martedì 6 novembre 2007

Acque etiopi

S.P.P.C. Office, 16e37
Ok, si é fatto tempo. Precipito la telecamera, il microfono. Ke poi è la tastiera. Tastiamone il sound subacqueo. Giovedì 18 ottobre.

Forse li cercavo. Non che lo sapessi, s’intende. Però mi sa che avevo bisogno duna partenza del genere.

Se non mi spingeva in piscina io non ci sarei mai entrato. Camminavo intorno, cauto e piantato sulle mattonelle bourdeaux, guardando curioso gli altri bambini; al massimo mi sedevo e, dondolando un piede nell’acqua clorata, provavo ad immaginare come sarebbe stata quella freddezza moltiplicata per tutto il corpo; guarda: avrei potuto anke abbassare un pokino la gamba, in questo modo, x avere un’idea un attimo più… splash, ALLARME: un corpo estraneo sulla mia skiena, mano umana, mano d’istruttrice di nuoto, ha premuto improvvisamente, come si è permessa, mi ha ucciso, ora muoio, forse no. La pagano per farlo? Bel lavoro di (se qualcuno sa giocare a taboo le parole proibite sono: gabinetto inter cioccolata letame pampers) si è scelta. Che io non ci volevo venire, ma poi dopo la mamma mi compra le patatine fritte e allora.
Sono qua da 2 giorni. Il 1° ho dormito. O meglio, avrei potuto dormire, ma ero un po’ emozionato, così con Stefania abbiamo fatto un joco ke consisteva nel versare semi di legno in una piccola piattaforma bucherellata. In senso orario. In Costa d’Avorio lo chiamano “Auallà”, all’Italia basti sapere che non si tratta proprio di un impiego da ninja, è una sorta di “Non t’arrabbiare” africano. Take it easy. Ti ricordi ch’ero sfinito e non vedevo l’ora d arrivare x dormire? Appunto. Comunque il 1° è andato + o meno così.

Poi c’erano Maurizio Il Capo e i Due Kegnani ke han perso il volo… e anke qui, non è che l’abbiano proprio perso. Non è tecnicamente corretto scrivere così. Il volo è partito in anticipo d’un paio d’ore senza dir gnente, capita. A te è mai capitato? A me no. Ai kegnani una volta. A Maurizio due. Forse allora è uno dei 4 ke? Non sta  a me. Fattostà ke mentre il loro aereo decollava erano a ridere con me d Stefagna: men3 le controllavano il passaporto 1 virus paralizzò il computer del suo funzionario aeroportuale. Avrei riso meno qdo lo stesso virus avrebbe bloccato il mio intestino, ma in qel momento ero ancora Qello Ke Non Si Ammala Mai.


A dirla popo tutta non è neanke esattissimo sostenere ke i compari kenioti (c’è la regola: se ci fanno una bella figura si scrive “kegnani”, altrimenti “kenioti”) sian completamente esenti da.. (inferno innocente Alfredo tribunale confessione): lo stewart ha provato a spiegargli ke dovevano imbarcarsi, imaerearsi. Ma Emanuele, the best anglophone among us (e da qua si capisce comè ke Sara m’ha omaggiato di un tipico prodotto di artigianato locale: una collana Etiope, composta da piccole punte cui è attaccato un medaglione metallico, molto tradizionale, con incisi in ordine: il mio nome, il mio indirizzo qua ad Addis, il suo numero di telefono e la scritta in amarico “TI SUPPLICO RIPORTAMI A CASA”. Così se lo dovessi perdere melo riportano o kiamano lei ke sa la lingua. Basta parentesi, interrompono il discorso), ma Emanuele, scrivevo, non ha voluto sentir ragioni. Non era in effetti concepibile a 4 piccole, aguzze menti occidentali come le nostre, che un aereo partisse prima. A maggior ragione essendo le nostre menti cresciute a pizze ingollate durante italike interminabili attese in ogni luogo, specie dove c’è un mezzo d trasporto da prendere. Maurizio, sornione, probabilmente lo sapeva (l’alternativa sarebbe dare anke a lui della piccola mente, e la mia non mi pare gerarchicamente la posizione + confortevole x farlo, considerato che lui ha in mano il mio biglietto di ritorno. O dovevo averlo io? Stefààniaaaaa…) ma tuttosommato gli garbava una giornata ad Addis.

