Vorrei presentarti un posto, ma ti avviso: non aspettarti un posto della solita Milano. Qui non si scandisce il tempo a produrre, non trovi le luci accese da mattina a sera, i ritmi frenetici degli eleganti individui in giacca e cravatta non la fanno da padroni. Noi siamo abituati a questa Milano: di seguaci del dresscode ne è piena la metro alla mattina, il duomo all'ora di pranzo e corso Como alla sera.
Il posto che ti voglio raccontare è diverso e per qualcuno è speciale. In questo posto non c'è formalità, i tempi sono dilatati e le persone tengono molto più allo "stare" che al "fare". Questa isola diversa, non convenzionale, si chiama "Piazzetta". All'inizio non potevo concepire il senso di un luogo dove andare solamente per trovarsi, per far passare il tempo. Ho capito che, per chi ci va, queste manciate di metri cubi valgono, in realtà, molto di più.
Ho incontrato una donna che per tanti anni ha avuto come rifugio e sollievo un amico ingannevole chiamato Alcool, un uomo che ha perso il lavoro e con esso - pensava - la sua dignità, un ragazzo che non mi ha mai parlato della sua storia ma che non è riuscito a mascherare la sua rassegnazione alla vita, un cuoco che ha perso il lavoro ma non la passione, un giovane padre marocchino che cresce suo figlio con i pochi guadagli di pantaloni venduti in metro.. In questo posto ho incontrato persone che hanno trovato relazioni, accoglienza, figure di riferimento. Qui hanno trovato la dimora che non hanno e gli affetti che questa parola dovrebbe portare con sè, il senso comunitario che molti di loro desideravano ritrovare.
Ora, pensandoci, mi dico che a volte non serve "fare" quanto esserci, "stare". A volte bisogna immergersi in un luogo per capirne i significati, bisogna rallentare e adattarsi, bisogna iniziare ad ascoltare. Quella donna mi aveva stupito parlandomi di una "Piazzetta" felice. Ora la vedo anche io, e vedo chi la vive come persone che sono molto di più di quello che hanno perso, e quel di più te lo dimostrano subito, te lo offrono, come se capissero che tu ne hai bisogno, che alla fine sarai tu a ringraziarli per la loro ospitalità.
Pila
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