Visualizzazione post con etichetta Francesca M. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Francesca M. Mostra tutti i post

venerdì 26 agosto 2016

Indonesia: le lacrime, i sorrisi e i ritorni

Nessun commento:
Tornare. Ritornare dopo un anno a Nias. Mancano ormai un paio di giorni alla partenza e inesorabilmente, in questi ultima settimana, ho dovuto fare i conti con tutto quello che significa tornare in Italia e lasciare l'isola di Nias. Questo anno è stato difficile, non posso negarlo. Ripenso alle aspettative che avevo prima di partire, a Settembre, a quello che avrei trovato, alle persone che avrei incontrato ma le aspettative raramente coincidono con quello che la realtà ci mette di fronte. "Lo rifaresti? Se potessi tornare indietro sapendo cosa ti aspetta, partiresti di nuovo?" E la risposta è sì, è sempre sì, nonostante le difficoltà, le mancanze, la malinconia di casa e la distanza, la diversità. Lo rifarei perché è stato un anno bellissimo, pieno di persone, di cose da imparare, di attese, di confronti, di amore e di riflessioni. Lo rifarei perché adesso che sto per tornare a casa la valigia che mi porto dietro è più carica di quando sono arrivata qui. Non di cose materiali, non di oggetti ma di pensieri e di curiosità. Negli ultimi tempi mi è capitato di discutere spesso a proposito della difficoltà di raccontare questa esperienza, di parlare di quello che ho trovato qui con le persone che sono in Italia. Spesso non è semplice trasmettere il vero significato delle cose di questo paese. 
Dopo un anno mi capita ancora di rimanere basita o stupefatta di fronte a determinate azioni o tradizioni. 
Sono felice di tornare a casa e sono triste di dover lasciare queste persone. È un sentimento strano a cui non riesco a dare dei tratti precisi, che non riesco a definire con esattezza. E allora mi lascio trasportare dagli ultimi giorni, dai saluti, dai sorrisi, dalle lacrime e dagli abbracci. In questo anno ho imparato ad apprezzare la pioggia battente. Dopo giorni di caldo intenso guardare e ascoltare e annusare la pioggia che cade mi da una sensazione di completezza. Forse è solo questione di attese, forse queste persone mi hanno insegnato che andare piano è meglio che andare veloce e che restare fermi a guardare non vuol dire perdere tempo ma conservare il tempo, per noi stessi e per gli altri. 



domenica 19 giugno 2016

Indonesia: la pratica del pasung

Nessun commento:
Questa è una storia di quelle che non vengono raccontate. Una storia sbagliata, come direbbe de Andrè. Tante sono qui a Nias le storie simili a questa anche se la gente si vergogna a raccontarle. Tace.  
In Indonesia la condizione dei disabili è molto complicata. Da parte delle istituzioni non vi è alcun tipo di aiuto e se parliamo di coloro che vivono nei villaggi la situazione si complica ulteriormente a causa del forte isolamento.
Ancora oggi, infatti, in alcune zone dell'Indonesia si ripete una pratica che è stata bandita nel 1977. 
Si chiama PASUNG.
I Pasung sono molto diffusi e ve ne sono di vario tipo. Una cella, una stanza o l'ovile. Il pasung è un luogo in cui si viene rinchiusi e dove la persona è costretta a dormire, mangiare, urinare e defecare nello stesso spazio.
Possiamo pensare che queste storie non esistano perché tale condizione viola i diritti fondamentali dell'essere umano e invece sono reali e non sono poi così lontane da noi.

Il mese scorso, durante una chiacchierata con Suster Shinta, le ho posto questa domanda: "Suster, c'è un bambino del programma CBR che nel corso degli anni lei non ha dimenticato? Un bambino che ancora ricorda con particolare affetto?"
Non ci ha pensato nemmeno per un attimo, mi ha guardata e mi ha detto: "Oktavianus Zebua".
La sua sicurezza mi ha spiazzata. È stata diretta, forse per la prima volta da quando ci conosciamo.

Suster Shinta e Oktavianus

Suster Shinta è arrivata a Nias il 10 Maggio 2006. Sono passati dieci anni ormai e di bambini con disabilità ne ha visti moltissimi ma Oktavianus le è rimasto in mente. 

