spiegano? Come vele. Waaoh.

ciattano. pare un po' una foto della narcotici..

Dopo una singola notte in una doppia con Masaya… pausa aneddoto mancato. Prendiamolo un po’ largo, hai 3 minuti? Tanto qsto è un post breve e non bussa mai 2 volte. Come molte città della costa adriatica, che vivono d bagni, Awasa è un po’ la cittadina dell’amore: sul lago ci si vuole + bene (scusate, ci si vuole meglio) ke in città, anke x’ i cittadini d prima classe x volersi bene se ne vanno al lago al largo dalla loro quotidianità. Di conseguenza la popolazione locale di Awasa è gambizzata dal mastino dell’aids. Di conseguenza le autorità locali nascondono goldoni in ogni buco; beh, in molti buchi. Non per promuovere la drammaturgia italiana, avete ragione, lo sapevo: le mie compatriote m’hanno osservato come questo termine non sia tanto deagostinizzato come parola: intendo i condomi. Non voglio pensare allo spammer che bersaglierebbe il blog se utilizzassi termini + noti. Bene, ne ho rinvenuti belli impakkettati dalla direzione dell’albergo (credo) anke nel mio comodino. L’idea era di uno skerzo interculturale italia giappone, dove li estraevo dalla tasca ammiccando in direzione d Masaya; qualcosa di simpatico per facilitare la relazione amicale con lui. Niente che potesse mettere a disagio, ma va, tipo corna di Berlusconi, per intenderci (il “di” assume valore di specificazione, non di possesso), quei siparietti per cui il mondo ci riconosce per quello che effettivamente siamo. La realtà è ke, rincamerato dopo l’ultima magra prestazione della compagine ivoriana (drogba dipendente e drogba deludente), son piombato diretto in un sonno senza sogni. Un aneddoto mancato, non velo posso raccontare.

Dopo una singola notte in una doppia con Masaya, sulla via del ritorno, ci fiondiamo come lucertole al Sabana, una sorta di spiaggia privata con bar, ombrelloni, galleggiante con scivolo, canoe sul Lago Langano. Un motivo per cui fare cooperazione in Etiopia, direi. Vinci il pregiudizio che ti spinge a desiderare l’acqua azzurra e non marrone e ti sbatti al sole a prenderle, o a ridere di come i bianchi siano rifugiati nella riserva protetta dell’ombrellone (tranne sporadike fughe su canoe acquatiche) mentre gli altri se la sguazzano in giro. Poi mi chiedo di che colore sono io, intuisco che forse dovrei proteggermi dai cancerogeni raggi solari, ma mi guardo e fortunatamente mi scopro rosso semaforo (infatti lampeggio); qsto comporta che sono autoesentato dal segregarmi in una pozza d’ombra. Yuppie.

bagni colorati

A lato, fuori dal terreno del Sabana, c’è un bambino magro; non so come sia arrivato lì, ma mi dicono che ci sia una capanna in quella direzione. Voglio credere che la abbatteranno, presto o tardi. Ha la maglietta strappata, è molto serio. Se la leva, si butta nel lago per lavarsi, non per fare il bagno. Ci sporcherà tutta l’acqua marrone. Dovrebbero rimuovere anche lui, la sua tristezza mi pare davvero fuori luogo, inaccettabile. Il responsabile (che forse conosciamo, o forse conosciamo il responsabile dei camerieri, non è ancora kiaro) riceverà una mia lettera. Spero che quel bambino non mi abbia visto. Sarebbero stati capaci d saltare fuori i miei redivivi sensi di colpa e quella roba lì. E poi mi torna in mente perché ero qua. No, grazie.

Oh, poi siamo tornati, e qsto sarà un video su youtube, un giorno, qdo avrò una connessione autostradale, magari per le elezioni la vinco.

Salute a voi, ke qua…

Paolo

venerdì 15 febbraio 2008

verso Awasa

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Ricapitoliamo: lo scorso weekend siamo andati in Etiopia. Rotta sud sud est, cool car (non si legge come si scrive), colorata formazione con esponenti d tre continenti: Stefania –Italia-, Paolo –Italia, con riserve-, Masaya –Japàn, solo titolari-, Zed –ke joca in casa- e Sara: Italia, ma conta anke un parente americano; conta? Prima volta fuori Addis, iuhuhu. iuu. iu. La strada ke porta fuori da addis è trafficata, si pazienta, dopo un’oretta&1\2 scorre. A quel punto ci fermiamo, in posa x una foto o in cammino verso un gabinetto.


