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giovedì 17 novembre 2016

Moldova: ADOPTA UN VOT!!!

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Mi intrufolo nel blog dopo qualche annetto, per raccontarvi una storiella…

In uno stato dell’Ex Unione Sovietica chiamato Moldova, da altri Moldavia e per chi non sa prendere una posizione “Moldovia”, dopo 25 anni dalla sua esistenza, e a 20 anni dall’ultima volta è stata data al popolo, la possibilità di eleggere il presidente della propria Repubblica.

A contendersi l’ambito trono del “paese più povero” del vecchio continente, una donna minuta, economista di professione che, dopo una serie di esperienze all’estero, è stata richiamata in patria per seguire il sogno europeo e un uomo tutto d’un pezzo, anch’esso economista, politico di lunga data e con la sguardo ad Est verso la “Madre Russia”.

“Che il ballo abbia inizio!!!” sentenziò “Sior Notaio”, in una triste domenica di fine ottobre e ci manca poco che, al primo giro di valzer, il “Maschio di ghiaccio” riesca ad ottenere lo scettro del potere ma qualcuno dalla folla urla…”Non mi sei arrivato!!!….Non hai l’X Factor!!!…

Mai trebuie un dans!!! Ovvero… ancora una danza!!!

Il “maschio di ghiaccio” sente la propria “Madre” per avere dei consigli su come affrontare la “Sfida”, raggruppa i pochi amichetti che ha, ma che tanta ricchezza posseggono, per preparare la coreografia, chiama televisioni e giornali per conquistare maggiori consensi con il “televoto”, invece di un milione di posti di lavoro minaccia che con la “Piccola Donna” al potere, dall’Europa arriveranno 300.000 siriani!!!….non solo, verranno chiuse le chiese!!! 
Tant’è che nei villaggi molti preti preoccupati lanciano il proprio anatema durante le prediche “Dio ha detto che se governerà una donna arriverà la guerra!”

Il "Bruno Vespa" Moldavo, la sera successiva al primo giro di valzer, mostra un plastico che simboleggia come la popolazione ha votato le prima esibizione. Il Paese si presenta come un gigantesco panzerotto schiacciato appena sfornato. L’esterno è croccante, compatto, impenetrabile insomma molto “sovietico” ma l’interno ribolle, si agita e alla fine sotto pressione esplode lanciando al di fuori tante gocce tutte intorno e solo minuscole briciole.

Un terzo del contenuto è ormai sul tavolo, sono i votanti che stanno all’estero, per loro, sparsi in giro per il mondo lo spettacolo è stato visibile in sole sessanta località, ma sono rimasti attratti da questa “Piccola Donna”. 
Dalla Spagna ad una ragazza, succede che il panzerotto al plastico rimanga sullo stomaco, e decide di farlo sapere su un libro chiamato “Faccia”. Li incontra tante facce sparse per il mondo che come a lei il plastico è andato di traverso. Decidono di unirisi e sostenere la “Piccola Donna”, nel secondo giro di Valzer. Ma come? Sono lontani.... sparsi per il mondo....e, anche per il secondo giro, lo spettacolo sarà visibile solo in un centinaio di località del globo, alcune a centinaia di chilometri di distanza da dove abitano. Ecco che al "gruppo di facc"e viene un’idea: “Adottiamo un voto!!!”. Vuoi partecipare allo spettacolo ma sei distante? Vieni a casa nostra! Ti ospitiamo noi!!! Non sai come venire? Veniamo a prenderti e ti portiamo a casa appena finito!!! Le gocce di mozzarella e pomodoro del panzerotto sparse sul tavolo si muovono, parlano, si ingrossano diventano un “esercito” ed in pochi giorni le facce sul quella pagina del libro diventano 80.000!

E’ il grande giorno! L’uomo di ghiaccio e la piccola donna si presentano puntali alla “Grande Sfida”. Scatta il televoto! Nonostante il panzerotto moldavo, si imbianchi della prime nevicate di stagione la gente piano piano inizia a dare le proprie preferenze. Il vero boom sembra però arrivare dal di fuori....nelle località sparse per il mondo le linee sono intasate, bisogna aspettare ore prima di poter riuscire a prendere linea per votare.
Si dice che nove persone su dieci, da tutto il mondo, stiano votando la “Piccola Donna”!

Ma cosa succede??? “Avete esaurito le vostre possibilità di voto...per voi l’elezione finisce qui!!! Ecco quello che si sono sentite dire molte facce che sono state adottate, proprio per poter dire la loro...che hanno fatto centinaia di chilometri, speso soldi e chiesto permessi di lavoro per poter partecipare...

