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giovedì 25 agosto 2016

Haiti: a due passi dal confine

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Abbiamo anche osservato, ad Haiti.
Perché siamo stati al confine, quello vero, tra Haiti e la Repubblica Dominicana, ad Anse à Pitres.
Villaggio di frontiera, da un po’ di mesi purtroppo famoso per i campi dove vivono le persone rimandate in Haiti dopo l’approvazione della legge 168-13 in Dominicana.
Una legge ad hoc per portare gli haitiani fuori dal Paese il prima possibile, e nel maggior numero possibile: tutti gli haitiani che sono entrati nella Repubblica Dominicana dal 1929 in avanti in modo irregolare (ed i loro eventuali discendenti, divenuti a questo punto apolidi) sono stati ‘accompagnati all’uscita’.
Sembra che questo atteggiamento ostile tra le due parti di Hispaniola abbia radici economiche e storiche (risalenti al primo periodo post coloniale).
Ad ogni modo, il risultato di questa politica, per i rimpatriati almeno, è stato a dir poco devastante… Questo perché se non hai più niente, se hai venduto tutto per pagarti il viaggio, o peggio, se di haitiano hai solo i parenti, essendo nato e cresciuto in un altro Stato, finisce che ti fermi appena oltre il confine.
“Potevano anche proseguire e non fermarsi lì…”. Per andare dove? Da chi? Con che mezzi poi?
Migliaia di persone e famiglie che vivono in tende improvvisate, fatte di cartone e tessuti che, ci raccontavano, quando piove non ti permettono neppure di dormire. Tende che ad occhio saranno di un paio di metri quadrati, appoggiate ad un terreno arido, senza facile accesso all’acqua.
Allora ci viene da pensare: davvero può fare anche questo il razzismo nel 2016? Non sembrano proprio fatti adatti all’Era dei Social Network! Eppure…

Allora facciamo attenzione quando sentiamo (o magari pensiamo): “tornatene al tuo Paese”. Perché in fondo a queste parole potrebbe esserci una tenda come ad Anse à Pitres, potrebbe esserci la polvere di quel confine, o ancora, potrebbe esserci lo smarrimento delle persone che lì sono bloccate.
Facciamo attenzione, perché anche dopo qualche settimana di Cantiere all’estero, l’Italia che si ritrova a casa è la solita;
ma ora che abbiamo pensato, visto e osservato, tocca anche a noi farla Sconfinare


Francesco, Marta, Letizia, Stefania, Matteo e Laura

lunedì 15 marzo 2010

Il Libano, Israele, gli indiani..e una mucca!

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E' un articolo un po' datato, risalente all'estate scorsa, ma con un suo perchè..

Libano-Israele: tanto rumore per… una mucca!
di Lorenzo Trombetta
Rubrica Damasco-Beirut, Limes

Turbanti blu indiani della missione Onu schierata nel sud del Libano (Unifil) intenti a spargere sale su una vacca 'israeliana', morta dopo esser scivolata in territorio libanese: non è il titolo dell'ultima fatica cinematografica di Lina Wertmuller, ma la scena che si è presentata lo scorso 19 agosto a un ipotetico passante lungo il settore orientale della Linea Blu di demarcazione tra il Paese dei Cedri e lo Stato ebraico.

Vittima dell'arsura ferragostana, una mucca assetata proveniente dalle colline di Kfar Shuba, rivendicate dal Libano e occupate da 42 anni da Israele, è scesa a valle verso un fontanile in località 'Bab Hassan' (la porta di Hassan). Alla vista dello specchio d'acqua, la mucca sembra abbia inciampato scivolando in un 'wadi' solitario. Sotto il sole e forse con uno o più arti fratturati, l'animale è presto passato a miglior vita, offrendo il suo corpo all'appetito di rapaci e altri animali che popolano uno dei confini più caldi del Medio Oriente.

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sabato 6 marzo 2010

M.O.

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Ovvero come spiegare il Medio Oriente con un disegnino.



Sfortunatamente l'opera qui sopra non è mia. Ma avrei voluto avercela prima io, quest'idea.

Qui in Giordania, ogni volta che si nomina il Libano, sono tutti grandi sorrisi, ah, com'è bello il Libano, ah, in Libano c'è tutto.
Ci sono pure delle riviste di fumetti.

Appena sono arrivata alla pagine 63 del terzo volume di Samandal, davanti a questi due omini che si incontrano e non si capiscono, ho pensato a tutti gli anni che ho passato china sui libri, a studiare le dinamiche dell'area, a tutte le volte che ho sentito le vicende di questi posti raccontate da chi le ha vissute, a tutte le volte che ho assistito alla distribuzione spannometrica di colpe e meriti a interi popoli, a intere nazioni.

Qualcuno deve cadere/essere buttato nel buco nero della storia perchè si possa voltare pagina?

I primi tre albi della rivista sono scaricabili dal sito, gratuitamente, sia in arabo che in inglese.
Enjoy!


p.s. ho cercato i credits dell'autore senza trovarli. Spero che i link qui sopra bastino per essere perdonata.
p.p.s. ringrazio Davide (e il suo PhotoShop che mi è stato tenuto nascosto fino ad oggi, mmannaggiatté) per il supporto tecnico.
p.p.p.s. ringrazio Sara che pure in missione ha pensato a me e al mio feticismo fumettaro.

mercoledì 4 marzo 2009

Proposta agli sce 2009

3 commenti:
Bella l'idea che ci ha fatto conoscere Benedetta nel suo post. Perchè non facciamo una colletta tra noi SCE 2009 e facciamo fare una scritta sul muro di Ramallah del tipo:"SCE 2009 - Giordania, Bolivia, Nicaragua, Moldova, Kenya, Libano - 13 ragazzi al servizio del prossimo".

Oppure qualsiasi altra scritta.

Possiamo lanciare un concorso per chi scrive la frase piu bella da pintare sul muro....chiunque potra lasciare un post con la scritta e prima o poi decideremo quale fare...cheddite??