Non so come si stiano ritrovando gli altri SCE con la burocrazia dei Paesi in cui sono ospiti, ma noi ci siamo già entrate in pieno: viste le esperienze piene di problemi dei volontari che ci hanno preceduto, abbiamo deciso di intraprendere subito il nostro lungo cammino insidioso alla conquista del permesso di soggiorno (tanto da rinunciare oggi alla nostra prima visita all’Appartamento sociale di Orhei, fulcro del nostro lavoro di volontarie presso il partner locale Diaconia).
Per ogni straniero intenzionato a soggiornare nel paese per più di 90 giorni, una volta superato il controllo in aeroporto e ottenuto il timbro del visto sul passaporto, ha inizio un conto alla rovescia: si hanno 60 giorni di tempo per preparare una lista chilometrica (vi risparmio l’elenco…) di documenti di varia natura. Si potrebbe pensare: bè, ma ti danno due mesi di tempo per prepararli! E invece, è proprio lì che sta il tranello: illudersi che di tempo ce n’è a sufficienza e che i funzionari siano lì pronti ad aspettare te per agevolarti nella trafila.
Difatti, abbiamo trascorso le tre ultime giornate di servizio in ospedale, a confonderci tra lunghi corridoi, piani, scale, e fare visita (più che farci visitare) da fisiatri, radiologi, psicologi, ginecologi, neurologi, dermatologi, infettivologi, per giungere alla fine al “grande capo” che fuma in ospedale e ha un arredamento completo (inclusa tv, divano, tappeto e arazzo sul muro) nel suo studio. In fin dei conti, possiamo dire di aver fatto un check up completo e una bella immersione nella sanità “made in Moldova”!
Scopriamo così che in Moldova sono dei grandi appassionati di timbri, di passaggi di soldi “sottobanco”, di allegri scavallamenti di code, della varietà più disparata di analisi cliniche (qui devi farla a comando!), di ogni genere di incartamenti svolazzanti tenuti insieme con la colla stick, di pezzettini microscopici di cotone idrofilo che dovrebbero bastare a tamponare bucherellamenti vari e di pulizie a ripetizione effettuate con tanto di slalom dello straccio malconcio. Ma scopriamo anche quanto tutti siano desiderosi di sapere cosa ci facciamo qui, di mostrare la loro conoscenza dell’Italia e dell’italiano, mentre noi italiani nemmeno sappiamo dove sia la Moldova.
Noi europei in bolivia siamo del "terzo gruppo" come gli americani. Per adesso siamo dovuti andare in migraciòn per due timbri aggiunivi rispetto agli altri che ci legalizzano per 90 giorni.
RispondiEliminaAbbiamo iniziato i documenti per il permesso di soggiorno per un anno ma se ne riparla a gennaio per la lunghezza dei tempi!