Ricapitoliamo: lo scorso weekend siamo andati in Etiopia. Rotta sud sud est, cool car (non si legge come si scrive), colorata formazione con esponenti d tre continenti: Stefania –Italia-, Paolo –Italia, con riserve-, Masaya –Japàn, solo titolari-, Zed –ke joca in casa- e Sara: Italia, ma conta anke un parente americano; conta? Prima volta fuori Addis, iuhuhu. iuu. iu. La strada ke porta fuori da addis è trafficata, si pazienta, dopo un’oretta&1\2 scorre. A quel punto ci fermiamo, in posa x una foto o in cammino verso un gabinetto.
Siamo nella Rift Valley, che giù giù arriva fino al Mozambico. Parte molto povera dell’Etiopia, è macchiata di laghi, sulla riva di uno dei quali (il lago Ziway) abbiamo incontrato un folto numero di goffissimi uccelli chiamati Marabù; colorati, bruttini, passeggiano alti come persone sui sentieri fiancheggianti i laghi, hanno un’apertura alare ampissima, e sono troppo pigri per procacciarsi cibo da sé, così sono soliti pedinare avvoltoi e cibarsi dei loro avanzi. Dei parassiti enormi, ma molto dignitosi.
Superando la Valley si passa da Shashemene, cittadina d 90000abitanti dove nel 1963 l’imperatore Hailé Selassié (l’ultimo grande imperatore etiope) aveva concesso un terreno ai rastafariani che lo inneggiavano come Messia della redenzione africana. Ma col tempo, specie durante il Derg (il periodo etiope d stato socialista dal 1974 al 1991), la componente rasta ha perso sempre di + il rilievo a Shashemene fino a che qsta località non è diventata inospitale x i turisti, sporca e molto poco rispecchiante le proiezioni ke nutrivano su essa i seguaci d Marcus Garvey. Da queste parti è + facile ke ad Addis trovare ciclisti, ma anche bambini di pochi anni in piedi alla guida di rudimentali bighe.
Poi sabato pome raggiungemmo Awasa, ma qsto è tutto un altro post fotografico.
,p
ad ognuno la sua attività |
Siamo nella Rift Valley, che giù giù arriva fino al Mozambico. Parte molto povera dell’Etiopia, è macchiata di laghi, sulla riva di uno dei quali (il lago Ziway) abbiamo incontrato un folto numero di goffissimi uccelli chiamati Marabù; colorati, bruttini, passeggiano alti come persone sui sentieri fiancheggianti i laghi, hanno un’apertura alare ampissima, e sono troppo pigri per procacciarsi cibo da sé, così sono soliti pedinare avvoltoi e cibarsi dei loro avanzi. Dei parassiti enormi, ma molto dignitosi.
io sono un marabù e loro sono i miei amiketti |
Superando la Valley si passa da Shashemene, cittadina d 90000abitanti dove nel 1963 l’imperatore Hailé Selassié (l’ultimo grande imperatore etiope) aveva concesso un terreno ai rastafariani che lo inneggiavano come Messia della redenzione africana. Ma col tempo, specie durante il Derg (il periodo etiope d stato socialista dal 1974 al 1991), la componente rasta ha perso sempre di + il rilievo a Shashemene fino a che qsta località non è diventata inospitale x i turisti, sporca e molto poco rispecchiante le proiezioni ke nutrivano su essa i seguaci d Marcus Garvey. Da queste parti è + facile ke ad Addis trovare ciclisti, ma anche bambini di pochi anni in piedi alla guida di rudimentali bighe.
i ciclisti salveranno un pianeta. devono decidere quale. |
Poi sabato pome raggiungemmo Awasa, ma qsto è tutto un altro post fotografico.
,p
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