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giovedì 10 dicembre 2009

Ultimo giorno SCE

2 commenti:

Non è una foto che rende molto onore alla mia bellezza...ma mi sembrava la logica continuazione del post precedente. L'emozione del ricordo di quel momento di gioia e pianto, mentre ballavo con la mia adorata Ivonne, al collo sempre l'Handala, simbolo del diritto al ritorno dei Palestinesi.

un anno che ti cambia un bel po'

2 commenti:
Penso a questo blog ormai "defunto". Leggo e seguo con interesse il blog dei nuovi ragazzi in servizio civile perchè so che scrivere è un impegno ed è più bello sapere di essere letti. incoraggia a non smettere sotto l'ombra della delusione che quello che si fa lo si fa per niente. Ogni cosa, anche la più piccola, la più silenziosa, immobile agita il nostro io, ha degli effetti (il famosissimo effetto farfalla!). I momenti di stallo, di passaggio sono spesso i più difficili perchè non riesci a capire quale direzione stia prendendo la tua vita. Bisogna avere il coraggio di imparare anche da questi attimi, porsi nella condizione subordinata che il senso lo capiremo poi, adesso no, è troppo presto.
Riflettevo sul titolo di questo blog: servizio civile, un anno che ti cambia la vita. Bhe no, non posso dire che mi ha cambiato la vita...la guerra del 2006 in Libano, vissuta direttamente, sì ha cambiato davvero la mia vita. Ora son sempre bassina, grassottina, furuncolina con un sorriso smagliante DUrbans (sì testoline provocatrici nel 2006 ero cambiata perchè
pppure dimagrita, tié). Non posso, tuttavia, dire di non essere cambiata nel mio io profondo, meno visibile. Si, la mia vita è sempre la stessa, con i suoi alti e bassi, momenti di difficoltà, grandi riconoscimenti che derivano dalle molte persone che mi amano con tutto il loro cuore. Io, un po' cambiata lo sono. In primis, vivere ogni giorno a contatto con delle persone che hanno poco o niente, ti inserisce un microchip nel cervello chiamato "dovere morale verso di loro", di essere felice con loro, anche quando sei giù, con loro si ride. e basta.
E poi, non so perchè non so per come, ma ho imparato a capire il mio valore, ad avere più fiducia in me stessa, a far marciare la "macchina Oriana". E mi sento più donna, pronta ad essere mamma (papà tranquillo, parlo di un ipotetico futuro dopo aver trovato fidanzato, lavoro, essermi sposata a Portovenere nella chiesetta di San Pietro e aver fatto il giro del mondo in ottanta giorni insime al mio Lui).
Quindi il Servizio Civile è un'occasione, bellissima, per aiutarci a crescere, a evolvere. Dipende anche da noi, da come vogliamo affrontarla, questa magica avventura. Con emozione, responsabilità, apertura e rispetto, sarà veramente un anno capace di cambiarti un po', in meglio.

lunedì 5 ottobre 2009

FOLLOW THE WOMEN

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“One little person giving all of her time to peace makes news. Many people giving some of their time can make history” Peace Pilgrim (1908 - 1981)

FOLLOW THE WOMEN 2009:
www.followthewomen.com

COS'è? una manifestazione internazionale di donne in bicicletta per la pace in Medio Oriente, che si svolgerà dall'8 al 22 ottobre attraverso Libano, Syria, Giordania, Palestina, Israele.

domenica 28 giugno 2009

Senza "campagna" elettorale

Nessun commento:





