-Zia, dove vai quest'estate?
-In Libano, vicino alla Siria.
-Ma in Siria c'è la guerra: puoi prenderla!
-Prenderla? Ma non è mica una malattia!
-E invece si. Io e Pietro ne abbiamo discusso. E' un virus che entra nel cuore della gente e li fa combattere.
(M., 9 anni)
-In Libano, vicino alla Siria.
-Ma in Siria c'è la guerra: puoi prenderla!
-Prenderla? Ma non è mica una malattia!
-E invece si. Io e Pietro ne abbiamo discusso. E' un virus che entra nel cuore della gente e li fa combattere.
(M., 9 anni)
E se la guerra fosse un virus?
Come un brutto raffreddore che siamo convinti passerà, ma anzi che guarire si annida dentro di noi, impadronendosi di tutto quello che sentiamo. Diventa così forte che quasi ci dimentichiamo la ragione del primo starnuto, come ci siamo infettati e perché non ci siamo curati. All'inizio pensavamo di poter tenere tutto sotto controllo. Ad ogni sguardo di invidia e di cattiveria ci ripetevamo che sarebbe stato "solo per quella volta". Ma poi non è stata più una volta, ma un'altra ancora, e ancora, la guerra ci è entrata dentro e noi l'abbiamo lasciata fare. E' quasi diventata un'abitudine, un'abitudine del cuore.
E come si fa a liberarsi da un'abitudine del cuore?
Ma se la guerra ci infetta, non può infettarci anche la vita buona?
Forse che la speranza, la gioia, l'amore, la solidarietà, facciano più fatica a farsi largo nel cuore rispetto alla guerra? Allora forse infettarsi di vita buona è una scelta. Una scelta sincera, voluta, coraggiosa, da prendere ogni giorno, perché altrimenti la guerra si farà padrone di noi. E se funziona come un virus, con il nostro scegliere infetteremo anche gli altri. Anche loro, forse, sceglieranno di non lasciare annidare la guerra nei loro cuori.
E se dessimo vita a una vera e propria epidemia?
Io parto per infettarmi e, perché no, anche infettare.
Infettarmi di vita buona, ma anche di guerra. Perché non si può chiudere la guerra fuori dagli occhi e lontano dal cuore e far finta che non esista. Perché la guerra esiste. Che sia quella delle bombe e dei soldati, quella dell'ingiustizia e del razzismo, quella dell'ignoranza e della povertà, quella del potere e dell'avidità.
Voglio infettarmi della vita, in tutti i suoi lati, quelli più belli e quelli più bui. Per poi scegliere di non lasciare vivere dentro di me la guerra, voglio poterla circondare di vita buona.
Voglio infettare della vita buona che ho incontrato lungo la mia strada fino a qui. Voglio portare le storie e i gesti e il bene delle persone che hanno fatto un pezzo di strada insieme a me per poter dire a chi incontro che la vita buona esiste. La generosità, la solidarietà, l'amore sono cose vere, non solo parole dei libri delle fiabe.
Forse, un giorno, tutti noi sceglieremo la vita buona, spegnendo e zittendo quella guerra che nasce nei nostri cuori. E forse, quel giorno, sarà la vera rivoluzione.
Giu :)
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