Il romeno, che brutta
bestia! A parte che a volte pensiamo non sia così necessario per noi impararlo,
poiché da quando siamo arrivate sempre più persone ci chiedono di insegnare
loro l'italiano e volenterose iniziano a sfoderare un vocabolario di tutto rispetto.
L'apice l'abbiamo raggiunto con Adriano, tassista incontrato settimana scorsa
che, una volta capito che siamo italiane, ha iniziato a raccontarci la sua
passata permanenza di sette anni in Italia; in particolare la città che l'ha
ospitato non è stata a lungo un mistero grazie al suo marcato accento romano,
che è esploso in tutta la sua portata in un’esclamazione di fronte alla notizia
della nostra lunga permanenza in Moldova: "Ammazza oh!"
E dopo il tassista
moldavo che parla un romeno romano, pensavamo di averle viste tutte, e
invece...
Mentre partecipavo alla mensa mobile ho conosciuto un signore sulla
cinquantina che ha attirato la mia attenzione chiamandomi "bambina".
Anche questo signore si è mostrato desideroso di imparare l'italiano, poiché
vorrebbe venire nel nostro paese. Possiamo dire che possiede una base d' italiano, anche se è costituita per lo più da parole e citazioni provenienti da
canzoni di nostri illustri cantanti.. Infatti il mio amico ama molto la musica
italiana, in particolare Celentano, Gianni Morandi, Pavarotti, Toto Cutugno e
il mitico Pupo. Un giorno mi ha raccontato la sua storia, ovviamente non del
tutto compresa a causa della mia ancora scarsa conoscenza del romeno; ho
intuito che non ha più una casa, ma vive in un garage, per un incendio causato dai suoi ex vicini. Purtroppo non è riuscito a farsi
risarcire e nel raccontarmi la dinamica ha ripetuto più volte la parola “mafia”, per poi concludere dicendo: "Da voi in Italia, mafia piccola, da noi in
Moldova, mafia grande. Se hai i soldi qui non hai problemi." Non c'è niente
da fare, ci hanno tolto anche questo primato! Ora sta lavorando qualche giorno
a settimana facendo le pulizie per mettere da parte i soldi per un nuovo appartamento
e per pagare un avvocato.
Mercoledì scorso, giorno non molto positivo al
lavoro, ero particolarmente scoraggiata per la lingua, poiché è frustrante non
riuscire a comunicare, soprattutto per una logorroica come me. Inoltre l’assenza
di comunicazione verbale mi sembrava impedisse una comunicazione per me
fondamentale, cioè quella della mia persona, che più di tutto mi interessa.
Mentre rimuginavo su questo pensiero è arrivato il mio amico, che appena mi ha visto ha richiamato la mia attenzione gridando: "La Storia di noi due".
Mentre consideravo fosse un’affermazione ancora un po' prematura, nonostante la
mia evidente preferenza per lui, il mio amico ha tirato fuori da un sacchetto un
vinile, il tutto accompagnato dalla colonna sonora: "Gelato al cioccolato
dolce e un po' salato tu, gelato al cioccolato". Non ci potevo credere!
Era il vinile di Pupo, edizione russa e molto datata direi, vedendo l'immagine
sulla copertina di un giovanissimo Pupo, quasi irriconoscibile. Un vero pezzo d’epoca! Ho scoperto così, che la frase con cui mi aveva chiamato è il titolo di una canzone
presente nel vinile.
Ovviamente mi sono commossa. Sapevo quanto il mio amico ci
tenesse ai suoi vinili, consumati dai suoi quotidiani ascolti. Questo episodio
mi ha riconfermato il perché sono venuta qui e mi ha ridato un po’ di fiducia,
anche per quanto riguarda la lingua. Infatti ho pensato che in fondo ci sono
altri modi di comunicare, che ci sembrano meno incisivi, ma non lo sono: un
sorriso, un gesto, un’attenzione, il tuo essere una presenza costante, possono trasmettere molto. E il rapporto nato
tra me e il mio amico ne è la prova.
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