Mi ritrovo in Libano dopo un breve soggiorno italiano, che dire, non va, non va proprio. Mi sento persa, non ho più punti di riferimento. Prima giravo a sinistra dopo il cartellone "sois belle et vote". Seguivo dritto seguendo le immagini di "forza", un po' troppa, e a destra si andava per un "sois egale et vote". Ora non vedo più i faccioni delle supergnocche che mi dicono di essere bella intelligente e quindi mi invitano a votare per il 14 o l'8 marzo. Con un po' di sollievo poiché il mio femminismo poco femminista stava iniziando a trovarsi a disagio. Mancano, inoltre, i faccioni degli uomini politici sorridenti per tutti i palazzi del Paese, e come ne abbiamo esperienza, gli uomini politici non sono mai belli e questa peraltro sarebbe la loro mancanza minore. Stranetto anche non vedere più quella che ormai sento come la mia migliore amica, sempre in giro con me a Ashrafie: più piccola di me è la più giovane parlamentare nella storia del Libano. Non credo lo sia perché figlia di un noto giornalista ucciso da un attentato. In Libano - come in Italia - clientelismo, nepotismo, corruzione, non rientrano nel gioco elettorale e lo spazio è dato a tutti solo per meritocrazia. Viva i paesi felici e democratici. Viva il migliore dei mondi possibili.


Il giorno dopo...
Nel frattempo, Nabih Berri per la quinta volta consecutiva è stato eletto Presidente della camera libanese...perché non c'erano altri candidati?! Oggi, nonché sabato 27, Saad Hariri, figlio dello scomparso Rafiq, ha assunto la carica di Primo Ministro quando si sa che non ha la statura del padre, che è interessato più a salire sulla barca di Berlusconi in Sardegna che a grandi manovre politiche. Oh, poveri noi. Concludo con una frase di un amico libanese su Facebook: "Saad el harirreh the new PM, than bugs bunny was REAL after all...".

domenica 7 giugno 2009

elezioni

1 commento:
Potrei parlare di quelle MIE, quelle in cui dovrei credere, quelle per cui ho votato: per il parlamento europeo, per le provinciali e comunali. Tra l'altro non sono più sotto Milano ma ormai Barlassina è in provincia di Monza. Già.

Eppure il mio cuore, la mia mente, la mia partecipazione, la mia angoscia, il mio futuro è dentro le elezioni che si sono tenute oggi in Libano e che vedono contrapporsi le forze del 14 marzo e quelle dell'8 marzo. Da un lato quindi la coalizione filo-occidentale composta in maggioranza dai sunniti che fanno capo a Saad Hariri (figlio dell'ex Primo Ministro Rafic Hariri) e dai cristiani di Gemayel e Geagea (più altri gruppi minoritari o indipendenti). Dall'altro lato la coalizione composta da Hezbollah, Amal, e la Corrente patriottica libera del Generale cristiano Michel Aoun. Una sfida questa che determinerà in buona parte i futuri assetti del Paese e della regione mediorientale tout court. Incollata a internet, essendo ormai in Italia, mi ritrovo emozionata. In quale Paese ritornerò? Come si svilupperà l'illusione democratica in Libano?

L'eccitazione per un Paese in cui tutto è da definire ancora. La delusione per un Paese, il mio, che vedo decadere.

Affluenza record in Libano e apparentemente nessuno scontro anche se questi mesi mi hanno segnato che qualora avvengano delle bagarre anche piuttosto gravi non sono registrate dai media per non fomentare altre violenze a catena. Sembra che in Italia abbia votato solo il 57,7 %.

200 osservatori internazionali hanno monitorato le elezioni in Libano. I miei occhi non sono ufficiali ma aspettano la notizia. Sembra che potremo sapere a mezzanotte i risultati ufficiali.

Per chiudere questo primo post del ritorno vorrei fare un flash back al mio primo post in assoluto. Si parlava di una pantegana trovata in casa il secondo giorno di vita libanese. Per far capire quanto i due Paesi (Italia e Libano) siano simili, oggi, secondo giorno di presenza in brianz,a ho visto due bei topoloni giganti fuori casa mia. E tutto il mondo è Paese...

giovedì 4 giugno 2009

Wanted

2 commenti:





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Noi libanesi lo ricordiamo così, una delle ultime volte che lo abbiamo visto. Per chi avessi informazioni vi preghiamo di mandarci una mail.

