mercoledì 24 ottobre 2007

Ultima lettera al direttore

Oct 24, 2007

17:21

Addis Abeba, base

Direttore Dottore Don D'avanzo, duongiorno.

Le digito questa missiva informatica al fine di aggiornarLa riguardo un misfatto; si tratta simultaneamente duna revisione finale della mia esperienza come Volontario in Servizio Civile Nazionale all’Estero, la cui durata era stata prevista d’un anno ma pare ridimensionata dall’impatto del mio organismo con la terra etiope; Le esplico in seguito.

Intanto Le rammento della bontà della nostra relazione: io e Lei mai 1 diverbio, mai una parola d troppo, mai neanche una parola. Bene, sulla scorta di questa cementata fiducia reciproca, procedo colla presentazione della situazione; mi ritrovo in Etiopia insieme alla collega Dott.ssa Cardinale, sotto una doppia responsabilità: siamo stati affidati in loco alla Dott.ssa Carcatella, mentre dalla sua sauna italica finge di seguire le nostre mosse il Dottor Maffi.

Porto alla Sua conoscenza lo schifoso malessere in cui è incorsa la mia persona nella giornata di oggi; senza entrare in dettagli gastrici, le descrivo la mia condizione: allo stremo delle energie, sguardo catalettico sul soffitto a tenere d’occhio i ragni più carismatici, che forse percepiscono la mia indegenza e son pronti a calarsi su me per finirmi o forse vogliono farsi vicini alla mia sofferenza. Probabilmente entrambe le versioni rispondono a verità. La Caritas profetizzò: “La vostra casa avrà dei bei bagni”, sbagliando una consonante.

Sono fortunato: il Dottor Maffi è passato da Addis domenica 21 e si è fermato un po’; una decina d giorni, una settimana? No. Pausa teatrale, respiri a fondo. 50 ore. Appena 50 ore. Il tempo d mangiare a sbafo al nostro desco, d farsi benedire e poi parte, tacendo che non si tratta d una sosta, ma d’un banale scalo al ritorno da Nairobi, il cui progetto è evidentemente + redditizio, e i cui volontari sono + quotati. Quindi Maffi è corso ora in Italia a preparare a noi (e agli amati kegnani) l’accoglienza per dicembre, e non mi sarà punto d’aiuto.


Sono fortunato: le Dott.sse Carcatella e Cardinale si prenderanno cura di me; d’altronde dottoresse sono e sapranno come restituirmi alla normalità. La Carcatella enuncia le lodi duna zigulì e mela fa ingollare. La Cardinale s’affretta ad appoggiarla, millantando come lei in passato sia guarita popo con quella caramella. E poi, sghignazzando, non indugiano oltre ed escono a divertirsi. Abbandonandomi.

Sono fortunato: mi sono fatto un amico, si chiama Secchio Blu, ed essendo un secchione potrebbe conoscere le ricette per la mia guarigione. Fino a quando son riuscito a strisciare me lo trascinavo ovunque, sapeva rendersi utile.. come dire? Accogliendo una parte d me. Ora abbiamo innegabili tratti in comune: zero mobilità e capacità nulla di verbalizzare il nostro pensiero (troppo affaticante), e so che lui, secchio secchio delle mie brame, rimarrà al mio fianco quando tirerò le cuoia; ai ragni in una disperata ultima difesa. E saprà accogliere le Sue lagrime quando il Suo elicottero privato Caritas La deporrà nel nostro giardinetto, Lei, mio ultimo Direttore, a piangere le mie spoglie. Leggerà allora queste mie righe, che non ho possibilità d farle giungere se non provando a scagliarle fortissimo verso il suo ufficio dal momento che qua, nonostante le numerose rassicurazioni ricevute prepartenza, Internet non c’è.



Tranquillizzo amici e parenti: Caritas Ambrosiana ha scelto al meglio l’assicurazione, la mia salma tornerà in Italia senza che voi spendiate un bir, per un massimale ammontante a 15.000,00 euro a carico di Unipol S.p.A., eventuale recupero della salma e cerimonia funebre escluse.

In un estremo accorato saluto, avanzo perplessità riguardo la condotta dello staff alle sue dipendenze nei confronti dei quali confido saprà prendere misure adeguate; a presto (…).

Suo Paolo


Ps. Per quanto è in suo potere le suggerisco di evitare che questa lettera trapeli in spazi informatici troppo pubblici, son consapevole non costituisca un’eccezionale propaganda per la Sua Associazione e non desidero provocarle ulteriori dispiaceri. Men che meno dare adito al pensiero che sia mossa da intenzioni, che so.. vendicative. Non sono – non erano - nel mio carattere e mi sorprenderebbe scoprirle in punto d morte.

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