Ieri
sera, mentre ero prossima a lasciarmi cullare tra le braccia di
Morfeo, un articolo di Internazionale ha attirato la mia attenzione:
“La
Bolivia ricorre ad ostetriche indigene per ridurre la mortalità”.
Nell'articolo
si parla del timore delle donne indigene di partorire negli ospedali
e della preferenza per il parto in casa e tecniche
tradizionali:
“Alla
base del ricorso alla medicina tradizionale non c’è infatti solo
la fiducia nelle pratiche naturali, ma anche la vergogna delle donne
aymara a farsi vedere e toccare da un uomo proveniente della città”;
inoltre il
parto in ospedale viene percepito come “un
elemento traumatico in un ambiente ostile”.
Per
avvicinarsi ai bisogni della popolazione, nella cittadina di
Patacamaya, si è cercato di mettere in atto un modello
di intervento interculturale
che prevede da un lato un lavoro fianco a fianco tra curanderos
tradizionali e dottori professionisti e dall'altro la creazione di
sale parto diverse dalle solite camere d'ospedale e più vicine ad un
ambiente
familiare: pareti che richiamano i colori della natura, mobilio in
legno, piccola cucina per i parenti ecc.
Insomma
un bell'esempio di interculturalità!
In
generale, la tradizione in Bolivia è molto forte.
In
questi otto mesi di servizio civile mi sono scontrata numerose volte
con pratiche
e credenze indigene
così lontane dalla nostra cultura, ma sicuramente affascinanti!
Una
delle cose che più ho apprezzato è il fatto che la medicina
tradizionale
è una medicina naturale, nel senso che utilizza solo elementi che si
trovano in natura. Ho scoperto che esistono erbe per ogni male:
emicrania, mal di stomaco, diarrea e febbre.
Zenzero,
camomilla, limone, cannella, maizena, rosmarino ecc hanno delle
proprietà che neanche immaginavo!
Per
esempio, sapevate che maizena e coca cola aiutano per la diarrea?!?
Altro che Imodium!
La
visione principale della medicina indigena si basa sul concetto che
la vita è l'unione di corpo, sentimenti, mente, anima, natura. La
salute viene vista come uno stato di benessere fisico, mentale,
sociale, morale e spirituale ed equilibrio cosmico. Per questo
motivo, una malattia non po' essere trattata in maniera frammentata!
Nella
cultura aymara la malattia è il risultato evidente della perdita di
equilibrio, di stabilità della relazione uomo e natura, ed è per
questo che la soluzione bisogna cercarla nel mondo naturale
Ma
la di là della medicina, esistono delle vere e proprie pratiche di
“guarigione”. Una è il richiamo
dell'anima.
Parlando
con le mamme dei bambini del centro di nutrizione dove svolgo il
servizio, ho scoperto che, quando un bambino sta male per parecchio
tempo e non si riesce a soluzionare ( span-Italian: " trovare una soluzione!") il problema, si cerca di
richiamarne l'anima attraverso un campanello, sussurrando il nome del
bambino malato e frasi in lingua quechua...anche la mia assistente
sociale ha detto che funziona! Non si sa mai, meglio prenderla in
considerazione!
Ma
sono molte le occasioni nelle quali è necessario richiamare l'anima.
Altro esempio: si pensa che quando una persona si spaventa una parte
di anima si allontana dal corpo per la sorpresa...meglio richiamarla
prima di perdere un pezzo di sé!
Insomma...volete
davvero sottovalutare tutte queste credenze e conoscenze? Non si sa
mai, io continuo a informarmi!
Nessun commento:
Posta un commento