Chi avrebbe mai pensato che un giorno mi sarei ritrovata a canticchiare una canzone in bengali? Fare il servizio civile a Beirut significa anche passare delle ore a creare playlist incredibili, con brani che spaziano dalla musica tradizionale bengalese alle più attuali ed energiche canzoni etiopi.
Forse vi chiederete cosa c'entra Beirut con questa cantante. È presto detto.
Quando delle giovani donne lasciano il loro paese, in questo caso il Bangladesh, per tentare di costruire un futuro migliore per sé e per i propri figli, accade che alcune (troppe) trovino nel loro cammino solo sfruttamento e violenza. Accade che la loro dignità venga calpestata e che il loro diritto ad essere trattate come persone venga meno.
Abbiamo incontrato alcune di queste donne nei centri della Caritas per donne migranti, vittime di sfruttamento lavorativo, dove stiamo svolgendo il nostro servizio civile. Qui, nonostante le barriere linguistiche, riusciamo ad avvicinarci al loro mondo attraverso la musica. La musica ha la capacità di risvegliare ricordi assopiti, di riportarle per qualche minuto alla spensieratezza che forse hanno avuto o hanno sognato da bambine. E se regalare qualche ora di felicità e serenità significa ampliare i propri orizzonti musicali, allora noi siamo qui anche per questo.
E così mi sembra doveroso condividere questa inaspettata sorpresa: Runa Laila.
Nata il 17 novembre 1952, è una delle più famose cantanti bengalesi, la cui fama è diffusa in tutto il Sud-est asiatico. Quando Rani la sente, non c'è più niente che la fermi. Ed ora la canticchio anche io, come se avesse sempre fatto parte del mio bagaglio musicale.
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