ad ognuno la sua attività

Siamo nella Rift Valley, che giù giù arriva fino al Mozambico. Parte molto povera dell’Etiopia, è macchiata di laghi, sulla riva di uno dei quali (il lago Ziway) abbiamo incontrato un folto numero di goffissimi uccelli chiamati Marabù; colorati, bruttini, passeggiano alti come persone sui sentieri fiancheggianti i laghi, hanno un’apertura alare ampissima, e sono troppo pigri per procacciarsi cibo da sé, così sono soliti pedinare avvoltoi e cibarsi dei loro avanzi. Dei parassiti enormi, ma molto dignitosi.


io sono un marabù e loro sono i miei amiketti

Superando la Valley si passa da Shashemene, cittadina d 90000abitanti dove nel 1963 l’imperatore Hailé Selassié (l’ultimo grande imperatore etiope) aveva concesso un terreno ai rastafariani che lo inneggiavano come Messia della redenzione africana. Ma col tempo, specie durante il Derg (il periodo etiope d stato socialista dal 1974 al 1991), la componente rasta ha perso sempre di + il rilievo a Shashemene fino a che qsta località non è diventata inospitale x i turisti, sporca e molto poco rispecchiante le proiezioni ke nutrivano su essa i seguaci d Marcus Garvey. Da queste parti è + facile ke ad Addis trovare ciclisti, ma anche bambini di pochi anni in piedi alla guida di rudimentali bighe.


i ciclisti salveranno un pianeta. devono decidere quale.

Poi sabato pome raggiungemmo Awasa, ma qsto è tutto un altro post fotografico.

,p

martedì 29 gennaio 2008

morte d 1 etopo

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Le avventure di Paolo & Stefania non sono finite nel 2007, e nessuno credeva ke lo sarebbero state. In una delle nostre memorabili domenike pomeriggio ad Addis, ieri, il fiato del nostro cucinotto sapeva di topo morto. Per rimediare al disgustoso problema abbiamo usmato la stanza al fine di percepirne la fonte venefica. Pareva proprio provenire dal forno e dopo avere fatto mente locale sugli ultimi alimenti cucinati, abbiamo deciso che doveva trattarsi di Pangra, quel sorcio che Stefania aveva avvelenato la domenica precedente e che doveva essere andato a morire in qualche pertugio casalingo, nella migliore tradizione dei mentori ke da morti danno + problemi d qdo erano vivi (vedi Gandalf e Obi 1).

Sprovvisti di cacciaviti tentammo di sbirciare l’intestino del forno da dietro, attraverso alcuni fori. Sprovvisti di illuminazioni adeguate Stefania estrasse violenta la sua poderosa macchina fotografica con flash illuminante e provammo ad analizzarne le rivelazioni, come puoi fare tu qua sotto.

stopalo
Ecco, come te neanke noi cogliemmo prove decisive rispetto l’esatta ubicazione del tenero corpicino nel bel mezzo del cammin di putrefazione. Quindi optammo per l’armarci d strumentazione atta a sventrare la cucina a gas (alias il forno) telefonando al povero Zed, che nient’altro agognava dopo un viaggio d 20 ore per il sud Etiopia a bordo di un minibus.

gli accalappiatopi
Nel frattempo il fetore iniziava ad avere effetti allucinogeni che provammo a contrastare con uno scalmanato spruzzamento d borotalco. All’arrivo di Zed riuscimmo a scoperchiare il retro dell’elettrodomestico e dopo una ricerca minuziosa, il nostro scoprì l’ultimo giaciglio del piccolo ratto avvelenato. Presolo, venne dato in pasto ad Anacleto nella speranza + vivida ke la polverina tossica non avesse perso effetto in questi giorni. Per tranquillizzare il WWF, ke d sicuro sarà partner progettuale d Caritas Ambrosiana, aggiungo che testimoni oculari pagati da me sono disposti a sostenere di avere visto un listolatole cinese strappare la carogna della pantegana dalle fauci del nostro benamato felino.

"oh, altro ke il solito salame ammuffito ke mi propinate.."
La sera non potemmo ke visionare Ratatouille ke a Stefania ha insegnato ke i topolini sono buoni e intelligenti e non avremmo dovuto ucciderlo, e a me che vivono in colonie numerose e coordinatissime. E Pangra doveva pur essere il mentore d qc1..