Quando lo ha incontrato per la prima volta, nel villaggio di Namohalu, aveva 17 anni ed aveva una disabilità motoria e psichica molto grave. Oktavianus non poteva vivere nella casa dei suoi genitori. Dormiva con i polli, in una piccola costruzione di legno, senza pavimento e senza alcun tipo di comfort. Il suo letto era un'asse appoggiata a terra.
Non era in grado di camminare o di parlare e per questa ragione i suoi genitori desideravano che vivesse nascosto.
La volontà del padre di tenerlo lontano era molto più forte di quella della madre che avrebbe voluto occuparsi di lui ma aveva paura della reazione di suo marito.
Una volta al mese Suster Shinta si recava in visita a casa Zebua, per fare il bagno ad Oktavianus. Mi racconta che quando la vedeva arrivare affermava: "Ibu, aku lapar" - "Signora, ho fame".
Forse lo facevano mangiare una volta al giorno ma mai in famiglia, mai in casa tutti insieme.

mercoledì 1 giugno 2016

Indonesia: Micro credito a Mandrehe

Nessun commento:
I colleghi di Caritas Sibolga hanno voluto raccontarci come funziona il programma di micro credito attivo a Nias e nel corso di una visita a Mandrehe hanno raccolto alcune interviste ai beneficiari del programma.


Che Cos’è?

Il programma di micro credito attivato da Caritas Sibolga e finanziato da Caritas Italiana ha preso avvio a Marzo 2013 e prosegue tutt’oggi. L’obiettivo principale è quello di aiutare le famiglie più povere di Gunungsitoli e di Mandrehe a migliorare le proprie condizioni di vita.
Ad oggi, il programma conta in totale 111 beneficiari  (il numero aumenta di anno in anno), di cui 70 nella città di Gunungsitoli e 41 nei dintorni di Mandrehe. Ciò che differenzia le due aree è la diversa domanda di occupazione: a Gunungsitoli molti dei beneficiari sono piccoli venditori, sarti o barbieri mentre a Mandrehe, coltivatori di gomma.
Caritas Italiana ha finanziato il programma negli anni, per un totale versato di 580.500.000 rupie. L’investimento iniziale è stato di 150.000.000 di rupie, a cui nel Novembre 2014 ne sono stati aggiunti 225.000.000. Nel Giugno 2015, Caritas Italiana ha donato poi altri 200.000.000 di rupie. Il programma prevede anche l’utilizzo di un fondo di rotazione, grazie al quale si è arrivati a reinvestire 712.500.000 rupie, per un totale di 1.293.000.000 rupie.

A Nias sono diffuse le cooperative di credito ma i criteri per poter accedere ai prestiti non permettono alle categorie più povere di usufruire di questa possibilità. Molto frequente è l’accesso a fondi attraverso prestiti ad alto interesse. Questo è diventato un problema sociale rilevante per le famiglie che devono ripagare i debiti per molti anni e che non sono in possesso di un lavoro stabile.
Tre le famiglie di contadini, di artigiani o venditori che sopravvivono con un budget limitato e insicuro è molto difficile riuscire a risparmiare o affrontare le spese impreviste, così come è molto difficile avere dei fondi iniziali per la microimprenditorialità.
Inoltre in Indonesia, ed anche a Nias, esistono molti gruppi di persone che si auto organizzano in gruppi di risparmio/prestito autogestito, secondo delle regole conosciute come “arisan”, che permettono ai membri di mettere una quota mensile e di poter prendere in prestito a turno le quote degli altri su base annuale. Queste iniziative sono molto diffuse perché quello che manca è la possibilità di avere delle quote in contanti, grandi abbastanza da fare acquisti particolari o affrontare spese impreviste. Il problema dell’ “arisan” è che non è istituzionalizzato e che i partecipanti o il tesoriere del gruppo potrebbero non essere persone oneste  o potrebbero non riuscire ripagare il debito contratto. 


Come funziona il programma?

