Questa è una storia di quelle che non vengono raccontate. Una storia sbagliata, come direbbe de Andrè. Tante sono qui a Nias le storie simili a questa anche se la gente si vergogna a raccontarle. Tace.
In Indonesia la condizione dei disabili è molto complicata. Da parte delle istituzioni non vi è alcun tipo di aiuto e se parliamo di coloro che vivono nei villaggi la situazione si complica ulteriormente a causa del forte isolamento.
Ancora oggi, infatti, in alcune zone dell'Indonesia si ripete una pratica che è stata bandita nel 1977.
Si chiama PASUNG.
Si chiama PASUNG.
I Pasung sono molto diffusi e ve ne sono di vario tipo. Una cella, una stanza o l'ovile. Il pasung è un luogo in cui si viene rinchiusi e dove la persona è costretta a dormire, mangiare, urinare e defecare nello stesso spazio.
Possiamo pensare che queste storie non esistano perché tale condizione viola i diritti fondamentali dell'essere umano e invece sono reali e non sono poi così lontane da noi.
Non ci ha pensato nemmeno per un attimo, mi ha guardata e mi ha detto: "Oktavianus Zebua".
La sua sicurezza mi ha spiazzata. È stata diretta, forse per la prima volta da quando ci conosciamo.
Suster Shinta e Oktavianus |
Suster Shinta è arrivata a Nias il 10 Maggio 2006. Sono passati dieci anni ormai e di bambini con disabilità ne ha visti moltissimi ma Oktavianus le è rimasto in mente.
Quando lo ha incontrato per la prima volta, nel villaggio di Namohalu, aveva 17 anni ed aveva una disabilità motoria e psichica molto grave. Oktavianus non poteva vivere nella casa dei suoi genitori. Dormiva con i polli, in una piccola costruzione di legno, senza pavimento e senza alcun tipo di comfort. Il suo letto era un'asse appoggiata a terra.
Non era in grado di camminare o di parlare e per questa ragione i suoi genitori desideravano che vivesse nascosto.
La volontà del padre di tenerlo lontano era molto più forte di quella della madre che avrebbe voluto occuparsi di lui ma aveva paura della reazione di suo marito.
Una volta al mese Suster Shinta si recava in visita a casa Zebua, per fare il bagno ad Oktavianus. Mi racconta che quando la vedeva arrivare affermava: "Ibu, aku lapar" - "Signora, ho fame".
Forse lo facevano mangiare una volta al giorno ma mai in famiglia, mai in casa tutti insieme.
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