Aloha,
 Mr Billibonga

Ps Le foto sono estratte dall’archivio della dottoressa Stefania Cardinale, dottoressa per merito, fotografa per hobby. Che riguardo al fattaccio, rilascia la seguente dichiarazione: “Che schifo, non ci voglio + pensà, mi sto ammalando x qsto motivo…”.

giovedì 17 gennaio 2008

post vero

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vediamo se sono capace DI scrivere un post in un blog con un account da un server. gli inglesismi partono x' domani parto.

10° minuto (e 10") di qsto film



me ne vado me ne vado me ne vado ad amsterdam. Amsterdàààaaaààm, Amsterdààm. E la mamma di.. no. fino ad oggi ho incollato sul blog delle mail, non ho mai scritto un post al sol. oggi invece sì, e da casa mia si vedon le montagne dietro la ciminiera, ke qdo succede fa stare meglio, specie se è giorni ke piove. Stefania è già giù, e m'ha rimpiazzato con un grosso topo battezzato Pangra. dai ragni ai topi, faunisticamente scrivendo abbiamo omesso la presenza nell'accogliente addis delle iene. m'han raccontato ke d notte scendono dalle montagne intorno affamate, da sole o in branki, alla ricerca di carcasse canine o politici cui porre domande scomode. cosa dite, ci metto un punto a capo?

ecco, sì, però altra cosa ke non si sa è ke, t ricordi la tartaruga sul gradino + alto dell'Etiop Twenty (post del 17 9mbre)? quella ke si vede una volta allanno? ecco, l'ultimo giorno prima d tornare a milano, l'ho rivista, ha buttato la testa fuori dalla sua tana, ha controllato ke non ci fosse il suo nemico La Donna Delle Pulizie ed è arrivata fuori dall'ufficio. un po' preso alla sprovvista l'ho apostrofata con un brillante "ma 6 fuori?", e lei c'è rimasta male x essere stata apostrofata e senè tornata indietro.

milano, italia: oggi è progetto bagagli, vado a preparare il primo meeting.

paolo

tortoises

giovedì 15 novembre 2007

The Monster's House

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Estratto dal # 48 di Piesse (PlèiStescion) del novembre 2007, p.71-75.


ETHIOPIAN YEAR: THE MONSTER’S HOUSE

Membri -e che membri- della nostra redazione son congelati da un paio d settimane su “Ethiopian Year - 13 months of Funshine”, della Ambros; d loro c frega granpoco, ma pensiamo d fare un servizio alla nazione pubblicando NON LA SOLUZIONE COMPLETA (qella vela depositerà il Babbo di Natale nei collant che appenderete al calorifero), ma alcuni sgami per aiutare i 2 protagonisti del gioco a rimanere in vita almeno un mesetto. Lasciate stare il servizio alla nazione, voi comprate Piesse, voi comprate E’s Y, noi pubblikiamo alcuni tricks, voi comprerete ankel prossimo nro di Piesse (vero?) e noi calciamo il mutuo avanti dun mese. Intellettualmente + onesto?

Pensiamo anke a qelli tra voi ke da un po’ bigiano la nostra carta. Non vene vergognate, venite pure avanti, voi con il braccio corto, signori imbellettati, coraggio.. Tu, tu, sì… anke tu, dài. Cos’è successo? Eh? 6 troppo cresciutello x dilettarti con i videogheims? Hai trovato la morosa? Hai scoperto Ken Follett? Ecco bravo diccelo qua nell’orecchio nostro, così. Ecco, ora ascolta anke tu: porta il tuo orekkio alla nostra bocca, su, non sono Tyson, da bravo. “NON C’INTERESSANO LE TUE AUTOGIUSTIFICAZIONI DA LICEALE”. Ora tene vai in edicola e compri un nro d copie d novembre di Piesse pari a qelle ke hai mancato. Hai trovato la morosa? Come anniversario della prima settimana le regali una consòl (per consolarla), come regalo x il mese la abboni (è un imperativo: abbòna!). Hai scoperto Ken Follett? Lo ricopri e lo lasci lì. Il nostro mutuo dipende da te, non distraiamoci, rimani focalizzato sulla videoludica realtà parallela, per cortesia.