Entrare a far parte del programma è semplice: è richiesta la partecipazione ad una giornata di formazione, durante la quale vengono organizzate lezioni per poter conoscere la contabilità di base e vengono fornite le prime nozioni per la stesura di un semplice business plan. A questo punto Caritas Sibolga inizia ad erogare il denaro in prestito, partendo da una cifra base di 2.500.000 rupie. La soglia del prestito si alza poi a 5.000.000 di rupie, 7.000.000 di rupie, per arrivare infine a 10.000.000 di rupie, previa valutazione della gestione del prestito precedente.
Il denaro dovrà essere restituito mensilmente, con un interesse dell’ 1,5%, da cui lo 0,25% sarà trattenuto dai singoli beneficiari come guadagno. In questo modo Caritas vuole motivare coloro che partecipano al programma a risparmiare e a farlo continuativamente.


Visita ai beneficiari del programma di micro credito a Mandrehe

Siamo partiti molto presto da Gunungsitoli per arrivare a Mandrehe, nella parte occidentale dell’isola di Nias, a pochi chilometri da Sirombu. Abbiamo attraversato l’isola da Est ad Ovest, tra la vegetazione lussureggiante e le piccole case di legno, accompagnati da Irene e Pak Ely.
Irene è la responsabile del programma di micro credito in Caritas Sibolga: due volte al mese si reca sul posto per riscuotere il denaro e per incontrare i beneficiari del programma.  Durante i due incontri programmati tutti i 41 beneficiari devono presentarsi per restituire la loro quota mensile. Nel caso in cui non siano in grado di farlo, potranno posticipare al mese successivo, pagando però una penale pari a 1.000 rupie al giorno, dalla data del 16 del mese corrente fino al giorno in cui restituiranno il denaro.  Irene ci racconta che non sempre coloro che partecipano al programma sono buoni pagatori. Alcune volte è capitato che non saldassero il proprio debito ed in questo caso veniva chiesto loro di restituire il denaro prestatogli, esonerandoli poi dal programma. Altre volte è successo che scomparissero senza saldare il proprio debito.
Il luogo in cui incontriamo i partecipanti è il Resource Center. Questo centro è stato avviato nel 2008 e la gestione è stata affidata alla parrocchia di Nias Ovest nel Luglio 2014. Intorno a noi un ampio terreno agricolo dedicato alla produzione di frutta e verdura ed altri prodotti agricoli destinati alla vendita nel mercato interno dell’isola. Il RC di Mandrehe è nato proprio con lo scopo di sensibilizzare la popolazione locale ai temi della sicurezza alimentare: a Nias vi è una forte affezione alla coltivazione della gomma che però lega il guadagno alle oscillazioni della domanda sul mercato internazionale. La coltivazione di generi alimentari permetterebbe invece di soddisfare le proprie necessità alimentari e di vendere l’eccesso.
Il nucleo dei lavoratori è composto da studenti della scuola locale di formazione agricola che qui svolgono il loro tirocinio.

La maggior parte dei beneficiari del programma sono donne che parlano solo la lingua Nias. Pochissime di loro conosco la lingua ufficiale, l’Indonesiano.  Alcune, soprattutto quelle che sembrano più anziane, non sanno con esattezza la loro età.

Durante la visita alcune di loro ci hanno raccontato le loro storie e le loro vite. Ci hanno spiegato che tipo di attività hanno intrapreso e cosa pensano di questo programma.

Nome: Ina Liri
Età: 44 anni
                                          
Che tipo di attività ha deciso di intraprendere partecipando al programma di micro finanza di Caritas?
“Ho investito i soldi per prendere in affitto alcuni terreni per la coltivazione della pianta della gomma e per pagare le tasse scolastiche ai miei figli”.

Quante volte ha già ricevuto il prestito?
“Ho già ricevuto i soldi quattro volte. Il primo investimento che ho fatto è stato appunto per pagare i terreni destinati alla coltivazione della gomma, mentre con i prestiti successivi ho avviato l’attività e pagato le tasse scolastiche”.

Quanti figli ha?
“Ho sei figli: tre maschi e tre femmine che hanno dai dieci ai vent’anni”.

È contenta di aver potuto prendere parte al programma? 
“Sì sono molto soddisfatta. Per poter partecipare non ho dovuto presentare il certificato di proprietà della casa, come garanzia, cosa di cui invece le altre cooperative di credito necessitano. Entrare a far parte del programma è stato molto più semplice”.