Intanto nel bel mezzo del panzerotto si muovono decine di pullman verso le postazioni di voto...il biglietto è gratuito.....all’intero si parla solo russo...vengono distribuiti generi alimentari e ad ognuno dei viaggiatori viene dato l’equivalente di 5/10€ in cambio di una promessa di “votare bene”...arrivano da una parte del panzerotto che qualche tempo fa si è stufato di rimanere attaccato e ha deciso di stare per i fatti suoi e di parlare direttamente con la “Madre”....li non ci sono cabine per televotare e allora sembra che la “Mamma” abbia deciso di pagare a tutti il viaggio.....
C’è poi una parte del panzerotto che nel frattempo, col passare delle votazioni è diventato crosta per il 99%...
Fuori dal panzerotto c’è ancora qualcuno che riesce a trovare la linea....”Ma come ho già televotato???” dice una signora dagli States....” Guardi lei ha votato dall’interno del panzerotto giusto una paio d’ore fa...” le risponde un funzionario; “Ma io nel panzerotto non ci sto da dieci anni!!!” ribatte la donna...”Mi dispiace, lei ha diritto ad un solo televoto...” E la signora risale sull’aereo per tornare a casa....
Arriva finalmente la sera...è  il momento di mettersi davanti alla Tv per vedere i risultati. 
Il “maschio di ghiaccio” ha vinto!!!! 
Il 58%  a suo favore con il quale inizia la trasmissione diventa 52% nel corso della notte ed alla mattina la Moldova ha nuovo Presidente della Repubblica!!!

“Fermi tutti!!!” dice con voce ferma ma gentile la “Piccola Donna”.... “migliaia di persone all’estero non hanno avuto la possibilità di televotare!”....”sono state elezioni sporcate dai soldi”.....”ci sono state irregolarità nelle votazioni!”.....”Chiediamo le dimissioni del “Sior Notaio”... 

Nel frattempo viene documentato che in 12 seggi sono stati invertiti i risultati del voto a favore del maschio di ghiaccio.... il Sior Notaio decide che si devono ricontare i dati del televoto....la gente scende nelle piazze all’interno del panzerotto e davanti alle ambasciate di tutto il mondo...e il presidente a oltre 48 ore dalla fine delle votazioni non è stato ancora proclamato...



No.... questa non è una storiella...è la Repubblica Moldova il 16 Novembre 2016....un Paese profondamente diviso....che non sa quale lingua parlare....che crede nella stessa religione ma con due diverse prospettive.... che non sa andare in Europa o tornare sotto l’ala protettrice russa...dove bastano 5/10 euro per comprare una persona....dove sparisce 1 miliardo di dollari e non si sa dove.... dove da qualche anno non si riesce ad avere una maggioranza di governo... che vede i villaggi svuotarsi...madri e padri lasciare i propri figli ed il proprio paese in cerca di fortuna...che ha un terzo della popolazione sparsa per il mondo...

Eppure Domenica 13 Novembre fuori dal seggio di Via Mascheroni a Milano, ho visto la Moldova che conosco... fatta di gente che sa sorridere con poco.... che ti da una mano anche se non l’hai mai vista prima....anche se tu sei di Milano, ma ti indica la strada per dove andare a votare appena esci dalla metropolitana... che, con la fila lunga un ora, fa passare davanti le madri con i loro figli....che ha nostalgia e voglia di  “acasa” come si dice da quelle parti....

Nei prossimi giorni verrà probabilmente ufficializzato il nuovo Presidente della Repubblica di Moldova o forse si opterà per un nuovo giro di valzer. Ha poca importanza...

La campagna lanciata su Facebook, “Adopta un vot! da una ragazza moldava residente in Spagna, ha fatto riscoprire in molti che sono partiti ed in tanti che sono rimasti in Moldova la bellezza di questo popolo che non ha ancora ben capito chi è ma che grazie all’amicizia, la fratellanza e la solidarietà ha permesso a 135.000 persone sparse per il mondo di andare a votare nei soli 100 seggi presenti al di fuori del territorio moldavo. 

Sono bastate un paio di settimane per mostrare il volto più bello di un paese... sono state persone normali a farlo....non politici...letterati o bla bla bla....avanti così! FORZA MOLDOVA!!!!

Stefano – (Sce 2008, Moldova)

giovedì 10 dicembre 2009

Ultimo giorno SCE

2 commenti:

Non è una foto che rende molto onore alla mia bellezza...ma mi sembrava la logica continuazione del post precedente. L'emozione del ricordo di quel momento di gioia e pianto, mentre ballavo con la mia adorata Ivonne, al collo sempre l'Handala, simbolo del diritto al ritorno dei Palestinesi.

un anno che ti cambia un bel po'

2 commenti:
Penso a questo blog ormai "defunto". Leggo e seguo con interesse il blog dei nuovi ragazzi in servizio civile perchè so che scrivere è un impegno ed è più bello sapere di essere letti. incoraggia a non smettere sotto l'ombra della delusione che quello che si fa lo si fa per niente. Ogni cosa, anche la più piccola, la più silenziosa, immobile agita il nostro io, ha degli effetti (il famosissimo effetto farfalla!). I momenti di stallo, di passaggio sono spesso i più difficili perchè non riesci a capire quale direzione stia prendendo la tua vita. Bisogna avere il coraggio di imparare anche da questi attimi, porsi nella condizione subordinata che il senso lo capiremo poi, adesso no, è troppo presto.
Riflettevo sul titolo di questo blog: servizio civile, un anno che ti cambia la vita. Bhe no, non posso dire che mi ha cambiato la vita...la guerra del 2006 in Libano, vissuta direttamente, sì ha cambiato davvero la mia vita. Ora son sempre bassina, grassottina, furuncolina con un sorriso smagliante DUrbans (sì testoline provocatrici nel 2006 ero cambiata perchè
pppure dimagrita, tié). Non posso, tuttavia, dire di non essere cambiata nel mio io profondo, meno visibile. Si, la mia vita è sempre la stessa, con i suoi alti e bassi, momenti di difficoltà, grandi riconoscimenti che derivano dalle molte persone che mi amano con tutto il loro cuore. Io, un po' cambiata lo sono. In primis, vivere ogni giorno a contatto con delle persone che hanno poco o niente, ti inserisce un microchip nel cervello chiamato "dovere morale verso di loro", di essere felice con loro, anche quando sei giù, con loro si ride. e basta.
E poi, non so perchè non so per come, ma ho imparato a capire il mio valore, ad avere più fiducia in me stessa, a far marciare la "macchina Oriana". E mi sento più donna, pronta ad essere mamma (papà tranquillo, parlo di un ipotetico futuro dopo aver trovato fidanzato, lavoro, essermi sposata a Portovenere nella chiesetta di San Pietro e aver fatto il giro del mondo in ottanta giorni insime al mio Lui).
Quindi il Servizio Civile è un'occasione, bellissima, per aiutarci a crescere, a evolvere. Dipende anche da noi, da come vogliamo affrontarla, questa magica avventura. Con emozione, responsabilità, apertura e rispetto, sarà veramente un anno capace di cambiarti un po', in meglio.

