giovedì 4 dicembre 2008

La mia prima riunione de ‘La Escuela de padres’

(31.10.2008)

Al Centro i ragazzi nn c'erano perchè i professori si stanno organizzando per le valutazioni, feste varie e, come sempre una volta al mese, c'è stato l'incontro coi genitori.

Non lo nego, ero emozionata.

Il tutto si snoda attorno al ‘pretesto’, vero ed utile, di spiegare ai genitori le disabilità dei loro figli...in maniera un po' più tecnica ma applicabile alla cura, al sostegno, alla prevenzione e poi all'improvviso tutta la loro 'magia di vite disperate' ha riscaldato el comedor dove si teneva la riunione.
Aprirsi, comunicare, condividere, ascoltare e, soprattutto, essere ascoltati da chi, come loro, è stato 'punito' con una creatura che non può ascoltarti, non può parlare, non può muoversi, non può capire tutto come lo capisci tu ma che non ti fa mancare il suo incredibile amore silenzioso o fatto di tanti gesti 'strani'.
E così, per una volta, anche questi genitori, che escono da un angolo di dolore, possono sfogarsi e sentirsi parte di qsa di più grande...

Alla nonna di Carlito sono morti due figli, insieme, in un incidente e, come non bastasse, la figlia torna e le 'molla', uno alla volta, tre dei suoi figli di cui uno, Carlito appunto, affetto da idrocefalia.
Ora questa fortissima donna si alza alle quattro del mattino per organizzare la vita dei suoi angioletti, poi va a lavorare, sola, povera, in una bidonville nicaraguense.
Ma lei Carlito non lo butta, lo ama e si sacrifica per fargli avere ciò che può.
Stavo seduta accanto lei che piangeva, emozionata, la guardavo....i piedi sporchi, le mani invecchiate dalle fatiche e sentivo tutta la sua forza...era una vibrazione enorme, mi scuoteva....

Ognuno di loro sedeva con un segreto ed il desiderio di una vita migliore per i propri figli.Mi sono sentita toccata, profondamente, da quest'esperienza umana...

C'era anche la mamma di Roberto che ha 18 anni e fa parte del gruppo di ritardo mentale e disturbi cognitivi...
E’ una donnona tutta d’un pezzo, alta e sorridente. Proprio come lui.
Robero tutte le volte che ti vede ti abbraccia, fortissimo, affettuosamente...lo fa con tutti...sorride sempre, ha gli occhi buoni, ha gli occhi dolci.
Come un pugno nel ventre quando poi mi hanno raccontato che, dato che sua madre è l'unico genitore per tre figli e deve andare a lavorare per farli vivere, lui passa tutto il giorno nelle strade di questo suo inferno e viene/veniva (come sapere tutta la verità?) abusato da un coetaneo.
Mi viene la pelle d'oca.
Peccato che qui sia una realtà troppo presente, troppo normale.
Storie di sopravvivenza.

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