Nome: Ina Ove
Età: 42 anni

Che tipo di attività ha deciso di intraprendere partecipando al programma di micro finanza di Caritas?
“Ho deciso di investire il denaro per l’allevamento di maiali e per la coltivazione di riso e gomma”.

Quante volte ha già ricevuto il prestito?
“Tre volte. Il primo investimento è stato l’acquisto di quattro maiali e delle sementi”.

È sposata? Quanti figli ha?
“Ho un compagno, attualmente. Mi occupo dei sei bambini che lui ha avuto dalla moglie precedente e di una bimba di due anni frutto della nostra relazione.

È contenta di aver potuto prendere parte al programma?
“Sono contenta perché avevo già partecipato ad un precedente programma attivato da una cooperativa di credito ma il procedimento per aderirvi era stato molto macchinoso. Il programma di Caritas richiede invece meno garanzie ai beneficiari. Mi trovo bene anche perché casa mia è molto vicina al luogo in cui mensilmente ci incontriamo con Irene".

Nome: Mawar
Età: 50 anni circa

Che tipo di attività ha deciso di intraprendere partecipando al programma di micro finanza di Caritas?
“Io non so scrivere e non so leggere – è la prima cosa che questa signora ci dice.
Ho investito il denaro per l’acquisto di alcuni polli e maiali e per potermi dedicare alla coltivazione del riso e della gomma”.

Quante volte ha già ricevuto il prestito?
“Ho preso il denaro già tre volte. L’ho utilizzato per acquistare fertilizzanti, antiparassitari e concime e per pagare le tasse scolastiche ai miei figli”.

È sposata e ha figli? 
“Sono sposata e ho nove figli ma due di loro sono già morti. Ho tre femmine e quattro maschi, di cui tre già sposati”.

È contenta di aver potuto prendere parte al programma?
“Sì, sono contenta perché il tasso di interesse richiesto da questo programma è minore rispetto a quello richiesto da altri enti. Avevo già provato a partecipare ad un programma attivato dalle cooperative di credito ma avevo deciso di rinunciare perché le procedure per l’adesione erano troppo complicate.  Vorrei che il programma attivato da Caritas proseguisse e andasse avanti negli anni a venire, perché ho bisogno di questi soldi per mandare i miei figli a scuola”.

Nome: Ina Muliana
Età: 42 anni

Che tipo di attività ha deciso di intraprendere partecipando al programma di micro finanza di Caritas?
“Ho acquistato alcuni maiali e mi sono dedicata alla coltivazione della pianta di gomma. Ho anche un piccolo ristorante che però gestivo già prima di entrare a far parte del programma”.

Quante volte ha già ricevuto il prestito?
“Due volte ma ora ho già ripagato tutto e sto cominciando a risparmiare mettendo via il denaro”.

Quanti figli ha?
“Ho quattro figli: tre femmine e un maschio già sposato con tre bambini”.

È contenta di aver potuto prendere parte al programma?
“Sì. La procedura per aderirvi è molto più semplice poiché non sono necessarie particolari garanzie”.

Come è venuta a conoscenza del programma?
“Questo è sempre stato un luogo di ritrovo per le persone che abitano nei dintorni ed uno dei ragazzi che vi lavora mi aveva parlato dell’esistenza di questo tipo di programma”.

Nome: Ina Ferda

Età: 33 anni

Che tipo di attività ha deciso di intraprendere partecipando al programma di micro finanza di Caritas?
Ho un allevamento di maiali e mi dedico alla coltivazione del riso e della pianta di gomma. L’acquisto della scrofa è stato molto fruttuoso perché ha già dato alla luce ventisette maialini, partorendo tre volte. Sono riuscita a vendere i piccoli a 230.000 rupie l’uno, ricavando circa sei milioni di rupie”.

Quante volte ha già ricevuto il prestito?
“Tre volte. Il mio primo investimento, con i 2.500.000 di rupie ricevuti dal programma, è stato proprio l’acquisto di una scrofa per 400.000 rupie”.

Quanti figli ha?
“Ho due figli, un maschio di cinque anni ed una femmina di tre anni che frequentano la TK - che corrisponde alla nostra scuola materna.