giovedì 16 luglio 2009

Non mi sento italiano..

1 commento:
Questa volta prendo una canzone del signor G, Giorgio Gaber, e vi chiedo di spendere un po’ del vostro tempo a leggere questa lettera di p. Alex Zanotelli.. leggete e riflettete amici!

«Mi vergogno di essere italiano e di essere cristiano. Non avrei mai pensato che un paese come l’Italia avrebbe potuto varare una legge così razzista e xenofoba. Noi che siamo vissuti per secoli emigrando per cercare un tozzo di pane (sono 60 milioni gli italiani che vivono all’estero!), ora infliggiamo agli immigrati, peggiorandolo, lo stesso trattamento, che noi italiani abbiamo subito un po’ ovunque nel mondo.

Questa legge è stata votata sull’onda lunga di un razzismo e di una xenofobia crescenti di cui la Lega è la migliore espressione. Il cuore della legge è che il clandestino è ora un criminale. Vorrei ricordare che criminali non sono gli immigrati clandestini ma quelle strutture economico-finanziarie che obbligano le persone a emigrare. Papa Giovanni XXIII nella Pacem in Terris ci ricorda che emigrare è un diritto.

Fra le altre cose la legge prevede la tassa sul permesso di soggiorno (gli immigrati non sono già tartassati abbastanza?), le ronde, il permesso di soggiorno a punti, norme restrittive sui ricongiungimenti familiari e matrimoni misti, il carcere fino a 4 anni per gli irregolari che non rispettano l’ordine di espulsione ed infine la proibizione per una donna clandestina che partorisce in ospedale di riconoscere il proprio figlio o di iscriverlo all’anagrafe. Questa è una legislazione da apartheid, che viene da lontano: passando per la legge Turco-Napolitano fino alla non costituzionale Bossi-Fini. Tutto questo è il risultato di un mondo politico di destra e di sinistra che ha messo alla gogna lavavetri, ambulanti, rom e mendicanti. Questa è una cultura razzista che ci sta portando nel baratro dell’esclusione e dell’emarginazione.

«Questo rischia di svuotare dall’interno le garanzie costituzionali erette 60 anni fa – così hanno scritto nel loro appello gli antropologi italiani – contro il ritorno di un fascismo che rivelò se stesso nelle leggi razziali». Vorrei far notare che la nostra Costituzione è stata scritta in buona parte da esuli politici, rientrati in patria dopo l’esilio a causa del fascismo. Per ben due volte la Costituzione italiana parla di diritto d’asilo, che il parlamento non ha mai trasformato in legge.

E non solo mi vergogno di essere italiano, ma mi vergogno anche di essere cristiano: questa legge è la negazione di verità fondamentali della Buona Novella di Gesù di Nazareth. Chiedo alla Chiesa italiana il coraggio di denunciare senza mezzi termini una legge che fa a pugni con i fondamenti della fede cristiana.

Penso che come cristiani dobbiamo avere il coraggio della disobbedienza civile. È l’invito che aveva fatto il cardinale R. Mahoney di Los Angeles (California), quando nel 2006 si dibatteva, negli Stati Uniti, una legge analoga che definiva il clandestino come criminale. Nell’omelia del Mercoledì delle Ceneri nella sua cattedrale, il cardinale di Los Angeles disse che, se quella legge fosse stata approvata, avrebbe chiesto ai suoi preti e a tutto il personale diocesano la disobbedienza civile. Penso che i vescovi italiani dovrebbero fare oggi altrettanto.

Davanti a questa legge mi vergogno anche come missionario: sono stato ospite dei popoli d’Africa per oltre 20 anni, popoli che oggi noi respingiamo, indifferenti alle loro situazioni d’ingiustizia e d’impoverimento.

Noi italiani tutti dovremmo ricordare quella Parola che Dio rivolse a Israele: “Non molesterai il forestiero né l’opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto” (Esodo 22,20)».

venerdì 10 luglio 2009

6 luglio 2009 - Altre 6 ragazze all'appartamento sociale

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Lunedì 6 luglio 2009 è stato un giorno speciale ad Orhei in R.Moldova.

