(Libano, 6° giorno di cantiere)
Stando qui ci si rende conto di quanto le nostre aspettative sulle attività da fare al Rifugio siano troppo “occidentali”. Ad esempio, per la preparazione della “Giornata Interculturale” di oggi, nella nostra testa c’era uno schema preciso: dividiamo le donne in sei gruppi, diamo loro dieci minuti a testa in modo da starci in un’ora e assegniamo a tre gruppi un ballo e a tre gruppi un canto. Invece poi capiamo che qui le cose non funzionano in maniera così “preconfezionata” e che è meglio lasciare ampio spazio di iniziativa e libertà alle donne. Anche se non ne verrà fuori un “festival delle culture” degno di una diretta televisiva, ma qualcosa di molto più semplice e meno organizzato, sarà comunque una giornata speciale e piacevole! La mattinata trascorre serena tra la ginnastica per le donne e i giochi per i bambini. Poi chiamiamo tutti a raccolta per la preparazione del momento interculturale del pomeriggio ed è bello vedere che le donne rispondono positivamente all’invito, venendoci a chiedere del materiale di cartoleria per disegnare scritte e colorare fogli con cui ci presenteranno poi i loro paesi. Finalmente alle 17:30 si “aprono le danze” e ci riuniamo tutti nello spazio coperto dove di solito mangiamo per assistere alle presentazioni di ogni gruppo. Le donne si fanno avanti e ci parlano dei loro paesi. I lavoretti preparati da loro, con materiale semplice e “povero”, sono veramente bellissimi. Alcune donne hanno creato delle casette colorate in miniatura, altre hanno disegnato la cartina del loro paese con la bandiera, altre ancora hanno fabbricato oggetti con il cartone colorato. Alcuni gruppi ci mostrano danze e ci fanno ascoltare canti tradizionali, in un miscuglio stupendo di lingue e idiomi diversi. Anche noi presentiamo l’Italia, tirando fuori oggetti, che ci eravamo procurati prima di partire, da una scatola di cartone. Si tratta di cose tipicamente italiane come il caffè, la pasta, gadget legati al calcio, riproduzioni di quadri famosi… Il bello di questo momento interculturale è che tutti sono partecipi ed entusiasti, il clima è veramente gioioso e tutti i gruppi si sostengono reciprocamente con applausi e cori. La parola che viene spontanea alle labbra è “solidarietà”, che travalica le provenienze e le origini diverse. Una volta che tutti i gruppi hanno terminato, si mette un CD di musica e ci si scatena nelle danze: ora non c’è più bambino e adulto, irakeno e italiano, bianco e nero: tutti i colori si confondono in un vortice di grande gioia di vivere e di puro divertimento!
Elisa
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