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venerdì 23 aprile 2010

E voi li picchierete i vostri figli?

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La mia classe è composta da un gruppo di ragazzi e ragazze tra i 15 e i 20 anni. Stanno studiando alla Escuela Técnica di Redes per apprendere una professione concreta: segretaria, saldatore, muratore... Alcuni hanno già un diploma di scuola superiore ma non sanno che farsene, perchè non c'è lavoro... Sono ragazzi che lottano per arrivare da qualche parte, che studiano perchè sanno che conoscere e prepararsi bene sono l'unico modo, forse, per uscire dalla sconcertante povertà in cui vivono... poi ci vuole anche un pò di fortuna, è ovvio...




Io e Martin, uno psicologo, gli diamo lezione di Formazione Humana. Che cos'è? Una materia molto bella, che dovrebbe esistere anche nelle scuole italiane: tre ore alla settimana in cui i ragazzi hanno la possibilità di riflettere su temi come l'autostima, la sessualità, le droghe, la genitorialità responsabile, il lavoro di gruppo... si confrontano tra loro, si confrontano con noi, ricevono un punto di vista adulto diverso dai modelli che spesso li circondano... iniziano così a mettere in discussione alcuni "dati di fatto" della propria realtà, cose che sono così da sempre e sempre lo saranno: l'uomo lavora e si sbronza con gli amici, la donna cura la casa e i figli; l'uomo ha diritto di fare sesso con sua moglie anche se lei non vuole, e in questo caso ha diritto di cercarsi un'altra donna per soddisfare i suoi bisogni; il vero uomo non usa il preservativo, e se glielo chiedi ti picchia pure, perchè uno "più figli ha più è macho", e perchè intanto non sarà mai lui a occuparsene... Scusate se esagero un poco (in verità neanche più di tanto), è per far capire bene la situazione in cui siamo...




Il tema della lezione di martedì era la violenza intrafamiliare. Ho chiesto ai ragazzi di prepararmi una specie di rappresentazione teatrale su una scena di violenza che avevano visto o sentito: l'hanno fatto molto bene, perchè qui con la violenza ci si cresce, la si vive ogni giorno... Dopo c'è stata la riflessione di gruppo e alla fine ci restavano comunque 10 minuti. Allora un ragazzo mi ha chiesto:


"Profesora, lei ha mai visto una scena così nel suo paese?"


Ho dovuto pensarci un attimo e alla fine gli ho detto no, che non l'avevo mai vista...


"Perchè, nel suo paese non c'è violenza intrafamigliare?" mi chiede un altro.


No, gli rispondo, non è così... la violenza c'è, ma si nasconde di più fra le mura di casa: non è come qui, dove la gente vive in strada e tutti conoscono tutti... in Italia molto spesso non si conosce neanche il vicino della porta accanto!


Poi però mi metto a raccontargli una scena che ho visto qui in Nicaragua: un pomeriggio di qualche mese fa eravamo in casa a lavorare e a un certo punto sentiamo delle grida fuori nella strada e qualcuno che piange... usciamo nel portico per vedere cosa succede e vediamo la nostra vicina, una ragazzina di 14 anni, che corre a nascondersi dietro una macchina parcheggiata cercando di sfuggire a sua madre che la insegue con la scopa, con la palese intenzione di riempirla di mazzate... la cosa che mi ha impressionato di più, dico ai ragazzi, è che tutti i vicini erano fuori in strada a guardare e nessuno ha fatto niente per fermarla...


"Voi avete mai visto una scena del genere?" chiedo.


Tutti i 18 presenti mi dicono di sì.


"E perchè nessuno fa niente?"


Qualcuno mi dice che è perchè conoscono la famiglia, perchè non vogliono intromettersi... Però la maggior parte è d'accordo nel dire che non lo fanno perchè pensano che sia giusto così: se un bambino non lo picchi non impara nulla. Ci mettiamo a discutere di questo, gli chiedo cosa ne pensano loro. Mi dicono che non sono d'accordo, però allora come si fa a far capire che una cosa è sbagliata? Gli dico che ci sono diversi modi, però l'importante è far capire perchè una cosa non si deve fare: un bambino che fa una scemenza e riceve una sberla in risposta forse smetterà di farlo, ma non perchè avrà capito, quanto piuttosto per paura di riceverne altre. I ragazzi mi ascoltano, discutiamo, uno mi dice: "E' vero Profe, quand'ero piccolo mio padre mi diceva che non dovevo picchiare i bambini a scuola perchè se no lui me le dava più forte, e io non lo facevo perchè non volevo prenderle" e subito dopo un'altro: "Si, però se un bambino è troppo coccolato da piccolo poi diventa cochon (omosessuale)"... Il discorso va avanti per un pò, io difendo la tesi del dialogo, cerco di far capire che c'è differenza fra non picchiare e permettere tutto...

