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lunedì 3 marzo 2014

Paese che vai.. Taxi che trovi!

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Chiunque sia stato tra Nord Africa e Medio Oriente, una volta a casa avrà raccontato agli amici la follia del traffico nelle varie città, piuttosto che lo stile di guida alquanto "bizzarro" dei vari tassisti di turno.
Ecco, dimenticate tutto: Beirut non è una città trafficata:  è il traffico fatto a città!

Nelle ore di punta ( qui h24) ci siamo abituati ad attraversare la città a passo d'uomo,  tra macchine in contromano, motorini con il manubrio dentro il nostro finestrino e clacson manco avessimo vinto la Coppa del Mondo.

Potevamo forse spendere tutto questo tempo a disposizione con le mani in mano?
Ecco a voi i primi incontri ravvicinati con i tassisti del terzo tipo:

1- "Il SAVIO", l'autista all'italiana: sicuro di sè, a bordo del suo potente Mercedes,, dopo aver fregato la corsa ad un suo collega con nonchalance, ci racconta del legame con il nostro Paese. Dopo una lunga carriera accademica dai Salesiani, il buon Savio decise di fare famiglia, dando alla luce, con l'aiuto della povera moglie, tre pargoli dei nomi alquanto bizzarri per ribadire la sua passione "tricolore":
- Il primogenito: SAVIO BOY
- la secondogenita: MARISSA
- infine la terzogenita, l'unica con un nome pseudo-normale: MARIA BEGONIA, nata direttamente in serra.

2- Il REDUCE: a bordo della sua fiammante Nissan, al primo incrocio ci guarda curiosi mostrandoci una gamba destra… di plastica; "Regalo" di guerra. Dopo un iniziale sbigottimento, pensare di essere nelle mani ( e nei piedi ) di un tassista che guida solo con una gamba nel traffico di Beirut non è proprio sinonimo di sicurezza.

3- Il genio: L'UOMO PORTIERA.  Un rumore sordo e strisciante ci scuote mentre attraversiamo a piedi uno degli incroci principali di Beirut. Vediamo una signora distinta scendere dal taxi collettivo e dopo qualche secondo…la stessa portiera a  del taxi decide di …scendere dall'auto!
Non è uno scherzo: guardate qui sotto l'autista che, tra l'ilarità generale, si fionda in mezzo alla strada a raccogliere la portiera sfuggente!


Alle prossime portiere,
Alberto-Anna-Stefano

giovedì 27 febbraio 2014

Live from Beirut

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Eccoci in quel di Beirut, finalmente! Nell'attesa della nostra nuova casa ( a proposito, preparatevi al meglio!) cerchiamo di entrare subito in sintonia con la realtà e la cultura dove vivremo per tutto l'anno.. E che c'è di meglio che imparare i primi rudimenti di arabo per parlare di un prodotto "localissimo": le olive! Ecco qui Alberto, il nostro capo,  esibirsi in uno splendido slang:
 " Io le olive, non le volevo":


Se parlate arabo, oppure avete amici bresciani, vi sorgerà qualche dubbio ...

giovedì 8 agosto 2013

Libano - ...e a volte il tempo si ferma

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Eccoci qui!!
Davanti a questa pagina bianca, è difficile mettere in ordine l’enorme quantità di emozioni che questi due giorni ci hanno portato.
Qui allo Shelter il tempo sembra non passare mai, se non fosse per il suono della campana che annuncia l’arrivo delle “succulente” piadine.
Ci capita spesso di riflettere proprio sul senso del tempo qui.
Tutti sono in attesa…in attesa del cibo, in attesa delle attività, o, più importante, in attesa dei documenti, di capire dove sarà il loro futuro e di riabbracciare i loro figli in patria.

In Libano infatti, se non hai i documenti, vieni messo in prigione, motivo per cui i datori di lavoro si premurano di sequestrare il passaporto di queste donne al loro arrivo. Il passato e il futuro delle storie che ci sentiamo raccontare assumono sfumature spesso difficili da capire. I ricordi delle loro esperienze qui in Libano, da una partenza alla ricerca di fortuna e con la speranza di guadagni da mandare in patria allo scontro con realtà di sfruttamento e violenza, emergono  in modo molto spontaneo, contrastando con l’apparente serenità con cui hanno saputo accoglierci, la semplicità con cui sanno regalarci sorrisi davanti alle parole più banali e ai gesti più comuni.

Il loro è un passato che sicuramente le ha duramente cambiate, profondamente segnate, a volte anche fisicamente, ma che spesso non ha tolto loro la speranza o la forza e il coraggio di guardare avanti. Molte sono le giovani donne con  progetti che ancora suonano raggiungibili, con desideri che le rendono fiduciose e determinate, con la fermezza di ritrovare la forza in nome del loro essere donne e madri. Insomma, qui il passato si mischia al futuro in modo molto strano, condizionando e al tempo stesso arricchendolo della giusta sfumatura di determinazione nell’attesa di quel che verrà.  Attesa…

Riempire il tempo è quindi il giusto modo per avvicinare il passato da dimenticare al futuro da costruire.
Oggi il tempo è volato costruendo delle deliziose maschere alla Veneziana con cartoncini, perline, gessetti e strass. I talenti più nascosti hanno prodotto oggetti originali di cui ogni donna andava molto orgogliosa, indossandoli per lo shelter come se si trovassero improvvisamente in un raffinato salone alla moda.
Attesa…



Eppure le cose cambiano fuori dal centro di Rayfoun, in modo anche incontrollabile e determinante. Poco lontano, la guerra in Siria spinge sempre più civili a varcare il confine di quel paese che fine a poco tempo fa era l’ "occupato". Lunedì abbiamo avuto modo di collaborare alla distribuzione di aiuti a 25 famiglie di rifugiati siriani, ospitati in un convento qui vicino. L'incontro è stato molto commuovente, tristemente toccante pensare alla loro fuga, alla loro necessità di chiedere aiuto in terra straniera, immaginare quanto possa essere stato straziante abbandonare case, persone care, interrompere le proprie vite. Questa situazione estrema non cancellava però la fierezza, che ancora si leggeva nei loro volti, e l’orgoglio che guidava i loro gesti. La responsabile del centro, Nancy, ci ha comunicato che queste non sono le uniche famiglie che hanno trovato ospitalità presso la comunità locale e che presto ne incontreremo altre. La possibilità di poter contribuire anche in questo piccolo modo ci rende molto fiere, e ci spinge ad agire affinché la sensibilità nei confronti di questa emergenza quasi invisibile possa diventare l’emergenza di tutti.


lunedì 17 dicembre 2012

Una Striscia Rosso Sangue 2

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Gaza la vendetta? No, la Tregua!

