lunedì 13 ottobre 2008

Il vago di Oz

Ecco, sì. C’è una cosa che mi manca. Forse è la prima roba che mi vedo allo specchio rotto, quello della casa di Addis, e non trovo.

Certo, hai ragione, te ne 6 accorto. Sarebbe quasi banale esplicare che altro che non trovo sono parole esatte, orecchie sturate, cuore chiaro e coscienza consapevole. Totò, ho l’impressione che noi non siamo più nel Kansas. Basta seguire il sentiero dorato.

Le tre figure magiche che Dorothy incontra lungo il cammino, un uomo di paglia, un uomo di latta e un leone parlante, sono alleati e Mentori che le danno lezioni di intelligenza, di cuore e di coraggio. Esprimono diversi modelli di forza maschile, che Dorothy deve assumere per costruire la sua personalità.

(da “Il viaggio dell’eroe”, Chris Vogler)

Ma queste sono cose che non trovo, di cui ho bisogno per tornare a casa. Altro sono le cose per cui provo nostalgia. Ora ne ho riconosciuta una, piccola.

È la percezione sottile di stare dalla parte giusta del muro.

Molto differente dal sentirsi buoni, che è una sensazione che là passa subito. Ma anche dal sentirsi “cattivi”, in difetto verso un Paese in miseria. Nel medio periodo non hanno ruolo quelle sensazioni.

Credo piuttosto che si tratti di una libertà.

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