Non avere paura, Alberto, noi siamo pronti per riabbracciarti lunedì.

lunedì 25 maggio 2009

Orgoglio Zia

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Chiedo venia. Tuttavia, quando ci vuole ci vuole. Mio nipote, anni due il 30 marzo scorso, dice Libano e sa cos'è ;-). Quando gli si dice: dov'è la zia? Lui risponde: LIbano! Orgoglio zia, scusate ma se l'ha imparato lui che ha due anni prima o poi riuscirò a mettere in testa alle persone un po' più adulte che Libano non è Libia, che di Tripoli ce ne sono due, che sì, qui in Libano ci sono i parrucchieri e no, non confina con l'Egitto ma con Siria, Israele (o Palestina) e si affaccia sul Mar Mediterraneo!?

domenica 17 maggio 2009

Nakba

1 commento:
Ieri, 15 maggio 2009, i Palestinesi hanno commemorato il 61esimo anniversario della Nakba, la "castrofe", per il loro popolo a seguito della creazione dello Stato ebraico nel 1948.



Circa 500 rifugiati palestinesi in Libano si sono recati alla frontiera israeliana, a Kfar Kila vicino alla Porta di Fatima, sventolando bandiere libanesi, palestinesi e quelle di Hezbollah.La Porta di Fatima, muro in cemento e reti che accompagna il confine per alcune decine di chilometri, è diventato nel 2000 il simbolo del ritiro israeliano dal sud del Libano dopo 22 anni di occupazione. La manifestazione è stata organizzata dal Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina (FDLP), il cui responsabile Khaled Younès ha dichiarato il rifiuto di qualsiasi insediamento palestinese (tawtin) nei Paesi ospiti per rivendicare il diritto al ritorno.



Nessuna celebrazione al campo di Dbayeh invece.



L'identità palestinese qui è molto meno forte rispetto ad altri campi. Mi chiedo da mesi quale sia il fattore decisivo per questa assenza e cerco di elaborare teorie proprio a partire dal termine "identità" definito mille volte, tuttavia sempre in maniera insoddisfacente. Il ragionare a proposito di questo soggetto lo lascio a giorni migliori quando forse tutto sarà chiaro anche nella mia mente.



Nessuna celebrazione al campo di Dbayeh quindi.



"Allora via si va, via si va, si va via", al campo palestinese di Bourj el-Barajneh. All'ingresso veniamo accolti dai faccioni di Arafat e Nasrallah, il nostro interesse è tuttavia diretto all'acquisto delle buonissime e ipercaloriche noccioline (mi dico che va bene, posso, ho mangiato solo una banana del resto!). Un po' in inglese e un po' in arabo chiediamo dove si celebra la Nakba e veniamo accompagnate nella piazzetta dove, a turno, ragazzi, adolescenti e bambini cantano e danzano per non dimenticare l'inizio della fine, l'inizio dell'essere rifugiato.




Oggi siamo ritornate per assistere a un incontro dove alcuni anziani hanno raccontato ai giovani i ricordi della loro terra, delle loro case, dei loro sogni. Alcuni occhi ancora si commuovono dopo 61 anni. Uno degli anziani scopendro che sono italiana mi ha chiesto un favore: "ti prego, se puoi. La Palestina è il mio paradiso, è la mia terra, è il luogo dove voglio morire. Quando tornerai in Italia racconta a tutti questa storia e quello che desidero. Il ritorno". Invitate da Iman, una bellissima ragazza conosciuta ieri, mi ritrovo sulla terrazza di casa sua a fumare il narghilé gusto enab (uva), parlare, ridacchiare. E' strano pensare che queste persone vengono considerate dalle comuni generalizzazione come dei "terroristi". Il terrore non è certo la sensazione provata e quindi presto torneremo per una cena tipicamente palestinese e per continuare ad ascoltare. Il favore che mi ha chiesto l'anziano di oggi non sarà facile senza orecchie interessate, ma io ci proverò anzi ci provo, ho iniziato ora.

sabato 9 maggio 2009

Ciuri di campo

1 commento:
Poesia di Peppino Impastato, eroe antimafia, ucciso il 9 maggio 1978.

Appartiene al tuo sorriso

l'ansia dell'uomo che muore,

al suo sguardo confuso

chiede un pò d'attenzione,

alle sue labbra di rosso corallo

un ingenuo abbandono,

vuol sentire sul petto

il suo respiro affannoso:

è un uomo che muore.