Quando suonano la campanella gli faccio un'ultima domanda:
"Voi come vi comporterete con i vostri figli (o come vi comportate se già ne avete)?"
Mi dicono che non li picchieranno... risposta scontata dopo una discussione del genere, però io voglio crederci... voglio credere che qualcosa di tutto quello che diciamo e facciamo a lezione gli rimanga, che li aiuti a vedere le cose in modo differente, a cambiare modo di comportarsi, a crescere con altre prospettive... Forse anche un posto come Nueva Vida può diventare migliore!











lunedì 19 aprile 2010

Inter-Barça: 4 a 0

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La scorse settimane sono venuti a trovarci alcuni un pò spaesati amici dall'Italia..

.. e al Guis sono stati giorni piuttosto movimentati!

EL GUIS: centro di attenzione speciale per bambini e ragazzi diversamente abili.
Il centro si trova a Nueva Vida, questa strana realtà collocata alla periferia di Managua dove da ormai sette mesi svolgiamo il nostro servizio civile.
Nonostante le condizioni di vita siano piuttosto arretrate e ancora non ci sia l'abitudine delle strade asfaltate o della luce e dell'acqua in casa, il calcio italiano e spagnolo sono superconosciuti e amati da tutti! Real Madrid, Barcellona e Inter, parole che pervadono la quotidianità, animando conversazioni, litigi e pezzi di giornate.
Per questo ha avuto un super successo la sfida Barcellona Inter organizzata dai ribattezzati Pedro, Salvador, e David.
E' bastato tirar fuori un pallone e nel giro di pochi minuti si sono formate le squadre e gli alieni italiani sono diventati amici di tutti!
Tutt'ora mi chiedono di loro e quando sarà la prossima partita..

E' che all'inizio vai per conoscere una realtà,
non te lo aspetti che ti possano piacere così questi personaggi dalla corsa scordinata, la danza sgraziata, l'abbraccio fuori luogo, le risposte due ore dopo, il canto stonato e i versi incomprensibili che sono racconti.
Poi Accade,
anche a chi di sociale, disabili e volontariato non ha mai saputo niente.

INTER












BARCELLONA












Naturalmente ha vinto l'Inter...
















Però il barcellona ha saputo essere sportivo..

Un ringraziamento ai nostri caposquadra!

mercoledì 10 marzo 2010

La lluvia empieza con una gota, y luego...

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Giornata piena di pensieri, oggi...

Sto aspettando che la torta nel mio forno finisca di cuocere; la sto preparando per una donna speciale: suora, ma in un certo senso madre e nonna, incredibilmente allegra, energica, affettuosa, attenta ad ogni persona; lei mi ha aiutato a entrare in questo strano, a volte incomprensibile "mondo nica", ha saputo capire le mie difficoltà e trovare 5 minuti, sempre, per ascoltarmi, consigliarmi, incoraggiarmi. Domani è la sua festa di despedida: dopo due anni dedicati alla gente di qui ritorna al suo paese... non vorrebbe, ma il clima di qui le fa male alla salute e ad una certa età bisogna tenerne conto...

E' a lei che sto pensando in questo momento, ma anche e soprattutto alle donne di Nueva Vida: donne spesso senza uomini o con uomini che "ci sono e non ci sono", mamme giovanissime, costrette a mandare avanti tutto da sole. Vedo una grande forza in questo, ma anche fragilità, rassegnazione al proprio destino, impossibilità di vedere un'alternativa...


"Lui mi picchiava, una volta mi ha quasi spaccato un rene a calci, non ho potuto alzarmi per una settimana, poi se n'è andato con un'altra, siamo stati separati per un pò ma alla fine è tornato e siamo tornati insieme..."

"Perché?" - le chiedi-

"Voleva vendere la casa, ho tre bambini piccoli, non sapevamo dove andare..."


