Oggi è stata una giornata importante. O meglio, è stata una giornata normalissima, ma, proprio per questo, significativa per me e Mara. Elisa era fuori Chisinau e per la prima volta ci siamo dovute muovere da sole in questa città ancora così sconosciuta.
Andare in ufficio è probabilmente la cosa più facile del mondo (la fermata è appena dopo una rotonda gigantesca, se non ti addormenti non puoi proprio non vederla), ma il fatto di muoversi in mezzo a tanta gente che parla una lingua, anzi due, che proprio non conosci mette un po’ di tensione. Appena salite sul trolleybus, la bigliettaia si avvicina come sempre.
Io: “Doua” e per sicurezza sollevo anche indice e medio (non sono per nulla certa della mia pronuncia anche se ho angosciato Elisa per 10 minuti per impararlo bene)
Lei: “pokfalkshfnlkcfoac wsjehnfnl dllanwdu, va rog”
Io: (e adesso che faccio?!? Che ha detto? Non sono pronta! ) “Doua bilete” (non sono certa che biglietto si dica così, ma tanto vale provare)
In quel momento si avvicina anche Mara e indica (col santo dito che è diventato indispensabile per indicare ciò che non sappiamo come dire, quindi praticamente tutto) che i biglietti sono per noi due.
Questo risolve i dubbi della bigliettaia che ci porge i biglietti e ci liquida con uno sguardo un po’ scocciato. Ma a noi non importa, possiamo andare in ufficio!!!
Chiara e Mara
Andare in ufficio è probabilmente la cosa più facile del mondo (la fermata è appena dopo una rotonda gigantesca, se non ti addormenti non puoi proprio non vederla), ma il fatto di muoversi in mezzo a tanta gente che parla una lingua, anzi due, che proprio non conosci mette un po’ di tensione. Appena salite sul trolleybus, la bigliettaia si avvicina come sempre.
Io: “Doua” e per sicurezza sollevo anche indice e medio (non sono per nulla certa della mia pronuncia anche se ho angosciato Elisa per 10 minuti per impararlo bene)
Lei: “pokfalkshfnlkcfoac wsjehnfnl dllanwdu, va rog”
Io: (e adesso che faccio?!? Che ha detto? Non sono pronta! ) “Doua bilete” (non sono certa che biglietto si dica così, ma tanto vale provare)
In quel momento si avvicina anche Mara e indica (col santo dito che è diventato indispensabile per indicare ciò che non sappiamo come dire, quindi praticamente tutto) che i biglietti sono per noi due.
Questo risolve i dubbi della bigliettaia che ci porge i biglietti e ci liquida con uno sguardo un po’ scocciato. Ma a noi non importa, possiamo andare in ufficio!!!
Chiara e Mara
Quanto vi capisco ragazze! Ieri io e Fra abbiamo preso il nostro primo taxi da sole cercando di contrattare il prezzo con il tassista...è stato molto divertente! Vi mando un bacio!
RispondiElimina:) Divertente... :)
RispondiElimina