[presa dal sito: http://www.peppinoimpastato.com]

mercoledì 22 aprile 2009

messaggio a me stessa

3 commenti:
In uno di quei giorni in cui il mio cervello impazzisce e non si ferma e pensa pensa e pensa...lo facesse almeno in modo intelligente. invece no. vuole solo torturarmi.
In uno di quei giorni in cui la notte ha lasciato un sapore amaro in bocca, fatica a dormire, sveglia mille volte.
In uno di quei giorni in cui ci si sente un po' stanchi di camminare senza sapere dove, senza capire la direzione mentre si continuano a vedere le bruttezze del mondo in giro che ci perseguitano.
In uno di quei giorni in cui non ci si può buttare con il paracadute...
...apro l'agenda Caritas Libano dell'infermiera (con il suo permesso) e i miei occhi spenti leggono:

"On n'a jamais perdu sa journée quand on a contribué pour sa part à faire
pénétrer dans une âme un peu de lumière" -Girardin-


(non si è mai persa una giornata quando si è contribuito in parte a fare penetrare dentro un'anima un po' di luce. Traduzione mia, un po' volgare ma va bene così).

hihiihihihihihiiih...ridacchio mentre mi commuovo. I miei occhi si emozionano anche loro. Un pochino di luce, sì, è stata donata ed è stata ricevuta. Luminosa entra Suor Johanna, le faccio leggere anche a lei il messaggio mi da un bacio e sento che ora sono felice.

lunedì 6 aprile 2009

riflessioni condivise

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Sono un po’ sconcertata. Ero sul punto di andare a letto, dormire a mezzanotte come Cenerella per svegliarmi presto domani quando, quando mi son detta: «Orianina leggiti un po’ di notizie italiane che ormai conosci meglio la storia e la politica libanese e rischi di dimenticare il Bel Paese». Non sia mai, anche se nei prossimi due anni avrò un sacco di tempo per sfogliare i quotidiani dato che le recenti statistiche OCSE rielaborate da Cgil mi danno disoccupata insieme ad altri 600 mila giovani [http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/economia/disoccupati-lavoro/dati-ires/dati-ires.html].

Leggo, leggo.

Convegno (e raduno) di Forza Nuova a Milano. Oh perbacco, foto: tre individui fanno il saluto romano a Roberto Fiore leader di Forza Nuova. Fiore nega di aver visto ma le foto ci sono: http://milano.repubblica.it/?ref=hpsbsx. Ingenuamente mi chiedo se tutto ciò non sia apologia di reato. Evidentemente no, altrimenti non soltanto i partiti e movimenti di sinistra o i rappresentanti dell’associazione dei partigiani chiederebbero al prefetto di non concedere il permesso per tali raduni ma qualunque cittadino italiano rispettoso della propria Costituzione di fronte al saluto romano si indignerebbe. Ci indigniamo?

Solo per ricordare un attimo, aiutiamoci con Wikipedia:

L'apologia del fascismo è un reato previsto dalla legge 20 giugno 1952, n. 645
(contenente "Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale
(comma primo) della Costituzione"), anche detta "legge Scelba", che all'art. 4
sancisce il reato commesso da chiunque «fa propaganda per la costituzione di
un'associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e
perseguente le finalità» di riorganizzazione del disciolto partito fascista,
oppure da chiunque «pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del
fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche». http://it.wikipedia.org/wiki/Apologia_del_fascismo


Leggo anche di pestaggi il sabato sera al grido «froci, comunisti» davanti a un locale milanese.

Ora avete capito perché sono sconcertata: 2009-2010 anni di disoccupazione per i giovani al di sotto dei 35 anni! (prima notizia linkata, fredda ironia, I know ma non sapevo come finire questo posto talmente lo sconcerto lasci senza musica).

giovedì 26 marzo 2009

ancora un po' di informazione sul...

