giovedì 10 dicembre 2009
Ultimo giorno SCE
un anno che ti cambia un bel po'
Riflettevo sul titolo di questo blog: servizio civile, un anno che ti cambia la vita. Bhe no, non posso dire che mi ha cambiato la vita...la guerra del 2006 in Libano, vissuta direttamente, sì ha cambiato davvero la mia vita. Ora son sempre bassina, grassottina, furuncolina con un sorriso smagliante DUrbans (sì testoline provocatrici nel 2006 ero cambiata perchè
pppure dimagrita, tié). Non posso, tuttavia, dire di non essere cambiata nel mio io profondo, meno visibile. Si, la mia vita è sempre la stessa, con i suoi alti e bassi, momenti di difficoltà, grandi riconoscimenti che derivano dalle molte persone che mi amano con tutto il loro cuore. Io, un po' cambiata lo sono. In primis, vivere ogni giorno a contatto con delle persone che hanno poco o niente, ti inserisce un microchip nel cervello chiamato "dovere morale verso di loro", di essere felice con loro, anche quando sei giù, con loro si ride. e basta.
E poi, non so perchè non so per come, ma ho imparato a capire il mio valore, ad avere più fiducia in me stessa, a far marciare la "macchina Oriana". E mi sento più donna, pronta ad essere mamma (papà tranquillo, parlo di un ipotetico futuro dopo aver trovato fidanzato, lavoro, essermi sposata a Portovenere nella chiesetta di San Pietro e aver fatto il giro del mondo in ottanta giorni insime al mio Lui).
Quindi il Servizio Civile è un'occasione, bellissima, per aiutarci a crescere, a evolvere. Dipende anche da noi, da come vogliamo affrontarla, questa magica avventura. Con emozione, responsabilità, apertura e rispetto, sarà veramente un anno capace di cambiarti un po', in meglio.
lunedì 5 ottobre 2009
FOLLOW THE WOMEN
FOLLOW THE WOMEN 2009:
www.followthewomen.com
COS'è? una manifestazione internazionale di donne in bicicletta per la pace in Medio Oriente, che si svolgerà dall'8 al 22 ottobre attraverso Libano, Syria, Giordania, Palestina, Israele.
domenica 28 giugno 2009
Senza "campagna" elettorale



domenica 7 giugno 2009
elezioni
Eppure il mio cuore, la mia mente, la mia partecipazione, la mia angoscia, il mio futuro è dentro le elezioni che si sono tenute oggi in Libano e che vedono contrapporsi le forze del 14 marzo e quelle dell'8 marzo. Da un lato quindi la coalizione filo-occidentale composta in maggioranza dai sunniti che fanno capo a Saad Hariri (figlio dell'ex Primo Ministro Rafic Hariri) e dai cristiani di Gemayel e Geagea (più altri gruppi minoritari o indipendenti). Dall'altro lato la coalizione composta da Hezbollah, Amal, e la Corrente patriottica libera del Generale cristiano Michel Aoun. Una sfida questa che determinerà in buona parte i futuri assetti del Paese e della regione mediorientale tout court. Incollata a internet, essendo ormai in Italia, mi ritrovo emozionata. In quale Paese ritornerò? Come si svilupperà l'illusione democratica in Libano?
L'eccitazione per un Paese in cui tutto è da definire ancora. La delusione per un Paese, il mio, che vedo decadere.
Affluenza record in Libano e apparentemente nessuno scontro anche se questi mesi mi hanno segnato che qualora avvengano delle bagarre anche piuttosto gravi non sono registrate dai media per non fomentare altre violenze a catena. Sembra che in Italia abbia votato solo il 57,7 %.
200 osservatori internazionali hanno monitorato le elezioni in Libano. I miei occhi non sono ufficiali ma aspettano la notizia. Sembra che potremo sapere a mezzanotte i risultati ufficiali.
Per chiudere questo primo post del ritorno vorrei fare un flash back al mio primo post in assoluto. Si parlava di una pantegana trovata in casa il secondo giorno di vita libanese. Per far capire quanto i due Paesi (Italia e Libano) siano simili, oggi, secondo giorno di presenza in brianz,a ho visto due bei topoloni giganti fuori casa mia. E tutto il mondo è Paese...
giovedì 4 giugno 2009
Wanted


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Non avere paura, Alberto, noi siamo pronti per riabbracciarti lunedì.
lunedì 25 maggio 2009
Orgoglio Zia
domenica 17 maggio 2009
Nakba
Circa 500 rifugiati palestinesi in Libano si sono recati alla frontiera israeliana, a Kfar Kila vicino alla Porta di Fatima, sventolando bandiere libanesi, palestinesi e quelle di Hezbollah.La Porta di Fatima, muro in cemento e reti che accompagna il confine per alcune decine di chilometri, è diventato nel 2000 il simbolo del ritiro israeliano dal sud del Libano dopo 22 anni di occupazione. La manifestazione è stata organizzata dal Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina (FDLP), il cui responsabile Khaled Younès ha dichiarato il rifiuto di qualsiasi insediamento palestinese (tawtin) nei Paesi ospiti per rivendicare il diritto al ritorno.
