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giovedì 12 agosto 2010

Seconde dalla Georgia...

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Siamo quasi giunte alla fine della nostra settimana solitaria in georgia...tra poco arriveranno i nostri volontari dalle mille domande e ci risolleveranno da questa patina di nullafacenza che ci ha avvolto in questi giorni...

La sveglia del mattino col profumo delle brioches calde (che non ci abbandona nè di giorno nè di notte)...abitiamo sopra un forno!
Ormai abbiamo fatto amicizia con la città, abbiamo dei baby sitter che si occupano di noi ogni volta che ci stiamo per perdere...che sia un vecchietto che ci dice che dobbiamo scendere dalla marshrutka o un operaio che ci dice che stiamo sbagliando strada, ognuno si occupa di noi in questa città dalle mille salite! Abbiamo inoltre degli amici che incontriamo e riincontriamo e che ci salutano per strada...come la guida turistica con l'ufficio in macchina...per non parlare degli amici di caritas georgia: Dato, Kety e Bianca...con loro pranziamo e facciamo le pause caffè e inoltre ci portano in giro a gustare le bellezze della città! Ad ogni pausa pranzo il divertimento è assicurato: ieri Dato è saltato su urlando "decoriamo il pollo come al tempo sovietico" e vi alleghiamo la foto per mostrarvi il risultato...
Ma nel frattempo siamo riuscite a testare e migliorare la nostra conoscenza della lingua(la foto sotto evidenzia bene la nostra scioltezza nella lettura del Kartuli), a combinare involontariamente incontri ufficiali, a scoprire i meandri e le fermate degli autobus di tutta Tbilisi e possiamo diventare guide ufficiali, pronte quindi ad accogliere i nostri volontari al meglio!!
 Abbiamo pure trovato una modesta dimora ben areata, di cui vi mandiamo la foto: da notare che la camera arredata è nostra, quindi volontari non fatevi illusioni!!



lunedì 9 agosto 2010

La dura vita di due coordinatrici in missione esplorativa in Georgia...

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Tutto cominciò quando ci incontrammo ad istanbul circondate da gruppi di uomini in asciugamano! Purtroppo le foto sono rimaste sul telefono e non possiamo mandarvele...ma provvederemo al nostro rientro!

Dopo un po' di cambi e ritardi arriviamo finalmente a Tbilisi dove incontriamo Dato e il parroco della parrocchia di irene che non si sa bene che ci facesse qui...

Il bravo Kaha non è cambiato in questi mesi, a parte un nuovo nipote a soli 41 anni, e ci ha portate con la sua guida sprint fino alla caritas, dove passeremo tutti tutti i nostri giorni fino all'arrivo dei volontari.

Sabato abbiamo capito che il clima georgiano non è proprio fresco: 44 gradi alle 17:00!!! Per questo abbiamo optato per una passeggiata nel tardo pomeriggio nel giardino botanico al riparo di una bella e fresca cascata, tbilisi by night e tanto tanto cibo!

La nostra fantastica guida è un coetaneo di Elisa che conosce un sacco di lingue e tutte le piante del mondo e tutti i particolari di ogni cosa (quanto pesa la statua, quanto costa il ristorante e chi ci lavora, persino le tendenze sessuali dei vicini di tavolo!!)...oltre a prendersi cura di noi comprandoci la colazione tutte le mattine e litri d'acqua ad ogni passo, è attento anche alle necessità dei bambini e regala palloncini a destra e a manca!!!

Ora siamo qui in attesa di sapere come scorreranno le nostre giornate e di capire come e dove si svolgerà il nostro campo...ma non vi preoccupate, lo scopriremo presto e nel frattempo mangeremo quintali di khinkali!