Premessa

Un Enigma… Forse una ricetta?
  • per fare una guerra ci vogliono almeno 2 nemici, fatto OK 
  • per fare una tregua ci vuole una guerra, fatto OK
  • per fare la pace ci vuole un vincitore che poi scriva la storia, la sua... NO, non ci siamo: i vincitori, stando alle cronache da Gaza e da Gerusalemme, sono due…!
Quindi, tranquilli, non c’è la pace: è una tregua con due vincitori.


Potremmo dire che è “solo tempo di silenzio armato”, ovvero quel periodo in cui due o più contendenti fanno tacere le armi ma non disarmano gli animi nè le (la) ragioni!
 
Meno male che qualcuno ha lanciato l’SOS con l’Alfabeto “Morsi” e dal Cairo ci si è mossi per la mediazione; missione compiuta, che tregua sia. Tutti pronti a congratularsi con ciascuno, anche tra quelli che non hanno fatto nulla e sono stati a guardare tristi, vicini col pensiero ma lontani per potersi mettere in mezzo oltre ai proclami di rito (leggi vari pezzi o brandelli della Comunità Internazionale…).

Evviva, è anche la vittoria del Presidente Obama che ha voluto fortemente Morsi d’Egitto come Mediatore… e la tregua sia voilà!

Peccato, che sfiga, shit… Per dirla tutta in gergo diplomatico… Adesso che abbiamo ritrovato un importante alleato, che si era perso nel deserto, parte un’altra volta l’SOS ma questa volta proprio a causa dell’Alfabeto “Morsi” che si prende un po’ di nuovi  poteri d’Egitto con un Decreto leggermente inappellabile (come tutto il resto).

L’opposizione ha capito e compreso e scende democraticamente in piazza Tahrir rimanendoci questa volta in modo inappellabile e permanente! Speriamo bene che “l’Alfabeto” si riprenda e senta il peso di questo SOS dalla piazza!

Scusate l’excursus ma era doveroso e referenziale verso zio Morsi, torniamo quindi alla tregua. E’ stata una bella festa al di qua e di là della prima linea! Ciascuno come sempre ha cantato vittoria, anche se è una tregua. Come se un Milan - Juventus in un'improponibile finale di Champions League finisca al 90° minuto e il direttore artistico mister Galliani (zio Fester) e il Sior Andrea Agnelli esultino entrambi gridando vittoria. Ma da regolamento UEFA non dovrebbero esserci i tempi supplementari?

OK torniamo al 90° a Gaza: Hamas sfoggia l’abito bello della festa e proclama una “giornata nazionale di Vittoria”: si spera di ottenere un allentamento significativo del blocco imposto nella Striscia di Gaza.

Nella notte migliaia di persone hanno festeggiato per le strade della città sparando in alto in segno di giubilo… Visto la mira non propriamente precisa dei combattenti di Hamas in Israele hanno fatto comunque risuonare le sirene d’allarme, non si sa mai.

Ora in altri giornali e TG si commenta che può ricominciare la normalità… Che vista da Gaza in particolare in certe piazze dove c’erano dei condomini si potrebbe dire che si ricomincia da meno 2, dal sotterraneo – 2, che prima non c’era ma, dopo l’impresa balistica dell’aviazione isreliana, ora è un lusso strutturale per molte case... Certo: mancano i piani 0, 1, 2, 3 e in alcuni casi anche il 4° però capite bene che avere, in centro a Gaza City, i box nel sotterraneo, senza pagare i costi degli scavi, è sicuramente una pacchia; che bello finalmente poter parcheggiarvi quello che resta della propria macchina centrata da un missile.

Penso invece in modo serio a tutte quelle povere vittime, nella maggior parte civili… E sarà dura ripartire per chi è sopravvissuto. Ripartire da cosa, con chi? Oltre a non esserci un risarcimento economico, non ci sarà neanche un “risarcimento morale”, un sentire comune della Comunità Internazionale perché ciò non capiti più.

Ma in Israele che si dice? Non si canta vittoria, ma in modo serio e professionale si convoca la solita pallosa conferenza stampa e si presentano uno in fila all’altro gli obiettivi raggiunti. Sembra un incontro per i venditori della rete commerciale delle aziende che a fine anno presenta con soddisfazione, all’assemblea degli azionisti, i grafici dei risultati ottenuti.

Abbiamo colpito questo, quello e quell’altro ancora. Siamo proprio bravi a centrare così tanti siti terroristici, con le nuove super bombe. "Bombardamenti precisi" ha dichiarato un generale, con la sicurezza di un cardiochirurgo appena uscito dalla sala operatoria dopo una complicata operazione a cuore aperto! Certo, restando in campo sanitario bisogna stare attenti a possibili effetti collaterali; in caso di sovradosaggio missilistico, si raccomanda di effettuare, in concomitanza con le misure abituali per l'eliminazione dei terroristi (lavande gastriche…) con normali sorvoli retrovirali di droni per una completa copertura da possibili prossime infezioni post operatorie! Le premiate ditte farmaceutiche: Tsahal e la Heyl Ha'Avir (in ebraico: חיל האוויר, spesso abbreviata in IAF da Israeli Air Force) ringraziano per l’attenzione!

A questo punto il sipario, come al solito, si è chiuso i vari e i pochi corrispondenti embedded si sono congratulati tra loro per la bella copertura mediatica e possono tornare a casa felici per le feste di Natale.

Ultima sottolineatura: in Siria, per chi si fosse distratto, continua l’escalation di morti, feriti, distruzioni sia all’interno del Paese che nei Paesi confinanti. Ma tutto sembra volutamente congelato. Certo, ogni tanto anche l’amministrazione americana si sveglia e dice: "Attenti alle armi chimiche!", gli inglesi fanno eco e russi e cinesi, ponendo il veto al Consiglio di sicurezza, rispondono in coro: "Armi chimiche cosa, dove, chi…?" In altre parole, ancora una volta la Comunità Internazionale non scenderà in campo.


Pare proprio invece che l’unico che abbia sempre una sfrenata voglia di scendere in campo sia sempre lui, SB, e purtroppo in questo caso non possiamo contare sul veto della Russia perché non funziona in Italia.

