venerdì 26 agosto 2016

Indonesia: le lacrime, i sorrisi e i ritorni

Tornare. Ritornare dopo un anno a Nias. Mancano ormai un paio di giorni alla partenza e inesorabilmente, in questi ultima settimana, ho dovuto fare i conti con tutto quello che significa tornare in Italia e lasciare l'isola di Nias. Questo anno è stato difficile, non posso negarlo. Ripenso alle aspettative che avevo prima di partire, a Settembre, a quello che avrei trovato, alle persone che avrei incontrato ma le aspettative raramente coincidono con quello che la realtà ci mette di fronte. "Lo rifaresti? Se potessi tornare indietro sapendo cosa ti aspetta, partiresti di nuovo?" E la risposta è sì, è sempre sì, nonostante le difficoltà, le mancanze, la malinconia di casa e la distanza, la diversità. Lo rifarei perché è stato un anno bellissimo, pieno di persone, di cose da imparare, di attese, di confronti, di amore e di riflessioni. Lo rifarei perché adesso che sto per tornare a casa la valigia che mi porto dietro è più carica di quando sono arrivata qui. Non di cose materiali, non di oggetti ma di pensieri e di curiosità. Negli ultimi tempi mi è capitato di discutere spesso a proposito della difficoltà di raccontare questa esperienza, di parlare di quello che ho trovato qui con le persone che sono in Italia. Spesso non è semplice trasmettere il vero significato delle cose di questo paese. 
Dopo un anno mi capita ancora di rimanere basita o stupefatta di fronte a determinate azioni o tradizioni. 
Sono felice di tornare a casa e sono triste di dover lasciare queste persone. È un sentimento strano a cui non riesco a dare dei tratti precisi, che non riesco a definire con esattezza. E allora mi lascio trasportare dagli ultimi giorni, dai saluti, dai sorrisi, dalle lacrime e dagli abbracci. In questo anno ho imparato ad apprezzare la pioggia battente. Dopo giorni di caldo intenso guardare e ascoltare e annusare la pioggia che cade mi da una sensazione di completezza. Forse è solo questione di attese, forse queste persone mi hanno insegnato che andare piano è meglio che andare veloce e che restare fermi a guardare non vuol dire perdere tempo ma conservare il tempo, per noi stessi e per gli altri. 



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