Vi alleghiamo le foto della cascata e dei Khinkali e dei simpatici compagni di viaggio che incontriamo per strada....


venerdì 27 novembre 2009

Foto di gruppo con Metropolita

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Ecco la delegazione ambrosiana accolta dal Sua Santità Petru, Metropolita di Bessarabia.
(da sin: Elisa, Chiara, Lorenzo, Sua Santità Petru, Sergio, parinte Vasile, Mara)


domenica 6 settembre 2009

Maffi in Georgia..

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5 settembre

Poche righe prima di provare a prendere un po’ di sonno per dirvi che:
Italia-Georgia è stata una partita noiosissima.


Stamattina (lunedì per chi legge) alle 4.40 si parte.

Elisa ha mangiato una quantità industriale di semi di girasole, il signore seduto accanto a me ha attaccato bottone dal 20’ al fischio finale (il bignami del luogo comune), Ettore (che ringraziamo per aver retto un ambrosiano e mezzo per una settimana) era ko per una probabile intossicazione alimentare, la giovane tifosa della fila di sotto non ha smesso un attimo di applaudire, urlare, ballare, suonare la trombetta e incitare la squadra di casa. Questo fino al gol di Kaladze. Poi è stato il delirio. Lo stadio ha iniziato a maledire in ordine: l’autore della doppietta italiana, il milan, l’arbitro, Lippi, le mamme di tutti,… Ma insomma! E noi che c’eravamo preparati con un inconfondibile segnale di riconoscimento per amici e parenti da mostrare alla telecamera in ogni occasione?



Alla fine è finita, indovinate un po’, con una gran bevuta finale mentre i tifosi (50.000) tornavano a casa ancora un po’ sospettosi per gli insperati regali del capitano georgiano.

Bene. Il bilancio è positivo e quindi, chiudo il racconto con un bel DIDI MADLOBA SAKARTVELO. Penso che ci rivedremo presto!

Sergio

martedì 31 marzo 2009

Grigori, "Mosnegelul"

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“Mosnegelul”, "Il vecchietto”, è solo uno dei mille soprannomi di Grigori, il guardiano della sede dell'“Associazione Diaconia”, presso la quale io e Lorenzo svolgiamo il nostro Servizio Civile qui in Moldova.
Dopo aver tanto spesso sentito parlare gli amici libanesi dei “loro nonnini”, mi è venuta la voglia di dedicare un post anche a lui, anche a nome di Elisa, che nutre un affetto particolare nei suoi confronti.


Grigori è anziano, ha una moglie e due figli che studiano all'Università, avuti in età avanzata, quando le speranze di avere figli si erano quasi spente. I soldi per garantire gli studi ai figli però mancano, la pensione non basta, e così lui cerca di guadagnare qualcosa facendo il guardiano la notte e durante i fine settimana alla sede di “Diaconia”. Per la verità mi sono sempre chiesta quale genere di malintenzionato che voglia entrare nella sede possa rimanere intimidito o intimorito dalla sua innocua e pacifica figura...ma pare che l'importante sia che ci sia qualcuno che tenga lontani i malintenzionati, a quanto ho capito e mi hanno detto basta la sua presenza, e almeno così si spera che sia.