D’altronde a Mosca ci sono ben altri problemi, sono così presi da una situazione alienante: come ha detto di recente il premier russo Medvedev, dopo alcuni brindisi alla vodka: “Gli alieni sono tra noi”.


Prima di concludere vi avviso dei prossimi possibili post su:
  • F35 e portaerei fantasma
  • il riconoscimento della Palestina nel Palazzo di vetro

Si accettano suggerimenti!
 
Vi auguro un buon S. Natale con questi pensieri profondi di Bertolt:

Generale, il tuo carro armato

è una macchina potente

Spiana un bosco e sfracella cento uomini.

Ma ha un difetto:

ha bisogno di un carrista.
 
Generale, il tuo bombardiere è potente.
 
Vola più rapido d’una tempesta e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un meccanico.
Generale, l’uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.

 
B. B.
 
Se t'interessa, qua trovi di manifestazioni israeliane di solidarietà per i palestinesi ("eppur si muove!")

Alberto

lunedì 19 novembre 2012

Una striscia rosso sangue…

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Gaza non propriamente in prima pagina!
Premessa
Si sa che i media nostrani sono sempre un po’ riservati nel parlar di “cose lontane” per umiltà, poca conoscenza o semplicemente perché i corrispondenti sono un lusso e costano e oggigiorno le notizie fanno fatica a pagarsi… Quindi prima di addentrarci in questa selva oscura di dichiarazioni dei vari potenti di turno circa quanto sta succedendo in Medio Oriente, riportiamo oggi (data astrale 19 novembre 2012) ciò che viene titolata come prima notizia sulle Home Page dei principali quotidiani nazionali.

La Stampa, La Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Giornale, Libero, Il Messaggero, il Fatto Quotidiano, Il Sole 24 ore
Sequestro Spinelli: il cassiere di Berlusconi rapito per alcune ore nella notte tra il 15 e il 16 ottobre, per un dossier che potrebbe ribaltare la sentenza Lodo Mondadori...! Gli indagati avrebbero chiesto come estorsione 35 milioni di € in cambio di carte importanti per Berlusconi contro De Benedetti.
 
 


Chi apre su Gaza e la nuova guerra in Medio Oriente sono “il diavolo e l’acqua santa”: Il Manifesto e Avvenire.



Non è per stilare una classifica ma solo per registrare un dato di fatto. La notizia dei bombardamenti su Gaza e Israele viene citata da tutti come seconda, terza o più giù, e se si va a leggere nelle rispettive pagine degli Esteri la troviamo. Ma in che modo? E cosa si sottolinea?

Tutti cercano di descrivere la complessa situazione e per non rischiare di essere di parte quello che ci vuole è una bella equidistanza che convinca i lettori da che parte sta il male e da quale il bene. Quasi mai l’operazione riesce a ricordare quali siano i diritti e doveri di ciascuno!
In modalità random sottolineiamo e commentiamo le interessanti dichiarazioni di “autorevoli” esponenti della politica internazionale, lasciando a ciascuno la riflessione sull'opportunità delle stesse. Noi speriamo siano frutti di errori di traduzione...

N. d. A. Alcune meriterebbero di essere segnalate su un blog leggermente satirico come Spinoza!
da Il Corriere della Sera

«Hamas apre il fuoco dalle aree civili e colpisce la propria gente». Per Catherine Ashton, Alto Rappresentante per la Politica Estera dell'Ue, serve «una soluzione a lungo termine che assicuri pace e sicurezza alla gente che vive in quella zona». Quanto è lungo il termine? Quale zona?
Mentre Terzi, il Ministro degli Esteri Italiano, annuncia che «ci sono le premesse perchè si arrivi a una tregua nelle prossime ore», ma Israele può «autolimitare la sua forza solo se c'è sicurezza assoluta che i lanci di missili non si ripetano».

Autolimitare? Forse bombardando a giorni alterni così il PM10 delle polveri sottili non aumenta...
ISRAELE - Mentre le offensive continuano, secondo un sondaggio del quotidiano Haaretz, l'84% degli israeliani appoggia l'operazione «Colonna di nuvola», contro un 12% che la rifiuta. A schierarsi per un attacco via terra su Gaza è solamente il 30% del campione di israeliani consultato dal giornale, mentre il 39% intende continuare solo con gli attacchi aerei. Intanto per il figlio di Sharon, Gilad, bisognerebbe radere al suolo tutta Gaza. Perché «gli americani non si sono fermati a Hiroshima: i giapponesi non si stavano arrendendo abbastanza in fretta, così hanno colpito anche Nagasaki».

Certo sarebbe interessante sentire il parere dei Giapponesi, ma la storia non la scrive chi perde la guerra...



da La Stampa
Rasmussen, Segretario Generale della Nato: «Sono molto preoccupato per l’escalation» a Gaza, dove da una parte «gli attacchi contro Israele devono cessare» e dall’altra «la comunità internazionale si aspetta che Israele mostri moderazione».

Forse "modearazione" significa: "Ragazzi, l’accordo è semplice: basta razzi. E noi sganciamo ordigni light".
Ban Ki-moon ha parlato mentre era diretto per Il Cairo dove si unirà ai colloqui in corso per una possibile tregua. Il Segretario delle Nazioni Unite ha lanciato un appello per un cessate il fuoco immediato.

Certo che se ci si mette anche l’Onu a lanciare qualcosa… Provare a stare un po’ fermi ed azionare solo il cervello?


da Il Giornale

Un comunicato del portavoce militare israeliano traccia una sorta di riassunto dell'operazione "Colonna di nuvola": "L'aviazione israeliana ha colpito 1.350 "siti terroristici". Nella notte ne sono stati centrati 80: fra questi rampe sotterranee di lanci di razzi; tunnel utilizzati a fini terroristici; basi di addestramento e cellule impegnate nel lancio di razzi".   

Oltre ad un certo numero di civili che abitano in quei quartieri… Con tutto lo spazio e la terra che ci sono a Gaza dove poter sopravvivere! A proposito, ma l’operazione non si chiamava “pilastro di difesa”?
Gli emissari della Lega Araba saranno domani a Gaza, mentre ieri Laurent Fabius, il Ministro degli Esteri francese, ha incontrato Netanyahu: «La guerra deve essere evitata», ha detto. Quello che la comunità internazionale cerca in queste ore di evitare è un'offensiva di terra israeliana.

