lunedì 5 dicembre 2016

La storia di noi due

Il romeno, che brutta bestia! A parte che a volte pensiamo non sia così necessario per noi impararlo, poiché da quando siamo arrivate sempre più persone ci chiedono di insegnare loro l'italiano e volenterose iniziano a sfoderare un vocabolario di tutto rispetto. L'apice l'abbiamo raggiunto con Adriano, tassista incontrato settimana scorsa che, una volta capito che siamo italiane, ha iniziato a raccontarci la sua passata permanenza di sette anni in Italia; in particolare la città che l'ha ospitato non è stata a lungo un mistero grazie al suo marcato accento romano, che è esploso in tutta la sua portata in un’esclamazione di fronte alla notizia della nostra lunga permanenza in Moldova: "Ammazza oh!"
E dopo il tassista moldavo che parla un romeno romano, pensavamo di averle viste tutte, e invece...

Mentre partecipavo alla mensa mobile ho conosciuto un signore sulla cinquantina che ha attirato la mia attenzione chiamandomi "bambina". Anche questo signore si è mostrato desideroso di imparare l'italiano, poiché vorrebbe venire nel nostro paese. Possiamo dire che possiede una base d' italiano, anche se è costituita per lo più da parole e citazioni provenienti da canzoni di nostri illustri cantanti.. Infatti il mio amico ama molto la musica italiana, in particolare Celentano, Gianni Morandi, Pavarotti, Toto Cutugno e il mitico Pupo. Un giorno mi ha raccontato la sua storia, ovviamente non del tutto compresa a causa della mia ancora scarsa conoscenza del romeno; ho intuito che non ha più una casa, ma vive in un garage, per un incendio causato dai suoi ex vicini. Purtroppo non è riuscito a farsi risarcire e nel raccontarmi la dinamica ha ripetuto più volte la parola “mafia”, per poi concludere dicendo: "Da voi in Italia, mafia piccola, da noi in Moldova, mafia grande. Se hai i soldi qui non hai problemi." Non c'è niente da fare, ci hanno tolto anche questo primato! Ora sta lavorando qualche giorno a settimana facendo le pulizie per mettere da parte i soldi per un nuovo appartamento e per pagare un avvocato.

Mercoledì scorso, giorno non molto positivo al lavoro, ero particolarmente scoraggiata per la lingua, poiché è frustrante non riuscire a comunicare, soprattutto per una logorroica come me. Inoltre l’assenza di comunicazione verbale mi sembrava impedisse una comunicazione per me fondamentale, cioè quella della mia persona, che più di tutto mi interessa. Mentre rimuginavo su questo pensiero è arrivato il mio amico, che appena mi ha visto ha richiamato la mia attenzione gridando: "La Storia di noi due". Mentre consideravo fosse un’affermazione ancora un po' prematura, nonostante la mia evidente preferenza per lui, il mio amico ha tirato fuori da un sacchetto un vinile, il tutto accompagnato dalla colonna sonora: "Gelato al cioccolato dolce e un po' salato tu, gelato al cioccolato". Non ci potevo credere! Era il vinile di Pupo, edizione russa e molto datata direi, vedendo l'immagine sulla copertina di un giovanissimo Pupo, quasi irriconoscibile. Un vero pezzo d’epoca! Ho scoperto così, che la frase con cui mi aveva chiamato è il titolo di una canzone presente nel vinile.

Ovviamente mi sono commossa. Sapevo quanto il mio amico ci tenesse ai suoi vinili, consumati dai suoi quotidiani ascolti. Questo episodio mi ha riconfermato il perché sono venuta qui e mi ha ridato un po’ di fiducia, anche per quanto riguarda la lingua. Infatti ho pensato che in fondo ci sono altri modi di comunicare, che ci sembrano meno incisivi, ma non lo sono: un sorriso, un gesto, un’attenzione, il tuo essere una presenza costante, possono trasmettere molto. E il rapporto nato tra me e il mio amico ne è la prova. 


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