E fu mattina e fu pomeriggio e fu sera e fu nebbia.
(Cari Paolo ed Alberto voi sì che siete al calduccio)
Noi (Irene e Sergio) si parte non senza aver sbirciato le previsioni del tempo e le temperature che ti accolgono quando arrivi in un Paese dell’est Europa. Nel nostro caso il sole e una temperatura tiepida dovrebbero assicurarci giorni senza calzamaglia e mutande di lana.
Arrivi a Sofia (“ e fu pomeriggio”) e ti convinci che il web è una bella risorsa.
Padre Remo ci aspetta con V. che lo ha accompagnato nel lungo viaggio che ci riporterà a Malchika dove Sabato (oggi, ndr) verrà inaugurato il Centro comunitario cofinanziato dalla Diocesi di Milano nell’Avvento 2009: la mensa dell’amicizia
Sosta per cenare e ora guido un po’ io. E fu sera e fu nebbia. 120 km di muro. Valpadana. 40 km/h di media. Occhi spiaccicati sul cruscotto alla ricerca di una riga di mezzeria che ti aiuti a capire come tenere il volante.
Tutta colpa del Danubio. Arrivati.
E fu notte.
Freddo. Coperta. Freddo. Due coperte. Freddo.
Web non ti sopporto.
E fu mattina, primo giorno.
Nebbia e funerale. Qui si usa così. I parenti siedono accanto al feretro adagiato sul carro seguito da conoscenti e amici.
Noi seguiamo Remo per fare gli ultimi acquisti in vista della festa. Sono settimane che gli uomini e le donne del villaggio, terminato il lavoro nei campi e le faccende domestiche, lavorano senza sosta per finire di sistemare il centro comunitario.
Anche V. fa parte del gruppo. E’ brillante V. Quando lo vedi gesticolare sembra un italiano vero. E spesso sul volto gli si disegna un sorriso accogliente.
Stasera arrivano i nostri!
Francesca, Andrea e Marina hanno fatto parte del gruppo Bulgaria del Cantiere della solidarietà e vogliono fare festa con la comunità che li ha accolti durante la loro esperienza estiva.
Arrivano anche 4 giovani da Fermo. Dal 2004 anche la loro Diocesi collabora con P.Remo attraverso il servizio di giovani che spendono parte delle vacanze per stare accanto alla comunità di Malchika http://malcika.altervista.org/
Si può mangiare la pizza! Arrivano i giovani del villaggio.
E si condivide la storia di questi anni di amicizia e di costruzione di un sogno condiviso. Non far morire questo villaggio.
Anche se si deve partire per studiare, lavorare, emigrare, la comunità continua ad alimentarsi con un servizio fraterno che non dimentica gli anziani, i bambini, i disabili, le famiglie che ancora credono che un futuro a Malchika sia possibile.
P.Remo è agitatissimo.
Tra un abbraccio ad un ospite in arrivo e un saluto ai suoi parrocchiani,
non smette di sistemare le ultime cose.
Sta arrivando il nunzio apostolico, il vescovo, il provinciale dei Padri passionisti, tanti sacerdoti della diocesi, la sua gente.
E’ festa. Uno di questi giovani non sente e non parla.
E’ V. Lui ha inventato un linguaggio dei segni tutto suo con cui riesce perfettamente a comunicare con tutti. Perché il villaggio non lo esclude, non lo emargina e così tutti possono sedere
alla mensa dell’amicizia.