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...conflitto israelo-palestinese. Ogni tanto è necessario rinfrescare la mente con nuovi pensieri, aggiornamenti anche al fine di ri-conoscere tutte le sfaccettature di una realtà complessa come quella mediorientale. Per non dimenticare così in fretta quello che è successo a Gaza nei mesi invernali, per non dimenticarlo ora che comincia ad arrivare la primavera. E perchè non tutte le voci israeliane appoggiano la guerra e le scelte del proprio governo e anzi da anni invocano la pace, la fine dell'occupazione e il diritto al ritorno dei Palestinesi. Tutte nozioni fondamentali che si mescolano nei miei pensieri con la situazione palestinese in Libano in queste ultime settimane, dalla notizia della ricostruzione del campo di Nahr al Bared a quella della morte di Kamal Medhat, leader dell’OLP e stretto collaboratore di Arafat negli anni 70, nei pressi del campo di Mieh Mieh vicino alla città di Sidone (Saida). E la continua definizione dei campi come delle bombe pronte a esplodere. E la continua miseria nei campi. Penso: everything is connected.
Ecco il link all'articolo che vi consiglio di leggere per avere una più ampia visione, l'intervista di Irene Panighetti ad Adam Keller, uno dei fondatori di Gush Shalom.
Israele: “Il potere è in mano alle destre perché non crediamo nella pace”
di Irene Panighetti
Liberazione, 25 marzo 2009
Adam Keller, nato a Tel Aviv nel 1955 in Tel Aviv-Yafa, è tra i fondatori di Gush Shalom, che in ebraico significa Blocco della Pace. Si tratta di una organizzazione indipendente dai partiti che si propone di esercitare influenza sull'opinione pubblica e spingerla alla pace e alla riconciliazione con il popolo palestinese. I principi sono la fine dell'occupazione, il diritto dei Palestinesi di avere uno stato indipendente nei confini stabiliti dalla Linea Verde del 1948, Gerusalemme capitale dei due stati, quella est (inclusa la Spianata delle Moschee) dello stato palestinese, quella ovest dello stato israeliano; riconoscimento del diritto al ritorno dei profughi. Keller è stato più volte incarcerato perché si è rifiutato di prestare servizio militare da riservista nei Territori Occupati.[...]

venerdì 20 marzo 2009

riccio

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Avevo scritto un post. Poi leggo Francesco. Cancello, butto via tutto o accantono. E, come al solito nella sofferenza mi chiudo a riccio e chi cerca di aprirmi e di abbracciarmi si punge. Perché io questo dolore non lo posso accettare. Io non ci riesco ad accogliere in questi momenti. Parlatemi solo se avete una risposta decente per spiegarmi queste cose. Niente paroline dolci o discorsi puerili, frasi fatte. Fatemi capire. La mia memoria storica è breve e domani, grazie a "Via col vento", sappiamo che è un altro giorno. Riprenderò lucidità, i miei aghi cadranno al primo sorriso della giornata.

Ora però sono rabbiosa.

Non c'è nessuno con cui possa parlare, nessuno che possa convincermi che in fondo l'uomo è buono come scrive coraggiosamente il cuore libero di Anna Frank alla fine del Suo diario. Andrò a letto così, dormirò otto ore come quelle che avete impiegato voi in bus per raggiungere il dolore. Magari sognerò di essere in un prato a badare al bestiame, in un terreno al sud del Libano vicino alla frontiera israeliana. E mentre cammino pensando "come è arida la terra" oppure "che bei fiori mi ha regalato la natura oggi" esplodo. è successo poche ore fa a un pastore libanese ucciso da una bomba a grappolo lasciata dalle forze israeliane dopo l'offensiva militare dell'estate 2006. e non è l'unico.