In questo giorno abbiamo accolto 6 ragazze all'appartamento sociale, progetto in cui io e Giulia siamo inseriti assieme all'equipe locale moldava e ad Elisa Magnifico, operatrice Caritas Ambrosiana che ha dato inizio a questo progetto ormai nella lontana estate 2007.

Le ragazze sono visibilmente tese e molto molto timide. Quando arriviamo noi sono come dei pali di legno e quando si siedono sulle poltrone per fare la riunione tutti insieme sembrano dei sacchi di patate! Emozione e soggezzione a parte queste a queste ragazze vengono spiegate le ragioni della loro presenza in questo progetto e assieme a loro si è cercato di discutere sulle regole dell'appartamento sociale.

Anche queste raagazze hanno una storia alle spalle con cui potremmo riempire pagine e pagine di blog, ma visto che sono stanco e ci hanno fatto una bellissima foto finale (equipe e ragazze) finisco questo post così, con la foto!

Speriamo dopo i Cantieri della Solidarietà (che ormai sono alle porte) di poter fare qualche attività con loro e poter condividere con altri post le loro avventure!!

giovedì 9 luglio 2009

Due parti di idrogeno per una di ossigeno

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Siamo sempre stati abituati ad aprire il rubinetto e all'istante veder scendere acqua. Fredda, calda, tanta, poca, siamo noi a decidere, a comandare. Provate ora ad immaginare: aprite il rubinetto, girate la manopola in senso antiorario, azione solita, consueta, vi aspettate che scenda la solita acqua..invece niente, nemmeno una goccia, nemmeno una fottutissima goccia d'acqua.

Da 10 giorni a Nairobi non c'è acqua, ce l'hanno solo quelli che hanno i pozzi privati e i ricchi ovviamente, gli altri nulla. Ti rendi conto veramente di quanto è preziosa l'acqua, di quanto sia prezioso l'oro blu. Quando ti dicono “non sprecare l'acqua, chiudi il rubinetto quando ti lavi i denti, fai la doccia di 5 minuti, chiudi bene il rubinetto e non fare scendere le gocce, riempi sempre la lavatrice per non sprecare acqua, bagna le piante all'alba o al tramonto..”, tu cerchi di seguire i consigli perchè sei consapevole che ci sono paesi meno fortunati di noi, che presto finirà, che bla bla bla...tante parole e basta.

Ma finché non lo si prova sulla propria pelle, finchè non vedi che non scende neanche una goccia dal rubinetto..lì ti rendi conto veramente di come vivono milioni di persone. Acqua per lavare, per lavarsi, per cucinare..nulla. Per le strade si vedono donne con le taniche in testa che fanno chilometri su chilometri per andare a comprarla, per andare a cercare un pozzo che abbia ancora acqua e che il proprietario non la venda a prezzi esorbitanti. L'acqua diventa un business, diventa, ancora una volta, qualcosa per ricchi, e non per poveri. Dicono che dopo le guerre per l'oro nero, ci saranno guerre per l'oro blu, e io credo che andando di questo passo questa triste profezia potrebbe avverarsi.

E come se non bastasse: niente acqua, le centrali idroelettriche non lavorano adeguatamente, niente corrente elettrica..è una catena..quando finirà?

venerdì 3 luglio 2009

S. Cafasso day..

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Il protettore dei carcerati S. Giuseppe Cafasso si festeggia il 23 giugno: per l'occasione abbiamo organizzato due feste, una nella Main Prison, un'altra nel carcere minorile. Nella prigione di Massima Sicurezza abbiamo fatto una messa con il responsabile generale del Kenya; la messa è la “solita” messa con i detenuti: energia nel cantare, cori di voci maschili, voci profonde, che entrano nel cuore e nella mente; alla fine le strette di mano, i sorrisi, gli sguardi, gli “asante sana” per aver partecipato con loro ad un momento così importante..e poi una lettera, scritta a mano, con il desiderio che possa arrivare al Papa, con la richiesta di abolire la pena di morte in Kenya: la pena di morte è ancora presente in questo paese anche se è da circa 15 anni che non viene eseguita nessuna pena capitale, ma sulla carta è ancora una legge in vigore.

L'altra parte della festa l'abbiamo fatta nel carcere minorile, con i ragazzi: per qualche ora abbiamo dato la possibilità di evadere, di uscire dalla solita routine e dal solito lavoro nei campi o nel lavoro umiliante di lavare tutti i giorni la macchina della boss. Canti, danze, teatro, giochi, e poi soda (bibita) e patatine per tutti. Per ragazzi che mangiano ugali e sukumawiki o fagioli tutti i giorni è stato davvero un momento di evasione! Sono anche venuti gli Hope Raisers, amici musicisti dallo slum di Korogocho, e, ancora una volta, abbiamo cantato Redemption song, canzoni di libertà..in una prigione..

buon S.Cafasso!

mercoledì 1 luglio 2009

colore sbiadito

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La stanza è di medie dimensioni, ma ben curata. La luce filtra poco e la lampadina, che dovrebbe essere il centro dell’attenzione di un lampadario mancante, è accesa. Due ventilatori girevoli sparati al massimo creano una brezza piacevole, anche perché discontinua, a meno che uno non decida di assecondare il movimento del ventilatore, facendo tre passi in su e tre in giù. Ma quando i ventilatori sono due ed il loro fuoco è incrociato, allora è meglio evitare figuracce e aspettare il vento costruito fermo sul posto.

