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mercoledì 26 agosto 2015

HAITI: MET TÈT ANSANM... POU LAVI FLERI!!!!

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LAVI SE YON TREZÒ 
WI NOU TOUT GEN VALÈ
NOU TOUT SE FRÈ AK SÈ
MENM KÈ MENM PÈ
ANN MET TÈT ANSANM
POU LAVI FLERI!!!

La vita è un tesoro
tutti noi abbiamo valore
Siamo tutti fratelli e sorelle
stesso cuore stesso padre
mettiamoci assieme
per far fiorire la vita!!!!


Così recita l'inno delle nostre giornate di KAN DETE, cantato... urlato da più di 200 timoun yo (bambini) e da un'equipe di ANIMAKTÈ Haitiani e Italiani.
Perché questo non è soltanto un canto, ma è quello che ci è successo davvero. Questa esperienza infatti ci ha insegnato che nonostante le differenze siamo tutti fratelli e sorelle e anche se la lingua cambia, che sia Creolo o Italiano, per capirci basta il linguaggio del cuore.
Grazie a questo siamo stati capaci di unire le forze e metterci assieme scoprendo che ognuno di noi ha un "talento" da donare agli altri.
Tutto ciò non sarebbe stato possibile se fossimo stati solo Italiani o solo Haitiani, infatti è proprio dalla diversità che il nostro cantiere è potuto fiorire.
                                                                                         




                                                          Chiara, Lety, Marta, Matteo, Stefie

martedì 25 agosto 2015

HAITI: Ayiti pam nan diferan- La mia Haiti è differente

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Dedicato ai nostri aquiloni

Seduti a guardare una partita di calcio dove giocare a piedi nudi è un rituale, dove fare acrobazie mentre si aspetta la palla è riscaldamento, tante emozioni, tanti ricordi, tanti sorrisi ci affollano la mente.
Dieci legnetti raccolti per strada, un sacchetto della pattumiera, una lattina e del filo che messi insieme diventano un bellissimo aquilone: questa è la fotografia che ci portiamo stampata nel cuore.
Ad Haiti si può, con quel poco e semplice che si ha, costruire un aquilone che da solo fa divertire tanti bambini.
In queste nostre settimane abbiamo incontrato e conosciuto tanti spettacolari aquiloni, i ragazzi di Kay Chal che nonostante tutto hanno la voglia, la forza, il coraggio di volare alto e di sperare per una Haiti differente, come dice la loro canzone preferita.....

Ayiti pam nan diferan 
la Perle des Antilles, nan kè nou wap toujou vivan 
si'n te met tet nou ansanm nou ta rive lontan
mwen son Ayisyen, e m'ap toujou reprezante....                

la mia Haiti è differente
la Perla delle Antille, è nel nostro cuore e sempre vive 
se ci mettiamo insieme arriveremo lontano
sono Haitiano e sempre lo rappresento....


AYITI NOU AN SE OU 
la nostra Haiti siete voi



VI VOGLIAMO BENE!!!!!!!!!!!!!!!!

Stefy,Lety, Matteo,Chiara,Marta

domenica 21 giugno 2015

Indovina chi viene a... casa!

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Causa del decesso: cantierista killer
Materiale: mogano leccato (usato)
Misure: 90X60X90
Peso: massimo consentito + un cinese, senza cipolle e senza piccante
Trasporto: barcone, posto in piedi
Destinazione: paradiso città (Legnano)
Operazione BARENOSTRUM, più ruspe meno barche, no expo, no tav, no al terzo binario, ma tivogliamobene<3
Per maggiori informazioni:
in primis) contatta la Domi (con le pezze giustificative);
in SEKUNDIX) Chiama il Bonny (mano sinistra);
dulci in FINDUS) Chiama SISCOS +39029645456127976638881 (Preferibilmente dall'estero)

www.ansa.it/cds2015/acchiappalasalma
www.scheletrinelmogano-salmanellarmadillo.eu

Ci
Impegniamo
Per
Rimpatriarla
Ora

Buon rimpatrio! :)

Gli Scoordinatori

sabato 20 giugno 2015

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HAITI: Hai Ancora Impeto (per) Tornare Insieme?


Un anno è già passato

ma non ho dimenticato

l’esperienza che ho vissuto

e di certo son cresciuto

senza i cantieri non posso stare

e ho deciso di tornare!!


Al momento per noi (Chiara, Matteo, Lety e Stefy… Piacere!) la parola Haiti non indica solo un paese ma la voglia di rimettersi in gioco dopo diverse esperienze nei “cantieri” ai quattro angoli della terra.

Come ogni anno arriva la primavera e per tutti gli italiani la domanda è una: “dove passo le ferie?”