È contenta di aver potuto prendere parte al programma?
“Sì, certo, perché in questo modo posso ricevere i soldi quando ne ho bisogno, anche in caso di necessità e posso pagare le tasse scolastiche per i miei figli. Grazie a questo programma ora ho ottenuto un guadagno sicuro tramite la vendita dei maiali”.

Come è venuta a conoscenza del programma?
“Anche io ne sono venuta a conoscenza tramite il passaparola da parte di uno dei membri dello staff del Resource Center.

Nome: Ina Teti
Età: 32 anni

Ina Teti non è originaria dell’isola di Nias ma proviene da Jambi (Sumatra). È qui ormai da dieci anni quindi parla molto bene anche la lingua Nias. Si è trasferita qui dopo aver conosciuto quello che è il suo attuale marito.

Che tipo di attività ha deciso di intraprendere partecipando al programma di micro finanza di Caritas?
“Mi sono dedicata alla coltivazione della pianta di gomma. Mio marito invece lavora come carpentiere”.

Quante volte ha già ricevuto il prestito?
“Tre volte”.

È contenta di aver potuto prendere parte al programma?
“Sì, sono contenta. È stato sicuramente un grosso aiuto”.

Come è venuta a conoscenza del programma?
“Anche io come le altre ne sono venuta a conoscenza tramite un membro del personale del Resource Center”.

 Nome: Ina Sani
Età: 61 anni circa  non conosce l’età esatta

Ina Sani si presenta con un sacchetto di plastica trasparente con dentro del tabacco, un accendino e dei pezzi di nipah, un tipo di palma tipico delle zone tropicali del Sud-Est Asiatico (che utilizza per avvolgere il tabacco). 

Che tipo di attività ha deciso di intraprendere partecipando al programma di micro finanza di Caritas?
“Ho una piantagione di alberi da gomma e vendo sandali al mercato tradizionale”

Quante volte ha già ricevuto il prestito?
“Quattro volte. Oggi ho preso circa 3 milioni di rupie. Ho utilizzato il denaro del primo prestito per acquistare i sandali da rivendere al mercato”.

Quanti figli ha?
“Ho sei figli. Uno è già sposato. Due si sono laureati in Teologia ed ora uno di loro insegna in una scuola a Gunungsitoli. Altri due invece vivono fuori Nias, per lavoro. L’ultimo abita con me.

È contenta di aver potuto prendere parte al programma?
“Sì. Questo programma è migliore degli altri offerti dalle cooperative di credito così riesco a gestire meglio i soldi che entrano ogni mese”.

venerdì 18 dicembre 2015

Indonesia: Batik solidale

Nessun commento:
Manca ormai poco meno di un mese al nostro rientro di metà servizio in Italia e ci stiamo muovendo per promuovere una piccola raccolta fondi, durante il mese di Gennaio quando saremo a casa.

Durante questi mesi abbiamo lavorato presso Caritas Sibolga, con sede a Gunungsitoli, piccola città principale sull'isola di Nias. 
L'idea che abbiamo proposto è stata quella di riuscire - tramite la vendita di borse realizzate artigianalmente in tessuto batik dalle ragazze che hanno frequentato il corso di cucito attivo presso il Caritas Centre (sono sei i corsi attivi attualmente: cucito, ricamo, trucco tradizionale, meccanico, computer e cucina) - a finanziare l'organizzazione delle attività sociali organizzate proprio dai corsisti presso strutture quali orfanotrofi o case di riposo sul territorio di Gunungsitoli.

Parallelamente, insieme alle ragazze ospiti del centro di riabilitazione Fodo, gestito da un gruppo di Suore Francescane, abbiamo realizzato zainetti e piccoli astucci, il cui ricavato dalla vendita sarà utilizzato per terminare i lavori di costruzione di un parco giochi per bambini, adiacente alla struttura.

Il nome della pagina Facebook che abbiamo creato è Batik solidale https://m.facebook.com/Batik-solidale-684731858296436/
Se vi piace qualcosa e volete aiutarci in questa avventura contattateci pure tramite Facebook, durante il mese in cui saremo a Milano potremo incontrarci per la consegna. 