Oui, bien sûr, la guerre doit être évitée, les bombardements sont une autre chose...!
Ieri il Presidente americano Obama, pur difendendo il diritto d'Israele a difendersi dal lancio di razzi, ha detto che un'incursione di terra rischia di gonfiare il numero delle vittime. William Hague è andato oltre. Anche il Ministro degli Esteri britannico ha rinnovato il proprio sostegno a Israele per poi però ricordare che un'invasione costerebbe al governo di Netanyahu l'appoggio internazionale.

Certo che il rischio di “gonfiare” il numero delle vittime è troppo anche per un Premio Nobel della Pace!
 
 
da Libero

Il quotidiano Haaretz sottolinea che l’operazione «Pilastro di Difesa» può aprire la strada ai raid contro i siti atomici iraniani anche se sul piano militare si tratta di operazioni molto diverse tra loro. Il rischio è semmai che una lunga battaglia a Gaza (il comando israeliano ha avvertito la popolazione di prepararsi ad almeno sette settimane di guerra) allarghi il conflitto all’Egitto, agli Hezbollah libanesi o allo stesso Iran. Uno scenario che infuocherebbe il Medio Oriente facendo quasi dimenticare la guerra civile siriana ma che potrebbe concretizzarsi solo se Washington si smarcasse dall’alleanza storica con Israele. Forse proprio per questo la Jihad Islamica palestinese non crede che gli israeliani facciano sul serio e valuta la minaccia di un assalto a Gaza e il richiamo dei riservisti. «Azioni di guerra psicologica», come ha detto Ahmad al Mudallal all'agenzia iraniana Fars. «Non vorremo entrare a Gaza ma lo faremo se nelle prossime 24-36 ore saranno lanciati altri razzi contro di noi», ha dichiarato invece alla CNN il Vice Ministro degli Esteri israeliano, Danny Ayalon. Presto vedremo chi sta bluffando.
Ci risiamo. Non si chiama “colonna di nuvola”. Il  Mossad poteva chiamarla "guerra"... Quanto ad umorismo quelli dei servizi si dimostrano original yiddish!

Meno male che si sono organizzati in sole sette settimane di guerra; nel frattempo aspettiamo di vedere chi bluffa!
 
Una cosa è certa: sia i civili palestinesi sia quelli israeliani stanno subendo la tragica guerra in corso in Medio Oriente tra Hamas e le forze armate israeliane; entrambi sono vittime della cecità e mediocrità dei rispettivi governi e politici. Sembra proprio che questi governanti non vogliano sedersi ad un tavolo a parlare di un futuro di pace. La posizione di forza e la conseguente azione israeliana non solo sono sproporzionate, ma non porteranno a nessuna vittoria. Anche i razzi di Hamas contro Israele hanno ucciso e continueranno a farlo!

Vedo difficile parlare sempre e solo di legittima difesa, ritorsioni, diritti e mai parlare di accettare l’altro. Se si fa di tutto per convincere la propria opinione pubblica che il male sta solo dall’altra parte, prima o poi tutti ci crederanno e allora sarà solo arrivato il tempo di scegliere su quale fronte combattere. Forse è quello che potrebbe evitare una “fantomatica” Comunità Internazionale, che, invece di calcolare le opportunità di real politik, dovrebbe solo guardare all’unica opportunità che ci compete: quella di cercare in ogni modo di umanizzare le vite di ciascuno perché la pace e la salvezza riguardano tutti noi oppure sarà solo questione di tempo e il vento farà il suo giro!

Per tutti noi forse vale la pena di questi tempi rileggere il discorso per la festa di Sant'Ambrogio fatto nel 2001 dall’allora Cardinale Carlo Maria Martini  su terrorismo, ritorsione, legittima difesa, guerra e pace.
Alberto

mercoledì 18 luglio 2012

Mare nostrum e degli altri

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Libia, libiae, libiae, libiarum…
Quante declinazioni… Forse tante quante le etnie, tribù, clan libici: da sempre la Libia occorre declinarla in modo ampio!

I risultati definitivi delle prime libere elezioni post Gheddafi arrivano prima dell'inizio del Ramadan e sono molto chiari. Già si sapeva che l’Alleanza delle forze nazionali dell'ex premier del Cnt, Mahmud Jibril, è il primo partito in due importanti circoscrizioni dell'ovest. Jibril a Janzour, nella periferia di Tripoli, ha incassato 26.798 preferenze contro le 2.423 del Partito Giustizia e Costruzione (Pgc), braccio politico dei Fratelli Musulmani. Risultati senza appello anche a Zlitan, vicino a Misurata: con 19.273 voti l'Alleanza sfonda, mentre i Fratelli Musulmani si fermano a poco più di 5.626 preferenze. Stamattina è stata proclamata la vittoria con largo margine sulla compagine “islamista”, anche se poi il governo per dare stabilità alla “governance” del Paese non potrà fare a meno del supporto dei Fratelli Musulmani.

L’esultanza generalizzata al di qua della sponda del Mediterraneo per il successo in Libia dei “liberali”, fa capire di che sponda siamo fatti… Siamo quella buona e democratica! Di seguito il mantra comunicativo sul voto degli esperti valutatori europei che hanno seguito lo svolgimento delle elezioni in Libia dichiara:

"Le elezioni in Libia sono state pluraliste, gestite in maniera efficiente e nel complesso pacifiche", ed hanno gettato “le fondamenta per lo sviluppo democratico futuro".

I media nostrum e quelli europei son tutti d’accordo: ha vinto il popolo, la democrazia...! Pace se c’è stato qualche incidente, qualche tentativo di boicottare le urne, come dire… i soliti “teppistelli cirenaici”. Certo un 36% degli aventi diritto non ha votato, ma in fondo da noi va peggio!

Possiamo forse dormir sonni tranquilli; i contratti petroliferi sono al sicuro, ma di questo non avevamo dubbi. In fondo se, come disse Enrico IV verso la fine del ‘500, “Parigi val bene una Messa”, figuriamoci: il petrolio libico val bene tante “com- messe”…

Speriamo che la cosiddetta Comunità Internazionale sappia favorire la svolta democratica e liberale nel Paese… Non tanto per questioni energetiche, quanto per la libertà e la difesa dei diritti di tutti. Sarà interessante anche capire in che direzione si muoverà il futuro esecutivo libico, nei confronti delle diverse esigenze regionali e come affronterà a livello interno ed internazionale la questione migratoria, visto che finora la gestione era sicuramente “criminale”.


