martedì 13 dicembre 2016

Dalla Cafasso... la storia di Kamau


Kamau è nato nel 1994, ultimo nato in una famiglia di 10 figli (8 maschi e 2 femmine). Ha lasciato la scuola quando era nella settima classe della scuola primaria per lavorare come bagnino a Malindi, sua città natale. Ma, così volle il fato, nel luglio 2010 un suo fratello maggiore venne coinvolto in una rissa di villaggio e Kamau e un altro fratello andarono in suo aiuto. La rissa durò un'intera notte. Sfortunatamente la donna al centro della rissa morì per le ferite che aveva riportato quella terribile notte. I tre fratelli furono arrestati, trattenuti al posto di polizia e alla fine dopo 8 mesi portati in tribunale. Furono accusati di omicidio e alla fine giudicati colpevoli di omicidio colposo. Nonostante le loro proclamazioni di innocenza suo fratello e un amico furono condannati all'ergastolo a Shimo la Tewa, Mombasa, mentre Kamau, minorenne, fu inviato al riformatorio Boston di Mombasa.


Nel 2013 Kamau finì di scontare la pena e avrebbe dovuto ritornare a casa, ma la voce che gli abitanti del villaggio lo aspettavano per esercitare su di lui 'la loro giustizia' pervenne all'ufficio di libertà vigilata. Gli abitanti del villaggio ritenevano che anche lui avrebbe dovuto essere condannato all'ergastolo. Nonostante le numerose visite da parte dei funzionari per riconciliarli e facilitare la sua reintegrazione, le minacce continuarono e furono considerate fondate.

Fu a quel punto che l'ufficio di libertà vigilata chiamò il SJCCH di Malindi e chiese il loro aiuto. Il SJCCH accettò Kamau nella speranza che la ragione avrebbe avuto la meglio tra gli abitanti del villaggio. Passarono i mesi ma la comunità rimase irremovibile. 
Il SJCCH mandò Kamau a un corso di formazione dove imparò la meccanica dei veicoli a motore e imprenditoria. Nel 2015 Kamau completò il corso e propose di vivere al di fuori del SJCCH perché stava per diventare maggiorenne. Trovò lavoro presso un cantiere edile del luogo e diventò finanziariamente indipendente.

Nel 2005 Kamau si impegnò a creare la propria famiglia. Andò parecchie volte di nascosto nel suo villaggio e alla fine trovò la propria compagna. Col tempo e con l'aiuto della sua famiglia e dei suoi amici portò avanti le trattative per il matrimonio e prese la ragazza per moglie. Andò parecchie volte a casa a trovare i suoi genitori che stavano diventando invecchiando, ma il desiderio di stare con loro ha giustificato i rischi corsi. Oggi Kamau è felicemente sposato ed è in attesa del suo primo figlio. Nel corso del periodo di reintegrazione Kamau ha portato parecchie volte sua moglie al SJCCH così che potesse sentire da loro la storia della sua vita. Ritiene che solo conoscendo la storia della sua vita, sua moglie lo amerà di più. Kamau ha riconosciuto che il SJCCH gli ha dato una seconda possibilità nella sua vita perché lo ha accettato quando tutti lo evitavano. 
"Le competenze e le conoscenze che ho appreso qui hanno fatto di me un uomo che teme Dio, che può vivere in pace con chiunque ovunque nel mondo. 

Che Dio benedica La Casa San Giuseppe Cafasso."

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