Nessuna celebrazione al campo di Dbayeh invece.
L'identità palestinese qui è molto meno forte rispetto ad altri campi. Mi chiedo da mesi quale sia il fattore decisivo per questa assenza e cerco di elaborare teorie proprio a partire dal termine "identità" definito mille volte, tuttavia sempre in maniera insoddisfacente. Il ragionare a proposito di questo soggetto lo lascio a giorni migliori quando forse tutto sarà chiaro anche nella mia mente.
Nessuna celebrazione al campo di Dbayeh quindi.
"Allora via si va, via si va, si va via", al campo palestinese di Bourj el-Barajneh. All'ingresso veniamo accolti dai faccioni di Arafat e Nasrallah, il nostro interesse è tuttavia diretto all'acquisto delle buonissime e ipercaloriche noccioline (mi dico che va bene, posso, ho mangiato solo una banana del resto!). Un po' in inglese e un po' in arabo chiediamo dove si celebra la Nakba e veniamo accompagnate nella piazzetta dove, a turno, ragazzi, adolescenti e bambini cantano e danzano per non dimenticare l'inizio della fine, l'inizio dell'essere rifugiato.
sabato 9 maggio 2009
Ciuri di campo
Appartiene al tuo sorriso
l'ansia dell'uomo che muore,
al suo sguardo confuso
chiede un pò d'attenzione,
alle sue labbra di rosso corallo
un ingenuo abbandono,
vuol sentire sul petto
il suo respiro affannoso:
è un uomo che muore.
[presa dal sito: http://www.peppinoimpastato.com]
mercoledì 22 aprile 2009
messaggio a me stessa
"On n'a jamais perdu sa journée quand on a contribué pour sa part à faire
pénétrer dans une âme un peu de lumière" -Girardin-
(non si è mai persa una giornata quando si è contribuito in parte a fare penetrare dentro un'anima un po' di luce. Traduzione mia, un po' volgare ma va bene così).
hihiihihihihihiiih...ridacchio mentre mi commuovo. I miei occhi si emozionano anche loro. Un pochino di luce, sì, è stata donata ed è stata ricevuta. Luminosa entra Suor Johanna, le faccio leggere anche a lei il messaggio mi da un bacio e sento che ora sono felice.
lunedì 6 aprile 2009
riflessioni condivise
Leggo, leggo.
Convegno (e raduno) di Forza Nuova a Milano. Oh perbacco, foto: tre individui fanno il saluto romano a Roberto Fiore leader di Forza Nuova. Fiore nega di aver visto ma le foto ci sono: http://milano.repubblica.it/?ref=hpsbsx. Ingenuamente mi chiedo se tutto ciò non sia apologia di reato. Evidentemente no, altrimenti non soltanto i partiti e movimenti di sinistra o i rappresentanti dell’associazione dei partigiani chiederebbero al prefetto di non concedere il permesso per tali raduni ma qualunque cittadino italiano rispettoso della propria Costituzione di fronte al saluto romano si indignerebbe. Ci indigniamo?
Solo per ricordare un attimo, aiutiamoci con Wikipedia:
L'apologia del fascismo è un reato previsto dalla legge 20 giugno 1952, n. 645
(contenente "Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale
(comma primo) della Costituzione"), anche detta "legge Scelba", che all'art. 4
sancisce il reato commesso da chiunque «fa propaganda per la costituzione di
un'associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e
perseguente le finalità» di riorganizzazione del disciolto partito fascista,
oppure da chiunque «pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del
fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche». http://it.wikipedia.org/wiki/Apologia_del_fascismo
Leggo anche di pestaggi il sabato sera al grido «froci, comunisti» davanti a un locale milanese.
Ora avete capito perché sono sconcertata: 2009-2010 anni di disoccupazione per i giovani al di sotto dei 35 anni! (prima notizia linkata, fredda ironia, I know ma non sapevo come finire questo posto talmente lo sconcerto lasci senza musica).
lunedì 30 marzo 2009
giovedì 26 marzo 2009
ancora un po' di informazione sul...
venerdì 20 marzo 2009
riccio
Ora però sono rabbiosa.
