Ecco, sì. C’è una cosa che mi
manca. Forse è la prima roba che mi vedo allo specchio rotto, quello della casa
di Addis, e non trovo.
Certo, hai ragione, te ne 6
accorto. Sarebbe quasi banale esplicare che altro che non trovo sono parole
esatte, orecchie sturate, cuore chiaro e coscienza consapevole. Totò, ho
l’impressione che noi non siamo più nel Kansas. Basta seguire il sentiero
dorato.
Le tre figure magiche che Dorothy
incontra lungo il cammino, un uomo di paglia, un uomo di latta e un leone
parlante, sono alleati e Mentori che le danno lezioni di intelligenza, di cuore
e di coraggio. Esprimono diversi modelli di forza maschile, che Dorothy deve
assumere per costruire la sua personalità.
(da “Il viaggio dell’eroe”, Chris
Vogler)
Ma queste sono cose che non trovo,
di cui ho bisogno per tornare a casa. Altro sono le cose per cui provo
nostalgia. Ora ne ho riconosciuta una, piccola.
È la percezione sottile di stare
dalla parte giusta del muro.
Molto differente dal sentirsi
buoni, che è una sensazione che là passa subito. Ma anche dal sentirsi
“cattivi”, in difetto verso un Paese in miseria. Nel medio periodo non hanno
ruolo quelle sensazioni.
Credo piuttosto che si tratti di
una libertà.
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