lunedì 8 maggio 2017
Siccità, land grabbing ed elezioni: gli ingredienti perfetti per un disastro
Il Kenya sta affrontando un periodo di profonda tensione, provocata da svariati elementi che messi nel calderone sembrano essere la ricetta perfetta per una potente esplosione.
Le prossime elezioni, previste per l'8 agosto, in un clima già surriscaldato per la siccità che ha colpito tutta l'Africa Orientale, stanno favorendo una violenza crescente, riaccendendo i conflitti su base etnica e contro i ricchi proprietari terrieri colpevoli di land grabbing.
Le popolazioni nomadi che sopravvivevano grazie alle stagioni delle piogge, si sono ritrovate da più di un anno a combattere contro la siccità e a spostarsi lontano per cercare acqua, purtroppo senza successo. Allo stesso tempo, però, riserve fertili e enormi di proprietà di ricchi terrieri, pullulavano di erba verde e acqua; questo ha fatto sì che i nomadi iniziassero a sconfinare nelle proprietà private, per nutrire ed abbeverare il bestiame. Proprietari e guardie (in alcuni casi addirittura l'esercito-vedi news) hanno perciò iniziato a difendersi, scacciando pastori e bestiami e dando di conseguenza vita ad episodi violenti che hanno portato addirittura alla morte di alcune persone ed al ferimento di altre (vedi news 1, 2, 3).
In questo clima, già teso e colmo di violenza, i politici locali stanno correndo verso le elezioni di agosto, che si preannunciano particolarmente delicate, soprattutto per il vivo ricordo di ciò accaduto nel 2007.
Rispetto ad un primo momento dove sembrava netta la vittoria di Uhuru Kenyatta, presidente uscente, la competizione si è riaperta dopo che, alla fine di aprile, il principale partito d'opposizione, l'ODM, capitanato dallo storico leader Raila Odinga, è riuscito ad accordarsi con numerevoli piccoli altri partiti, promettendo più equità e più dialogo fra le diverse componenti e tribù, e garantendo una posizione fra quelle più ambite ad ogni rappresentate delle minoranze (vedi news).
Il clima è però di forte tensione, e lo dimostrano gli epidosi violenti che hanno caratterizzato tutto il periodo delle primarie, durante le quali sono stati molteplici i brogli e i tentativi di corruzione e di compravendita dei voti (vedi news 1, 2).
La situazione è delicata e pesante, il Kenya ha la possibilità di distinguersi come paese unito sotto ideali e valori che vadano oltre i conflitti etnici e le violenza, vedremo se accetterà questa sfida.
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