Non c'è nessuno con cui possa parlare, nessuno che possa convincermi che in fondo l'uomo è buono come scrive coraggiosamente il cuore libero di Anna Frank alla fine del Suo diario. Andrò a letto così, dormirò otto ore come quelle che avete impiegato voi in bus per raggiungere il dolore. Magari sognerò di essere in un prato a badare al bestiame, in un terreno al sud del Libano vicino alla frontiera israeliana. E mentre cammino pensando "come è arida la terra" oppure "che bei fiori mi ha regalato la natura oggi" esplodo. è successo poche ore fa a un pastore libanese ucciso da una bomba a grappolo lasciata dalle forze israeliane dopo l'offensiva militare dell'estate 2006. e non è l'unico.
L'altro post era divertente, raccontava di un pianticella di basilico che è diventata la mia sfida quotidiana e che non riesco a far vivere perché non ho il pollice verde. L'altro post era raggiante perché donare è ricevere, perché aiutare qualcuno ti riempie la vita e ti fa volare in alto. Queste erano proprio le sensazioni che avevo questa mattina. Ora mi sento un po' diversa e vi beccate anche l'Oriana lunatica stasera.
Grazie per la condivisione, mi avete fatto essere piacevolmente incoerente e il riccio si è aperto un po' scrivendo.
venerdì 20 febbraio 2009
Therèse
Si volta. Mi guarda. Anzi, mi squadra. Poi mi rivolge la parola. Un fiume di parole. Incomprensibili, naturalmente. Si chiama Therèse. Urla. Parla sempre, veramente in continuazione.
Mi rivolgo a lei, cercando di spiegarle un po’ a gesti, un po’ perché la prima cosa che ho imparato in arabo è stato “Non parlo arabo!”, che appunto, l’arabo non lo parlo. Niente. La corrente di parole continua. Inondazione. Ci riprovo. Sempre le solite tre parole. “Ana la arab!!” Io non parlo l’arabo!! Anzi, ad essere onesti, significa Io No Arabo, che non è proprio la stessa cosa. Ma nessun effetto. Anzi, effetto contrario. E allora rido. Prima un sorriso, poi un sorriso che piano diventa risata, poi risata che subito diventa figura di merda, come in tutti quei casi in cui ridere in faccia alle persone, e non perché sono simpatiche, significa umiliare, violentare, o anche solo non ascoltare. Ma Therèse è superiore a tutto questo, e se si blocca, e per fortuna si blocca, è per altro. Altri. Perdo d’interesse. La curiosità per lo straniero, che arriva dall’Italia, che non capisce la lingua, è già terminata. Ci rimango male. Sì, lo ammetto. Poi mi rendo conto, che questa curiosità, non è mai iniziata. Che ha fatto con me, la cosa più bella che un uomo possa fare ad un altro uomo. Mi ha riconosciuto. Mi ha accolto. Come se ci fossi sempre stato. Come se mi avesse detto – oggi fa freschino vero? Guarda lascia stare costa tutto un sacco, per non parlare delle mie pastiglie poi mi fa male un braccio non so perché domani forse sento i miei parenti no non vivono qua dovresti saperlo Mireille c’è? –. Cose così. Cose normalissime, di dialogo quotidiano. Cioè, di dialogo quotidiano in un campo profughi palestinesi in Libano.
Non un cenno di stupore.
Mi sono sentito a casa. Mi ha incontrato, e mi ha riconosciuto.
Grazie.
Incontrarsi è riconoscersi.
domenica 15 febbraio 2009
Auguri Giulia!
Prendi un raggio di sole, fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente, fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima, posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio, mettilo nell’animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita, raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza, e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà, e donala a chi non sa donare.
Scopri l’amore, e fallo conoscere al mondo."
[M. GANDHI]
(n.d.r., grassetto mio: il tuo sorriso, il tuo essere solare, il tuo coraggio, la tua bontà ecc...)
