N.B. Questo post nasce a giugno, è stato poi modificato a luglio,
trova luce adesso.
"Da sconfinati.. ad accoglienti!
Per chi sconfina, c’è sempre qualcuno che accoglie (o almeno
si spera così) per ogni cantierista che parte, c’è sempre un coordinatore che lo
aspetta e che ha preparato i lavori.
Scrivo da Mombasa, a poche ore di distanza dall’arrivo dei
cantieristi, anche se è un post che nasce dopo un paio di settimane dal rientro
milanese per la formazione cantieri, appunto.. e mi trovo a buttare giù qualche ricordo di
quei giorni e qualche considerazione personale..
esemplare di SCE durante il duro lavoro d'ufficio in preparazione ai cantieri |
Cosa ricordo della formazione? Dopo aver lavorato in ufficio
alla formazione dei cantieristi stessi, finalmente si sono palesati i giovani
che stiamo per accogliere nei paesi di cui noi siamo ancora ospiti.
Tra giochi di ruolo, domande, prove comunicazione, risposte,
una coordinatrice persa nel cuore della notte nella provincia milanese mentre
si provava a darle indicazioni stradali, qualcuno che ha avuto il coraggio di
giocare a pallavolo dalle 7.45 di domenica mattina, i sermoni del buon don
Daniele, chiamate intercontinentali notturne, e chipiùnehapiùnemetta, circa 60
giovani si sono messi in discussione.
Ho provato a scambiare due chiacchiere con un po’ di
cantieristi.. chi tra una pausa e l’altra studiava per la maturità (ed è anche
uscita una traccia sui confini!!), chi fantasticava sul suo cantiere, chi ha
puntato a fare gruppo, chi a conoscere gli altri.. veramente una grande varietà
di giovani. Di una gioventù BELLA e curiosa. L’ho percepita quest’ansia di
partenza. Ognuno ha le sue motivazioni, ciascuno si metterà in gioco per quello
che vorrà dare, ma tutti accumunati da questa voglia di partire. Da un’estate
diversa, che non dico cambierà la vita, ma che getterà un semino se lo si vorrà
coltivare.
Che bello.. e che responsabilità!
Definirei il mio ruolo come meta servizio: il servizio nel
servizio e a servizio (sì, se non s’è capito “servizio” mi piace un sacco!!).
Sono dall’altra parte della barricata e le emozioni per
certi versi sono simili.. anche qui ci sono attese, aspettative, entusiasmo,
qualche paura..
E sono grata per quest’opportunità, perché sarà un mettersi
alla prova ulteriormente, sarà un rivedersi nei ragazzi, perché se uno parte ha
sempre un motivo, e spesso i motivi si assomigliano, ma poi si perdono,
diventano sfumati. Sarà un rileggersi.
Non saprei dare una definizione di accoglienza. Per me
accogliente è chi mi fa sentire a casa, è chi non mi sta davanti come se fossi
all’esame di procedura penale pronto a bocciarmi; è chi mi ascolta e un po’ mi
coccola; chi mi fa sentire considerato, amato.
“Ci vuole un giardiniere che ama per far sbocciare una rosa”.
Ecco, penso che in questa occasione io sia chiamata ad
essere un po’ il giardiniere, con una grande responsabilità. Perché questi
ragazzi mi sono stati affidati. Non ci siamo scelti. Ma non per questo il
valore diminuisce.
Allora, pronti a sconfinare!!”
Sono passate due settimane dalla fine del cantiere, e
mancano tre giorni al mio rientro definitivo in Italia. Leggo i post dei
cantieristi oramai tornati alla base e mi sembra che ci siano ancora tante
emozioni in circolo, tante domande aperte, entusiasmo per quanto vissuto e un
pizzico di malinconia.
Il tempo è tiranno, devo scrivere le valutazioni del cantiere
e i report.
Le idee sono tante, confuse.
Il cantiere Mombasa è stato ricco di emozioni, di tante
domande a cui chissà se ci sarà risposta, di confronti, di sane risate, di
discorsi profondi e meno intensi, di lavoro e fatica, di novità.
Ognuno ha saputo
metterci del suo per costruire insieme ed in armonia questo cantiere.
cantieristi Mombasa stremati dalle fatiche africane |
E ne sono felice.
Ancora non c’è stato tempo di far sedimentare il vissuto e
dargli la giusta collocazione.
Non so se ciascuno ha ritrovato le sue motivazioni, se si è riuscito a dare qualche risposta.. ma, poi col tempo (perché le cose belle richiedono tempo!!) si saprà dare a questa esperienza il valore ed il significato che più si ritiene appropriato.
illustrazione di Maria Silva |
Tuttavia, io spero - ma lo so quasi per certo - che per tutti i cantieristi sia stata
un’esperienza indelebile, di quelle che lasciano il segno, nel bene e nel male,
e che a loro volta si trasformano in segno tangibile: il segno di una presenza, nella
realtà in cui ci si trova, che ha sperimentato – seppur per un brevissimo tempo –
la diversità, che ha provato ad andare oltre, per mettersi a servizio gratuitamente, che ha sconfinato e ha ancora gli occhi pieni di bellezza.
Mi auguro che sia stata una di quelle esperienze che, anche a distanza di tempo, possa dare quel sapore di buono alla vita.
Mi auguro che restino naviganti in grado di guardare le cose un po' in su, un po' in giù, e tutto intorno.
Mi auguro che possano sbocciare tante rose in grado di effondere profumo intorno..
Angela
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