L'altro post era divertente, raccontava di un pianticella di basilico che è diventata la mia sfida quotidiana e che non riesco a far vivere perché non ho il pollice verde. L'altro post era raggiante perché donare è ricevere, perché aiutare qualcuno ti riempie la vita e ti fa volare in alto. Queste erano proprio le sensazioni che avevo questa mattina. Ora mi sento un po' diversa e vi beccate anche l'Oriana lunatica stasera.
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Grazie per la condivisione, mi avete fatto essere piacevolmente incoerente e il riccio si è aperto un po' scrivendo.

venerdì 20 febbraio 2009

Therèse

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Si volta. Mi guarda. Anzi, mi squadra. Poi mi rivolge la parola. Un fiume di parole. Incomprensibili, naturalmente. Si chiama Therèse. Urla. Parla sempre, veramente in continuazione.
Mi rivolgo a lei, cercando di spiegarle un po’ a gesti, un po’ perché la prima cosa che ho imparato in arabo è stato “Non parlo arabo!”, che appunto, l’arabo non lo parlo. Niente. La corrente di parole continua. Inondazione. Ci riprovo. Sempre le solite tre parole. “Ana la arab!!” Io non parlo l’arabo!! Anzi, ad essere onesti, significa Io No Arabo, che non è proprio la stessa cosa. Ma nessun effetto. Anzi, effetto contrario. E allora rido. Prima un sorriso, poi un sorriso che piano diventa risata, poi risata che subito diventa figura di merda, come in tutti quei casi in cui ridere in faccia alle persone, e non perché sono simpatiche, significa umiliare, violentare, o anche solo non ascoltare. Ma Therèse è superiore a tutto questo, e se si blocca, e per fortuna si blocca, è per altro. Altri. Perdo d’interesse. La curiosità per lo straniero, che arriva dall’Italia, che non capisce la lingua, è già terminata. Ci rimango male. Sì, lo ammetto. Poi mi rendo conto, che questa curiosità, non è mai iniziata. Che ha fatto con me, la cosa più bella che un uomo possa fare ad un altro uomo. Mi ha riconosciuto. Mi ha accolto. Come se ci fossi sempre stato. Come se mi avesse detto – oggi fa freschino vero? Guarda lascia stare costa tutto un sacco, per non parlare delle mie pastiglie poi mi fa male un braccio non so perché domani forse sento i miei parenti no non vivono qua dovresti saperlo Mireille c’è? –. Cose così. Cose normalissime, di dialogo quotidiano. Cioè, di dialogo quotidiano in un campo profughi palestinesi in Libano.
Non un cenno di stupore.
Mi sono sentito a casa. Mi ha incontrato, e mi ha riconosciuto.
Grazie.
Incontrarsi è riconoscersi.

domenica 15 febbraio 2009

Auguri Giulia!

1 commento:
"Prendi un sorriso, regalalo a chi non l’ha mai avuto.

Prendi un raggio di sole, fallo volare là dove regna la notte.

Scopri una sorgente, fa bagnare chi vive nel fango.

Prendi una lacrima, posala sul volto di chi non ha pianto.

Prendi il coraggio, mettilo nell’animo di chi non sa lottare.

Scopri la vita, raccontala a chi non sa capirla.

Prendi la speranza, e vivi nella sua luce.

Prendi la bontà, e donala a chi non sa donare.

Scopri l’amore, e fallo conoscere al mondo."

[M. GANDHI]

(n.d.r., grassetto mio: il tuo sorriso, il tuo essere solare, il tuo coraggio, la tua bontà ecc...)

Auguri Giulia di uno strepitoso compleanno,

da tutti Noi!

sabato 14 febbraio 2009

San Valentino

1 commento:
Il 14 febbraio 2005 veniva ucciso Rafiq Hariri, ex Primo Ministro libanese, in un attentanto nel centro di Beirut in pieno giorno. Questo, il detonatore di tutto quello che ha vissuto il Libano negli ultimi anni: le manifestazioni per l'indipendenza, il ritiro delle truppe siriane, il ritorno di Geagea e Aoun sulla scena politica libanese, il proseguimento di attentati rivolti a uomini politici anti-siriani e giornalisti, la guerra del luglio 2006, Nahr al Bared, la guerra di maggio 2007 ecc...moltissimi eventi. Oggi la strada era bloccata, mille auto questa mattina andavano verso la capitale per le manifestazioni e al ritorno in direzione opposta era impossibile muoversi. Bandiere delle Forze Libanesi, della Corrente del Futuro, partiti cristiani e musulmani (sunniti), tutti appartenenti allo schieramento del 14 Marzo.