Auguri Giulia di uno strepitoso compleanno,
da tutti Noi!
sabato 14 febbraio 2009
San Valentino
Il sionismo può giustificare qualsiasi atto di violenza e ingiustizia?
di Gideon Levy
Haaretz, 12 febbraio 2009
Venerdìsera
È venerdì sera e ho appena finito di vedere «L'ospite inatteso» di Thomas McCarthy. Hiam Abbass, che nel film interpreta il ruolo della madre di Tarek ragazzo siriano, ha recitato anche, ma non solo (ricordiamo tra i tanti «La sposa siriana»), ne «Il giardino di limoni». L’attrice, arabo-israeliana di origini palestinesi, mi trasmette una sensazione di familiarità: Hiam ha una bellezza naturale e il Suo è uno sguardo profondo che nella mia immaginazione porta con sé l'esodo di un popolo espulso, rifugiato in campi sparsi per il mondo, accolto poco e odiato tanto, come qui in Libano. Un Libano che attribuisce ai palestinesi la sua rovina, fermo e chiuso nel ricordo di due date storiche: gli accordi del Cairo del 1969 che hanno permesso la lotta armata palestinese contro Israele dall’interno del Paese dei Cedri e il 1975 anno di inizio della guerra “civile” caratterizzato da uno scontro libano-palestinese.
Bambini vittime di un sistema nefando; due gli esempi di oggi (anche piuttosto blandi rispetto a quelli di ieri e di domani): un padre che sperpera il suo stipendio per giocare d’azzardo, senza nessuna intenzione di smettere, e che impedisce così a suo figlio, un ragazzino vivace e creativo, di condurre una vita normale. Una ragazza di quindici anni che vuole morire; mi ha mostrato i graffi autoinflitti sulla pancia. Evidentemente non si voleva fare troppo male però...però... Crescerò e sarò un po’ più uomo ancora Un’altra guerra mi cullerà.
Mi dispiace: per noi è comodo, spesso troppo semplice e liberatorio, pronunciare queste parole. «Cosa ne sai tu che sei fuori? Sono io a stare qui dentro. Volevo una vita normale, volevo solo suonare la mia musica», potrebbe obiettare Tarek dal centro di detenzione per clandestini.
Piccole briciole, descritte forse in modo un po’ maldestro, per ricordare coloro che davvero non hanno avuto la possibilità di vivere una vita normale e che sono trattati come reietti o terroristi. Caino, invece, siamo noi che non possiamo/vogliamo capire e che rimaniamo al di là del vetro accusando e disprezzando i nostri fratelli ritenendoli indegni di abitare la nostra stessa terra. E nel momento in cui ‘Tarek’ sarà espulso, magari per una denuncia esposta da un medico, e tornerà nel suo Paese, noi ci dimenticheremo anche del Suo nome.
venerdì 13 febbraio 2009
M'illumino di meno!

Avrei dovuto scriverlo prima questo post ed ora mi pare tardi. ma tardi è meglio di tardissimo.
Il titolo: M'illumino di meno. Istruzioni per l'uso: semplice, semplicissimo come un "click" di un interruttore spento! L'iniziativa promossa da Caterpillar, programma di Radiodue, è volta a sensibilizzare le persone ad impegnarsi in nome del risparmio energetico.
Quando? Oggi.
A che ora? a partire dalle 18 (ora italiana) siamo tutti invitati a spegnere luci e dispositivi elettrici non indispensabili per favorire il calore e il romanticismo di una candela (visto che domani è anche San Valenticchio chi se lo può permettere può iniziare i festeggiamenti da oggi!).
Dove: In-Ogni-Dove. Anche qui in Libano! A questo proposito vorrei segnalare infatti l'iniziativa di COSV, un'ONG milanese che opera in partner con Dpna, la quale ha coinvolto nella proposta la società elettrica libanese con questo risultato: alle 19 locali le luci di alcune vie della città di Saida nonché Sidone saranno spente, verranno accese candele e distribuiti volantini con il "decalogo" della campagna.
E, quanto c'è bisogno di una giornata come questa qui, in Libano, dove il mistero dell'elettricità alternata ai generatori mi risulta ancora come un nodo gordiano.
Il bianconiglio mi ripeterebbe, noioso, è tardi è tardi, ma chissà che non possa ritrovarvi stasera in casa a leggere un libro a lume di candela o a fare una bella chiacchierata in famiglia con tanto di antipasto, primo, secondo, contorno, caffè, ammazza caffè ecc...non tutte le energie vanno risparmiate oggi!!! (i piatti, però, poi vanno lavati a mano e con pochissima acqua perché intanto, come diceva un vecchio marinaio, un po' di unto sulle pentole dà sapore).
Un abbraccio a tutti!
giovedì 5 febbraio 2009
Nel covo dei pirati
Possiamo solo sperarlo. Fare appello alla comunità internazionale sarebbe inutile come sempre.
Ecco il Link dell'articolo di Claudio Accheri per Osservatorio Iraq:
http://www.osservatorioiraq.it/modules.php?name=News&file=article&sid=7097
p.s= titolo preso dalla canzone di E. Bennato. Molto bella tra l'altro ne consiglio l'ascolto.