Il sabato è la giornata del bucato.
Durante la settimana rimane sempre poco tempo per dedicarsi a queste cose, così
stamattina, con lo splendido sole di sempre sono scesa al lavandero per
liberare finalmente i miei indumenti dalla polvere delle strada di Managua.
Nello stesso modo in cui immergo le mie
mani nell’acqua, così la mia mente si tuffa in una vertigine di pensieri che mi
riportano all’ora di charla vissuta ieri pomeriggio con la dottoressa
del centro escolar. Il venerdì pomeriggio infatti è dedicata alle donne
di Nueva Vida per una chiacchierata riguardo gli argomenti più vari, ma
quasi tutti incentrati sulla salute comunitaria e dei più piccoli.
Faccio ogni sforzo per riuscire a mettermi
al loro posto, per entrare anche solo un po’ nella vita di ogni singola donna
tentando di acchiappare tutte quelle domande che le lasciano perplesse, ma che
palesemente non hanno il coraggio di fare.
Ogni tanto mi guardo le mani che l’acqua
ha ormai reso rugose e flaccide, poi riprendo a sfregare energicamente la roba
spruzzando guizzi d’acqua saponata qua e là.
Riprendo a pensare a quante di quelle
donne in questo preciso momento stanno facendo la stessa identica cosa, mentre
i loro bambini, che al mattino si presentano a scuola con la divisa
impeccabile, giocano seminudi sulla strada vicino a casa o riposano sull’amaca.
Sebbene io sia donna, mi ritrovi in questi
giorni a cucinare, lavare, fare la spesa, esattamente come loro, sento sempre
più pungente la lontananza che ci separa.
Eppure la mia fronte è madida di sudore
esattamente come la loro e la fatica è la stessa... o forse no, forse per loro
è più difficile iniziare ogni volta un nuovo giorno.
Ma io come posso in queste poche occasioni
far loro capire che dopotutto e nonostante tutto possono contare su di me,
sulla mia presenza, anche solo sul mio sorriso?
Per la prima volta nella mia vita (che non
è poi così lunga) mi ritrovo senza lavastoviglie, senza aspirapolvere, forno a
microonde e non è poi che mi manchino così tanto... queste donne hanno lavato
spazzato e cucinato da sempre con le proprie mani, ma forse questo nostro
essere agli antipodi non mi rende inutile ai loro occhi e ai miei.
Così come la stessa acqua sta portando via
gli ultimi residui di sapone lo stesso sole asciugherà i nostri panni...
rimangono pur sempre panni, non fanno la differenza se si presta attenzione
alla persona che vestono!
Sempre di più capisco come guardarsi negli
occhi aiuti a sentirsi vicini e a volte a dare una speranza. Voglio essere in
grado di prender parte a tutto questo nel profondo, senza pretendere di vivere
la vita di qualcun altro, ma offrendo la mia per renderle migliori.
Da Ciudad Sandino (Nicaragua)
Gloria Perin
Volontaria in Servizio Civile all’Estero
Sabato 5 febbraio 2005
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