...ma non era questo che volevo dire. Martedì 10 febbraio hanno avuto luogo le elezioni israeliane. L'assetto del medioriente dipende da tutte le forze in campo, in Iran, in Israele, in Siria, in Libano, in Palestina. Anno di elezioni, il 2009. E abbiamo cominciato con Israele. Alcuni pensano che massacri e guerre spesso si compiono in funzione delle elezioni...ma noi non vogliamo crederlo, vero? noi vogliamo rimanere ingenui e puri di cuore e lasciare questo cinismo ad altri. Scusate il sarcasmo. Ecco il link per un articolo esaustivo su queste elezioni e la recente e futura politica israeliana.


Il sionismo può giustificare qualsiasi atto di violenza e ingiustizia?

di Gideon Levy
Haaretz, 12 febbraio 2009

La sinistra israeliana è morta nel 2000. Da allora il suo corpo è rimasto insepolto fino a che non è stato redatto il suo certificato di morte, firmato, sigillato e spedito martedì. Il boia del 2000 è stato anche il becchino del 2009: il ministro della difesa Ehud Barak. L'uomo che è riuscito a spargere la bugia riguardo la non esistenza di partner ha raccolto il frutto delle sue malefatte in queste elezioni. Il funerale è stato celebrato due giorni fa. [...]

Venerdìsera

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Bambino, armato e disarmato...riascolto una Paola Turci datata 1989. Avevo otto anni e questa canzone ha rappresentato uno dei punti costituenti i due assi cartesiani della mia vita. Le persone che mi conoscono meno – e Facebook è un ottimo catalizzatore per la riesumazione dei “cadaveri” - mi chiedono perché intraprendo questi cammini, che mi isolano e allontanano da una vita normale, per avventurarmi in Paesi esotici. Dove c'è la guerra. O c'è stata o ci sarà. O è solo a una «tot» distanza. Mi ritornano alla memoria i racconti degli altri SCE nell’incontro di dicembre, storie di bambini e di COLLA...Ragazzini corrono sui muri neri di città, sanno tutto dell’amore che si prende e non si dà. Sanno vendere il silenzio e il male la loro poca libertà, Vendono polvere bianca ai nostri anni e alla pietà...

È venerdì sera e ho appena finito di vedere «L'ospite inatteso» di Thomas McCarthy. Hiam Abbass, che nel film interpreta il ruolo della madre di Tarek ragazzo siriano, ha recitato anche, ma non solo (ricordiamo tra i tanti «La sposa siriana»), ne «Il giardino di limoni». L’attrice, arabo-israeliana di origini palestinesi, mi trasmette una sensazione di familiarità: Hiam ha una bellezza naturale e il Suo è uno sguardo profondo che nella mia immaginazione porta con sé l'esodo di un popolo espulso, rifugiato in campi sparsi per il mondo, accolto poco e odiato tanto, come qui in Libano. Un Libano che attribuisce ai palestinesi la sua rovina, fermo e chiuso nel ricordo di due date storiche: gli accordi del Cairo del 1969 che hanno permesso la lotta armata palestinese contro Israele dall’interno del Paese dei Cedri e il 1975 anno di inizio della guerra “civile” caratterizzato da uno scontro libano-palestinese.

Bambini vittime di un sistema nefando; due gli esempi di oggi (anche piuttosto blandi rispetto a quelli di ieri e di domani): un padre che sperpera il suo stipendio per giocare d’azzardo, senza nessuna intenzione di smettere, e che impedisce così a suo figlio, un ragazzino vivace e creativo, di condurre una vita normale. Una ragazza di quindici anni che vuole morire; mi ha mostrato i graffi autoinflitti sulla pancia. Evidentemente non si voleva fare troppo male però...però... Crescerò e sarò un po’ più uomo ancora Un’altra guerra mi cullerà.

