giovedì 20 aprile 2017

Donne in difesa dei loro territorii

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Managua 19 Aprile
Quattro donne diverse per storia e provenienza unite da una comune lotta per la difesa della terra e del proprio territorio, hanno raccontato la loro esperienza ad un pubblico altrettanto variegato in un incontro organizzato da “Iniciativa Nicaragüense de Defensoras de los DDHH de las Mujeres” con l’appoggio dell’organizzazione “Popolna”, ospitato dall’Universitá Centro Americana di Managua.
In un’epoca di estrattivismo e grandi opere, cosa succede ai territori? Come si organizza la resistenza? Queste le domande che hanno aperto l’incontro.

Dolene Miller, di origine creola, vive a  Bluefield  e racconta delle problematiche della Costa dell’Atlantico Sud. La Costa ha ottenuto l’autonomia nel 1987, ma per molti aspetti questa autonomia non viene riconosciuta e la lotta che Dolene porta avanti è di riappropriazione del senso di questa autonomia, promuovendo la partecipazione della comunitá nella costruzione della stessa.
Lottie Cunningham, che arriva invece dalla provincia di Waspan nella regione dell’Atlantico Nord, è di origine Miskito, il gruppo indigeno maggioritario in Nicaragua. Parla, infatti, della legge 445, quella che riconosce nel Paese i diritti dei popoli indigeni e la proprietá comune della terra, legge che, a detta dell’oratrice, viene costantemente calpestata.
Nell’area dell’Atlantico Nord numerosi sono stati gli scontri fra gli indigeni e i “coloni”, gruppi sfollati da altre zone del Paese e ricollocati dal governo nel territorio Miskito. Questo porta, secondo Lottie, ad una continua tensione nella zona.

Dall’Atlantico si passa poi all’entroterra: prende parola Haydee Castillo, della Nuova Segovia.
Comincia dicendo che, in quanto femminista, il primo territorio che difende è il suo proprio corpo e accenna alla guerra che si sta portando avanti contro le donne di questo Paese e i loro corpi.
Della nuova Segovia racconta di ettari e ettari di terra, un  tempo foresta, svenduti a potenze straniere, privando gli abitanti delle proprie risorse. I contadini della Segovia ora hanno come unica alternativa alla migrazione, lo sfruttamento.

Infine parla Francisca Ramirez, detta Doña Chica, celebre leader del movimento campesino in difesa delle terre minacciate dalla costruzione di un canale interoceanico.
L’accordo del 2013, firmato dal presidente Ortega e l’imprenditore cinese Wang Jing per la costruzione del canale, viene sigillato da una legge, la 840: “ Legge speciale per lo sviluppo di infrastrutture e trasporti nella zona del canale, zone di libero commercio e simili”. La legge permette all’imprenditore di disporre per piú di cento anni di tutte le risorse naturali, proprietá pubbliche, private o comunitarie in qualsiasi parte della nazione, che siano necessarie per il progetto.  Ed è proprio alla svendita del territorio ad un impresa straniera, nel totale disinteresse dei suoi abitanti, che il movimento campesino, guidato da doña Chica, si sta opponendo.
Francisca Ramirez ricorda che la lotta non è solo dei contadini che verranno colpiti dal canale, ma deve necessariamente essere una lotta di tutti gli abitanti di questo paese.

Il 22 Aprile, Giorno Internazionale della Terra, si svolgerá a Juigalpa la ottantasettesima marcia contro il canale e in difesa della terra; l’invito viene rivolto a tutti.

Donne afrodiscendenti, indigene, campesinas sono le indiscutibili protagoniste di questi nuovi movimenti in difesa della terra che stanno prendendo piede in tutto il Nicaragua. Marginalizzate da sempre, ora alzano la voce rivendicando sovranitá e autonomia. Come non ascoltarle?