Arriva la sera, lo senti giungere perchè odi il ticchettio delle sue stampelle. Entra con la sua coperta arrotolata e legata con un filo, come un pacchetto, la sua cena e un libro, con il quale trascorrere il lungo tempo che dovrà passare solo e che lo separa dalla mattina successiva, quando tornerà a casa.
Non sa il rumeno, in passato qui non serviva saperlo, quindi parla in russo. Noi non capiamo il russo, ma questo per lui non ha alcuna importanza, e ci parla lo stesso.
Ci saluta, ci abbraccia, ci bacia. Ci fa capire che non vuole disturbare, possiamo, anzi dobbiamo, continuare a lavorare anche se lui è arrivato.
E poi, in silenzio, con cura e pazienza, estrae dalla sua borsa delle noci raccolte per strada, o delle mele, delle caramelle, o un dolcetto fatto da sua moglie, e ce li mette nelle mani. Impossibile rifiutare il dono, così semplice, così offerto con il cuore.
Si siede, o va in un'altra stanza per non disturbare, poi torna, si siede accanto a noi, indossa gli occhiali e inizia a leggere il suo libro, in russo; quello che sta leggendo ora parla della regina Cleopatra, della quale mi ha dettagliatamente raccontato la storia, sempre in russo.
Noi ci prepariamo e ce ne andiamo, lui ribadisce, cerca di farci capire, che dobbiamo continuare a lavorare, che non ce ne dobbiamo andare... Ci augura un “Drum bun”, un "Buon viaggio", ci bacia e rimane solo, fino alla mattina successiva.
Questo è quello che accade all'incirca tutti i giorni nei quali ci troviamo a Diaconia, ma ogni volta è diversa e unica.
Un giorno Grigori ha voluto che gli dessi un foglio e una penna. Ha iniziato a scrivere dei numeri 24 03 1935. Pensavo mi volesse scrivere il suo numero di telefono...ma poi ho capito: voleva scrivermi la sua data di nascita. Forse voleva dirmi che in tutti questi anni di vita ha visto tante, ma proprio tante cose, ha sofferto tanto, ha gioito tanto, ha amato tanto. Non so cosa volesse comunicarmi, ma con quel biglietto mi ha in ogni caso detto tanto.
Nonostante io creda profondamente nel valore della parola e del dialogo nel creare e rafforzare le relazioni, in quel momento ho proprio pensato: a volte non c'è davvero bisogno di parole.

venerdì 21 novembre 2008

A cena con l'ambasciator

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Giunti in Moldova l’ultima cosa che avevo in mente era di fare una cena con l’ambasciatore. Cena organizzata dalla nostra responsabile che lo conosce da poco visto che è giunto qua appena poco prima di noi.

Ovviamente il vestito elegante non c’è l’avevo perché in valigia era l’ultima cosa che avevo in mente di mettere. Me la sono comunque cavata con una camicia e una cravatta che avevo messo dentro per caso; il resto era un jeans e un paio di scarpe di tutti i giorni. Facevo un po ridere come si può immaginare.

Andiamo a mangiare in un locale dove scopriamo che fanno musica a palla quindi per tutta la sera gli unici interlocutori sono le persone che sono affianco e bisognava urlare per capirsi. Il cibo è ottimo e l’ambasciatore si rivela una persona molto curiosa di quello che facciamo e molto alla mano.

La parte più bella sono state le MIE FIGURACCE: la prima quando il cameriere mi chiede di servire i vini; io non capendo cosa mi diceva (parlave rumeno pure) ho servito un goccio di vino a tutti pensando che volesse farcelo assaggiare…finita la mia minuziosa opera di versamento tutti mi guardano con faccia strana pensando: ma sei un pistola!! Riempili sti bicchieri!! E intanto il cameriere se la stava ridendo di brutto…..
La seconda è stata quando parlando del mercato che c’è a Chisinau io esordisco nel discorso dicendo all’ambasciatore una frase che avevo sentito dire: “ …perché al mercato trova di tutto, solo gli OCCHI UMANI non trova signor ambascitore….” ….la mia responsabile si era intanto nascosta sotto il tovagliolo dalla vergogna.
L’ultima figuraccia l’ho fatta lanciando senza fare apposta un menù (pesantissimo tra l’altro) in mezzo alla sala dove facevano musica, poiché il nostro tavolo era su un soppalco che aveva la vista su questa sala . Per fortuna non ho beccato nessuno in testa ma le risate e la figuraccia l’ho suscitata comunque!! Anzi il dj che mixava musica l'ha raccolto e ha ordinato qualcosa appena dopo.....