Il colore alle pareti è chiaro, e tende al giallo, probabilmente per enfatizzare la luce artificiale. Finestre nessuna. La stanza è in realtà un piccolo soggiorno, trasformata temporaneamente in camera da letto. Così, su alcuni tavolini in legno e vetro poggiano dei cuscini; la camicia da notte è piegata sul divano e di fronte a quello stesso divano, un letto da una piazza e mezza. Alcune tigri in peluche osservano dalla loro posizione privilegiata la scena, e sembrano un po’ infastidite dal momentaneo contrattempo. Su una parete, un quadro. Una bambina con due fiocchetti azzurri tra i suoi capelli a caschetto, gli occhi grigio-verdi. Piange, mentre guarda una bandiera della Palestina.

Accanto al letto, i trentatré grani di un rosario in legno gigante, una Madonna con bambino e qualche foto. Dei fiori rossi in un vaso, su un mobiletto. Sembrano finti in realtà, troppo rossi, troppo perfetti. Dietro, altre foto. Yasser Arafat e Hassan Nasrallah, che si guardano e si sorridono. Paradossi medio orientali.

Le urla sibilate, quasi timide, si diffondono un po’ dappertutto. Se si avesse il tempo di ascoltarle bene, probabilmente entrerebbero nelle ossa, probabilmente trasformerebbero la pelle in brivido. Un urlo se viene estrapolato dal contesto, è solo un rumore, più o meno forte. Se ad un urlo invece associ uno sguardo, degli odori, del sudore, allora non è un rumore.

È vita. È resistenza.

Tant Jamìle è sdraiata sul letto, due bende bagnate sui piedi nudi, un asciugamano in testa, agli occhi, le lacrime. E urla. E sembra di ascoltare attraverso questo suo urlo, così debole e sottile, ma anche così intenso e potente, la voce di tutto un popolo. L’operazione è riuscita, ma è ritornata dall’ospedale con alcune infezioni su una gamba. Ma d’altra parte se vinci decine e decine di punti sulla coscia per ricostruire il tuo femore rotto in una banale caduta, non hai diritto a lamentarti, se nel frattempo accadono alcuni imprevisti. Ma per Tant Jamìle, gli imprevisti saranno sempre più spesso quotidianità. Il suo passo lento ma sicuro, sarà una sedia a rotelle, o un walker, se le andrà bene. Il suo prendere l’iniziativa, sarà un per favore. Forse nelle sue urla l’umiliazione contava più del dolore. Forse le sue lacrime mentre veniva pisciata, lavata, e vestita erano umiliazione. E forse era umiliazione il chiedermi una mano per alzarla, per tenerla mentre le veniva pulito il culo, mentre le venivano disinfettate le piaghe, mentre le veniva tolto il pannolone. Non c’è niente di peggio che conoscere persone umiliate appartenenti ad una società umiliata.

Scopro gli anziani in un campo profughi, nonostante abbia vissuto tutta la mia vita in una zona dove la media di decessi è di due alla settimana, nonostante sia italiano, from Italy, la patria dei vecchi per definizione ormai, battuta solo dal paese dei giapu. E nel campo profughi mi accorgo che il mondo non è solo nord-sud, poveri e ricchi. È anche vecchiaia e giovinezza, salute e malattia.

Ma essere poveri, vecchi e storpi umilia il sangue, e scolorisce il bianco degli occhi, come le troppe centrifughe di una maglietta usata.

Ed in questo bianco sbiadito, non riconosco, e mai riconoscerò giustizia.