Mi dispiace: per noi è comodo, spesso troppo semplice e liberatorio, pronunciare queste parole. «Cosa ne sai tu che sei fuori? Sono io a stare qui dentro. Volevo una vita normale, volevo solo suonare la mia musica», potrebbe obiettare Tarek dal centro di detenzione per clandestini.

Piccole briciole, descritte forse in modo un po’ maldestro, per ricordare coloro che davvero non hanno avuto la possibilità di vivere una vita normale e che sono trattati come reietti o terroristi. Caino, invece, siamo noi che non possiamo/vogliamo capire e che rimaniamo al di là del vetro accusando e disprezzando i nostri fratelli ritenendoli indegni di abitare la nostra stessa terra. E nel momento in cui ‘Tarek’ sarà espulso, magari per una denuncia esposta da un medico, e tornerà nel suo Paese, noi ci dimenticheremo anche del Suo nome.

venerdì 13 febbraio 2009

M'illumino di meno!

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Avrei dovuto scriverlo prima questo post ed ora mi pare tardi. ma tardi è meglio di tardissimo.

Il titolo: M'illumino di meno. Istruzioni per l'uso: semplice, semplicissimo come un "click" di un interruttore spento! L'iniziativa promossa da Caterpillar, programma di Radiodue, è volta a sensibilizzare le persone ad impegnarsi in nome del risparmio energetico.

Quando? Oggi.

A che ora? a partire dalle 18 (ora italiana) siamo tutti invitati a spegnere luci e dispositivi elettrici non indispensabili per favorire il calore e il romanticismo di una candela (visto che domani è anche San Valenticchio chi se lo può permettere può iniziare i festeggiamenti da oggi!).

Dove: In-Ogni-Dove. Anche qui in Libano! A questo proposito vorrei segnalare infatti l'iniziativa di COSV, un'ONG milanese che opera in partner con Dpna, la quale ha coinvolto nella proposta la società elettrica libanese con questo risultato: alle 19 locali le luci di alcune vie della città di Saida nonché Sidone saranno spente, verranno accese candele e distribuiti volantini con il "decalogo" della campagna.

E, quanto c'è bisogno di una giornata come questa qui, in Libano, dove il mistero dell'elettricità alternata ai generatori mi risulta ancora come un nodo gordiano.

Il bianconiglio mi ripeterebbe, noioso, è tardi è tardi, ma chissà che non possa ritrovarvi stasera in casa a leggere un libro a lume di candela o a fare una bella chiacchierata in famiglia con tanto di antipasto, primo, secondo, contorno, caffè, ammazza caffè ecc...non tutte le energie vanno risparmiate oggi!!! (i piatti, però, poi vanno lavati a mano e con pochissima acqua perché intanto, come diceva un vecchio marinaio, un po' di unto sulle pentole dà sapore).

Un abbraccio a tutti!

giovedì 5 febbraio 2009

Nel covo dei pirati

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Martedì mattina ero al centro. Pioveva e faceva freddo. Così Daniele ed io insieme ai nostri amici "grandi" eravamo rannicchiati nella sala con la stufetta accesa e le notizie in arabo da sottofondo. Scorrevano le immagini dei preparativi per una nave libanese che avrebbe lasciato il porto di Tripoli per portare aiuti umanitari a Gaza. Sami(r), uno dei pochi anziani che parlucchia inglese, traduceva le parole del cronista. Ho domandato come avrebbe fatto la nave a portare i soccorsi. Acque internazionali. Sfondare il blocco. I medicinali, il cibo, i vestiti e i giocattoli destinati a Gaza tuttavia non sono arrivati. La "Barca della Fratellanza" è stata fermata, sequestrata e scortata verso il porto israeliano di Ashdod. Il portavoce israeliano ha dichiarato che il materiale consegnato alle autorità arriverà nella striscia via terra.

Possiamo solo sperarlo. Fare appello alla comunità internazionale sarebbe inutile come sempre.

Ecco il Link dell'articolo di Claudio Accheri per Osservatorio Iraq:
http://www.osservatorioiraq.it/modules.php?name=News&file=article&sid=7097

p.s= titolo preso dalla canzone di E. Bennato. Molto bella tra l'altro ne consiglio l'ascolto.