Peccato che noi non siamo come tutti gli italiani ma siamo CANTIERISTI! e la nostra domanda è differente: “Faccio o non faccio il cantiere?”.

Immaginarsi in un villaggio turistico o in una classica isla, per il cantierista è una sofferenza e allora la domanda faccio o non faccio si trasforma in: “dove faccio il cantiere?”

Dopo vari colloqui ai quali viene data libero spazio per decidere la meta (ogni rifermento a fatti o personaggi è puramente casuale) la scelta per tutti è ricaduta su un’isola tropicale chiamata HAITI!


Italiano medio, vacanza fai da te? No Caritas? AIAIAIAIAIA


Pronti partenza via… nuova esperienza, nuove persone, nuova formazione!!

Ed eccoci qua, chi fisicamente e chi con il pensiero, tutti con una meta diversa ma lo stesso obbiettivo portare la nostra testimonianza in ogni dove, quindi: DIVIDERE PER MOLTIPLICARE.

D’altronde si sa per raggiungere una META bisogna avere un SOGNO…

Al prossimo post Chiara, Lety, Matteo e Stefy

martedì 23 settembre 2014

Haiti....mesi anpil!!!!

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Non fai in tempo ad atterrare
e già ti senti soffocare.....
Sei sudato tutto il dì
ma felice di esser qui!!!!
E se il creolo non sai parlare
non ti devi preoccupare....
di certo Fanfan te lo saprà insegnare!!!
  
Tra canti, balli e divertimento
la fatica si scorda in un momento.
Abbracci e sorrisi a tutte le ore
son queste le cose che ci rimangon nel cuore!!!!
E anche se da un mese siamo partiti
sarà difficile dimenticare Haiti!!!!

-Cantieristi 2014-

sabato 23 agosto 2014

Haiti: la consolazione di Dio

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Haiti - Caraibi 2014

Wilky ha visto il mare per la prima volta a 21 anni, eppure vive a 10km dalla spiaggia.
Jerline è una bambina schiava.
Stanley non mangia da due giorni.
Jonas trasporta le armi.
La famiglia di Eligio ha un sacco di maiali. Ma che mangiano nella discarica.
Un mamma spinge una bimba sulla strada, verso di noi “prendetela, io non me ne faccio niente!”, grida.
Ridel si lava le gambe con l’acqua sporca del bucato: non c’è quasi mai l’acqua della città.
Kiki si aggiusta le infradito con un chiodo, non si possono ancora buttare.
Jimmy ha 17 anni e fa la quinta elementare.
Augustin (11 anni) è lo schiavo di suo fratello (12 anni).
A marzo Mary aveva due figli in braccio, adesso ne ha uno perché “li te mouri” .




-I presidenti di Francia, Stati Uniti e Haiti hanno la possibilità di incontrare Dio e di fargli una domanda. Il primo a parlare con Dio è il presidente degli USA… “Signore, vorrei sapere una cosa: per quanti anni ancora durerà l’egemonia degli Stati Uniti!”, e Dio gli risponde “mmm, fammi pensare… direi ancora 50 anni”. Il presidente scoppia a piangere: “ma come?!? Lavoriamo da un sacco di tempo per questa cosa, non è possibile!!!” e se ne va disperato.
Il secondo a farsi avanti è il presidente della Francia, che chiede: “Quanto tornerà lo splendore del Grande Impero Francese??”. Anche questa volta Dio ci pensa un po’: “vediamo… direi tra 300 anni!”. Il francese scoppia in lacrime: “non è possibile!! No, ci tenevo tanto, il nostro governo lavora molto per questo, e invece…” e se ne va.
Per ultimo resta il presidente di Haiti: “Signore, da te vorrei sapere quando Haiti avrà la corrente e l’acqua per tutti, le strade e queste cose da Paese normale insomma!”. Dio ci pensa un attimo…Poi scoppia a piangere disperato! E il presidente: “ma no Signore, su su, coraggio! Ci siamo abituati!”-
                        (barzelletta di un amico haitiano)

Nonostante tutto, ci sanno anche scherzare su.


P.S.
Caro Davide, anche questa volta pericolo scampato!
Sulla mano di Leti un insetto si è posato,
ma meno male che non ha morsicato
in 24ore ci avrebbe lasciato…




mercoledì 6 agosto 2014

Haiti: 1, 2, 3... Kan d'etè!

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E’ finita bene. 