domenica 28 giugno 2009

di Don Paolo Farinella

5 commenti:
Cari tutti, credo che sia importante dedicare qualche minuto alla lettura di questa lettera scritta da Don Paolo Farinella al Card. Angelo Bagnasco di Genova.
Buona lettura!
Egregio sig. Cardinale, viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E' il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città. Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato - o meglio non ha trattato - la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica.
Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di "frequentare minorenni", dichiara che deve essere trattato "come un malato", lo descrive come il "drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio". Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell'omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull'inazione del suo governo. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale. Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la "verità" che è la nuda "realtà". Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell'Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome dei supremi "principi non negoziabili" e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono "per tutti", cioè per nessuno. Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all'integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi. Non date forse un'assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in campo etico voi "parlate per tutti"? Questa espressione vuota vi permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra della morale generica (cioè l'immoralità) e i cavoli degli interessi cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private, ponendo da sé in relazione i due fatti. E' forse un avvertimento che se non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il governo e l'attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei cattolici atei? Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l'8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però, sapere che è una conseguenza diretta dell'inesistente magistero della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo. I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra a stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull'odio dell'avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con "modelli televisivi" ignobili, rissosi e immorali. Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l'altro 50% sotto l'influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d'interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spartire come credenti, come pastori e come garanti della morale cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati, consegnandoli a morte certa? Non è lo stesso uomo che ha fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita "dal suo sorgere fino al suo concludersi naturale"? La vita dei neri vale meno di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati dall'eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e complici dei suoi delitti che anche l'etica naturale condanna? Come sono lontani i tempi di Sant'Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché "anche l'imperatore é nella Chiesa, non al disopra della Chiesa". Voi onorate un vitello d'oro. Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per vangelo. Un governo dissipatore e una maggioranza, schiavi di un padrone che dispone di ingenti capitali provenienti da "mammona iniquitatis", si è reso disposto a saldarvi qualsiasi richiesta economica in base al principio che ogni uomo e istituzione hanno il loro prezzo. La promessa prevede il vostro silenzio che - è il caso di dirlo - è un silenzio d'oro? Quando il vostro silenzio non regge l'evidenza dell'ignominia dei fatti, voi, da esperti, pesate le parole e parlate a suocera perché nuora intenda, ma senza disturbarla troppo: "troncare, sopire ... sopire, troncare". Sig. Cardinale, ricorda il conte zio dei Promessi Sposi? "Veda vostra paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo ... si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest'urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti... A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent'altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire" (A. Manzoni, Promessi Sposi, cap. IX). Dobbiamo pensare che le accuse di pedofilia al presidente del consiglio e le bugie provate al Paese siano una "bagatella" per il cui perdono bastano "cinque Pater, Ave e Gloria"? La situazione è stata descritta in modo feroce e offensivo per voi dall'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che voi non avete smentito: "Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati. Ma tra un devoto monogamo [leggi: Prodi] che contesta certe sue direttive e uno sciupa femmine che invece dà una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupa femmine. Ecclesia casta et meretrix" (La Stampa, 8-5-2009). Mi permetta di richiamare alla sua memoria, un passo di un Padre della Chiesa, l'integerrimo sant'Ilario di Poitier, che già nel sec. IV metteva in guardia dalle lusinghe e dai regali dell'imperatore Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: "Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l'anima con il denaro" (Ilario di Poitiers, Contro l'imperatore Costanzo 5). Egregio sig. Cardinale, in nome di quel Dio che lei dice di rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo, un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilità. Se non può farlo il 50% di pertinenza del presidente della Cei "per interessi superiori", lo faccia almeno il 50% di competenza del vescovo di una città dove tanta, tantissima gente si sta allontanando dalla vita della Chiesa a motivo della morale elastica dei vescovi italiani, basata sul principio di opportunismo che è la negazione della verità e del tessuto connettivo della convivenza civile. Lei ha parlato di "emergenza educativa" che è anche il tema proposto per il prossimo decennio e si è lamentato dei "modelli negativi della tv". Suppongo che lei sappia che le tv non nascono sotto l'arco di Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di vita, etica e comportamenti dei giovani ai quali non sa offrire altro che la prospettiva del "velinismo" o in subordine di parlamentare alle dirette dipendenze del capo che elargisce posti al parlamento come premi di fedeltà a chi si dimostra più servizievole, specialmente se donne. Dicono le cronache che il sultano abbia gongolato di fronte alla sua reazione perché temeva peggio e, se lo dice lui che è un esperto, possiamo credergli. Ora con la benedizione del vostro solletico, può continuare nella sua lasciva intraprendenza e nella tratta delle minorenni da immolare sull'altare del tempio del suo narcisismo paranoico, a beneficio del paese di Berlusconistan, come la stampa inglese ha definito l'Italia. Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza delle verità come insegna Giovanni Battista che all'Erode di turno grida senza paura per la sua stessa vita: "Non licet"? Al Precursore la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro "tacere" porta fortuna. In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.

Genova 31 maggio 2009 Paolo Farinella, prete

Senza "campagna" elettorale

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Mi ritrovo in Libano dopo un breve soggiorno italiano, che dire, non va, non va proprio. Mi sento persa, non ho più punti di riferimento. Prima giravo a sinistra dopo il cartellone "sois belle et vote". Seguivo dritto seguendo le immagini di "forza", un po' troppa, e a destra si andava per un "sois egale et vote". Ora non vedo più i faccioni delle supergnocche che mi dicono di essere bella intelligente e quindi mi invitano a votare per il 14 o l'8 marzo. Con un po' di sollievo poiché il mio femminismo poco femminista stava iniziando a trovarsi a disagio. Mancano, inoltre, i faccioni degli uomini politici sorridenti per tutti i palazzi del Paese, e come ne abbiamo esperienza, gli uomini politici non sono mai belli e questa peraltro sarebbe la loro mancanza minore. Stranetto anche non vedere più quella che ormai sento come la mia migliore amica, sempre in giro con me a Ashrafie: più piccola di me è la più giovane parlamentare nella storia del Libano. Non credo lo sia perché figlia di un noto giornalista ucciso da un attentato. In Libano - come in Italia - clientelismo, nepotismo, corruzione, non rientrano nel gioco elettorale e lo spazio è dato a tutti solo per meritocrazia. Viva i paesi felici e democratici. Viva il migliore dei mondi possibili.


Il giorno dopo...
Nel frattempo, Nabih Berri per la quinta volta consecutiva è stato eletto Presidente della camera libanese...perché non c'erano altri candidati?! Oggi, nonché sabato 27, Saad Hariri, figlio dello scomparso Rafiq, ha assunto la carica di Primo Ministro quando si sa che non ha la statura del padre, che è interessato più a salire sulla barca di Berlusconi in Sardegna che a grandi manovre politiche. Oh, poveri noi. Concludo con una frase di un amico libanese su Facebook: "Saad el harirreh the new PM, than bugs bunny was REAL after all...".

martedì 23 giugno 2009

Mirella Lopez

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...ed anche oggi ad Amman fa un bel caldino!
Saltiamo in macchina io Sara e Jeries in direzione sud a visitare la prigione femminile di
al-Jueyda. E' la seconda volta che ci introduciamo nei ridenti ambienti di questa prigione.

