Odori
nicaraguensi
Alle cinque
e un quarto sono già sveglia.
Dalla
finestra entra la brezza mattutina che porta con sè il tipico profumo
dell'ammorbidente del quale sono intrisi i panni di mezza Managua.
Entro
nell'autobus e percorro la solita strada di tutti i giorni, ancora ammantata
dal torpore della notte. Fioche luci illuminano già molte case dove mani
indaffarate arrmeggiano sui fornelli ponendo a friggere il riso, dopo
averlo precedentemente risciacquato.
Dal
finestrino entrano ed escono voci ed aromi che si fondono insieme offrendoti la
possibilità di ubicarti nel cammino pur matenendo gli occhi chiusi.
La pulperia
"Los hermanitos" (piccola drogheria famigliare, ndr) già gremita
di gente smercia il pan dolce e le bevande, il baretto all'angolo tutte le
mattine cuoce il maduro (banana tipo platano) che mi piace tanto
e mi da il benvenuto in Ciudad Sandino con quel peculiare odore
agrodolce, ormai inconfondibile per il mio olfatto.
Inspiro
profondamente ed è un po' come se degustassi il suo sapore e la consistenza
così tipica del maduro fritto.
Quando
arrivo io al centro scolastico di Redes, braccia esperte sono già
indaffarate da un'ora per offrire a trecento piccole bocche quello che a volte
è l'unico pasto completo del giorno.
Un
acquazzone tropicale improvvisamente disseta la terra che puntuale ricambia
sprigionando vapori d'humus e muffe, che il sole pensa bene di irradiare
affinchè rimangano più a lungo sospesi nell'aria immobile.
Le mie orme
segnano la sabbia umida fino alla fermata del bus che mi riaccompagnerà a casa
sgattaiolando per le vie della città, sostando di quando in quando per permettere
a venditori ambulanti trafelati e accaldati di salire ognuno con il
proprio variopinto carico di mercanzie. La canasta di donuts (ciambelle)
emana il classico profumo delle vacanze estive di tanti anni fa, quando la
nonna veniva a svegliarmi con le frittelle appena sfornate, avvolte nel tipico
sacchetto marrone del pane, unto d'olio.
La brezza
pomeridiana che entra dai finestrini porta con sè l'odore dell'olio bruciato
che esce inequivocabilmente dal radiatore dell'autobus, ma che non scompone nessuno
ne desta preoccupazioni.
Al callejon
è la mia fermata.
Un breve
tragitto a piedi in cui la mente ricapitola velocemente la giornata, per
assaporare dopo pochi minuti il profumo di casa, profumo di rifugio, di
calore, dei mie capelli umidi sul cuscino che accompagnano il calar del sole e
preconizzano l'arrivo di un nuovo giorno.
di Gloria Perin
volontaria in Servizio Civile in Nicaragua
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