Non abbiamo perso voli o cose del genere, anche se Marta (la nostra coordinatrice, per intenderci) ha deciso di deliziarci con una capriola fuori dal’aeroporto di New York, causata, secondo fonti non governative, da una rampa per il carico dei bagagli di un taxi…

Port-au-Prince ti accoglie con una sberla di caldo abbastanza decisa, ma per fortuna ci accolgono anche le Piccole Sorelle Vanna e Luisa, ben più ospitali del clima estivo dei Caraibi!
Per pranzo siamo invitati nella loro comunità, per arrivarci si caricano i bagagli su una Jeep e via, sulle strade sterrate o dissestate, tutte bianchissime, della capitale haitiana. La polvere e il sole rendono il percorso davvero abbagliante, si fa fatica a tenere gli occhi aperti senza occhiali scuri…

Ci si butta quasi subito sull'attività delle prossime due settimane, ovvero il “Kan d’etè” (Campo estivo) organizzato per i ragazzi di Citè Okay. Ci sono ancora un po’ di cose da sistemare, e subito lunedì si fa una riunione con gli animatori di “Kay Chal” che appoggeremo in queste settimane. 

Le cose su cui confrontarsi sono davvero molte, anche perché è la prima volta che si riesce a fare un campo in stile oratorio feriale da queste parti. 


La giornata è lunga, ma alla fine siamo tutti pronti a iniziare l’avventura del Kan d’etè

E così è: pronti, via! Alle 8 (in teoria) ci si ritrova per incominciare, perché dopo un momento di riflessione e presentazione alle 9.30 (in teoria) si inizia coi giochi  e le attività, fino al pranzo delle 12.00 (in teoria), a seguire giochi liberi e conclusione alle 14.00 (in teoria). 

Però, siccome tutto è filato liscio, delle attività, degli spazi e del “bel bagaj” vi racconteremo un’altra volta! 

Per ora vi regaliamo qualche foto.


Nel frattempo, un “caloroso” saluto da
Elena, Letizia e Francesco (oltre che dalla sopravvissuta Marta)


P.S.
“Un giretto a New York volevamo fare,
ma caro Davide non ti crucciare,
che anche l’aereo siamo riusciti a pigliare!”

lunedì 5 agosto 2013

Anche l'Etiopia c'è

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Nonostante problemi di connessione, anche l'Etiopia arriva a scrivere sul blog...
e ovviamente lo facciamo con tanto... RUMORE!!!

Riascolta
Un
Momento
Ogni
Rumore
Estraneo

Riscopro
Un
Mondo
Oggi
Rinasco
Etiope!

sabato 24 settembre 2011

Questione di … classe

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Sulla trece (il “nostro” autobus).

Frenata. Davanti a noi c’è un autobus fermo. Non riesce a girare perché c’è una macchina che impedisce il passaggio. È una situazione assurda, perché basterebbe che uno dei due mezzi faccia un minimo di retro e già si sarebbe risolto l’ ingorgo. Ma nessuno si muove.
La signora di fianco a me spiega: “Questione di principio”.

Passano venti minuti. Nessuno scende dal mezzo. Si gridano l’ un l’ altro a vicenda, aspettando l’ arrivo della polizia. Il rumore dei clacson delle auto, che nel frattempo hanno formato una lunga coda, è assordante. C’è ancora tutto lo spazio necessario alla manovra, per entrambi i mezzi.

Arriva la polizia. Un agente si avvicina al bus, poi all’ auto. L’ autista dell’ autobus, senza dire nulla, fa retromarcia e lascia passare l’ auto. Il poliziotto si avvicina al finestrino della trece e spiega al nostro autista che il signore dell’ auto è uno “de alto grado”.

L’ auto mi passa a fianco. Il signore ha un volto serio e deciso. Al suo fianco una bambina spiaccicata al finestrino guarda gli autobus e le macchine ormai in silenzio.
La signora di fianco a me sospira: “Questione di classe”.

giovedì 14 luglio 2011

Formazione Cantieri: 18-19 giugno 2011

1 commento:
Pronti... (?)
Tanti volti nuovi, tanti stili diversi, tante domande…. Ma soprattutto tantissimo entusiasmo: mi sono proprio piaciuti questi cantieristi2011!

(la piastra la devo lasciare a casa?)
Eh sì, devo ammettere che l’ incontro con i volontari che hanno deciso di partire per i Cantieri della Solidarietà quest’ estate (e quindi di accompagnarci durante un pezzettino del nostro Servizio Civile!) è stato davvero “energizzante”!

(ah, quante valige hai portato tu?)
Energizzante, il termine giusto: il sorriso, la voglia di conoscersi e di conoscere, la semplicità e la naturalezza con cui si sono presentati…mi hanno ricaricato!

(ma per la ceretta?)
Abbiamo passato una due-giorni davvero ricca, di condivisione, racconti, risate, di riflessione sul senso del “partire con un bastone, uno zaino e un paio di sandali”… confrontandoci insieme sulle paure pre-viaggio, su capacità e doti da mettere in gioco, su desideri e aspettative, per partire. E partire bene.