Mirella Lopez ha 24 anni, e da 4 vive nelle celle al femminile. Ha pensato bene di ingerire un quantitativo di cocaina e partirsene dal Perù per portarlo in Giordania. Il fato ha voluto che la seconda volta l'ovetto di cocaina le esplodesse in pancia. La morte non l'ha richiamata a sè, e dopo due interventi è stata imprigionata in quel di Amman.

Mirella Lopez ha degli occhi bellissimi, che attraverso il vetro di separazione tra il mondo "libero" e il mondo "imprigionato", non mollano un attimo i miei.

La cocaina se l'è inghiottita per salvare i suoi da una preannunciata bancarotta. L'investimento fatto dal padre alcuni anni prima, utilizzando i risparmi di una vita, non ha portato i frutti sperati. Gli aguzzini si facevano sempre più vicini. Il suo coraggio l'ha spinta ad imbarcarsi in un'avventura più grande di lei, mossa dalla volontà di aiutare la famiglia a risollevarsi da sorti che non lasciavano presagire nulla di buono.

E' scomparsa nel nulla, la famiglia all' oscuro di tutto!

Dopo tre anni di prigione le hanno permesso di chiamare casa...

Quando siamo insieme, separati dal vetro i nostri mondi si incontrano. Lei mi racconta il suo, io ascolto il suo, lei vede il mio.

Fra due anni sarà nuovamente libera.

lunedì 22 giugno 2009

il viaggio non e' l'emozione..

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una canzone dei mercanti di liquore dice cosi'..il viaggio non e` l`emozione di attimi pericolosi..hanno proprio ragione, o forse non lo e' piu`. nl giro di 12 ore sei dall'altra parte del mondo, parli una lingua diversa, e vedi gente di un altro colore.

nel giro di 12 ore ti ritrovi a tifare Kenya per le qualificazioni ai mondiali contro il Mozambico (vittoria per 2 a 1, con gol del nostro Mariga che milita nel Parma!), ti ritrovi a tifare Sud Africa contro la Spagna e vedi la tua Nazionale senza la telecronaca di Marco Civoli, ma in un inglese distante..

insomma con l'aereo non gusti piu' il viaggio, non vedi piu' i cambiamenti fuori dal finestrino di colori, paesaggi, ma senti solo l'aria condizionata di un posto come un altro..

la prossima volta potremmo viaggiare in treno??

sabato 20 giugno 2009

Che felicità!

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Dopo tre giorni di attesa....finalmente sono arrivate all'aeroporto di Managua......sono loro, sono le mitiche 12 bandiere!

Non ci sono stati pesi di piombo che abbiano impedito l'arrivo a destinazione.....

un GRAZIE SPECIALE a tutte le persone che hanno collaborato alla loro realizzazione.

a presto le prime immagini di lanci... nell'aria di Nueva Vida.

lunedì 15 giugno 2009

Di solito se lo mangiano....

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....bello sapere che qualcuno provi a proteggerli!

http://www.repubblica.it/2006/12/gallerie/ambiente/armadillo-baby/1.html

Rientro Giugno....

2 commenti:
Non ci vogliono tante parole, davvero...

Grazie, grazie a tutti.....è stato proprio bello rivedervi ed aggiungere un pezzetto in più di condivisione 'live' con voi!!!

Vi abbraccio forte!
Buon rientro a tutti!

domenica 7 giugno 2009

elezioni

1 commento:
Potrei parlare di quelle MIE, quelle in cui dovrei credere, quelle per cui ho votato: per il parlamento europeo, per le provinciali e comunali. Tra l'altro non sono più sotto Milano ma ormai Barlassina è in provincia di Monza. Già.

Eppure il mio cuore, la mia mente, la mia partecipazione, la mia angoscia, il mio futuro è dentro le elezioni che si sono tenute oggi in Libano e che vedono contrapporsi le forze del 14 marzo e quelle dell'8 marzo. Da un lato quindi la coalizione filo-occidentale composta in maggioranza dai sunniti che fanno capo a Saad Hariri (figlio dell'ex Primo Ministro Rafic Hariri) e dai cristiani di Gemayel e Geagea (più altri gruppi minoritari o indipendenti). Dall'altro lato la coalizione composta da Hezbollah, Amal, e la Corrente patriottica libera del Generale cristiano Michel Aoun. Una sfida questa che determinerà in buona parte i futuri assetti del Paese e della regione mediorientale tout court. Incollata a internet, essendo ormai in Italia, mi ritrovo emozionata. In quale Paese ritornerò? Come si svilupperà l'illusione democratica in Libano?

L'eccitazione per un Paese in cui tutto è da definire ancora. La delusione per un Paese, il mio, che vedo decadere.

Affluenza record in Libano e apparentemente nessuno scontro anche se questi mesi mi hanno segnato che qualora avvengano delle bagarre anche piuttosto gravi non sono registrate dai media per non fomentare altre violenze a catena. Sembra che in Italia abbia votato solo il 57,7 %.