Noi t perdognamo e dopo ke hai espiato la tua colpa t veniamo incontro introducendoti il topic d cui sotto: in Ethiopian’s Year gestisci la vita d Paolo & Stefania (… sì, gli sceneggiatori si sono aperti il cervelletto per trovare 2 nomi così ricercati), 2 ggiovani italiani ke, non si capisce bene x’ (ma tracce biografike salterann fuori in flashback ad hoc come in tutti i titoli affini), sono ad Addis Abeba (in Etiopia, bestie) non si capisce bene a fare cosa. Caratteristike spiccanti: grafica definitiva x realismo, ottimo sonoro, intelligenza artificiale pantagruelica. I personaggi di Fahreneit a confronto sono dei tamagotchi. P&S vanno in giro e provano a fare qualunque cosa tu gli ordini; ke poi siano in grado d fare ben poco può essere frustrante se 6 un GTAdipendente, altrimenti aumenta il livello di sfida. E cmqe c’è il codice “KEGNA” ke, se digitato mentre stai kiamando Maurizio(il misterioso capo d P&S ke, non si capisce bene x’, sta in Italia), t permette d crollare il livello d difficoltà sostituendo ai nostri 2 impacciati prodi 2 + scaltri berlusconi.

Il joco può essere jocato in contemporanea (doppia televisione con Cable Adapter Fissisma) da 2 jocatori, l’età suggerita dalla Ambros è meno d 29 anni e qello ke scrivo ora concerne ESCLUSIVAMENTE la Monster’s House, casa ad Addis d P&S. Il resto lo scoprite da soli o aspettate la tata Soluzione Completa tra un par d mesi, potremmo anke pubblicarla a spezzoni.

Intro ai 2 eroi: Stefania ha l’inglese, la cassa, sa cucinare e manmano ke gira x Addis le si crea in mente la cartina della città (SELECT --> ADDIS). A lei le missioni + delicate, e col tempo afferra anke l’idioma autoctono, l’amarico (?!). Un po’ sbilanciata la sua controparte maskile; magari + avanti verrà fuori, ma all’inizio gli si riconducono appena 2 pregi: attraverso lui si salva la partita (gli fai accendere un computer, gli lasci mezz’ora dicendogli d scrivere il blog e lui salva. Può farlo al massimo una volta al giorno) e affronta gli altri abitanti della casa in maniera vagamente + efficace d Stefania. Entrambi i personaggi se lasciati troppo tempo a far nulla s’intrattengono con attività tendenzialmente inutili, ke gli aumentano leggermente il benessere psycologico. Stefania chatta o si droga d Sex and The City o si fa una doccia, Paolo jocola col diablo o esaurisce le riserve d cioccolato fondante; il suo organismo.



Ora: la Monster’House è una semplice abitazione anke piuttosto carina (poco credibile, ma gli sviluppatori hanno dovuto rispondere alle esigenze d criteri estetici del Grande Pubblico) con cortiletto antestante ke se lo si cura può diventare un giardino bucolico per tartarughine & micetti, se lo si incura si trasforma gradualmente in una discarica, minando la serenità interiore dei 2 + d qto SexandTheCity o il cacao possano ripristinare. Il cuore della MH è il sottotetto: ci si arriva da appena fuori la camera rettangolare (la stanza d P: cmqe sia, ke vela jokiate o vela discutiate, noi della redaz non siamo riusciti a farli cambiare stanze, e qella qadrata e + tranqilla finisce irrimediabilmente a Stèfi) mediante un’apertura nel soffitto, da cui escono solo vibrazioni maligne. Noi non l’abbiamo ancora fatto, ma ci sa ke l’unica soluzio x scoprire un po’ d misteri di lì sopra è far bere a Paolo qke litroz d StGeorge (la birra locale) e fargli chiedere da Stefania: “Ma tu ce l’avresti il coraggio d andare lì sopra?”.

Un altro spioncino nell’inquieto appartamento si trova sul pavimento appena fuori dal bagnetto, per terra: è un tondo del diametro di una buca da golf. Prima o poi sappiamo ke ne uscirà un braccio ke ghermirà la caviglia d Stè, fino ad allora noi c stiam spruzzando litri d spray anti scarafaggi e stiam cercando uno stregone da assoldare x qke macumba preventiva.

Passiamo in esamina le creature della casa: cene sono d elementari come ragni dalle gambe lunghe e scarafaggi rossi: passaci sopra con i personaggi e li pesteranno automaticamente. Nel caso in cui siano sopra pareti, prendi Paolo e seleziona “Usa Ciabatta Con Ragno”: il Nostro si sfilerà la ciabatta dx (sempre la stessa), e sperimenterà qsta violenza casalinga. Ricordati di pulire ogni tanto la ciabatta (Usa Straccio Con Ciabatta), altrimenti dopo qke giorno ke Paolo camminerà sbilenco per le carogne d insetti sotto la suola inizierà ad avvertire malessere alla gamba per la disparità di lunghezze dei due arti, come camminare con un’infradito e all’altro piede una Buffalo 3 cm. Che non è neanke un belvedere.

