giovedì 11 novembre 2010

Se fossi nata ad Haiti

Se fossi nata ad Haiti, oggi non saprei la mia data di nascita, quindi la mia età.

Se fossi nata ad Haiti avrei cinque, sette, otto figli da sfamare, diversi uomini da soddisfare, un solo amore vero ancora da sognare ed aspettare. Vivrei in quattro mura e qualche pezzo di lamiera tra i vicoli di Port de Paix: senza una rete fognaria, ogni mattina avrei dovuto scavalcare il rigagnolo di urina e odore che separerebbe la mia casa dalla strada.

Se fossi nata ad Haiti la mia giornata sarebbe cominciata alle 5.00, ai primi raggi del sole. Con il mio cesto di galline sulla testa ed i frutti raccolti da qualche banano e mango: sarei andata al mercato più vicino per appoggiare i miei prodotti sulle assi di legno ed attendere l’interessamento di qualcuno.

Se fossi nata ad Haiti, starei seduta al mercato in attesa: sguardo perso nel vuoto perché sarebbe davvero impossibile porre l’attenzione a tutte quelle persone, macchine, motorini, cani, bambini, carri, asini, cesti, cappelli, frutti, quaderni, carne, taniche di benzina, sandali, piedi scalzi,… che mi passerebbero davanti.

Se fossi nata ad Haiti la polvere di Port de Paix mi avrebbe infastidito gli occhi, i clacson dei fuoristrada ed i motorini mi avrebbero danneggiato i timpani, la terra dura e l’assenza di sandali adeguati mi avrebbero reso i piedi grandi e callosi.

Se fossi nata ad Haiti avrei chiesto “ghiv mi e dolar” al primo bianco incontrato.

Se fossi nata ad Haiti avrei dovuto trovare l’argent per comprare le divise richieste dalla scuola dei miei bimbi ed i nastrini colorati da appendere ai loro capelli crespi e soffici.

Se fossi nata ad Haiti ogni mattina mi sarebbe venuto spontaneo ringraziare il Signore per la vita, per il pane quotidiano, per la salute, per la forza fisica nel sopportare le fatiche della giornata.

Se fossi nata ad Haiti oggi non avrei potuto scappare da questo Paese che comincia di nuovo a morire schiacciato da una minaccia chiamata colera: avrei atteso inerme, imperterrita, il mio destino, pregando il buon Dio di risparmiarmi anche questa volta.

Elisa Brivio



Stefania Cardinale ed Elisa Brivio con l'equipe di Port de Paix

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