La Georgia sta cercando di superare le difficoltà sorte dopo il crollo dell’Unione Sovietica e causate dalle guerre avvenute tra il 1991 e il 2008 con le regioni separatiste.
Io e gli altri quattro volontari abbiamo svolto attività di animazione per i bambini in due villaggi del sud del Paese dove vivono due comunità cattoliche (i cattolici in Georgia sono lo 0,8 % della popolazione, cioè meno di 40.000, mentre la maggioranza è ortodossa).
Nel primo villaggio abbiamo trovato una serie di attività già avviate e ben organizzate da Padre Misha, un giovane sacerdote con tanta voglia di fare. Con l’aiuto degli animatori locali non è stato difficile coinvolgere una cinquantina di bambini in giochi, balli e canti.
Nel secondo villaggio, invece, abbiamo incontrato una comunità un po’ “spenta” dove purtroppo il prete è presente solo il fine settimana e quindi lui stesso ha delle difficoltà ad organizzare qualsiasi attività. Dopo lo sconforto del primo giorno in cui i bambini presenti erano solo 8, quanta soddisfazione nel vedere che ogni giorno aumentavano arrivando fino a una trentina!
Dopo queste due settimane così ricche di emozioni, ripenso volentieri alla calorosa accoglienza che ci è stata riservata, ai bambini che giocavano senza mai stancarsi sotto il sole caldissimo e che l’ultimo giorno hanno chiesto i nostri autografi sulle braccia, ai giovani che guardavano incuriositi i giochi e le nostre scenette per i più piccoli e aspettavano la sera per sfidarci a pallavolo. Bello anche ripensare ai tanti momenti di divertimento e di risate tra noi volontari, al sentirsi parte di una comunità grande come il mondo durante la Messa domenicale, alla semplicità di una mano tesa verso chi era abituato ad essere escluso dai giochi perché considerato “diverso” e il valore dell’immenso sorriso con cui si veniva ripagati.
Però l’episodio che porterò sempre nel cuore riguarda Simoni, un bimbo di 7 anni che stava sempre in disparte ed era spesso preso in giro dai suoi coetanei. Una sera lo abbiamo visto giocare con una lattina e un bastoncino di legno, così abbiamo pensato di regalargli un palloncino con occhi, naso e bocca disegnati con lo scotch di carta. Simoni sembrava il bambino più felice del mondo e per la prima volta lo abbiamo visto ridere e chiacchierare con il suo nuovo compagno di giochi. In quel momento mi sono ricordata quanto siano importanti i gesti semplici per fare felici gli altri.
Laura Broggini
L'articolo postato è stato originariamente scritto da Laura per il giornalino della Parrocchia S. Alessandro Cascinetta di Gallarate.
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