O ancora: lei ha vent'anni, due bambini di due padri diversi, nessun uomo; sta parlando con un'altra donna di farsi sterilizzare, l'altra le dice che è troppo giovane, lei l'ha fatto ma devi aspettare i 26 anni e alla fine le dice "Te ne mancano ancora 6, hay que cuidarse..." Devi stare attenta, tu, perchè chiaro, qui ricade tutto su di te... se rimani incinta è perchè non ti sei cuidada abbastanza, sembra quasi che non ci sia nessuna responsabilità maschile nella cosa... ma è difficile cuidarse se lui di usare il preservativo non ne vuole sapere e tu gli dirai di sì comunque, perchè senza un uomo non sei nulla...


Questi sono i presupposti, stratificati dalle generazioni e cementati dalla povertà, che ti fa vivere l'immediato e nient'altro, senza prospettive, senza futuro. Qui si lavora a partire da questi e si cerca, con decisione, di trovare uno spiraglio per uscirne...


Ieri abbiamo festeggiato il Dia de la Mujer con le donne dei nostri progetti di Lactancia Materna e Mujeres Comercializadoras. Abbiamo chiesto ad ognuna di dirci una cosa che sa fare bene e una che le piace o le piacerebbe fare; abbiamo riflettuto sul fatto che ciascuna di noi ha valore, che sa fare qualcosa e lo sa fare bene, che è importante fare cose che ci piacciano e ci facciano sentire bene... Può sembrare una cosa semplice, però è piaciuta molto: a loro, ma anche a noi, perché ci siamo trovate di fronte donne con voglia di andare avanti, di essere autonome ed economicamente indipendenti, donne un pò più convinte di essere qualcuno anche senza una presenza maschile accanto...


E' vero, una giornata non cambia le cose e tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare...però, come dice il manifesto che abbiamo appeso nell'ufficio dove accogliamo le donne tutte le mattine, la lluvia siempre empieza con una gota...

giovedì 4 febbraio 2010

Il ritorno di Polpetta...con aiutante d'eccezione!

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Primo di febbraio: inizia un nuovo anno scolastico al Centro di Attenzione Specifica "El Guis"...
e noi ovviamente ci facciamo incastrare per animare la festa di benvenuto! (diciamo che a Desireè, dopo essere stata incastrata, viene la bella idea di incastrare anche me, e alla fine ci ritroviamo incastrate entrambe!)

Ed ecco che mi rifilano un costume da clown e una parrucca, caldissimi e ancor più puzzolenti, che se ne stavano chiusi in qualche armadio da non so quanti anni, e...tadadadaaan: ecco a voi la versione nica del clown Polpetta, che per l'occasione si chiama Payasita Frijolita (fagiolina)!
Insieme a Desi, nel ruolo della mia sorellina molesta, prepariamo uno scatch di pochi minuti davanti a una quarantina di bambini...tutto molto improvvisato, però, incredibile ma vero, è stato un successone! Vi lasciamo qualche foto come prova...








mercoledì 11 novembre 2009

Prime Nostalgie...

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Sono ormai passati 50 giorni dall'inizio del nostro servizio civile, 22 dalla partenza per il Nicaragua e 9 dal ritorno della nostra amata Elisa (SCE precedente) in Italia.
La Eli è stata per noi una fantastica traghettatrice di anime, ci ha condotto sulle rive del nuovo mondo, tra indios e banani giganti, pipian, pitaya, naranjilla e nacatamales.
Si è dedicata a noi con tutta se stessa attraverso vari e improbabili rapporti nica: con i taxisti, con i responsabili dei progetti locali, con la trece, con la signora della venta, con i pandilleros del barrio, con il nostro mandante supremo Davide Caritas Ambrosiana, con i vari personaggi che ci hanno sistemato casa, con tutta la gente che fin'ora abbiamo incontrato.
Fin da quella prima colazione della domenica in cui è partita si è cominciato a sentire un vuoto nella nostra casetta, ma la presenza della Eli si è radicata nei nostri cuori così profondamente da assumere forma propria..













giovedì 5 novembre 2009

I bimbi di Nueva Vida bevono latte Nestlè

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E' una cosa che ci ha incuriosite da subito, da quando abbiamo iniziato a preparare le "bolsitas de leche" che tutte le mattine consegnamo alle madri del progetto Lactancia Materna. Per darvi un'idea delle quantità, l'anno scorso sono state distribuite più di 30.000 dosi...


