giovedì 15 aprile 2010

MATIOSH


I kaqchiquel per non soccombere si allearono con gli spagnoli e accettarono di lottare contro i loro stessi fratelli, i maya Kichè.
Vinsero la battaglia ma agli uomini barbuti venuti dal mare non bastava, volevano anche il loro oro, i loro figli più forti e le loro donne.

Di ritorno dopo le vacanze di Pasqua intorno al centroamerica, nelle meravigliose terre dei Maya dove ad ogni passo si respira storia e arte di una cultura non ancora perduta per sempre e misteriosamente conservata in una lingua che invasioni sanguinarie di antichi e nuovi esploratori non sono ancora riuscite, nonostante tutto, a cancellare. Dico nonostante tutto perchè per secoli si è tentato di sradicare queste lingue in favore dello spagnolo o dell'inglese e se sono sopravvissute è solo grazie allo scambio orale di famiglie determinate a non sparire.

I nuovi esploratori sono pacifici, non vengono con armi e sono amanti del centro america, dei suoi laghi e vulcani, dei suoi fiumi in mezzo alla natura selvaggia, delle sue antiche rovine Maya, delle onde e delle birre gelate sulla spiaggia,dei suoi prezzi bassi..
Its cool, really!
Wanna surf and visit maya ruins?
You can do it!
Lasciano molto dinero in queste terre, non contrattano con i taxisti e adorano le leggende sulla dea Luna.
Del centro america portano a casa ricordi indimenticabili di viaggi e traversate avventurose.
Sono di poche parole con i locali però si fermano volentieri a parlare con i turisti, una mattina possono capitare in una città evidentemente in festa e galattico subbuglio per l'evento dell'anno: la visita della moglie del presidente. Possono visitarne la piazza centrale e molte altre cose meravigliose e ripartire il giorno dopo senza averne saputo niente..
Con i nuovi esploratori gli indigeni non sono molto ospitali. Altri, più moderni, hanno imparato a sorridere dopo aver chiesto una quantità di denaro adeguata e storcono il naso se per caso si vuole lavare i panni a mano. Con 5 pesos te li lavano alla lavanderia..

Io e Salva, il mio compagno di viaggio, facciamo parte di questo squadrone di grandi esploratori, ce ne accorgiamo da come ci guardano i figli dei kichè quando saliamo sul bus per Chichicastenango il giorno del giovedì santo..
Il giorno è uno di quei giorni dove la gente delle campagne si reca con tutta la famiglia in paese per assistere alla processione ; il bus è uno di quei bus raramente frequentati da turisti.

-Buenas dias...sorriso
... (sguardo serio diffidente)
-desculpe, usted es de aquì?
... (sguardo perplesso diffidente)
-ehm..me entiende?
... (sguardo in cerca di salvezza intorno a sè, meno diffidente)
-sorriso- habla Espanol usted?
... (timido sorriso, sguardo sorpreso al vicino di posto, sguardo a me)
Si
(sorriso)

-A, entonces si, me entiende!
Como se dice gracias en su idioma?
... (sorriso meno timido) Matiosh!
_ eeeh, que fuerza, Matiosh!
Super sorriso.
Y como se dice in Ingles?

A quel punto ci accorgiamo che i bambini prima intimoriti ci sorridono divertiti.
Mi perdo nei sentimentalismi:
suerte di essere stata ammessa ai codici segreti di una dimensione che vive ai margini del mondo,milagro dell'incontro quando si è consapevoli di essere ospiti e non proprietari, belleza dello scambio anche sotto strati di sfiducia, paura e diffidenza che sembrano vecchi di secoli..

La maggior parte degli "esploratori" che passano di qui non sanno parlare lo spagnolo e sono abituati a pagare per quasiasi cosa, anche per una indicazione..
Fanno domande e danno per scontata una risposta.
Ma la risposta non è scontata quando si ha a che fare con persone che visitano senza coscienza della storia nè rispetto delle tradizioni, visitatori spenti che non conoscono e nemmeno vogliono conoscere le usanze del popolo che vanno a visitare, per quanto lontane..
Con quale gioia posso Accogliere qualcuno che non chiede accoglienza per il semplice fatto che non lo ritiene necessario..l'accoglienza la da per scontata..l'accoglienza se l'è presa.

Un tempo fù con i bastoni di fuoco..

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