Fratelli d’Egitto
Continuando a Est in Egitto dopo alcuni giorni di polemiche, scontri e accuse reciproche, finalmente sono arrivati i dati ufficiali del secondo e definitivo turno delle elezioni presidenziali: Mohammed Morsi dei Fratelli Musulmani è il nuovo presidente. Ha ottenuto il 51.7% dei voti contro il 48.3% dell’avversario Ahmed Shafik (ultimo premier del regime di Mubarak).

Certo, un po’ di preoccupazione c’è: appena dopo l’elezione del Presidente, la Corte Suprema dà ragione allo SCAF (Supreme Council of the Armed Forces), dichiarando un terzo del parlamento incostituzionale e decretando quindi il suo scioglimento. Allora il Presidente non curante, convoca il Parlamento martedì 10 luglio annullando con un decreto lo scioglimento e ricorrendo in appello… Chi ha torto, chi ha ragione, ma soprattutto chi comanda e chi deve ubbidire?

Per concludere aspettiamo con trepidazione la “faraonica” Corte di Cassazione che dovrà sbrogliare la complicata matassa dei molteplici ricorsi che riguardano: lo scioglimento dell'Assemblea del popolo, quelli contro il decreto presidenziale e da ultimo quello riguardante lo scioglimento dell'assemblea Costituente.

Come si dice in gergo giuridico: "Un gioco da ragazzi cara la mia cassazione d’Egitto".

Nel frattempo per mantenere la calma i Fratelli Musulmani chiamano un milione di “parenti” in piazza Tahrir. Per contro sembra che i militari abbiano dichiarato, facendo il verso ad una vecchia canzone di Jannacci*: “(...) per vedere di nascosto l’effetto che fa! Vengo anch’io…” a Tahrir. Siamo certi che la piazza in modo responsabile e pragmatico risponderà per le rime: “No tu no!”. In fondo anche loro, i Fratelli, conoscono il nostro Enzo!


Siria Bocca di Rosa e l’antico lavoro
Proprio così: il Poeta ci ricorda che, con passione e amore, Bocca di Rosa viveva in quel Paese e la sua storia passata e recente ha riguardato diversi “clienti generosi” che l’hanno amata; alcuni ancora oggi flirtano con Lei, mentre altri, beccati in flagrante, hanno mollato sconsolati… “Ma la passione spesso conduce a soddisfare le proprie voglie senza indagare se il concupito ha il cuore libero oppure ha moglie”; ahimè per Bocca di Rosa, le mogli cornute non son poche e si sa che la gente anche a livello mondiale dà buoni consigli se non può più dare cattivi esempi. La Vecchia Comunità Internazionale sembra non essere mai stata moglie, non ha più entusiasmo e sembra voler prendersi la briga e forse anche il gusto di dare a tutti i Paesi clienti il consiglio giusto.

Garantendo così alle “cornute” che il furto d’amore sarà punito. Siamo a questo punto, che alcuni sono andati dal commissario dicendo in modo poco fine che quella “schifosa” ha già troppi clienti, più di un consorzio alimentare.

Ora nell’ironia consapevole forse dovremo aspettarci 4 o 5 gendarmi con pennacchi blu o di altro colore e con le armi che accompagnino Bocca di Rosa alla sua ultima stazione, e siamo sicuri che alla stazione ci saremo tutti per vederla partire.

E forse solo allora comparirà un cartello giallo con una scritta nera che ci ricorderà: “Addio Bocca di Rosa con te se ne parte la primavera”. Araba.



Alberto

* Foto tratta da http://tornoaivinili.blogspot.it/2010/11/luomo-meta.html#!/2010/11/luomo-meta.html

mercoledì 28 marzo 2012

UN COMMERCIO CHE NON SENTE LA RECESSIONE E SFRUTTA LE CRISI

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Che rottura questi tipi di Stoccolma del Peace Research Institute (SIPRI): devono sempre ricordarci che si producono armi e che poi si vendono, e che poi si usano!


Ma veniamo alle good news: in questi tempi di crisi qualcosa va bene, qualcosa funziona!


Pensate che in questi ultimi cinque anni il commercio legale di armi è aumentato del 24%, mentre quanto aumenti il traffico illegale è sempre un mistero.


Ed ora il podio: al primo posto medaglia d’oro all’Incredible India che è balzata sul gradino più alto come importatrice mondiale di armi. Si legge in un articolo dell’inglese The Guardian che il Paese di ex-ghandiana memoria spenderà nei prossimi 15 anni circa 100 miliardi di dollari per potenziare e ammodernare il suo arsenale. Certo attorno allo Stato indiano ci sono certi Paesi pericolosi fra cui Cina e Pakistan… Questo sì che è sviluppo…


Dimenticavo: pensate che l’India è anche prima in classifica per il numero di lebbrosi nel mondo, circa 100.000 nuovi casi all’anno pari al 70% del totale mondiale. E la lebbra è la tipica malattia dei poveri, che da quelle parti si chiamano Dalit, fuori casta, che sono emarginati, mangiano male e vivono in condizioni igienico sanitari disumane.


Al secondo posto la Corea del Sud che non può farsi mancare niente visto i nemici fastidiosi del Nord… Mentre al terzo posto si trovano appaiati ex aequo Pakistan e Cina per tranquillizzare al di là del confine i pronipoti del venerabile Mahatma.


Singapore è solo quinta, giù dal podio per poco. A parte che mi domando cosa se ne faccia questo Paese di tutte queste armi ma, soprattutto, essendo Singapore estesa poco meno della Valle D’Aosta (694 kmq), dove le mettono?


Altre buone notizie arrivano dalla classifica sorella alla voce “Esportatori di cose buone dal mondo”: ci siamo anche noi nella Top Ten; nonostante i nostri problemi economici e i tagli e le tasse esportiamo alla grande!


Ma partiamo dall’all’altro: al primo posto sempre lo Zio Sam che si sarà anche un po’ rammollito in Iraq prima e in Afghanistan oggi, però quanto a fiuto su dove sviluppare marketing armaiolo non lo batte nessuno.


Al secondo posto una rinvigorita Russia putiniana che, tra una bottiglia di Vodka e un Kalashnikov (AK 47 per gli amici), vende bene il proprio made in URSS… ops, scusate le mie reminiscenze giovanili, made in Russia.