Conclusione??? La mia responsabile si è vergognata a morte, e a causa mia le ho fatto perdere tutta la sua credibilità. L’ambasciatore non saprei….magari si è divertito a vedere le mie gaffe!! Di sicuro si ricorderà di me……

Tra pochi giorni avrò un'altra occasione per fare delle figuracce. In Moldova viene Frattini, il ns. ministro degli esteri. Vuole incontrare gli italiani presenti e siamo invitati anche noi al pranzo. La mia responsabile però mi sa che stara lontano da me almeno 10 metri per tutto l’incontro!! Io invece cercherò di fare il bravo…col ministro non posso fare il Pistola!!!

Vi racconterò!

Alla prossima.

sabato 5 aprile 2008

Li ricorderemo così...

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“Volete avere la vostra casa sempre illuminata? Allora ricordatevi di pagare la bolletta della luce”. Ecco cosa sta scritto su un maxi-cartellone pubblicitario alle porte di Chisinau. Insomma un bell'esempio di Pubblicità Progresso....
Intanto, dopo questa perla di saggezza, dobbiamo ahimè registrare una giornata con molte perdite sul fronte orientale. Dalla Bielorussia arrivano notizie di una disfatta dai nostri tre “boss”... In realtà i “boss” sarebbero 2 ma Elisa ci tiene tanto ad essere chiamata così, per cui ogni tanto bisogna farglielo credere...
Settimana faticosa per i nostri capi “ufficiali” i quali, dopo avere fatto molti pesce d'aprile il 31 marzo (oltre all'ora avranno tirato avanti di un giorno la data dell'orologio...) e essere stati bloccati dalla gendarmeria bielorussa per eccesso di velocità, si sono dati alla macchia... L'ultima loro foto risale al posto di blocco per la strada verso Minsk...
seri0ja.JPG
Igor è quindi riuscito nel suo intento... lasciare Elisa da sola nelle campagne di Bielorussia... la poveretta, ci ha appena chiamato e “stranamente” ci ha detto “Sono malata! Sono radioattiva!” Probabilmente stava delirando, un po' per il freddo e un po' perchè se la sta facendo a piedi... comunque noi ci stiamo attrezzando per accoglierla.... abbiamo tuta, mascherina, Autan, DDT, Zampirone... insomma non corriamo alcun pericolo.
Ma non è finita qui... oggi Chiara, detta Ciara, ci abbandonato.... tranquilli niente di grave, è partita per l'Italia, ma solo di passaggio, prossima destinazione Congo. Ragazza strana questa Chiara... dice a tutti che se ne va in Bolivia e invece va in Congo... e poi con sta storia dei “Pacchi” e dei “Parchi”... ha amici che mangiano olive ma non solo, bevono anche l'acqua della scatoletta... e poi quando cammina nel parco.....
Pensava di partire e passare inosservata... e invece no! Eccola in posa, prima della partenza con tutti i regali, tipicamente di stampo moldavo, che le sono stati regalati negli ultimi giorni....
p4040259.JPG
Allora ricapitolando... i capi dispersi in Bielorussia, Elisa, da quanto ci dice arrancante e radioattiva per le campagne moldave, e Ciara verso il Congo... siamo rimasti in due.... ma ne rimarrà solo uno!
Mi sa che lo aveva già detto qualcuno....

I moldavi

venerdì 21 marzo 2008

Franza !!!!!!

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Carissima Franza, noi siamo nei qui... tu... sei nei li... probabilmente stai ancora facendo le nanne e le ragazze ti stanno aspettando alla stazione degli autobus!

Il nostro viaggio è andato bene il pullman era a due piani e a quattro stelle, Joan era con noi, ai confini nessun problema la chiara non si è mai svegliata, l'elisa se l'è fatta addosso e io stavo cadendo dal pullman alle 3!

L'autogrill era all'aperto, soprattutto i bagni e la luna ci illuminava a giorno.

Adesso ci aspetta una Crepe perciò ti salutiamo, fai la brava e occhio al gas...

Ste, Eli, Cia

P.s. per gli estranei...siamo a kiev....buona pasqua!

sabato 10 febbraio 2007

Martin

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Ieri sono stata ad Orhei.