Possono essere classificati come mostri + impegnativi gli Scarafaggi Volanti, bisogna stargli un po’ dietro ma alla fine si fanno prendere. Elenkiamo ora tre categorie d creature ke x vari aspetti potrebbero inquietare le vostre serene esperienze etiopi. I primi sono gli Scaranafaggi, tanto brutti qto impacciati: trattasi d esseri partoriti dalla mente ammalata dei creativi della Ambros molto lenti, corpo da scarafaggio e zampe da rana, abitano il bagno e incutono un certo spavento soprattutto in Stefania. Una semplice ciabattata gli rammenterà ke le meta creature non appartengono al nostro mondo.

Più spinosa è la questione delle Vespe Assassine: qsti insetti rossoneri lunghi un dito, hanno scelto la veranda di P&S come migliore sede per il loro nido; vanno sconfitte all’inizio della loro opera o sarà troppo tardi. Per una settimana dovete quotidianamente passare di lì con un personaggio maskile (Paolo, o kiedere a Zed o a Ash: differenti tecniche alternate rendono più efficace la disinfestazione), ke tenterà di dar loro fuoco, o le spruzzerà o sradikerà lo skeletro della loro abitazione con un bastone acuminato. Dopo qke secondo, fugare dentro la casa facendo in modo ke qc1 vi kiuda la porta alle spalle; le Vespe Assassine saprebbero motivare il loro aggettivo.

In ultimo i mostri + temibili e anke + diffusi (1,3 al giorno, fino all’inizio d novembre): i Ragni Abnormi. Qsti classici nemici dei protagonisti dei videogioki si trovano in sala, in bagno e nella camera di P, e la loro eliminazione non è automatica. Probabilmente provengono dal sottotetto e dal malefico sgabuzzino, giakkè in un raid coordinato PaoloStefania, la fanciulla ne ha sciolti 5 in botta collo spray acido. Qdo Paolo li trova trai suoi vestiti, deve fare accorrere la coinquilina, la quale lo assiste trascinando lentamente il capo d abbigliamento in qestione fuori dalla casa. Qui va rigirato con il Bastone (Usa Bastone Con Pigiama, per esempio) e presto o tardi il Ragno zampetta verso la libertà di una morte per skiacciamento se sarete veloci a fargli zompare Paolo sopra.

Nella maggioranza dei casi, invece, qsti avversari sono visibili negli angoli delle pareti qdo in orari bui si entra in una delle 3 stanze sopracitate. Come avrete appreso, la città gode di 12 ore d calda luce, e 12 d freddo buio con un escursione termica improvvisa come qella di un presepe elettrico di Mondello. E quando le stanze rimangono al buio, le creature si muovono qatte e guardinghe x paralizzarsi all’accensione della luce (la modalità è la medesima d 1, 2, 3 stella). Bene: l’uccisione in qsti frangenti è + da studiare. Prendete Paolo & Ciabatta, affiancatelo alla parete e pestate; al primo tentativo non riuscirete ad uccidere il ragno ke slitterà di qke cm da una parte. La seconda volta ripetete il gesto direzionando all’ultimo tratto la ciabatta nella direzione in cui prima vera sfuggito il ragno. Oplà. Se Stè è in casa e la fate filmare potrete spedire il tutto al Ministro dell’Ambiente del Governo Zenawi, e prepararvi a conoscere le prigioni etiopi, giakkè si scoprirà ke qste razze sono date per istinte da alcune decine d anni.




Ultima nota: gli insetti sono molti, ed è facile ke ai nostri li colgano anke un po’ di allucinazioni giornaliere. Capiterà loro di prendere a ciabattate pezzi d’intonaco, Stefania si convincerà ke la materia prima del muro sia composta da zampe di ragno.. non vi preoccupate, fateli riposare e bòn. Anke x qsto, qdo combattete con Paolo, Zed o Ash, non rendicontate a Stefania tuttitutti i combattimenti; se siete in cucina con Paolo, e state per esempio lavando i piatti, e cè uno scarafaggio rosso sul muro e non riuscite a trattenervi dallo spetasciarlo colla spugnetta, non è necessario ke poi la collega lo venga a sapere. Sciacquate l’improvvisata arma e riprendete il lavoro: un anno in Etiopia è lungo, dura 13 mesi, non rendetelo ancora + lungo.


Ido Squall