Milano, via Sidoli
E allora riparto.
Qcno kiede “perché?”
Qcno esclama “però!”
La mamma “per sempre”
La psycologa “per sposarti”
Tornerò qdi con una nidiata d mogli, un box d cammelli e
decine d bambini caffelatte.
Spero che x allora il mondo medico abbia risolto il dolore
dell’anestesia sotto i piedi, non sopporterei l’idea kei miei figli debbano
soffrire tanto.
Il mio corpo ke cambia mi manda dei segni, ma sono i sogni
ke mi muovono e allora vado in Africa. Una veranda sulla savana, a dondolarmi
sulla riva del mondo, in pace.
Ecco, no. Stufo della mentalità paesana di Milano mi
trasferisco in una metropoli grande il
doppio, abitata da 7 milioni d abitanti, dove per camminare bisogna spostare
l’inqinamento, visibile come una serie di tende. L’invito ai volontari è di non
lavarsi, giacchè il muschio che gli crescerà sotto le ascelle costituirà
l’unico verde della città: dispenserà aria pulita e le mamme ci porteranno i
bimbi a giocare.
Capite quindi che non vado a salvare l’Africa, ma a salvare
me stesso, a rimanere in vita; e lo si
era già scritto tornati dalla Costa Davorio. Un detto dogon dice: “L’occhio dello
straniero vede solo ciò che già conosce”, e qsto è 1 problema perchè per qto
possa vedere e riconoscere una Play, non troverò mai Proevolution7.. a parte
che poi il mio è un viaggio nel tempo, arrivo nel 2000 e dovrò fare la
maturità, poi cercherò del plutonio x venire a consumare insieme il Natale del
2007.
Tutta qsta storia x finire a ricitare Alex Zanotelli: “Io sono le persone che ho incontrato nella mia vita”. Qdi partiamo tutti e consentitemi allora una domanda ripicca: “Siete pronti?”
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