Poiché non sarei potuta andare per il compleanno di Martin (il 4 marzo sarò in Italia) ho deciso con un collega di andare all'Internat per ragazzi disabili il giorno del mio compleanno.

Era tanto che volevo andare a vedere come stavano i ragazzi.
Non è facile spiegare quali sentimenti io provi quando entro in quel luogo buio, immenso, che, quando va bene, odora di chiuso. Camminare nei corridoi dell'Internat è inquietante: sembra un labirinto in penombra dove ogni tanto compare qualcuno. Può essere un ragazzo che ti osserva, può essere un gruppo di bambini, un'inserviente, qualcuno che si sposta da una stanza all'altra.
La cosa più strana è sapere che lì vivono più di 300 bambini e ragazzi ma non sentire alcun rumore.

Io ero con Oleg e mi sentivo tranquilla. Il guardiano all'ingresso ci portò immediatamente dalla direttrice la quale, con la cortesia tipica dei direttori di questi istituti, nemmeno ricordava che l'estate scorsa alcuni ragazzi italiani erano stati lì a fare un po' di animazione ed avevano alloggiato per due settimane nella struttura.
Dopo molte spiegazioni finalmente la direttrice ci diede il verdetto: l'Internat era in quarantena per un'epidemia di influenza, così non sarei potuta entrare nelle camerate dei ragazzi ed incontrare Martin.
Non sarebbe stato un problema invece incontralo nei corridoi.

E così eccomi al piano di sotto ad aspettarlo.
La prima cosa che notai fu il suo modo di camminare: con i suoi problemi alle gambe non ha mai camminato bene, ma ora mi sembrava peggiorato. Appena uscimmo alla luce mi resi conto che era dimagrito e che aveva i capelli più lunghi del solito.
Una volta usciti gli presentai Oleg ed insieme ci sedemmo su una panchina. Subito gli chiesi se stava bene, lui rispose di sì, ma quando gli feci notare che era dimagrito mi disse che mangiava solo pane e burro e poco altro. Il resto del cibo servito alla mensa non gli piaceva: tutti i giorni le stesse cose!

In certe cose Martin non è mai cambiato: quando arriva qualcuno a visitarlo racconta subito di quanto sia felice di avere visite, dice che nelle lunghe giornate passate in camera spera sempre che qualcuno lo venga a trovare.
Lui non ha nessuno, è stato abbandonato dai genitori quando era piccolo
e non ha mai avuto il calore di una famiglia. Questo è il tipo, un ragazzo della mia età che ha passato la sua vita in un Internat, che sa bene quello che vuole ma pure i limiti di quanto può avere.

Fino all'estate 2005 poteva uscire, andare in paese, in chiesa, adesso a tutti è stato vietato di uscire.
Forse è per questo che non era sorridente come al solito. Gli feci notare che camminava male e lui me lo confermò: il giorno prima era caduto 2 volte, e gli erano comparsi dei tic che prima non aveva.
In compenso mi raccontò che all'Internat avevano messo il riscaldamento nuovo e che c'era pure l'acqua calda.
Ricordammo la gita fatta insiema ai monasteri, mi chiese di tutte le persone che aveva conosciuto e, con un'opera di convinvìcimento degna di un predicatore americano, tentò di strappare una promessa ad Oleg: verrà a trovarlo con Elena e Gheorghe e festeggeranno insieme il suo compleanno, andranno a pranzo fuori e gli regaleranno un anello e una bottiglia di shampoo, di quello rosso… magari potranno andare a comprarlo insieme!

Elisa Magnifico
Operatrice Caritas Ambrosiana
a Chisinau, Moldova
febbraio 2007

domenica 28 agosto 2005

Frammenti di vita moldava

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Che dirvi? Dopo essere stata nella grigia Bucarest finalmente sono arrivata in Moldova il 4 agosto e per ora non ho ancora avuto il tempo, la necessità e la voglia di sentirmi sola!