...Partenza... (manca poco!)

(è vero che ci sono i serpenti a Managua?)
Economia, servizi sociali, arti visive… oratorio, calcio, kickboxing…
e poi “Cos’è “Nicaragua?”
Foglio bianco.
Occhi sognanti e interrogativi … ..Di chi si immagina un popolo di Derdiani che urlano contro ingegneri(!) … di chi non ha la più pallida idea di cosa lo aspetti!

(ma a che ora in aeroporto? … )
..e che non vede l’ ora di riempire quel foglio!

Importante è stato anche il ruolo giocato da noi coordinatori, per la prima volta messi alla prova come capi-cantiere. Una bella squadra (sì, sono di parte), pronta ad assumersi le responsabilità dei campi, a vivere un periodo ancora più intenso all’interno di un anno già particolare… con la voglia di divertirsi e confrontarsi (vedi fuga nella “suite-SCE” per “condivisione dell’ esperienza”).

(ho lasciato il tuo numero a mia mamma, è un po’ apprensiva…) (!!!)


Sarà anche perché, tra tutti, ci siamo ritrovate ben in 3 Gallaratesi (e una Cuoricina) :) ,
ma… ...promuovo a pieni voti questo inizio…aspettando solo il:

...Via!
(qualsiasi cosa tanto ci siete voi, no?!) (…)

mercoledì 23 febbraio 2011

"Dos jóvenes cooperantes de Cáritas Ambrosiana..."

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"...apoyaran a Redes de Solidaridad durante 2011"


Ricambiamo con piacere il saluto degli amici di Redes de Solidaridad (Nicaragua),

che hanno pubblicato su loro blog

il benevenuto a Elisabetta e Marta!

Ecco lo screenshot della pagina




sabato 12 febbraio 2011

^^

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Viaggio.

Viaggio strano. È la prima volta che parto con “qualcuno”. E per di più italiano! Ho sempre viaggiato da sola… compartir es otra cosa!
Arrivo a Managua … il viaggio che ci porta dall’ aeroporto a “casa” è… esattamente come me lo ricordavo. Nessuno stupore. O meglio solo uno, mi stupisco di non essere stupita. E penso.

Una camionetta calda .. con i bagagli accatastati nel rimorchio e legati insieme con una fune .. per evitare la caduta durante il tragitto. Mi ricordo della calle.
Le strade di Managua sono orribili. Non tutte sono asfatate e quelle che lo sono … si sciolgono al sole. Gli autobus sembrano divertirsi saltando le buche.
ll primo viaggio sul bus “trece” (“la trece, la trece!”) non lo smentisce: aggrappati come possono i miei compagni di viaggio si stupiscono per il tanto saltare .. lo paragonano a Gardaland..e io non mi stupisco, né per le buche, né tanto meno per “gli italiani”.

Dal finestrino cartelloni pubblicitari, cartelli stradali, semafori, taxi gialli, gente che corre, che cammina, che guarda … è tutto un colore. Mi ricordo dei colori.
Colori di una città che è un disastro, colori delle casette ad un solo piano che si alternano e mai si ripetono uguali, colore del fumo dei gas di scarico che si alza giusto ad altezza vie respiratorie, colore blu del cielo che a Milano non esiste, colore sbiadito della mia pelle per il quale la gente mi guarda allucinata, colore delle farfalle che sono enormi e che volano alto.

Si sentono clacson, urla, vendidores ambulantes, freni che stridono, musica a tutto volume, pianti e risate di bambini. Mi ricordo del rumore.
“PAAAAN! PAAAAN!” “Basura-basura, Basura-basura”. E quando la musica si spegne.. è perché non c’è più corrente! E allora si inizia a cantare.

I ricordi si mischiano con la nuova avventura… una settimana passa senza che io me ne accorga.

Lo stupore per la consapevolezza che sento è grande. E mi stupisco!

martedì 18 gennaio 2011

mARTa

1 commento:

mARTa


…con una terribile difficoltà a scrivere pubblicamente… :)


Cosa ti piace? Non sono sicura di saperlo. E questo un po’ mi piace - “libertà e perline colorate”


Perché lo SCE? In questo momento, è per me la scelta migliore che io possa fare, razionalmente e irrazionalmente - “all’ albeggiare emersi”


Sensazioni all’ inizio del viaggio: confusione cilena di Copenhagen - “el valor para marcharse el miedo a llegar”


Aneddoto: LiMaNiMa correndo nel prato del nonno – …“che il mondo vada per la sua strada!”