Al terzo posto, con un balzo incredibile, la Francia che, in crisi con i vini bougeolet, rasserena la propria opinione pubblica sul senso della propria grandeur con le canzoni della premiere dame e con la vendita di cacciabombardieri; oui, c’est la vie!


Un consolidato quarto posto per la Cina, ma tranquilli si sta organizzando per salire presto sul podio che l’Africa, si sa, è vicina.

Quinto posto per la Germania di Angela che, sconfitta nelle elezioni nei Land di Sassonia e Pomerania, perde due posizioni anche nell’export dei Panzer.


Al sesto posto sventola la Union Jack sempre in forma nonostante gli anni di monarchia a Buckingham Palace sulle spalle di Elisabeth e con Carlo che non mette la Corona a posto.


E, finalmente, con una ripresa lenta ma inesorabile, il bel Paese tutto pizza e fichi e mandolini, dove i santi, i navigatori e i politici corrotti non mancano mai! Risaliamo dall’ottavo al settimo posto e scusate se è poco in questo tempo di vacche magre.


Che dire per concludere? Possiamo dirci soddisfatti nonostante una certa parte retrograda di opinione pubblica nostrana cerchi con fatica di indignarsi un po’ e prova a sostenere la campagna contro la costruzione di così tanti cacciabombardieri F35; è vero che la nostra ammiraglia (la portaerei Cavour, gioiello di tecnologia marinara) rimane ormeggiata a La Spezia perché costa troppo e i  brasiliani non la comperano, ma ci rimane la comune e italica soddisfazione di un export bellico che decolla anzi, è il caso di dirlo, vola veloce come un caccia Eurofighter!


Per chi volesse continuare a leggere di queste cose relative al rapporto http://www.sipri.org/.

Alberto

mercoledì 21 marzo 2012

Acque mediterranee

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Dal Nord Africa all’Oriente Medio e soprattutto Vicino


Certo è passato “molto” tempo dall’inizio delle primavere Arabe, ne sono cambiate di stagioni… Infatti, come al solito in Italia, di vicende esterne al Bel Paese si fatica a parlare ed ancora meno a leggerne! Così stanno cambiando molte cose al di là della costa del Mare Nostrum: ci sono state molte altre manifestazioni in piazza, alcune prime elezioni con risultati parziali ma significativi (Egitto e Tunisia…), c’è ancora un Paese come la Libia senza il Rais, più o meno diviso, dove non si capisce chi  governa e come; la cosa certa è che il petrolio si pompa, gli accordi commerciali si rispettano e gli immigrati tornano nuovamente in crociera a Lampedusa! La questione regionale è aggrovigliata e complessa in questi Paesi e soprattutto non si è concluso nessun processo di democratizzazione. La gente è delusa perché avverte che gli sforzi per rivendicare i propri diritti sono stati sfruttati da altri per il mantenimento del potere, si pensi ai militari in Egitto e ai molti dirigenti e funzionari politici e amministrativi in Tunisia che sono rimasti ai loro posti.

A chi conviene tutto ciò?

Sicuramente non alla popolazione che è scesa con coraggio in piazza! Questa situazione serve all’Europa, all’Italia? A cosa è funzionale questa soluzione ancora in divenire? Certo la Libia è un punto nevralgico per le fonti energetiche e qui si vede come gli interessi nostrani siano ben controllati e difesi, ma per il resto dei diritti e delle libertà di queste popolazioni sembra proprio che ci interessino solo per esercizi di eloquenza e retorica politica nei vari palazzi romani.

Un altro caso che conferma la regola è la vicenda siriana, anche se sarebbe meglio dire il dramma, la guerra civile! La Comunità internazionale, come è chiamata negli ambienti (cosa poi avrà di Comunità questo insieme di interessi nazionali tra le due coste dell’Oceano Atlantico…), pensa bene di mantenere una posizione di stallo Che Poi Si Vedrà; ogni tanto si decidono nuovi embarghi, qualche sgridata verso iI Potere (Assad), contando sul puntuale veto russo-cinese… Intanto sono migliaia i morti dal marzo del 2011 nelle principali città della Siria. Tutti sappiamo che la questione è Regionale, dalla Siria la questione passa al Libano, con gli Hezbollah, a seguire in Israele per rimbalzare fino all’Iran e alla sua “energia atomica”… Diatribe interne con altri attori del Medio e anche Vicino Oriente come lo scontro confessionale e di potere tra Sciiti e Sunniti: c’è già stata una carneficina in Iraq.

Veduta di Amman

E allora entrano in scena, anche se spesso sottotraccia, l’Arabia Saudita, il Qatar con la sua omnicomprensiva emittente Al Jazeera… Sicuramente il 2012 non sarà l’anno dei Maya e della loro profezia, bensì l’anno cruciale per tutta la Regione Mediorientale. Non dobbiamo dimenticare poi che sempre nell’Area ci sono partite aperte come l’Iraq e questioni ancora più a Est come l’Afghanistan e l’obiettivo della ritirata nel 2014. Oltretutto il business dei papaveri è in continuo aumento in quelle terre e c’è proprio da chiedersi se tutta questa presenza militare internazionale non possa proprio niente per eliminare anche parzialmente questo traffico che è sotto gli occhi di tutti! Ma di per sé è proprio in Occidente che ci sono i meglio consumatori di droga e quindi il business è business…

Rimanendo un poco in zona c’è sempre il Pakistan (con le sue atomiche e le Madrasse) e l’India che non possono rinunciare a darsi battaglia e a guerreggiare, oltre che per il loro Kashmir anche per mantenere relazioni non troppe lecite con le terre dei nuovi Talebani e soci! Volendo rincasare da questo breve tour, si può proprio partire da Kabul per far ritorno verso l’Oriente Vicino e Medio, passando dalla Turchia sempre in bilico su un confine e una visione espansionistica EuroAsiatica, con il nodo curdo irrisolto e sepolto… che ritornando in Siria trova alleanze ambigue e sospette.

