giovedì 11 agosto 2016

Marocco: Nessuna distanza in linea d'aria

“PIANO PIANO AL RITMO DELLA TERRA” … è un proverbio africano, letto distrattamente prima di partire … e accantonato fra i mille pensieri che accompagnano l’inizio di un viaggio. Ora, una delle prime cose che abbiamo intuito sbarcati in Marocco è che qui si fa fatica a sentirsi africani.
Ogni persona che si incontra durante queste giornate, è così orgogliosa e fiera di essere nata sotto la stella di questa terra che si dimentica di appartenere ad un continente.

Nel dubbio, loro, “il ritmo della terra” sembrano seguirlo lo stesso.

Senza sbilanciarsi troppo dandosi da fare ma concedendo spazio anche a un tè condiviso, che in un modo o nell’altro sembra essere sempre più buono. Noi, invece, il tempo in queste settimane lo abbiamo un po’ inseguito … con i nostri zaini in spalla attraversando mercati, ascoltando parole nostro malgrado incomprensibili, perdendoci sulle sponde dell’Atlantico. In movimento … da una meta all’altra, alla ricerca di barriere da sconfinare. Tangeri, e poi a Nord, fino a guardare da lontano la Spagna … che da qui sembra così diversa. Rabat e il suo concentrato di cultura … e ora Midelt e Tatiouine, dove ahinoi abbiamo dovuto separarci per renderci utili in due realtà diverse.

La speranza, quando il ritmo si fa intenso, è sempre quella di riuscire a LASCIARE qualche traccia, anche solo una parola giusta, un ascolto che sia vero, una presenza sincera … guardando alle spalle questi giorni passati, però, un pensiero ricorrente è che le cose che non si possono pesare non si sa mai se sono abbastanza. Potrebbero essere tanto, potrebbero essere poco o potrebbero andare bene così … forse però il segreto di quando si parte è non portare in valigia nulla di quel che si può misurare. Fare una proporzione, tirare una riga … significa già stabilire la distanza. Allora forse, l’unica cosa che sarebbe bene fare è provare a lasciare spazio a occhi diversi, a ritmi diversi, a nessun confine che non sia la strada.

Quando ci si dimentica di misurare, forse si impara a vivere un po’ più a fondo. E allora siamo pronti a trascorre i prossimi giorni con entusiasmo ma soprattutto a nessuna distanza in linea d’aria, se non quella battuta tra i pick-up nel deserto, taxi carichi di persone, e autobus che si affacciano sull’Atlante. Piano piano, al ritmo della terra.


Serena




Nessun commento:

Posta un commento