Ci sembrava una contraddizione enorme che un progetto del genere si appoggiasse a una marca come la Nestlè, famosa per tutta una serie di azioni decisamente poco etiche, tra le quali anche le modalità in cui "publicizza" il suo latte in polvere nei paesi del terzo mondo...

Abbiamo domandato a Rosa, la responsabile, il perché e lei ci ha risposto semplicemente che "No hay opciòn", non c'è scelta: la sola marca di latte in polvere che esiste in Nicaragua è la Nestlè...


Siamo rimaste senza parole...

Accipicchia, allora è questo un monopolio...

Sembrerà una scemata, ma è la prima volta che mi rendo conto di cosa significa davvero...è la prima volta che mi ci trovo dentro e non lo leggo su un giornale, dove sembra solo una parola astratta, distante... è stata veramente un'esperienza rivelatrice.
Fra

venerdì 23 ottobre 2009

Prima cena! Pollo con Yucca e chayote!

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All'aereoporto di Malpensa c'era tanta gente,
amici, fidanzati, genitori..
Saluti e auguri a tutti e poi via!
Pensavi, sull'aereo, di avere finalmente un pò di tempo per realizzare che stai lasciando un mondo per un anno intero..
Ma è impossibile: si chiacchiera col vicino di posto ( chi più chi meno, vero Fra?:), si guardano i film proiettati per animare il viaggio del passeggero, si legge, si guarda il tramonto fuori dal finestrino (finalmente!! Dopo 16 ore di sole anche per noi arriva la sera!) si dorme..
Poi si arriva!
Un bagno turco ci accoglie!
E' l'aria di Managua!
Primo segno..ma dove siamo?
All'aereoporto c'è Don Reinaldo ad aspettarci.. con semplicità prende le valige, le carica su un camioncino, ci porta a casa!
Casa!
Poco il tempo per guardarsi intorno, notare con qualche residuo di sorpresa che il "dentro casa" e il patio sono separati solo da una persiana di paglia.. decidere che stanza prende chi e fiondarsi a letto.....Qui sono le nove de la tarde ma in Italia sono le cinque del mattino, un pò di stanchezza si sente!
Dopo poche ore giunge il giorno, colazione, lava i panni del viaggio, a mano..wowowow..qualche mail a casa e tuffo in giro a Managua per le varie commissioni pratiche!
Col taxi son risate, quattro straniere, appetitosi polli da spennare!!
Ma grazie a Elisa, ex sce in Nicaragua qui con noi per un pò, impariamo subito l'arte della contrattazione!
Quello che succede dopo è un bagno di colori.
Il Nicaragua ha i colori dei pappagalli..ovunque, case, autobus, mototaxi..
Fuori dal finestrino immagini che avevi visto solo nei libri, e poi quelle foglie giganti.. su cui puoi quasi sdraiarti..
Si comincia a capire dove siamo..ma non lo diciamo troppo ad alta voce..
Il giorno dopo ci aspetta Nueva Vida..
Ce ne hanno parlato tanto nei giorni di formazione, è un quartiere alla periferia della capitale, sorto sulla riva del lago di Managua, per accogliere gli sfollati in seguito all'uragano Mitch..

Finalmente ci siamo arrivate, l'abbiamo vista.. ma è presto per descriverla..

Tengo in mente il proverbio maya raccontatoci da Davide in quel primo giorno di formazione, quando del Nicaragua conoscevo solo la collocazione geografica e un pò di storia..
..Sono stato un mese in America Latina, ho capito molte cose!
Ci sono stato un anno, ho capito ancora più cose!
Ci ho vissuto una vita intera..
non ho capito niente..


E noi?

Per ora ci accontentiamo di capire la lingua!!
Che non è poco!
Vero Moldove? ;)

Dal letame nascono i fior...

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Secondo giorno di lavoro e primo giro nel barrio Nueva Vida...
Fango, case di lamiera circondate dalla chureca (discarica), odori della fogna a cielo aperto che ti prendono lo stomaco...La pobreza ti si para davanti senza alcuna mediazione: è forte, forte davvero, la prima immagine di Nueva Vida...