Concludendo con una speranza: invito tutte le persone libere e di buona e consapevole volontà perché possano far sentire la loro voce e dire, magari a volte urlando, il proprio sì alla pace e ai diritti dei popoli, e un no alla guerra che come risultato porta sempre ad un disastro e alla disumanizzazione dell’uomo. Facciamo la nostra parte per favorire una più ampia coscienza critica in Italia, là dove viviamo, studiamo, lavoriamo! Ben venga che tornino a sventolare in piazza, ma anche dai balconi e dalle finestre le bandiere della pace per la popolazione siriana e per tutti quei popoli che soffrono a causa delle solite guerre preventive, o di interventi pseudo umanitari fatti di bombe intelligenti e danni collaterali!


Concludo condividendo una parafrasi di un antico storico:

“Ne fecero un deserto e lo chiamarono Pace” (Tacito)

Alberto

martedì 13 marzo 2012

Bye Bye Babylon

5 commenti:
Mi ha detto Paolo che il libro "Bye Bye Babylon" non è un graphic novel, ma un romanzo illustrato...In sintesi tra le righe non è un prodotto per soggetti diversamente  adulti...

Comunque per gli amanti delle terre Sante medio Orientali, consiglio questo coso...si legge in fretta si guardano i disegni con più calma è necessario. Probabilmente una certa dimestichezza con le faccende libanesi e medio orientali potrebbe risultare utile. Leggetelo se volete e sappiatemi dire...dimenticavo che siete fuori...quindi quando tornate dentro potreste immergervi in questa lettura...

 Il libro esiste per davvero è appena stato sfornato per i tipi di Rizzoli.

Era solo un blog spot relazionale di prova per imparare a scrivere, per leggerVI mi sono già attrezzato.

Alberto Non Solo Photo

mercoledì 8 dicembre 2010

A Chennai farai

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Lista dei supposti professionismi incrociati all’aeroporto di Chennai, in India

Il salutatore

Lo spostafile

L’apritore di passaporti

La controllora di passaporti

L’indicatore di valigie

Il porgitore di valigie

Il portatore di valigie, portante anche un cartello metallico lungo 2 metri con sovrascritto “portatore di valigie”

L’estirpatore di bigliettino nel passaporto

Il guardatore di viaggiatori

I guardatori di sé nel riflesso del vetro

L’ammiraglio controllore di biglietti aerei e riprenditore di addetti a qualcosa cercanti di bigiare il lavoro

Gli addetti a qualcosa

Lo scivolista

La scrutatrice di valigie

La supervisor del transfer di valigie che si dimentica di timbrare i biglietti

La militare cercante i timbri sui biglietti

Il militare non parlante

Alberto&Paolo


Virtuosismi da parabrezza

domenica 28 novembre 2010

Sriligioni

1 commento:
Lo Sri Lanka ospita numerose confessioni. Non spontanee rivelazioni rispetto a misfatti passati, bensì religioni con verità e riti relativi.


Mi reco in un tempio buddhista, e a piedi nudi mi acciambello a fianco degli oranti (o tecnicamente forse solo recitanti). Da cattolico so non essere presente il Santissimo, ma da uomo vi percepisco una sacralità. Se vivessi in un Paese senza chiese, preferirei pregare in templi di altre religioni o in luoghi non dichiaratamente religiosi? E se un fedele di un’altra religione, che so, un induista, sentisse parimenti il desiderio di pregare i suoi dei in una chiesa cattolica, che effetto mi farebbe?

Beppe ci racconta come la bestemmia esista solo in Italia, e Alberto si chiede quante preghiere ogni secondo vengano pronunciate sulla Terra. E verrà un secondo in cui, invece, la linea sarà libera? E un primo?

Un monaco dagli occhi truccati c’invita ad entrare a casa sua, il sacerdote che ci accompagna è suo amico e lui vuole fare la nostra conoscenza. Il sacerdote ci spiega come in ogni chiesa ci sia chi cerca più appassionatamente il dialogo e chi guarda ad esso come una deviazione dalla propria missione.

Scopriamo che “Dagoba” non è solo il nome del pianeta in cui Luke ha conosciuto il maestro Yoda, ma anche di alcuni cupole buddhiste dalla guglia prominente, di cui abbiamo visto un gran bell’esempio ad Anuradhapura.


2° me contengono qualche arma segreta che l’ONU sfodererà qdo gli alieni proveranno a sottometterci nel 2012 m.d.C. Qua c’è chi dice rappresentino il corpo del Buddha (…) chi crede rappresentino i 5 elementi.

- 5 elementi?
- Cosa ho scritto?
- Troppo cinema.. Quale sarebbe il 5°?
- Il nulla
- Il nulla non vale
- Quanto tempo mediti?
- Bella domanda. Vale tutto? Un’ora.
- Al giorno?
- Alla vita

Accendiamo un lumino che un solerte cacciatore di turisti ci offre. Il mio non prende fuoco, allora provo ad appizzarlo da quello di Alberto. Ottengo il risultato di spegnerlo. Il cacciatore ci soccorre e, riaccesi entrambi, sentiamo uno scroscio nel cielo. Sperando che la cupola non si divida (non siamo pronti per l’invasione), capiamo che ad Anuradhapura abbiam dato tutto.


Paolo

ps. A Badulla, prima di iniziare le lezioni, gli studenti meditano per un’ora in piedi, immobili ed eleganti nel portamento e nella loro divisa scolastica “so Brit”

Foto di Alberto Minoia

Su al Nord

2 commenti:
Anuradhapura, 23 novembre 2010

Un po’ x scrivere un post ad “Anuradhapura” (che il correttore ortografico di Word2007 già conosceva), un po’ x scrivere che del lembo di missione al nord, a Jaffna e a Kilinochchi (che il correttore ortografico di word2007, a qsto punto con l’iniziale minuscola, non conosceva, con mio sentimento di rivalsa), non se ne potrà scrivere. Perché è meglio di no, ci viene spiegato. E noi, dalla zona militarizzata dello Sri Lanka, non si può che obbedire. L’unica nazione che ha sconfitto il terrorismo, vien detto da una parte.

Tra le cose che non si possono scrivere ci sarebbe sincero apprezzamento per alcuni, non perché a loro cambi qcsa (beh, purtroppo sì, ma forse in peggio), ma x la dedizione ammirevole alla propria missione. Con un pezzo di bomba nella testa e cicatrici nel cuore.

E poi i bambini, che sono coloro che le guerre meno le possono capire e più se le portano addosso, svuotati di anni di sorrisi e di corse alla porta di casa. Giocare con loro non era richiesto dalla missione, ma l’ha spruzzata di un senso, emotivo, che non vorrei smarrire.


