mercoledì 4 maggio 2011

NORMALITà




Ricordo il nostro arrivo in Nicaragua: l’aeroporto, il caos di gente, i clacson delle jeep in attesa, le valigie, un forte odore di legno bruciato e smog, volti scuri…in qualche modo diversi e poi il caldo…un caldo soffocante che quasi non ti fa respirare.

In questo turbine veloce di immagini, Managua ci ha accolti, frastornati, confusi e con gli occhi pesanti dalle lunghe ore di volo.
Lentamente i giorni sono passati, la quotidianità ci ha avvolti rendendo meno estranei quei volti e queste strade polverose….il caldo invece continua ad essere insopportabile.

Quando da casa mi chiamano e mi chiedono: “allora com’è questo Nicaragua?” mi vengono mille cose da dire ma mai la parola: normale.

Non sono “normali” le strade, i viaggi sulla trece, fare la spesa al mercato, una conversazione con il vicino, la lezione di ballo, la prima pioggia della stagione, i ragazzi del Guis…
… i ragazzi del Guis. Ogni giorno è una sorpresa, una sorpresa vera.

Le giornate volano veloci tra la polvere delle strade di Nueva Vida, il cielo azzurro, le grida di felicità, i giochi, un piatto di riso e fagioli, i commenti sull’ultima partita del Barcellona, il cambio dei pannolini, i sorrisi, …


h. 15.00: finalmente a casa. Ti butti sul letto con ancora i piedi sporchi di terra, accendi il ventilatore (velocità 3: fa troppo caldo!) e ripensi alla giornata appena trascorsa apparentemente uguale a quella prima. Sveglia, “ellll paaaannn”, colazione, bus, il lavoro al Guis, la spesa, le bollette, … Mille pensieri ti avvolgono come un lenzuolo e cerchi di dargli un ordine, a volte questo ordine non è così evidente. Fai pulizia nella testa e quello che rimane sono i ragazzi del centro con i loro sorrisi regalati quotidianamente, con la loro semplicità e con le loro magliette sporche, con le loro madri, zie, nonne che ogni mattino iniziano ad affrontare la giornata con coraggio, nonostante le mille difficoltà che solo chi le vive conosce.


Alla domanda: “allora com’è questo Nicaragua?”
…”mi piace!”

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