CAPOEIRA
Una danza dentro una lotta.
La nonviolenza nella violenza.
E’ affascinante, semplice e bello.
Difficile.
Educare e ascoltare nella strada,
nella bidonville. Insegnare che tutti sono uguali, che non vince affatto il più
forte: che tutti siamo accolti nel gruppo.
E sporcarsi i piedi assieme.
Martedì scorso i miei piedi scalzi erano neri, impolverati e un po’ indolenziti
..indolenziti come quelli degli altri miei 20 compagni, neri e impolverati come
i loro, mentre assieme seguivamo gli esercizi, a ritmo di musica, del maestro. Assieme
abbiamo sudato, abbiamo sbagliato e fatto bene.
ASSIEME
Assieme, vuol dire condividere. E
in quel momento, mi sono quasi dimenticato di essere bianco, italiano e che gli
altri ragazzi erano haitiani. Eravamo semplicemente noi, ASSIEME.
CONDIVIDERE
Condividere, avere i piedi scalzi
neri, impolverati e un po’ indolenziti è credo sia il segreto per essere
prossimi all’altro, per dare, ma
soprattutto apprendere dall’altro; per ricordarsi che siamo piccoli in questo
mondo, con tanto da imparare e che davvero, mi rendo conto qui a Port au
Prince, ogni giorni dobbiamo rimetterci in discussione. Trovare un modo per
essere ASSIEME e CONDIVIDERE, per ricordarci che non è sempre giusto come e
dove viviamo; che Haiti, l’Italia e ogni altro paese non sono “mondi diversi”,
ma mondi diversi in un mondo comune, lo stesso. Accorgerci che questo mondo
comune spesso è ingiusto e che ogni Paese ha una sua ricchezza e una sua
povertà.
ACCORGERSI
Ad Haiti la cosa che sto
imparando maggiormente è accorgermi: fare attenzione alle piccole cose, farmi
mille domande e non dare nulla, davvero nulla, per scontato. Mettere sempre in
discussione e così sempre rinnovare ciò che invece ritengo una “certezza” nella
mia vita.
Fede
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