Sempre lodato sia il cicicicià.

Un’immagine memorizzata in qste giornate è una ragazza con una maglietta nera di google che passa sotto un arco artigianale creato con il corpo ferro che sostiene le catene due altalene, con le stesse ormai inestricabilmente arrotolate sopra, gingilli che guerra e tecnologia, dove autonome, dove compresenti, rendono decadenti ornamenti delle odierne cittadine.

Salendo al nord si avvistano con frequenza cartelloni pubblicitari volti verso i mezzi che arrivano. Spot di assicurazioni e telefonini e shampoo. Nel nulla delle brughiere bruciate dagli scontri e delle paludi abbandonate ad antiche solitudini, la vita riprende a rilucere dai cartelloni rappresentanti occidentali sorridenti.

Beppe ci ha omaggiato di un quaderno fatto al 50% di sterco riciclato di elefante: in Sri Lanka i 2800 elefanti rimasti sono considerati animali nobili e cortesi, meno che dai contadini, che ne invocano il trasferimento. Si dice che questo sia l’unico posto del pianeta dove puoi avere le balene davanti e gli elefanti dietro. Non una posizione esattamente comoda.


Badulla, 24 novembre 2010

I pachidermi sembra che portino fortuna perché vicini alle nuvole, e quindi alla pioggia. Certo è che forse ne portano troppa, considerati gli allagamenti a Colombo di oggi e la nostra traversata a sud in macchina fino a Badulla, contro muri d’acqua e banchi di nebbia. Ha smesso di piovere solo nelle occasioni di visite in cui dovevamo avanzare a piedi scalzi, per poi riprendere burlone quando ci trovavamo troppo distanti dalle nostre scarpe sportive.

Talvolta una statua gigante del Buddha inframezza il panorama. Altrimenti tutto verde. Alberto ipotizza che il verde nasca da qua e poi venga esportato. Certamente questo succede con il tè. Quello verde e quello nero.


Paolo

Foto di Alberto Minoia

domenica 21 novembre 2010

Oh, Kandy!

1 commento:
Poi andiamo a Kandy, nel bel mezzo dell’isola, all’altitudine di mezzo km, resistita alle occupazioni straniere 3 secoli + del resto del Paese.

Giusto per: la nostra visita a Kandy non ha niente a che vedere con il pullulìo di cartoni animati vintage sulle immagini di profili facebook; quella è Candy. Ci dà invece da vedere un pullulìo di animali: elefanti, similiguana, scimmie, scoiattoli. Niente draghi o lupi, ma qsta è la fine.

Qsto è l’inizio: ci rechiamo in treno, ed è un bel recarsi: la nostra carrozza di seconda classe è confortevole e ci dà modo di osservare il panorama alla comoda velocità media di 28 kmh. L’unico mezzo di trasporto, 2° Alberto, sul quale è possibile fare girare l’hula hop da fermi.

Dettaglio della cucina del Seminario cattolico di Kandy, di Alberto Minoia

A Kandy vi è il seminario nazionale srilankese, dove siamo ospitati dal premuroso Father Raveen, e il Tempio del Sacro Dente, per la precisione il canino sx del Buddha. Lo Sri Lanka è (ancor di + dopo il conflitto interno concluso nell’aprile del 2009) un Paese a maggioranza buddhista, ed abbiamo occasione di visitare tale reliquia. Questa è conservata, piccola matrioska, dentro 7 scrigni dorati e quindi non visibile.

Lo spettacolo più interessante è costituito dalla situazione sociale che si crea nell'ambiente adiacente: si tratta di uno spazio poco più ampio di un corridoio ad un lato lungo del quale stanno i fedeli, in contemplazione, mentre al centro dell’altro lato lungo lo spazio con il venerato dente, dietro una coperta di fiori. E fin qua, nulla di rilevante. Ma in mezzo al corridoio ci stanno i turisti (“occidentali” e asiatici) meno toccati dalla sacralità della (circo)stanza che, armati fino ai ***** di tecnologia, fotografano gli scrigni. E anche qua: può indispettire, ma è un classico dell’arte religiosa: se esposta in luoghi di culto si presta, quando non è proibito, ad essere contemporaneamente oggetto di preghiere e flash. La mia sorpresa sta nel fatto che il mirino degli apparecchi era sovente puntato sulle scimmie aggrappate fuori, nell’apparente indifferenza verso il raccoglimento dei credenti (perché in Sri Lanka il Buddhismo è considerato “religione”), davanti ai quali si sostava rumorosamente.

Dettaglio della camera del Sacro Dente, di Alberto Minoia

Scritta temo non renda, ma non c'è tempo per perfezionare; e c’è anche da dire che parevamo gli unici stupiti da tutto ciò e forse dovrei meditare a riguardo. Intanto, dopo avere filmato la scena (...), l’ho scritto qua. A fianco di 1 avvertimento maschile: ricordatevi di portare mutande quando andate in Sri Lanka. E se doveste accidentalmente –capita- dimenticarle e non aveste raggiunto –capita- considerevoli picchi di sobrietà nello stile di vita, acquistatele di misure enormi, a prescindere dalla vostra –capita- virilità. Pare che il bacino srilankese sia insospettabilmente stretto. Un bacinino. O che il negozio vendesse abbigliamento per minori, ma preferisco non pensarci.

Siam certi che il nostro inglese risulta incomprensibile ai più: le mie battute migliori ieri sono state accolte con incorrotti silenzi dall’assemblea di seminaristi (e la buona sorte vuole che io non rida delle mie battute); c’è da registrare, però, lodevoli tentativi di italiano da parte di 1 aitante studente che ci ha raccontato di conoscere un lupo che aveva a che fare con un drago e per questo era spesso fuori di testa. Agli strabuzzamenti miei e di Alberto ci ha tradotto in inglese che conosceva un gruppo di tossicodipendenti.

Ci siamo divertiti: un po’ di interreligiosità qua a Kandy che quella si può scrivere (rimangono rispettosamente nella tastiera le centinaia di freddure con "denti"), ma ne servirebbe di più. E di trasversalità mediatiche. E quelle, invece, bastano così.

Kandy, oh Kandy, nella vita sola non sei,
anche nella neve più bianca, più alta che mai
Kandy, oh Kandy, che sorrisi grandi che fai,
che sapore dolce, che occhi puliti che hai...


Paolo

mercoledì 3 febbraio 2010

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1 commento:

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