venerdì 22 gennaio 2010

A 150 chilometri da Amman

Il mio primo pensiero è stato di uscire dalla sala. Una bambina viene mostrata in primissimo piano, su un letto di ospedale. Viene circondata da due medici, che le praticano iniezioni, che le infilano dei tubi su per le narici del naso, che tentano disperatamente di rianimarla. La videocamera si avvicina morbosamente ancora di più, si ferma sui suoi occhi vitrei spalancati. Ma la bambina è già morta. L’inquadratura cambia, va a riprendere un padre di famiglia disperato. Davanti a lui il corpo esanime del figlio di tre anni, colpito da una bomba nei pressi del parco giochi del suo villaggio.

Gennaio 2009, Striscia di Gaza. Israele ha appena lanciato l’operazione Cast Lead (“Piombo fuso”), con l’obiettivo di colpire le infrastrutture militari di Hamas e assestare un duro colpo all’organizzazione palestinese. Gaza, uno dei territori a più alta densità di popolazione del mondo, viene prima bombardata e poi invasa da truppe di terra, subendo nell’arco di tre settimane di conflitto pesanti perdite civili.

To Shoot an Elephant, documentario proiettato nei giorni scorsi alla Royal Film Commission di Amman, è un resoconto visivo scioccante di quei 21 giorni. Nato dalla collaborazione tra il freelance spagnolo Alberto Arce e l’attivista palestinese Mohammad Rujailah, To shoot an Elephant segue le eroiche operazioni di soccorso prestate alla popolazione civile da parte di medici, infermieri e personale paramedico di ogni sorta, mostrando come si possa fare embedded journalism anche al fianco della Mezzaluna Rossa. Il risultato sono quasi due ore di immagini crude, sgradevoli, in certi punti insostenibili. Ma che rimangono una delle poche testimonianze dirette di ciò che è accaduto, e che non deve essere dimenticato.

Qui potete scaricare gratuitamente il documentario (in licenza Creative Commons). Per chi volesse approfondire la questione segnalo lo speciale di Al-Jazeera (l’unico grande media network ad avere dei corrispondenti sul posto durante gli eventi) e il corposo rapporto stilato dal Consiglio dell’Onu per i diritti umani.

1 commento:

  1. Aggiungerei il link di Zaatar, onlus genovese che sta organizzando proiezioni del documentario per Milano. Visitandoli online, è possibile trovare molto materiale interessante.

    http://www.associazionezaatar.org/index.php

    Organizza campi di lavoro in Libano, Siria e Palestina...magari può essere un contatto interessante per le nostre libanesi.

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