200 osservatori internazionali hanno monitorato le elezioni in Libano. I miei occhi non sono ufficiali ma aspettano la notizia. Sembra che potremo sapere a mezzanotte i risultati ufficiali.

Per chiudere questo primo post del ritorno vorrei fare un flash back al mio primo post in assoluto. Si parlava di una pantegana trovata in casa il secondo giorno di vita libanese. Per far capire quanto i due Paesi (Italia e Libano) siano simili, oggi, secondo giorno di presenza in brianz,a ho visto due bei topoloni giganti fuori casa mia. E tutto il mondo è Paese...

giovedì 4 giugno 2009

Wanted

2 commenti:





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Noi libanesi lo ricordiamo così, una delle ultime volte che lo abbiamo visto. Per chi avessi informazioni vi preghiamo di mandarci una mail.

Non avere paura, Alberto, noi siamo pronti per riabbracciarti lunedì.

venerdì 29 maggio 2009

Zappa??? Si,grazie, ho solo questa....

2 commenti:
Se tutti pensavate che avrei parlato di una persona vi sbagliate!

Conosco poche persone che hanno preso in mano la zappa; presa in mano, nel senso di aver lavorato con la zappa. Compreso me, neanche io ho mai lavorato con la zappa, lavorato come si deve.
Mi sto confrontando con un paese dove invece ovunque mi giro vedo persone con la zappa in mano, oppure sulla spalla che vanno al lavoro.

Lavori molto laboriosi che da noi si eseguono con moderni trattori, quà si fanno ancora col duro lavoro manuale ( o con l'aiuto di cavalli o buoi).

Sopratutto ora che si è seminato e stanno crescendo le piante di mais posso notare questo modo di lavorare. Squadre di persone (5-20-1000??) che in mezzo al campo di mais, armati di zappa, estirpano la malerba e la zizzania. Ore di lavoro per una superfice piccola.

Da noi gli agricoltori armati di prodotti chimici in poche ore lavorano una superfice enorme ma a danno del terreno che per anni imbeve litri e litri di prodotti chimici.

Qual'è il modo migliore per lavorare la terra? l'agricoltura è importante. In uno scenario futuro mi vedo costretto a far crescere mais con metodi idroponici o chissà quali altre diavolerie perchè il terreno sarà "consumato" o "avvelenato".

giovedì 28 maggio 2009

Appunti su "A Common Word"_capitatami casualmente tra le mani_

1 commento:

12 settembre 2006: Benedetto XVI incontra i rappresentanti della scienza presso l'aula magna dell'università di Regensburg sul tema “Fede, ragione e università. Ricordi e riflessioni”. Bypasso a piè pari quello sarebbe un groviglio poco terreno di filosofia e teologia e il polverone che le parole di Ratzinger hanno sollevato per arrivare ad un altro punto e a un'altra data.
13 ottobre 2007: anche in risposta all'Affaire Regensburg, 138 tra studiosi, intellettuali e religiosi musulmani firmano “A common word”, una lettera aperta al Papa e alla cristianità tutta, edita dalla Royal Aal al-Bait Institute for Islamic Thought di Amman (e lo scrivo con un certo orgoglio campanilistico) che sostiene, basandosi su versetti del Corano e su passi della Bibbia, che Islam e Cristianesimo condividono la stessa essenza, (era l'ora!) “i comandamenti gemelli sull'importanza suprema dell'amore per Dio e per il prossimo. E a partire da questa base comune (A Common Word) chiede pace e armonia tra i Cristiani e i Musulmani di tutto il mondo”(parole sante!).
Tra le ultime pagine leggo e qui traduco: “trovare un terreno comune tra Musulmani e Cristiani non è semplicemente una questione di cortese dialogo ecumenico tra leaders religiosi. La Cristianità e l'Islam sono le due più grandi religioni nel mondo e nella storia. (Cristiani e musulmani) insieme costituiscono il 55% della popolazione mondiale, il che fa della relazione tra queste due comunità religiose il fattore più importante nell'ambito del contributo ad una pace significativa in tutto il mondo. Se i Musulmani e i Cristiani non sono in pace, il mondo non può essere in pace...Così è in gioco il nostro comune futuro. La sopravvivenza del mondo stesso è probabilmente in gioco”.
Da quando A Common Word ha iniziato a circolare più di 60 leaders religiosi cristiani, Benedetto XVI incluso, hanno risposto in vario modo alla lettera, mentre i signatari musulmani dell'iniziativa sono saliti da 138 a 300, numero che include circa 460 tra organizzazioni e associazioni islamiche.
Che qualcosa si stia muovendo davvero?

lunedì 25 maggio 2009

Orgoglio Zia

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Chiedo venia. Tuttavia, quando ci vuole ci vuole. Mio nipote, anni due il 30 marzo scorso, dice Libano e sa cos'è ;-). Quando gli si dice: dov'è la zia? Lui risponde: LIbano! Orgoglio zia, scusate ma se l'ha imparato lui che ha due anni prima o poi riuscirò a mettere in testa alle persone un po' più adulte che Libano non è Libia, che di Tripoli ce ne sono due, che sì, qui in Libano ci sono i parrucchieri e no, non confina con l'Egitto ma con Siria, Israele (o Palestina) e si affaccia sul Mar Mediterraneo!?