Entriamo nel cortile di una casa per parlare con una madre del progetto Lactancia Materna, che si occupa di bambini 0-3 anni con seri problemi di denutrizione. La casa è poverissima, ma c'è una cosa che mi colpisce: accanto al cancelletto d'ingresso è appesa una mezza bottiglia di plastica, con dentro della terra e qualche fiore boccheggiante per il caldo...e penso a come sia un piccolo segnale del desiderio di mantenere una dignità, di rendere la propria casa accogliente anche se vivi a un passo dalla discarica e non hai nulla, nemmeno i soldi per dar da mangiare ai tuoi figli...

Elisa ci ha detto che è importante notare queste piccole cose: è importante per te, per non lasciarti sopraffare da quello che hai intorno; è importante per le donne, perchè si sentono valorizzate nel loro impegno e forse la loro (in genere bassissima) autostima guadagna qualche punto...

Lo so, mi è uscito un post pesantuccio...scusatemi, ma mi sembrava una cosa bella da condividere...


In realtà ci sono successe anche un sacco di cose divertenti!
Ve ne racconto solo una: l'altro giorno siamo andate in banca ad aprire un conto a nome mio. A un certo punto l'impiegata ci chiede chi deve scrivere come beneficiario; diamo il nome dell'altra Francesca e Elisa ci spiega:

"così nel caso in cui tu fossi malata lei può venire a prelevare"

E l'impiegata, tranquillissima:

"no, non in caso di malattia: se tu muori lei può venire a ritirare tutto..."

Evvai! Beh, la situazione era un pò macabra, però ci siamo fatte una bella risata!

Ciao SCE...a presto e buon cammino!


venerdì 16 ottobre 2009

Eccomi! Francesca intervista Francesca.

2 commenti:

Nome: Francesca
Cognome: Pozzoli
Età: 23
Segno zodiacale: Ariete
Alter Ego: Clown Polpetta

Professione: Bella domanda… al momento direi… SCE!
Colore preferito: Rosso
Una parola che dici spesso: Accipicchia!
Una frase che ti descrive: “Infondo sono solo una marionetta sentimentale” (Charlie Chaplin)
Qualità: Vitale, schietta, positiva
Difetti: Permalosa, perfettina

Cose che ti piacciono: Le tagliatelle della nonna, il gelato al torroncino, le giornate di sole, pattinare al parco, il mare, le vacanze in campeggio, fare teatro, De Andrè, i Modena City Ramblers, i manga, le serate stupide e le chiacchiere serie con gli amici…
Cose che non ti piacciono: il pesce che sa di pesce, i posti “pettinati”, la metropolitana alle 8 di mattina, l’inverno milanese, la televisione (a parte qualcosina)…

La partenza si avvicina…come ti senti?
L’altro giorno pensavo che fra poco sarò dall’altra parte del mondo e, accipicchia, è difficile anche solo immaginarsi dove sia questo “dall’altra parte del mondo”… mi manca la percezione della distanza, so solo che io così lontano non ci sono mai andata… È un bel salto, fa un po’ paura… C’è entusiasmo, anche, c’è tanta voglia di scoprire, di conoscere, di sentire più vicino quello che da qui sembra infinitamente, troppo “lì”. Ragazzi, statemi dietro…ho la sensazione che ne vedremo di tutti i colori… anche di belle, spero!

Ma tu…perché sei qui?
Mi viene in mente il mio terzo cantiere in Bulgaria, agosto 2007… Ci tornavo dopo due anni. Il secondo giorno, duranti un’attività con i bambini, la ragazza con cui stavo lavorando, con la quale parlavo sempre in inglese, si volta verso di me e inizia tranquillamente a dirmi qualcosa in bulgaro… con tutta la mia buona volontà non capisco comunque nulla e la guardo un po’ stranita, alche lei se ne rende conto e, dopo una bella risata, mi dice in inglese: “Scusa, a volte mi sembra che tu sia sempre stata qui”. Sul momento mi sono emozionata parecchio e in seguito ci ho ripensato spesso… ho riflettuto su quanto poco costasse a me essere lì, semplicemente essere lì con loro, e quanto invece per loro fosse importante avermi lì a Rakovsky, un paese che poche persone del “nostro mondo” saprebbero collocare su una cartina…
Questo episodio e tanti altri mi spingono ad essere qui: sono qui perché voglio essere ancora da qualche parte con qualcuno a cui forse la mia presenza farà piacere e che si ricorderà di quando sono stata “lì”.