Ho già conosciuto un sacco di persone con cui mi troverò a lavorare per una questione o per l'altra e l'impressione non è buona... è ottima!

Mi sento coccolata e protetta da loro, sono molto attenti alle mie esigenze e disponibili ad aiutarmi in ogni evenienza (anche quando mi si è allagata la casa grazie alla lavatrice della vicina!!!).
Che Paese la Moldavia, sono poveri, alcuni poverissimi, le strade della capitale sono zeppe di contadini che vendono i loro prodotti, chi non ha nulla prova a guadagnare qualcosa sedendosi su un marciapiede con una bilancia nel caso qualcuno voglia pesarsi, in periferia ci sono case (non appartamenti) senza il bagno... in giardino hanno un casottino con un buco, i più sofisticati hanno un wc... ma le fogne e l'acqua corrente continua a non esserci!

In questi giorni sono stata in un paesino di nome Ulmu ad aiutare un campo di lavoro di un gruppo di ragazzi di Pavia che lavorava con i bambini e con dei volontari di Cania (un altro peasino). E' inutile dire che i bambini son bellissimi, sono educati e giocano tranquillamente senza litigi; ci portavano i fiori dei loro giardini per ringraziarci, ci regalavano mele e frutti colti dagli alberi, molti avevano bisogno di attenzioni perchè almeno uno dei genitori è all'estero a lavorare.

Sorridono e anche tanto, bisogna sfatare questo mito del bambino moldavo triste... ho le prove!

Un giorno e una notte son stata ad Orhei in un internat per handicappati (350 ospiti maschi dai 0 ai 18 anni), credo di non aver sofferto troppo perchè avevo già visto le condizioni di vita in quel posto e perchè sapevo che sarei rimasta lì solo per poco tempo.
Ad Orhei esistono stanze di circa 20 bambini che vengono seguiti da una badante (pagata 20 euro al mese) che deve occuparsi di seguirli, imboccarli, cambiarli, lavarli, metterli a letto... anche la persona più buona e motivata non potrebbe reggere per molto questo ritmo e di conseguenza i bambini non sono seguiti, chi si agita troppo magari viene legato, le condizioni igieniche son quello che sono... peccato, se la cultura e i mezzi fossero un po' migliori tanti bambini avrebbero una vita quasi normale.

Son stata alla festa del patrono di Ulmu con messa ortodossa di 3 ore (rigorosamente in piedi), banchetto nella mensa del monastero mangiando dallo stesso piatto dei miei commensali e bevendo vino, accendendo una candela ognuno nella propria pagnotta...è stato proprio bello! Son poi stata a visitare 2 monasteri nella roccia a Tipova e Saharna e... ho visto l'impronta della madonna.

Altro?
La vita di tutti i giorni!
C'è chi lava la macchina al pozzo in mezzo a un campo di mais, qualcuno cui spunta una pistola dai calzoni. Una signora ci dà da bere e ci regala 2 enormi girasoli per mangiarne io semi. Tacchini per strada, anziani che guardano la vita scorrere, denti d'oro, cavalli trainano carretti, strade dissestate, verde, tanto verde, ma anche fango, pozzanghere che sembrano laghi.
Tetti di lamiera intagliati, pozzi con immagini sacre, crocifissi dipinti ad ogni incrocio. Biscotti sfusi nei negozi, la gente ti parla anche se sa che non capisci, cartelli in russo, mele, vino, microbus strapieni, oche, qualcuno spinge una macchina, sidecar, limousine ai matrimoni, tappeti ovunque anche sui terrazzi. Chiese coi tetti blu, preti sposati, messe infinite, genuflessioni e segni della croce all'infinito... tutto questo ed anche di più, mancano odori e colori, manca la gente con i suoi sguardi e la sua ospitalità.

Certo è che per ora qui sono a mio agio, credo vivrò bene questo mio anno di servizio civile.

Elisa Magnifico
Volontaria in Servizio Civile in Moldova
28 agosto 2005