Un caro saluto a tutti!





lunedì 30 novembre 2015

Indonesia: Keluarga Alma Nias ovvero una nuova grande famiglia

Nessun commento:
Oggi sono due mesi che sono qui. Ed oggi voglio presentarvi la mia nuova grande famiglia composta da 32 bambini, 3 suore e 7 ibu. 

Lo so, 32 bambini sono tanti ed io non sono abituata ad avere molta gente per casa.

TRENTADUE bambini che si svegliano alle 5.30 e devono lavarsi e prepararsi. Alle 6, quando apro gli occhi e mi rigiro ancora un pò nel letto, li sento cantare e chiacchierare e quelle voci sono un pò come l'odore del caffè a Milano, significano casa.

Questi 32 bambini vivono a Wisma Alma per tante ragioni diverse. Alcuni di loro sono orfani di uno o di entrambi i genitori, altri sono stati abbandonati o rifiutati ed altri ancora portano con sé una qualche forma di disabilità. 

A volte mi fermo e li osservo da lontano. A volte rifletto sulle loro vite e sulla mia e sul motivo di questo intreccio. E a volte penso al loro grande coraggio e al fatto che nulla nella vita potrà più scalfirli, perché hanno già ricevuto la loro dose di dolore. 
Altre volte ancora mi stupisco di fronte a tanto amore. Al loro sentirsi come fratelli, al loro aiutarsi l'uno con l'altro, perché in fondo sono tutto ciò che hanno.

Ognuno di loro mi sta insegnando qualcosa, qualcosa che porterò con me: da Forman ho imparato l'amore, da Rena la gioia, da Igo la pazienza e da Diman l'attesa. 

Vedere i loro sorrisi, ogni giorno,  mi da la forza per affrontare questa esperienza. E quando scendo dalla macchina dopo una giornata in ufficio, trovo loro ad aspettarmi. Trovo loro che urlano "Siska, Siska" e che mi prendono per mano e mi accompagnano fino alla porta di casa. E questa adesso è la mia forza. 



mercoledì 25 novembre 2015

Indonesia: Never Say Less

Nessun commento:

MIcaSCEmi si arricchisce della voce di Francesca, volontaria milanese in servizio civile all'estero inviata da Caritas Italiana in Indonesia attraverso il progetto "Caschi Bianchi".
La nostra è una comunità aperta e curiosa di conoscere nuovi contesti, quindi:

Benvenuta Siska!
[la redazione di Micascemi]


"Un luogo non è mai solo quel luogo: quel luogo siamo un pò anche noi. In qualche modo, senza saperlo, ce lo portavamo dentro e un giorno, per caso, ci siamo arrivati". A.T.

Quel luogo, per me, è l'Indonesia. È Pulau Nias, una piccola isola a largo di Nord Sumatra. È un luogo di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza prima di partire o chissà,  forse dentro di me qualche invisibile collegamento già esisteva. 

Mi chiamo Francesca ma qui tra uno storpiamento ed un diminutivo mi hanno trasformata in Siska.
Arrivo un pochino in ritardo perché due mesi sono già trascorsi da quando sono partita. Riguardando indietro vedo quel turbinio di emozioni che ti invade, risento la paura di lasciare casa, gli amici, la famiglia. Risento il dubbio di lasciare indietro qualcosa di certo e sicuro per qualcosa che non conosco. Ma riesco anche a riprovare la stessa emozione, la stessa voglia e lo stesso entusiasmo nel dover affrontare qualcosa di nuovo, qualcosa che non so dove mi porterà e come mi cambierà. 

Ora sono già qui e il peggio è passato, potrei forse dire. Ora sono già qui e ogni mattina mi sveglio e mi sento ormai quasi a casa. 

Per spiegarvi che tipo di persone sono gli Indonesiani voglio raccontarvi una delle prime cose che ho imparato studiando la lingua: nella grammatica indonesiana non viene mai usato un termine di paragone negativo.

Jakarta lebih panas daripada Medan - Jakarta è più calda di Medan

Al contrario, non diranno mai, come invece noi facciamo:


Medan è meno calda di Jakarta ma
Medan lebih dingin daripada Jakarta - Medan è più fredda di Jakarta

La lingua che rispecchia la cultura, eccone un esempio perfetto. Never Say Less - mai pensare in negativo.