Bello, però, ke sia partito prima? Sì, bello ke abbiam passato una giornata d + insieme, ma bella intendo proprio l’idea del partire prima. Melo vedo il capitano ke butta un occhio dietro, ci sono già un po’ di viaggiatori e magari lui a Nairobi se arriva presto va a vedersi la partita di rugby subacqueo e allora toglie il freno a mano e fa un fiskio alle hostess ke vadano giù di mimo. Prima parti, prima arrivi, è scientifico.


Tergiverso? Tergicristallo? Sono qua da 2 giorni. Il 1° avrei dovuto dormire. Il secondo non avrei potuto farlo.

Il terzo sono andato a visitare il carcere di Sheno.

Forse li cercavo. Quando non sai cosa cerki fino a qdo non lo trovi (tipo volevo scrivere Oceanomare, non lo sapevo e  poi l’ho letto). C’inciampo contro in una camerata, durante il giro di visita alla prigione. La camerata. Una stanza un po’ grande per 2 persone, meno per 200. Lunga, con 2, 3 file parallele di giacigli ininterrotti. Come tripli letti a castello a venti piazze, e però ad ogni piano si dorme in 50. Beh, io son lì con 2 suorine in borghese d qelle ke prima d spedirle sulla Terra le han calate nell’acciaio fuso, la pubblicità della nike dovrebbero farla loro mica Cantona. Invece ke sollevarsi il colletto della maglietta, loro solleverebbero gli angoli della bocca. Beh, son lì con loro ke mica lo capisci ke son suore e con il vicedirettore ke mica lo capisci kè un vicedirettore. Io me  lo aspetterei quantomeno un po’ burbero un vicedirettore dun carcere etiope, molto burbero un direttore. Più burbero 6, + l’arrampicata sociale alla torretta del penitenziario è easy… Beh, lui non è berbero; e neanke burbero. O meglio, non mi sembra. In partenza devo stare attento alla parvenza.

Forse li cercavo. Ero lì da 2 giorni. Non sai ke li cerki fino a quando… trovati. Le esaurienti parole in amarico coinciso del vice direttore sono esaurite, alcuni secondi per roteare lo sguardo nella stanza. Poi roteo il collo, e c’è un inmate. Un carcerato, un prigioniero,un detenuto, un condannato. Ma uno, eh, non 4. Reo di qualcosa? No… cosa c’entra? Dipende, non necessariamente. Occhi negli occhi (..), duri come il diamante, ci posso fare la punta della matita. Comè possibile? Abba Girma nel suo briefing  sopravvivenza m’ha avvertito: “Non saprai mai cosa pensa di te la gente: non siamo europei, faccia e mente sono scollegati. E in + noi sappiamo cosa pensi tu, e ti sorridiamo se ci sorridi”. Orcaz, almeno i bosniaci erano ermetici ma portavano a spasso una maskera truce, ke t ricordava ke non erano x forza entusiasti d sentire cos avevi da dire.  Qua invece è + complesso perchè le persone si mostrano miti, anke nel carcere paion tranquille. Non credo qdi ke lui fosse stanco d esserlo, semmai era stanco d sembrarlo. Aveva rinunciato per qualche respiro a sfoggiare dei lineamenti innocui, per scandirli. E ki t’incontra mentre li scandisce? Paolino. Ancora + facile ke li scandisca dopo avermi visto. Non perché sono io, non credo. O forse sì ma.

Nei suoi occhi c’è scritta una cosa e la so senza leggerla, ma la sa lui e la sapete anke voi. E non ha senso parlare di politica internazionale, ma neanke in inglese, anzi, non ha senso parlare proprio. Specie il 3° giorno ke sono qua. Il senso qui è unico e va da lui a me. Non son concessi feedback.
Perché sei qua?

Melo kiedi tu ke forse non hai scelto di essere qua. E comunque non hai scelto di trovarti la mia bella faccia di fronte.

Già. Telo dico ke questavolta le patatine fritte non c’entrano?

Paolo

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