2009 Febbraio, 7. 9:37. Bangkok.
Verso sud. La Thailandia (terra degli uomini liberi) è il Paese di qsto giroasia per cui ero meno preparato. L’aeroporto è grandioso: gigantesche statue di guerrieri thai dalle fattezze belluine ci accolgono dentro armature dorate, per la quiete dei sogni dei bambini. Con noi atterrano un gran numero di russi vacanzieri, i nuovi ricchi. Alla consegna del visto, l’occhietto di una webcam ci registra, e la ragazza, che conosce il suo mestiere, m’invita a non stare così laterale: deve avere un filmato chiaro della mia persona.
Lasciate le valigie in albergo e mangiucchiato un toast triangolare riscaldato in un “24h open shop” London style, accompagniamo Padre Adriano (PIME) nel suo passaggio a Wat Chong Lom, un piccolo (2000 abitanti) slum della capitale, il cui nome deriva dal tempio vicino a cui è sorto, il Tempio del Passaggio del Vento.
Volevo scrivere altro, ma nella macchina in cui mi trovo la conversazione tra Alberto e Gianluca s’è fatta interessante. Lascio qua, riprenderò?
2009 Febbraio, 8. 9:36. Ranong.
Ospiti del camilliano Padre Giovanni, mediante il quale abbiamo intravisto l’aids e la prostituzione in Thailandia. La frase suona ambigua… A Pattaya, dove stiamo recandoci, la realtà urla. Così le statistiche, anche se cifre cacofoniche m’interpellano… L’impossibilità di verificarle in rete m’impedisce di assicurarvene la fondatezza, e quindi sa un po’ di storia attorno al fuoco; però, tantè: il nostro anfitrione parla di 350,000 ragazze che si prostituiscono in un paese che 15 anni fa era piccolissimo. Il resto della popolazione è in gran parte turistica: maschi bianchi maggiorenni, talvolta maggiorenni da mezzo secolo. Benefattori, si considerano. Tutt’al più, commercianti: “Queste ragazze hanno bisogno di soldi, noi abbiamo bisogno di sesso”. Sesso e compagnia, giacchè spesso il 1° giorno di vacanza ci si trova una compagna che affiancherà il pensionato inglese di turno per le 2 settimane seguenti.
Ieri notte abbiamo attraversato selve di industrie private del tutto simili all’ambientazione iniziale di Final Fantasy VII, puntigginate di luci bianke e gialle, con pinnacoli di cemento dalle cime fiammeggianti.
Da quando ci troviamo in Thailandia siamo affiancati da Gianluca, Cecilia e la loro famiglia. Persone, culture, ragionamenti di cooperazione, luoghi, Alberto. Tempo nanoscopico per scrivere. Sguazzo nelle novità.
Verso sud. La Thailandia (terra degli uomini liberi) è il Paese di qsto giroasia per cui ero meno preparato. L’aeroporto è grandioso: gigantesche statue di guerrieri thai dalle fattezze belluine ci accolgono dentro armature dorate, per la quiete dei sogni dei bambini. Con noi atterrano un gran numero di russi vacanzieri, i nuovi ricchi. Alla consegna del visto, l’occhietto di una webcam ci registra, e la ragazza, che conosce il suo mestiere, m’invita a non stare così laterale: deve avere un filmato chiaro della mia persona.
Lasciate le valigie in albergo e mangiucchiato un toast triangolare riscaldato in un “24h open shop” London style, accompagniamo Padre Adriano (PIME) nel suo passaggio a Wat Chong Lom, un piccolo (2000 abitanti) slum della capitale, il cui nome deriva dal tempio vicino a cui è sorto, il Tempio del Passaggio del Vento.
Volevo scrivere altro, ma nella macchina in cui mi trovo la conversazione tra Alberto e Gianluca s’è fatta interessante. Lascio qua, riprenderò?
2009 Febbraio, 8. 9:36. Ranong.
Ospiti del camilliano Padre Giovanni, mediante il quale abbiamo intravisto l’aids e la prostituzione in Thailandia. La frase suona ambigua… A Pattaya, dove stiamo recandoci, la realtà urla. Così le statistiche, anche se cifre cacofoniche m’interpellano… L’impossibilità di verificarle in rete m’impedisce di assicurarvene la fondatezza, e quindi sa un po’ di storia attorno al fuoco; però, tantè: il nostro anfitrione parla di 350,000 ragazze che si prostituiscono in un paese che 15 anni fa era piccolissimo. Il resto della popolazione è in gran parte turistica: maschi bianchi maggiorenni, talvolta maggiorenni da mezzo secolo. Benefattori, si considerano. Tutt’al più, commercianti: “Queste ragazze hanno bisogno di soldi, noi abbiamo bisogno di sesso”. Sesso e compagnia, giacchè spesso il 1° giorno di vacanza ci si trova una compagna che affiancherà il pensionato inglese di turno per le 2 settimane seguenti.
Ieri notte abbiamo attraversato selve di industrie private del tutto simili all’ambientazione iniziale di Final Fantasy VII, puntigginate di luci bianke e gialle, con pinnacoli di cemento dalle cime fiammeggianti.
Da quando ci troviamo in Thailandia siamo affiancati da Gianluca, Cecilia e la loro famiglia. Persone, culture, ragionamenti di cooperazione, luoghi, Alberto. Tempo nanoscopico per scrivere. Sguazzo nelle novità.
Nessun commento:
Posta un commento